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Autore: Lely1441    07/04/2009    6 recensioni
[Ludwig Kakumei]
Scena finale che chiude il sipario sul principe e la bella principessa.
Prima classificata al contest Amour indetto da Writers Arena.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Ludwig.
Rating: Per tutti.
Personaggi/Pairing: Ludwig e Iedike.
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2579 parole.
Avvertimenti: Nessuno.
Genere: Romantico, Malinconico.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Kaori Yuki che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Ludwig, appartengono solo a me.
Credits: La citazione iniziale è presa dalla canzone "How would it be", di Lene Marlin.
Note dell'Autore: Amo profondamente questo manga: adoro quello screanzato di Ludwig, la stupenda Iedike, il bistrattato Wil, Lisette, Dorothea... Per me era praticamente un obbligo tentare di cavarci fuori qualcosa, ecco da dove è uscito questo esperimento.
Introduzione alla Fan's Fiction: Scena finale che chiude il sipario sul principe e la bella principessa.





[And now
I won't see you again
The moment was there but we lost it
Time changed it all
And we let it
We let it happen

And now
I wonder how it would be
If things stayed the same and we liked it
The end of a search 'cos we found it
How would it be?]

[E ora
Non ti rivedrò più
Il momento era qui, ma l’abbiamo perso
Il tempo ha cambiato tutto
E abbiamo lasciato
Abbiamo lasciato che accadesse

E ora
Mi chiedo come sarebbe
Se le cose restassero così e ci piacesse
La fine di una ricerca perché l’abbiamo trovato
Come sarebbe?]

[How would it be - Lene Marlin]





The Sleeping Beauty


[16/11/08] Amour






«Ancora qui, o mio principe?»

Iedike era sostanzialmente diversa da tutte le principesse che aveva avuto modo di incontrare; irriverente, sarcastica, terribilmente indisponente... Se qualcuno gliel'avesse descritta così tempo prima, sicuramente il giovane Ludwig non avrebbe neppure perso tempo per cercare quella fanciulla che dormiva da ormai cento anni, protetta dal suo fitto intrico di rovi, gli stessi che avvolgevano il suo cuore e che lei stessa si era creata con la magia che scorreva nelle sue vene.
Ma quell'incapace di Wilhelm si dimenticava sempre di chiedere le informazioni più importanti. E la taglia del seno rientrava ovviamente nella categoria.
Perché Iedike era bellissima, ma non possedeva quei canoni ideali che ne avrebbero fatta la moglie perfetta per il principe Louis. Ma nonostante tutto ne era stato inevitabilmente attratto, sin dalla prima volta che l'aveva vista in sogno; la principessa dai corti capelli argentei l'aveva perfino preso a calci, scacciandolo dal suo giardino senza un minimo di riguardo.
Eppure.
Eppure Ludwig era tornato di nuovo, era riuscito ad attraversare il bosco di rovi, o meglio, era riuscito a convincere Iedike a farlo entrare nel castello (nel cuore?) della principessa, e l'aveva risvegliata con un bacio, come leggenda aveva dettato.
Ma in quel momento il tempo aveva ripreso a scorrere, unendoli per la prima e ultima volta.
Ludwig aveva continuato in seguito il suo viaggio, ma non era mai riuscito a dimenticarsi di quella ragazzina bisbetica e così poco femminile che l'aveva conquistato. L'aveva odiata, nella stessa misura in cui ne era rimasto affascinato; e dopo la ripresa della ricerca di una principessa da sposare, tutti si erano convinti che stesse cercando l'amore, quello vero.
Ma non era così.
Perché lui l'amore vero l'aveva già trovato e perduto, ora doveva solo recuperare una bella ragazza da mettersi al fianco, una bambolina da sfoggiare nelle grandi occasioni, un bel corpo insomma. Non gli era mai interessato combinare un matrimonio basato sui sentimenti, sapeva che erano quanto di più utopistico potesse esserci nella vita di un reale; ma questa convinzione non aveva di certo alleggerito il peso che sentiva dentro e che lo aveva reso ancora più arrogante.
Ma c'era un momento in cui il principe riusciva a trovare la pace: a volte, di notte, si ritrovava in un giardino a lui già noto, e il cui profumo di erica lo faceva sorridere.

