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Autore: JesterZ    28/04/2016    1 recensioni
I Pokémon sono minacciosi? Sempre più persone si sono unite a questo credo, andando a formare i primi comitati, bande ed infine associazioni, in un primo momento pacifiche.
Negli ultimi anni però, le notizie ravvicinate di alcuni grandi incidenti causati da Pokèmon, incitarono le prime violenze.
In questa storia seguiremo il progresso della situazione incontrando molti contesti e persone diverse.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
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I fumi salivano colorati di un arancio truce. Il vento era sveglio quella notte, quale amara coincidenza. La città correva in preda al panico, nomi di bambini venivano gridati a pieni polmoni dalle madri nel buio, unendosi alle urla di panico in un vortice.
Ogni fronda, ogni foglia, danzava insieme alla luce incandescente una funesta coreografia
Il primo ramo cadde. Il frastuono scosse la terra, le persone attorno cominciarono a correre zigzagando convinti di diminuire le probabilità di essere colpiti. Seguirono il secondo, il terzo ed il quarto. Che il fato avverso condusse dritto sopra l'edificio che ospitava abitazioni, la biblioteca ed uno dei tre rivenditori di frutta e verdura del villaggio.
Le macerie emisero una nube di fumo che ridusse ulteriormente la visibilità attorno.
Fu alla caduta del settimo ramo che si udirono. Le sirene che annunciavano l'arrivo dei pompieri stavano ululando nel buio. 
L'agglomerato di Korteban, fra i più rispettati di tutta la regione, eccelleva in molteplici campi, era noto a tutti. Altrettanto noto, d'altra parte, erano i loro punti deboli tra cuila poca disponibilità di pokèmon acquatici. Il mare distava svariati chilometri ed i fiumi che attraversavano il suo territorio, per quanto di larga portata, si contavano sulle dita di una mano.
Dalla camionetta in corsa si alzarono in volo tre Pelipper, ma non erano soli. Tre getti d'acqua fuoriuscirono rapidi dai loro becchi, a sfruttare la sua velocità di ognuno vi erano un paio di Wooper che, appena atterrati ai piedi dell'imponente albero, invocarono all'unisono la pioggia.
I tre volatili cercarono di raggiungere la cima dell'albero bombardando di idropompe le fronde in fiamme.
Permettendosi anche il contatto con le fiamme, che grazie alle piogge invocate dagli Wooper trasformavano le bruciature che avrebbero subito, in semplice solletico.
Riuniti sulla cima, lasciarono cadere un'enorme quantità d'acqua, erano gli unici pokèmon volanti a conoscere quel tipo di tecnica. Nel frattempo un paio di Grovyle stavano recuperando ed allontanando verso zone sicure gli abitanti rimasti nei pressi dell'incendio.
La camionetta si era fermata. Uscirono rapidamente tre uomini in divisa che fecero volteggiare le proprie pokèball. Ogni bagliore dorato prese la forma di un Sandshrew, che cominciò a rotolare velocemente verso la zona d'azione.
«Non possiamo tergiversare ulteriormente! Usate il tifone di sabbia ragazzi!» Urlo a gran voce l'uomo che era salito in cima al veicolo.
Un attimo dopo una violenta tempesta di sabbia era riuscita a circondare l'albero. Le fiamme vennero soffocate dalla terra ed il calore svanì in pochi istanti. Il silenzio regnava ora sovrano nella cittadina.
«Non c'è tempo da perdere! Sono crollate degli edifici da quella parte! Muoversi!» Gridate le direttive, saltò nel vuoto venendo aggangiato dai tre Pelipper di ritorno dall'incendio. Si era aggrappato con le due braccia alle ali dei due ai suoi fianchi ed il terzo sosteneva le sue gambe semi inginocchiate, pronte al nuovo scatto.
La scena che si trovò davanti era piuttosto critica, la pattuglia contava un numero esiguo di forze, il possente ramo aveva colpito e fatto crollare la struttura. Anche i cittadini avrebbero dovuto fare la loro parte.
Il Capitano trovò ingenuo sperare di non trovare morti all'interno, ma si fece forza. Poteva ancora salvare delle vite.  Alcune parti dei due piani superiori stavano per crollare e non c'era nessun Pokèmon fra loro che potesse contrastare questa minaccia, perlomeno non con la forza.
Grovyle continuava a trasportare le persone all'esterno della struttura, ma era evidente che le sue energie sarebbero cessate molto presto.
Entrato nell'edificio il Capitano imboccò di fretta una scalinata apparentemente integra. Aveva visto le larghe pozze di sangue all'ingresso, oh se le aveva viste! Ma un suo crollo psicologico era l'ultima cosa di cui quelle persone avevano bisogno in quel momento.
Grida strozzate lo condussero verso una donna. Le si era aperto uno squarcio che partiva dalla spalla e si concludeva alla metà del braccio destro ed uno più corto sullo stesso fianco.
«Sono stati loro! Non è vero? Sono stati loro! Ne sono certa!» Sbraitava come se non avesse sentore del dolore. Il sangue sgorgava dal suo fianco più velocemente di quanto il Capitano avesse previsto, ma non in modo preoccupante. Le pose una mano sulla guancia e guardandola negli occhi cercò di tranquillizzarla. 
«Andrà tutto bene, ma ora dobbiamo uscire dall'edificio. Non è stabile.» La signora annuì, continuando però a ripetere sottovoce ed ossessivamente ciò che aveva detto poco prima. La prese sottobraccio, conducendola il più rapidamente possibile all'esterno.
«Sono stati loro! Ne sono certa! Sono stati loro! Non è così?» La donna riprese a sbraitare cercando di divincolarsi dalla salda stretta del Capitano. Erano quasi giunti alla scalinata.
Un frastuono vibrò nell'aria ed un violento quanto improvviso dolore colse l'uomo alla schiena. Annebbiato dal dolore perse presa e lasciò fuggire la donna, che rovinò insieme a lui giù per le scale. 
Perse i sensi per pochi secondi. I crolli e nubi tutt'intorno rendevano la visuale quasi impossibile. Il Capitano chiamò la signora a gran voce. Non riusciva a rialzarsi, avvertiva forti dolori in diverse parti del corpo, poi l'udì, il suono che avevano temuto di sentire. Era giunto troppo presto.
Il soffitto del primo piano cedette. Il suo campo visivo divenne verde scuro. Poi il buio.

  
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