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Autore: Onyxandopal    27/04/2016    0 recensioni
Tre ragazzi. Tre adolescenti normali, almeno in apparenza. Tra due di loro non scorre buon sangue. Ma la vita ti costringe a mettere da parte certi sentimenti. Ti costringe a mettere da parte qualsiasi cosa sia d'intralcio allo scopo finale. Luke, Kresley e Michael impareranno questa lezione. E la impareranno nel peggiore dei modi, compiendo scelte che cambieranno radicalmente le loro vite.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Luke's pov
Più tempo passava, più cambiavo idea su Veronika. Era dolce, sincera e disponibile. Aveva fatto di tutto perché potessi vedere mia sorella dopo la morte di nostro padre. Era morto davanti ai nostri occhi, si era sacrificato per noi. Non riuscivo ancora a capacitarmene, ma dovevo  farmi forza e cercare di rimanere lucido. Lo dovevo a Kresley. 
Guardai con astio Michael mentre si sedeva al mio tavolo.
-Perché credi che tuo padre mi abbia chiesto di proteggere Kres al posto tuo?- Chiese. Gli avrei fatto gelare il cuore se non avessi avuto il braccialetto al polso.
-Non so cosa avesse in testa mio padre, ma tu mia sorella non la devi nemmeno pensare. Non la lascerò nelle tue sporche mani- Ringhiai guardandolo in cagnesco. Il fatto che l'avesse aiutata con i suoi poteri non me lo faceva certo piacere di più, anzi continuavo ad odiarlo.
-Credi che le farei del male?- Vidi qualcosa di ferito nei suoi occhi.
-Credo fermamente di non volerti al suo fianco.- Risposi secco. Lui sospirò, non sembrava sorpreso.
-Ti capisco. Ma non pensare che mi tirerò indietro se ne avrà bisogno solo perchè non ti vado a genio-Risi, era assurdo che mettesse in ipotesi la questione. Kresley non avrebbe mai avuto bisogno di lui.
-Non ce ne sarà bisogno.- Mi alzai e andai via da quella stanza. Camminai a passo spedito verso la mia cella, scortato dalla solita guardia. Ero stufo di tutto quello. Sperai che succedesse qualcosa che ci scagionasse.

Quando Veronika entrò nella mia "stanza", tenne lo sguardo basso e i suoi occhi non mi sfiorarono nemmeno di striscio. Aveva una pila di vestiti in mano.
-Posso metterli nell'armadio o fai tu, Hemmings?- Mi chiese, senza neppure guardarmi. Era fredda come il ghiaccio.
-Poggiali un attimo sulla sedia. Vorrei parlarti- Le parole mi uscirono di bocca senza che potessi controllarmi. Veronika rimase immobile per qualche secondo, poi poggiò i vestiti dove le avevo chiesto e si avvicinò.
-Cosa vuoi?- chiese con voce stanca. Non eravamo noi gli unici a soffrire lì dentro per colpa di Lilith, persino lei sembrava distrutta. 
-Scusarmi con te. Mi sono sbagliato sul tuo conto. Spero tu possa perdonarmi, anche se ti ho detto cose che non meritavi affatto.-