«Ancora qui, o mio principe?»
Chiese la ragazza, alzandosi in piedi e scrollandosi di dosso i numerosi petali che le erano inevitabilmente finiti sul vestito.
«Sembra proprio che io non riesca a stare lontano da te, dopotutto».
Quella frase aveva per loro un significato amaro, che la principessa riuscì a cogliere.
«Vieni con me».
Il principe Ludwig si lasciò prendere per mano e trasportare attraverso quella selva di innocui fiori rosa, così diversi dall'intricata siepe di rovi da cui già una volta era stato punto...
Quel giorno c'era qualcosa di diverso nell'aria, qualcosa che dava un tocco di malinconia a qualsiasi cosa facessero o pensassero. C'era un preciso motivo per cui tutto questo stava accadendo, ma non volevano pensarci, rimandando il più possibile il momento. La principessa Friederike si fermò davanti ad un piccolo rialzo del terreno, facendogli capire di sedersi accanto a lei.
«Ma qui l'erica è sempre in fiore?»
Domandò il principe Ludwig, appoggiando la schiena contro la minuscola altura e attirando a sé il corpo dell'altra.
«Sì... Dopotutto, qui ogni cosa va come io programmo. L'erica è un fiore meraviglioso, non trovi?»
«Non sono un estimatore floreale e nemmeno un giardiniere, quindi non saprei proprio dare un giudizio preciso...»
Iedike sospirò scuotendo la testa, facendo aderire perfettamente il suo capo con la spalla dell'altro.
«Sempre il solito, principe Louis...»
«Sai come sono fatto».
«Sì, lo so bene....»
Passarono molti minuti senza che i due dicessero nulla, lasciando che i loro gesti comunicassero per loro.
«Quindi?»
Il principe la guardò dall'alto, continuando a giocherellare distrattamente con il lungo laccio del mantello che aveva poggiato per terra.
«Che brutto vizio per una principessa. Interrogare i propri ospiti come dei comuni delinquenti da quattro soldi, quale onta sarebbe per il tuo Paese se si venisse a sapere...»
Iedike ridacchiò.
«Giusto. Di sicuro, tu sei un farabutto in piena regola. Un assassino, un ladro, un bugiardo...»
L'altro scrollò le spalle, chiudendo gli occhi e ripensando per un attimo al suo servitore Wilhelm, a tutti i guai che era stato costretto a sopportare per causa sua (del moro, ovviamente. Il principe non aveva mai e poi mai colpa di ciò che accadeva a quell'imbecille). Della stupidità con la quale si era fatto catturare più di una volta, delle volte che l'aveva dovuto tirare fuori dai casini...
«Così mi lusinghi».
La ragazza sorrise leggermente, con quella dolcezza che mostrava raramente e solo a lui. Che non avrebbe mai più potuto mostrare ad altri. Strinse di più la mano calda del principe, che tante donne prima e dopo di lei avevano toccato.
Era anche vero però, che lei era stata l'unica dalla quale aveva fatto ritorno.
«Louis...»
Del principe Ludwig si poteva dire di tutto, veramente di tutto, ma non che fosse un idiota.
«Non tornerò, questo lo sai».
«Non voglio il tuo ritorno, non l'ho mai desiderato».
"Ah, le donne", pensò sarcasticamente il principe. "Se le consoli, ti insultano; se le metti davanti alla realtà, fuggono".
«Allora», continuò, «immagino che se me ne andassi ora, per te non cambierebbe nulla...»
Sussurrò maligno al suo orecchio. La sentì irrigidirsi immediatamente, e sorrise. Ma Iedike non era tipo da lasciarsi confondere così facilmente. Si liberò subito dalla sua presa e si rizzò a sedere, girandosi poi a guardarlo con aria strafottente.
«Per me puoi andartene anche subito. Dopotutto, sei tu quello che continua a tornare, non dico bene, principe
Sembrò che Ludwig non avesse raccolto minimamente l'ironia calcata sull'ultima parola, mentre lasciava che una mano vagasse sulla schiena davanti a sé, accarezzandola con desiderio.
«Hai ragione, sei fortunata. Ancora non ho intenzione di lasciarti. Non fa parte dei miei piani, per ora».
Iedike sorrise incredula e con una lieve scrollata tornò ad accoccolarsi fra le sue braccia.
«Sai, i capelli così ti donano. Anche se per me rimangono comunque troppo lunghi».
«Sei tu che non hai mai sopportato la mia splendida chioma, principessa. Dissi che così ti davo fastidio... Ammettilo, era solamente invidia».
La principessa rise forte, senza guardarlo.
«Che insopportabile borioso... La tua vanità supera di certo quella di cento cortigiane reali tutte insieme!»
«Perché nessuna donna può superare la mia bellezza... Anzi, forse qualcuna c'è».
«Davvero?»
La ragazza si strinse di più a lui, posandogli una mano sul petto.
