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Autore: AliceVolevaMorire    07/04/2009    6 recensioni
"Per questo sono viola come un livido triste" dico, sfiorando il nero "Poichè nulla mi distingue più da chi è stato prima e da chi è venuto dopo"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dietro al divano, una balestra. Sotto i cuscini, le frecce che ho per caricarla. Io e la mia Ombra camminiamo a braccetto; insieme infettiamo le superfici.
La nostra malattia è viola cupo, venata di porpora. Strisciando si ramifica sul pavimento, come crepe di caldo sul ghiaccio.
"Sublime" mormora lieve la mia Ombra. E' sottile, argentata, e pare sempre che le manchi il respiro dalla malinconia. A volte fuma le sue sigarette invisibili, soffiando via il cemento del muro.
"Davvero sublime" ripete, osservando liste intangibili che rivelano anni di menzogne.
"Ti ricordi della profezia che pronunciai in quel giorno di giugno, seduta dentro l'armadio?" sussurro. Lei scuote la testa, seria. Non piange, la mia ombra. Non piange mai, perchè le lacrime non hanno riflesso.
"Ci sono Lui e Lei" comincio. La mia voce rauca gratta i muri sino a far scendere polvere d'intonaco scintillante. Ombra tossisce infastidita.
"Lei è bella, piccola e bionda. Sta preparando la cena nella cucina perfettamente linda di una casetta a schiera. Noi siamo nel giardino, Ombra, e nessuno può vederci perchè siamo solo fantasmi del passato. Il sole sta tramontando, ormai è quasi estate, e noi scintilliamo nei raggi che bagnano d'oro anche uno scivolo di plastica di un bambino non ancora nato. E' vestita di rosso, Lei,  di profilo vicino alla finestra. Non la conosciamo, Ombra. Non ancora, e spero davvero che non la incontreremo mai"
Ombra annuisce. "Conosco il seguito. Ma le rose, di che colore erano?"
"Rosse" sorrido "Le rose bianche sono riservate ai ricordi"
"Nulla è mai stato riservato a te" dice Ombra, sprezzante
"Per questo sono viola come un livido triste" dico, sfiorando il nero "Poichè nulla mi distingue più da chi è stato prima e da chi è venuto dopo"
Ombra indica il muro di fronte, infestato da scritte rosse, incomprensibili. Socchiude gli occhi, posso intuirlo, malgrado io non possa vedere il suo viso vuoto.
"E quelle cosa significano?"
"Sono la soluzione"
Mi alzo e mi avvicino alla finestra.
"Qual'era l'enigma?" domanda Ombra, seguendo i miei movimenti con ansia.
"Non è importante la domanda, ma la risposta" replico, distratta dal mondo fuori
"Esplica"
"Non è mai stato solo, Ombra. Anche quella era una bugia"
Rimaniamo in silenzio per ore. Io, stregata da ciò che vedo oltre il vetro. Ombra, immersa nei muri.
"Forse c'è qualcosa che ancora ci distingue da chi è stato prima e chi è venuto dopo" dice ad un tratto Ombra, poco prima che il buio la rapisca.
"E cosa sarebbe?"
"Il modo in cui guardiamo dalla finestra"
   
 
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