Veronika's pov
-sono stato accecato dalla rabbia nei confronti di tuo fratello e non mi sono reso conto che tu sei una vittima tanto quanto me e qualunque dominatore qui dentro-. Luke Hemmings, colui che mi aveva insultata perchè ero la sorella di Ash, si stava scusando. I suoi occhi erano sinceri. Mi venne in mente la frase di Kres "Luke ha gli occhi come il cielo in estate". Ero chiusa in quel posto da tanto di quel tempo che non ricordavo più come fosse fatto il cielo. Avevo una vaga idea sul suo colore, dato che gli occhi di Kres assomigliavano a quelli del fratello, ma non ricordavo per niente cosa fosse davvero un cielo visto con i propri occhi.
-Ti perdono Luke- Dissi senza pensarci due volte. Lo capivo, anche io facevo fatica a restare me stessa e essere gentile e disponibile con tutti gli "ospiti". Non era facile per niente, io ero libera mentre lui e gli altri erano chiusi in una cella di qualche metro quadro. Sospirai silenziosamente persa nei miei pensieri, la voce di Luke mi arrivava soffusa e indistinta.
-Nik, perchè mi fissi?- Battei le palpebre un paio di volte e mi accorsi di stare guardando imbambolata gli occhi di Luke.
-È che Kres ha detto che hai gli occhi dello stesso colore del cielo e io non mi ricordo com'è fatto. Volevo vederlo nei tuoi occhi.- Scrollai le spalle arrossendo. Stupida me.
-Come non te lo ricordi? Questo è un crimine! Vieni provo a fartelo vedere io, anche se con sto braccialetto non so quanto riuscirò a mostrarti.- Si avvicino pericolosamente a me.
-Chiudi gli occhi- Li chiusi e sentii la sua fronte poggiarsi sulla mia, le sue mani a circondarmi i lati del viso, le punte delle sue dita affusolate che sfioravano le mie tempie. La punta del suo naso a contatto con la mia, il suo respiro che solleticava le mie guance. Il cuore mi martellò nel petto, galoppando come un cavallo da corsa. Mi sfuggì un sorriso, sperando che anche lui avesse chiuso gli occhi

-Adesso provo a farti vedere il cielo. Appena vedi qualcosa me lo dici, ok?- Presi fiato prima di rispondere.
-Sì-. Lentamente, davanti alle mie palpebre chiuse si materializzò un paesaggio. Il cielo era azzurro con sfumature aranciate, doveva essere l'alba, dato che i colori si andavano schiarendo. C'era una lunga distesa di acqua e poi la sabbia. Sentivo il rumore delle onde riempire le mie orecchie. Non ero mai stata al mare, trattenni il respiro, la bellezza del paesaggio mi aveva tolto il respiro.
-Bello, vero? Anche io tutte le volte non riesco a respirare per la meraviglia. Questo è un pezzo della mia Sydney.- sorrisi e poggiai una mano sulla sua spalla.
-Ti manca tanto vero?-Lui sospirò.
-Più che altro mi manca quando ci stavo con Kres. Il paesaggio che hai appena visto, andavo a vederlo tutti i sabati e le domeniche mattina con mia sorella.- Si staccò e il paesaggio sparì, mi aveva mostrato un angolo della loro intimità tra fratelli. Feci per parlare ma mio fratello intervenne.
-Veronika vieni fuori ho un discorso da fare con te.- il tono perentorio che usò mi fece paura. Mi alzai mentre Luke andava a sdraiarsi sul letto. Sembrava esausto, doveva essersi sforzato moltissimo per aggirare il potere del braccialetto. Uscii dalla cella pronta a sentire il mondo crollarmi addosso.