«Davvero», confermò il principe, guardandola serio. Per un istante la principessa trattenne il respiro, in attesa.
«Ah, tranquilla. Tu di certo non rientri nella categoria, quindi non ci sono problemi. Mi chiedo se possa considerarti addirittura una donna, a questo punto».
Iedike si girò di scatto e alzò la mano, cercando di colpirlo, ma il principe riuscì a bloccarle il polso prima che l'altra lo abbattesse contro il suo splendido ed intoccabile corpo. Si guardarono per qualche istante, mentre una brezza leggera spuntava da chissà dove e li faceva rabbrividire impercettibilmente. Ludwig le passò una mano dietro alla nuca, facendola scendere contro di sé e baciandola dolcemente, facendosi trasportare da quel sentimento che li inebriava sempre.
«Ti amo», asserì lei, con la sicurezza che mostrava solo a lui, con quella luce abbagliante che la rendeva bella, così bella, "la più bella di tutte, anche se è piatta come una tavola", come aveva più volte pensato il principe Louis.
«Mi amano tutti», sentenziò con un mezzo sorriso, mentre lei sbuffava ed alzava gli occhi al cielo.
«Possibile che tu non riesca mai ad essere serio? Neppure ora...»
Non terminò la frase. Non ne avevano mai parlato sul serio, non fino in fondo perlomeno. Lei ormai non faceva più parte di quel mondo, e le occasionali visite di Ludwig erano del tutto casuali: non sapevano neppure loro come facesse ad entrare in quel giardino senza l'orologio che collegava le due dimensioni. Iedike aveva azzardato l'ipotesi di una nostalgia più acuta da parte dell'altro nei suoi confronti, e lui aveva ribattuto che probabilmente era la volontà della principessa dal sangue di strega a riportarlo là nei momenti più inaspettati ed imprevisti. Avevano vissuto così il loro amore, senza alcuna ufficializzazione (a cosa sarebbe servito, ormai? Ma soprattutto, chi sarebbe stato in grado di celebrarla? Chi, oltre a loro due, era in grado di accedere a quella meravigliosa collina piena di fiori d'erica?) e senza che alcuno venisse a sapere nulla.
Forse Wilhelm aveva sospettato qualcosa, ma non si era mai azzardato a chiedere alcunché. Forse Dorothea ne era al corrente, ma in fondo non era così masochista da approfondire quelle supposizioni. Anche lei amava il principe, per lo stesso motivo della bella principessa non più addormentata: era l'unico con il quale riusciva a mostrarsi per ciò che era veramente, provando piacere per la prima volta di possedere quell'anima che giudicava sporca e rea.
Ludwig era un donnaiolo incallito, un sadico, perfino un necrofilo in un tempo ormai finito: ma era migliore di qualsiasi altro uomo, principe, re o plebeo che fosse, che avessero mai incontrato. Spudoratamente sincero, non si curava poi molto dell'effetto che le sue parole producevano negli altri.
Una sola volta l'aveva fatto. Ed era stato con Iedike.
Le lacrime della principessa l'avevano colpito, più di quanto non avessero fatto i pianti isterici e le minacce di tutte le donne che aveva abbandonato in vita sua. Aveva disprezzato la sua lingua tagliente, il suo maledetto vizio di essere schietto e crudelmente diretto.
Per la prima volta, aveva desiderato una donna per fini che superavano la sfera sensuale della sua esistenza. Voleva lei, voleva la sua anima. Si era immediatamente reso conto di ciò che provava, ed aveva deciso di affrontarlo, nonostante sapesse a cosa stava andando incontro.
Ed ora era tutto finito, erano giunti al capolinea. Il principe aveva continuato la sua ricerca, e aveva finalmente trovato una principessa da sposare, dovendo così lasciare definitivamente il suo passato e i loro incontri tanto desiderati quanto, nel mondo reale, inconsistenti, alle spalle. Non tanto per il rispetto che doveva alla nuova dama, più per il fatto di non voler contaminare Friederike con il suo spirito che giudicava malvagio. Lei non se lo meritava, ma soprattutto era troppo orgogliosa per poter accettare un compromesso del genere. Orgogliosa come lui, era per questo che riusciva a capirla così bene.
«Cosa faremo ora?»
«Me ne andrò, domani prenderò possesso del regno e non ci vedremo più, semplice».
