«Deve esserci un altro modo!»
«No, non c’è.»
E al suono di quelle parole, la pistola venne prontamente spedita per terra dalla piccola spranga di ferro che Daredevil si portava sempre con sé, evitando alle mani del Punitore di macchiarsi nuovamente di sangue.
Eppure quest’ultimo non sembrò cogliere il lato altruistico della cosa, poiché si fiondò su Matt tempestandolo di pugni sul viso e sul petto come un pugile impazzito. Quello non se lo fece ripetere due volte, rifiutando di farsi attaccare da un assassino a sangue freddo: evitò con un agile balzo il destro dell’avversario e atterrò su di lui con una gomitata ben assestata; il mento di Frank si macchiò di sangue, ma ormai ci doveva aver fatto l’abitudine.
Cadde su di lui, gravandolo con tutto il suo peso, e quando provò a rialzarsi l'altro prontamente ribaltò le posizioni, portandosi con un colpo di reni sopra il Diavolo di Hell’s Kitchen.
«Non ti si addicono le corna» sentenziò, muovendo su e giù l’indice convinto che l’altro potesse vederlo.
«Non sono d’accordo.»
«Non credo che saremo mai d’accordo su qualcosa.»
Pose fine alla breve conversazione colpendolo nuovamente in viso, mentre le proprie gambe avevano già bloccato le sue mentre parlavano. Matt era in trappola e decisamente troppo stremato per combattere al meglio delle sue capacità.
Eppure, nonostante tutti i fastidi che gli stava dando, nonostante l’irritante incombenza che rappresentava per il suo lavoro, Frank non voleva ucciderlo; lo aveva dimostrato già due volte, nelle quali aveva avuto l’opportunità di farlo e aveva invece deciso di lasciarlo in vita; e quell’angelo vestito da diavolo se ne era sentito persino in colpa: l’unico sopravvissuto, l’unica persona che il Punitore aveva voluto uccidere ma che alla fine aveva risparmiato. A Frank farlo fuori avrebbe risparmiato un sacco di grane e sensi di colpa, ma si era rifiutato lo stesso e ancora lo faceva: lo trovava quasi tenero nella sua visione buonista della realtà, per la quale c’era sempre un altro modo per lui, una seconda strada, una strada migliore.
Fu per questo che un’idea brillante passò per la sua mente poco lucida e instabile: decise che avrebbe pagato Red con la sua stessa moneta; poiché voleva un altro modo di fare le cose, ciò che aveva in mente avrebbe dovuto soddisfarlo.
Prima che Matt potesse contrastarlo, gli bloccò i polsi con entrambe le mani e si posizionò a un pelo dal suo viso, guardandolo fisso negli occhi nero pece della maschera. Tempo due secondi e si fiondò sulle sue labbra, abbassando le palpebre, cercando di non pensare a quello che stava facendo e a perché lo stava facendo; Daredevil sussultò e le sue labbra rimasero immobili mentre venivano vezzeggiate con cura. Quando Frank si stancò di tutti quei giochetti, premette sui suoi denti per spingere Red a schiuderle e quello accettò, alzando un poco il capo e dando il via a una danza magica senza esclusione di morsi.
The Punisher rise: come al solito, voleva avere l’ultima parola.
Quando, per mancanza di ossigeno, si separarono, stettero una decina di secondi in silenzio, dopodiché Frank commentò: «Potrai anche essere un Diavolo, ma baci da Dio.»
Matt rise, un sorriso serafico stampato in faccia. «Visto, Frank? Ti sbagliavi», alzò la schiena, poggiandosi sui gomiti per restare in equilibrio. «In fin dei conti, c’è qualcosa su cui siamo d’accordo.»