Kresley's pov
Se mi avessero chiesto cosa sentivo, avrei risposto che sentivo solo un grande vuoto. Come se mi avessero strappato la vita da dentro. Erano tre giorni che fissavo il soffitto senza nemmeno sapere se realmente fosse quello o se invece stessi guardando il muro. Non mangiavo e non parlavo. Veronika si era preoccupata e aveva anche cercato di parlare, ma mi ero messa il cuscino sulla faccia e l'avevo ignorata brutalmente. Non era da me comportarmi così, ero sempre gentile e chiacchierona, per quanto una persona che stava unicamente con il fratello potesse essere un tipo dalla parlantina sviluppata. Sentii la porta aprirsi, per l'ennesima volta non mi girai a guardare chi fosse. Avvertii dei passi avvicinarsi e il letto piegarsi sotto il peso di qualcuno che non era Veronika. Una mano si poggiò sulla mia spalla stringendola leggermente.
-Hey Kres. Vuoi un abbraccio?- Domandò. Alzai lo sguardo incontrando gli occhi di Michael. Mi misi a sedere e lui allargò le braccia. Lo abbracciai forte, affondando il viso nella maglia della sua divisa. Mi strinse a sé, mentre la mano destra mi accarezzava la testa scendendo giu fino a metà schiena. Singhiozzai in silenzio, mentre le lacrime scendevano indisturbate lungo le mie guance, fino a bagnare il tessuto colorato che copriva la pelle di Michael. Mi strinse maggiormente a sé.
-Shh, tranquilla. So come ci si sente. Anche io ho visto mio padre morire sotto i miei occhi. Va tutto bene, ci sono io qui.-Tirai su con il naso.
-Nemmeno Luke mi ha mai visto piangere-Ridacchiò, il suo petto vibrò legermente.
-Probabilmente mi castrerebbe se lo sapesse- sorrisi per un secondo.
-Fa così male- Mi staccai e lui asciugò una lacrima con il pollice.
-Me lo ricordo perfettamente quanto fa male. In questo siamo uguali.-. Annuii incapace di dire altro. Mi sdraiai nuovamente facendo cenno a Michael di fare come me.
-A volte vorrei che tutto ciò finisse, vorrei che al posto di papà ci fossi stata io- Lui mi guardò preoccupato e anche un po' arrabbiato.
-Non dirlo neanche per scherzo- Lo osservai con gli occhi che bruciavano.
-Se non fossi un Alpha non te ne fregherebbe niente di me- Confessai ciò che pensavo. Ultimamente avevo avuto molto tempo per pensare e qualche volta mi ero porsa la domanda ''Che cosa farebbe se non fossi un Alpha, ma una dominatrice qualsiasi?''. Scosse la testa.
-No, mi importerebbe comunque- Aggrottai la fronte.
-Non sai mentire Mike- Lui mi spostò una ciocca di capelli dal viso, accarezzandomi poi la guancia. Il mio cuore ebbe un sussulto, aveva sfiorato un livido.
-Dopo tutto questo tempo, un po' ti voglio bene.- Mormorò guardandomi negli occhi. Rimasi in silenzio per un po'.
-Credo tu ti sia guadagnato un po' del mio affetto dopo tutto.- Mi sorrise. Poggiai la testa sul suo petto accoccolandomi, lui mi cinse i fianchi con le braccia e poggiò il mento sulla mia testa. Non sapevo per quale motivo stessi comportandomi così con Michael, sapevo solo di aver bisogno di qualcuno che mi abbracciasse e lui era lì. Sospirai. Dopo lunghi minuti di silenzio proferii parola.