E di nuovo, di nuovo quella stramaledetta sensazione nel petto. Iedike aveva stretto la sua mano con forza, frustrata da quel vecchio sentimento di impotenza che si rifaceva ancora una volta largo dentro di lei. Solo che questa volta non c'era più una realtà a cui dover sfuggire, questa volta Iedike aveva imparato ad affrontare le difficoltà a testa alta, senza curarsi delle ferite che riceveva ad ogni passo, continuando solo a camminare serenamente, senza mai smettere, senza mai voltarsi indietro. Fino ad allora, c'era sempre stato lui a camminarle accanto, senza guardarla, mentre lei, in bilico su quella fune sottile, riusciva ad avanzare senza più precipitare a terra.
Era diventata ancora più forte, la piccola principessa che non credeva in sé stessa. Ma questo non le inaridiva il cuore, non le rendeva il dolore della separazione meno straziante, non le permetteva di ignorare la gelosia nei confronti di quella sconosciuta, sentimento che le rodeva l'anima.
Per Ludwig, Iedike era un libro aperto. Lesse chiaramente tutti i pensieri che attraversavano quel dolce viso, e l'abbracciò stretta, facendola sussultare. Piegò il capo fino a sfiorarle la spalla, e baciò piano il suo collo. Probabilmente, un'altra ragazza sarebbe scoppiata a piangere a quel punto. Ma quella che era stata la Bella Addormentata non era "un'altra ragazza". Lei si voltò e gli accarezzò il viso con occhi pensosi, mentre Ludwig la scrutava con il suo sguardo d'acciaio.
«È giusto così. Dopotutto, non puoi rimanere attaccato per sempre ad un sogno».
Portò le sue mani vicino alla bocca, e le baciò piano.
«È stato il sogno più bello di tutta la mia vita, principessa».
La cullò ancora un po', senza dar segno di volersi muovere. Carezzò di nuovo con le labbra i capelli argentei che non avrebbe mai dimenticato, scendendo poi fino a sfiorarle la bocca, stranamente gentile. Iedike sentì il cuore intrappolato in una solida morsa di ferro, mentre ricambiava quel bacio. Sospirò quando appoggiò le mani sul suo petto, allontanandolo da sé.
«È ora, principe».
Louis la guardò così profondamente che si sentì tremare. E di nuovo, il senso di oppressione che le lacerava l'animo si fece più potente e dovette combattere per far apparire un lieve sorriso sulle sue labbra.
«Non vorrai fare tardi proprio il giorno del tuo matrimonio, spero!»
Si alzò, spolverandosi con gesti leggeri l'abito bianco, voltandosi per non dargli modo di vedere quel lieve sorriso tramutarsi in una smorfia amara.
«Un principe non è mai in ritardo, semmai sono gli altri ad essere in anticipo».
«Che sbruffone!», esclamò lei. Era abituata alle uscite decisamente poco modeste del suo amato, ma a volte sapeva decisamente superare ogni limite.
«Non è forse per questo che mi ami?»
Domandò indifferente lui, scrollando le spalle. Iedike lo fissò con tristezza, prima di mormorare:
«Sì, è per questo che ti amo...»
Ludwig alzò un braccio, fino a toccarle l'ovale del volto.
«Addio, principessa Friederike. Spero che prima o poi, in una vita o nell'altra, avremo modo di incontrarci nuovamente».
La ragazza inclinò il capo, portando le sue mani sulla destra di Ludwig, baciandogliela teneramente.
«Arrivederci, principe Louis. Sono sicura che ci rivedremo ancora. E non fare impazzire quella povera donna di tua moglie, qualsiasi pena commessa è sempre poca cosa di fronte alla tua insolenza».
Il principe sorrise, ritirando la sua mano. Si girò e cominciò ad incamminarsi verso il limitare di quel giardino, di quel sogno, per l'ultima volta. Iedike fu tentata seriamente di richiamarlo indietro, di implorarlo di rimanere con lei, di non andarsene via, ma si morse le labbra con rabbia.
Lei faceva ormai parte del mondo dei morti, e lì sarebbe rimasta confinata per sempre. Ma riusciva a vedere l'aura che si sprigionava da Louis, che le ricordava spietatamente come il suo principe azzurro fosse arrivato troppo tardi per lei.
«Ah, principessa! Pensa a farti crescere un po' di seno, perché la prossima volta che ci vedremo non voglio trovarti ancora così piatta!»
Iedike boccheggiò a vuoto per alcuni secondi oltraggiata, prima di urlargli dietro:
«Scemo di un principe! Pensa a trovarti una buona scusa per la prossima volta, perché giuro che non avrò pietà per te e quell'orribile faccia da demonio!»
Il principe Ludwig ghignò, mentre salutava senza girarsi e spariva così come era apparso. E fu allora che la principessa Iedike si lasciò andare ad un grande sorriso, bagnato dalle lacrime che non aveva voluto versare prima, ma che ora le sembravano meno amare.
Ci sarebbe stato un modo per tornare a vedersi, ormai ne era certa, e lei lo avrebbe aspettato. Lo aveva atteso per cento anni, qualche lustro in più di sicuro ormai non faceva più alcuna differenza. Non così tanta, perlomeno.