-Chissà come sarebbe se fossimo ragazzi normali. Se non fossimo Alpha, se tu e Luke non vi odiaste... se fossimo solo tre adolescenti alle prese con quest'età difficile.- Michael mi strinse leggermente.
-Magari saremmo amici-. Sorrisi al pensiero, sarebbe stato così bello conoscerlo meglio.-Passeremmo i pomeriggi a chiacchierare, a parlare di cose stupide... a leggere fumetti o giocare ai videogiochi- Aggrottai la fronte con un mezzo sorriso.
-Magari guarderemmo documentari e faremmo qualcosa di intelligente- Lui scoppiò in una grande risata.
-Io e l'aggettivo intelligente non possiamo stare nella stessa frase-Ridacchiai.
-Infatti quell'aggettivo era riferito a me- Mi pizzicò il fianco. Gli feci la linguaccia.
-Passeremmo i pomeriggi a cantare, Luke sa suonare. Magari metteremmo su un gruppo- Michael scrollò ls spalle, continuando ad accarezzarmi.
-Anche io suono. Ma non penso che Luke mi vorrebbe poi così vicino a te. Sarebbe geloso anche senza poteri- Sorrisi tristemente, sapevo che presto quella chiacchierata sarebbe finita e con lei il senso di pace, anche se più che pace sentivo di non provare nulla.
-Sì, effettivamente lo sarebbe comunque-.
Per qualche momento ero riuscita a dimenticare la morte di mio padre, era quello l'effetto che Michael aveva su di me. Me ne rendevo conto dopo troppo tempo, eppure in quel preciso istante ammisi a me stessa che infondo Michael era una bella persona e sapeva come prendermi. In quei pochi metri quadri ora vibrava solo il silenzio, spezzato ritmicamente dai nostri respiri. Voltai lo sguardo verso Michael, nel medisimo instante in cui lui fece lo stesso. I suoi occhi erano come calamite, due magneti ipnotici e dannatamente attraenti. Più li guardavo, più ne rimanevo incastrata dentro. I suoi occhi verdi mi scrutavano il viso attentamente, quasi a volerne imprimere ogni particolare nella memoria. "Sei uno splendore". Quel pensiero rimbombò nella mia testa, non ero sicura di averlo pronunciato io con la voce dei pensieri. Forse, forse stavo delirando, forse stavo ancora dormendo. Il mio sguardo cadde sulle sue labbra rosse e carnose, così odiosamente perfette e in quel momento piegate nell'ombra di un sorriso. In nome della calamita letale che era lo sguardo cristallino del ragazzo davanti a me, il mio viso e il suo cominciarono ad avvicinarsi lentamente, privandoci del controllo di noi stessi. Di sicuro eravamo sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente, se fossimo stati lucidi non avremmo mai osato una cosa simile. Mi tornarono in mente le parole di Luke "Non innamorarti di Clifford". Sgranai gli occhi e prima di venir meno alla promessa fatta a mio fratello, abbassai lo sguardo poggiando la testa sulla spalla di Michael.
-Scusami...- mormorai in tono piatto. Un vuoto allo stomaco mi fece pemsare a quanto stupida fossi stata. Mi sentivo così stupida...
-Mi sarei tirato indietro anche io se avessi promesso a qualcuno di non toccarti come hai fatto tu con Luke-