Non sempre nella realtà le storie finiscono con un "E vissero per sempre felici e contenti". Ma esistono finali che ci si avvicinano molto, e questa storia lo sta ancora aspettando.
Ma non temete, arriverà sicuramente; se non qui, almeno nei vostri cuori
.
















Prima Classificata - Lely1441
The sleeping beauty
Voto: 8,32

af

Grammatica e sintassi: 9
Capacità espressiva: 8,5
Capacità argomentativa: 8,2
Capacità critico-rielaborativa: 8,2
Originalità e Creatività: 7,7

Quando ormai è riuscito a trovare una principessa da sposare per ereditare il trono, Ludwig continua i suoi incontri in sogno con Idike, un sogno senza possibilità di realizzazione nella realtà.
E’ una fic che lascia l’amaro in bocca, quasi più pessimista del manga, dove Ludwig va' per la sua strada senza rimpianti, accontentandosi della prospettiva di rivedersi, un giorno.
Questo aspetto della sua caratterizzazione nella fic l’ho trovato stridente rispetto all’originale, uno strascico di rimpianto a cui un orgoglioso come Lui non avrebbe mai ceduto, ma mi rendo conto che dipende dalla personale concezione del personaggio che mi sono creata, anche se partendo dalle tue stesse basi.
D’altronde, nel giudizio c’è per forza una buona parte di opinione soggettiva.
Mi è piaciuta di più Idike invece, pungente e orgogliosa anche lei, a volte quasi antipatica, senz’altro una principessa degna di cotanto principe XD


Qui il bando del concorso.
Un ringraziamento va quindi a Fantafree, la giudice XD E alla mami, che ci ha creato dei bannerini fantasticosi *______* Complimentissimi anche alle altre partecipanti *_________*

P.S. Primo esperimento su Luddie... Commentino? XD


   
 
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