Scattò la serratura della porta e fece capolino Matthew.
-Spiacente di interrompervi piccioncini, ma io e te abbiamo un appuntamento Kres-. Mi salii su per la gola un sapore acido, mi alzai riluttante guardando Michael in cerca di conforto. Lui abbassò lo sguardo e per un secondo riuscì a leggere uno stralcio dei suoi pensieri "Mi dispiace". Sospirai, avviandomi a passo lento verso uno dei responsabili della morte di mio padre.

Michael's pov
Il fatto di non sapere cosa succedesse quando Kres incontrava il bastardo mi mandava fuori di testa. 
Per cercare di calmarmi, ripensai alla nostra comversazione. Era stata alquanto strana. A partire dal fatto che mi avessero concesso di vederla senza far troppe storie. Il che mi lasciava al quanto dubbioso, ma non avevo il giusto umore per preoccuparmi. Un flash balenò nella mia mente; le sue labbra a pochi centimetri dalle mie, i suoi occhi incastrati nei miei, i nostri corpi maledettamente vicini. Mi era mancato il fiato, come se l'aria avesse smesso di esistere di colpo. Tutto si era fermato, congelato dalla presenza di Kresley. Era buffo, dato che lei viveva di ghiaccio praticamente. Oltre al mondo che aveva smesso di girare, il mio cuore si era arrestato, lasciandomi privo di lucidità. Mi si era spento il cervello, come se fosse andato in tilt. Ad averla cosi vicina, mi si era resettata la ragione. Ma non era solo quando stavamo vicini che mi mandava in un altro universo. La sua esistenza stessa mi faceva sentire come dentro ad una centrifuga. Al diavolo Luke che la trattava come fosse fatta di carta crespa e impediva agli altri di capire quanto speciale fosse Kres. In tutto ciò che componeva il suo essere, lei sapeva essere speciale senza nemmeno rendersene conto. Per esempio i suoi occhi. A furia di osservarla nel periodo in cui eravamo stati a stretto contatto, avevo letto ed imparato le mille e più sfaccettature di quell'azzurro cristallino. Sapevo come scuriva quando era arrabbiata, come diventasse quasi grigio durante le delusioni e purtroppo quel pomeriggio avevo aggiunto alla lista anche la tonalità più triste che avessi mai visto sul suo viso dolce. 
Kresley's pov
Per la seconda volta in poco tempo ci convocarono al cospetto del trio. Questa volta era diverso, lo sentivo dentro. Me lo sentivo scorrere nelle vene, avvertivo il cattivo presagio infiltrarsi nel petto e venir pompato in tutto il corpo dal cuore. Il ritmo del mio respiro era cambiato, da quando ero in quel posto avevo capito che quando variava l'intermittenza del mio fiato, allora la situazione stava variando. Qualcuno aveva giocato una carta improvvisa, inaspettata. Davanti a me si presentarono Hood, Irwin senior e i Tre. Come la volta precedente, anche Luke e Michael, così come Veronika, fecero il loro ingresso. Ashton guardava verso la sorella con disprezzo, come se la odiasse nel profondo. Aveva lo stesso sguardo che rivolgeva a me o a qualunque altro dominatore. Michael era nervoso, lo vedevo bene. Sentivo l'odore della sua preoccupazione, la vedevo nei suoi movimenti, nei muscoli rigidi e le vene del collo tese. La leggevo nei suoi occhi verdi, la ascoltavo vibrare nel suo petto. Era così dettagliata la sensazione che potevo analizzare in Michael che credetti fosse mia.
-Ciao sorellina-. Esordì Ashton. Il tono della sua voce era tutt'altro che dolce. Sputava veleno al posto delle parole. -Vi ho chiamati qui, perchè non sono scemo e di certo mi sono accorto di ciò che sta succedendo-. Guardai Michael e il suo braccialetto trasalendo. Lo sguardo di Michael balenò su di me e la sua preoccupazione aumentò notevolmente, mentre la mia esplose in un secondo. Tornammo a guardare Ashton, ma parlò Calum.
-Ash piantala e vai al punto-. Mi sentivo il cuore in gola, sapevo che non mi sarebbe piaciuto ciò che avrei sentito.
-Veronika mi chiedo se tu mi reputi un coglione-. Veronika aggrottò la fronte.
-Non ti reputo affatto un ragazzo simile- replicò lei guardando il fratello con una leggera mortificazione.
-Credi forse, allora, che non mi sia accorto degli sguardi che lanci a Luke?- sussultai e vidi Luke diventare improvvisamente serio. La tensione si tagliava con il coltello, gli occhi scuri di Calum si puntarono su di me, rendendomi maggiormente nervosa. Michael si mise tra me e lo sguardo penetrante del ragazzo, mettendosi in posizione di difesa.
-Ashton... dalle la punizione che si merita- Luke scattò davanti a Veronika un secondo prima che Ashton sparasse i suoi poteri contro di lei. 

Urlai, sentendo la gola bruciare per lo sforzo inumano delle mie corde vocali.
Era la fine dell'inferno. Era tutto finito.
Ma la fine di qualcosa spesso è solo l'inizio di un' altra.
Volevo chiudere gli occhi, ma me ne sarei pentita e lo sapevo. Rimasero sbarrati osservando la scena come se fosse a rallentatore. Nella mia mente rimbombò la parola FINE. Era esattamente quello che sarebbe successo, per noi o per i Tre. Tutto stava a come avrebbe reagito Luke. Il mondo in cui lo fece decise il nostro futuro.
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E dopo diecimila anni passati negli abissi di una voragine sotto il monte bianco, eccomi di nuovo qui. Questo è l'ultimo capitolo dolcezze <3
Spero vi sia piaciuto e vi aspetto nel sequel, 
Bye

P.S. C'è gia il sequel sul mio profilo  
   
 
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