Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    28/04/2016    3 recensioni
Lupin trascorre una notte d'amore con una donna sconosciuta e, il giorno dopo, al tg si parla di lei. Solo che...è morta nel 1910! Che cosa ha vissuto Lupin? Ha sognato o era tutto vero? Per lui e la sua banda sarà l'inizio di qualcosa di inusuale, decisamente.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gli animali'
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Parigi
 
Se ne stava seduto sul divano, con la testa un po' all'indietro e la sensazione che gli mancasse qualcosa. Una sigaretta, ecco cosa desiderava di più in quell'istante Lupin III, il ladro più famoso del mondo. Una Gitanes che gli facesse compagnia, voleva solo quello, ma il pacchetto era vuoto.
 
-Fujiko, ti chiedo scusa: hai una sigaretta?- chiese poi alla donna che, svogliatamente, stava preparando un caffè.
 
-Le ho finite anche io...tra poco tornerà Jigen, le ha prese lui, per tutti noi. La vuoi un po' di polvere di cacao, nel caffè?-
 
-Grazie, sei dolcissima-
 
-Che cosa ti turba, Arsene? I pochi soldi del colpo?-
 
-Esatto...tanta fatica per così poco...io, poi, sono esausto, oltre al fatto che, ultimamente, ci siamo ridotti a rubare cose come volgari ladri-
 
-Ah, perché, noi che cosa siamo?-
 
-Siamo ladri raffinati-
 
-Jigen ti sembra raffinato?-
 
-Ah, hai da ridire qualcosa su Jigen, dopo che te la sei spassata anche con lui, tempo fa? Se non fosse stato per noi, che lo abbiamo tirato fuori da un ambiente terribile, sarebbe già morto ammazzato e lui ci è riconoscente, per questa cosa. Dovresti rispettarlo di più-
 
Fujiko sorseggiò il suo caffè e si affacciò alla finestra, dalla quale si vedevano i tetti di Parigi, bellissimi, nonostante la giornata uggiosa. Jigen era ancora fuori, Goemon era nella sua stanza a riposare, dopo che aveva avuto la febbre alta.
 
-Vado a vedere come sta Goemon, così mi distrarrò dal tuo modo di essere irritante- disse poi Fujiko –quel poverino sta male e tu pensi ai furti, insensibile!-
 
Lupin sbuffò e si mise una penna in bocca. Poi scrisse un messaggio su un foglio di carta, lasciandolo sul tavolo del soggiorno e prima di uscire di casa: “Trovatemi qualcosa da interessante da rubare e prometterò di lasciarvi in pace per un po’ di tempo”.
 
 
Era ora di cena, Lupin era uscito a mangiare in un bistrot, da solo, per gustarsi un’atmosfera soffusa e intima, seduto ad un tavolo che dava dirimpetto a un altro al quale una donna era intenta a sorseggiare un bicchiere di champagne. Rimase incantato nel notare la sua bellezza, mista a raffinatezza: forse nemmeno Fujiko era bella come lei. Non le tolse gli occhi di dosso e faticava a mangiare, per non perdere ogni movenza di quella meravigliosa creatura dai capelli castani e gli occhi verde scuro.
 
-Posso offrirle quello che ha bevuto, signorina?-
Ecco, avete fatto il passo che desiderava compiere. “O la va o la spacca” , aveva pensato poco prima di avvicinarsi alla donna, che accettò la sua compagnia.  Trascorse solo mezz’ora, da quell’incredibile momento, e il famoso ladro si ritrovò nella camera di un hotel di lusso a fare l’amore con lei. Non conosceva il suo nome, si erano solo scambiati poche parole, quelle necessarie che lo avevano condotto tra l’intimità di quella donna misteriosa. “Tanto, alla fine, non me ne frega nulla di te, Fujiko, così come non ti importa nulla di me” pensava Lupin, mentre era a un passo dal raggiungere l’orgasmo.  Una perfetta sconosciuta aveva accettato di farsi possedere da lui senza opporre la minima resistenza, lasciando a lui condurre gran parte dell’amplesso e a spargerle tutto se stesso dentro di lei, fino alla fine.
 
La mattina successiva, Jigen si svegliò per primo e si recò in cucina per preparare le colazione per tutta la banda. Per un attimo ebbe un sussulto, non appena si accorse che Lupin era seduto al tavolo, con aria perplessa.
 
-Ehi, amico, mi hai fatto prendere un colpo: ti presenti in cucina senza nemmeno salutare…è tutto ok?-
 
-Tutto ok? Va più che ok, Jigen…ho trascorso una serata magnifica, per non parlare della notte-
 
-Ah, ecco perché non sei rientrato…non mi dire che hai rimorchiato?-
 
Lupin scoppiò a ridere.
 
-Puoi dirlo forte, caro: sono andato a mangiare in un posto, ho adocchiato una donna meravigliosa e nel giro di poco me la sono portata a letto in un albergo-
 
-Beato te! Come mai a me non capitano mai fortune così repentine?-
 
Fujiko piombò in cucina.
 
-Ah, ecco, come al solito voi due parlate di donne…Lupin, mi fa piacere che tu abbia passato una notte gradevole, così la pianti di infastidirmi-
 
-Sei gelosa, Fujiko?- domandò Jigen, con aria maliziosa.
 
-Di lui? Potrei essere gelosa di uno a cui do sempre il due di picche? Però sono curiosa: chi è questa donna con cui te la sei spassata, Arsene?-
 
-Vorrei tanto potertelo dire, ma non mi ha voluto rivelare il suo nome-
 
-Bene, siamo a livello di animale: accoppiarsi senza nemmeno conoscersi. Smettila di corteggiarmi, allora, scimpanzé che non sei altro!-
 
Fujiko non amava passare mai in secondo piano e, dopo aver saputo che Lupin aveva trascorso la notte con una donna, s’innervosì e preferì tornare vicino a Goemon, per prendersi cura di lui, ancora allettato per colpa dell’influenza. Jigen la seguì e si fermò a guardarla sulla porta della camera di Goemon, mentre lei passava un fazzoletto umido sulla fronte del giovane, per rinfrescarla.
 
-Sta ancora male?- domandò poi il pistolero.
 
-Sì, ma per fortuna si è addormentato: ha passato la notte insonne e nemmeno io sono riuscita a dormire, sinceramente. Tossisce molto, ma per fortuna ha il naso libero-
 
-Sei un’ottima infermiera, a quanto vedo-
 
-Mi dispiace che lui stia male e voglio che guarisca-
 
-Quando sto male io non ti comporti allo stesso modo-
 
-Beh, tu non stai mai male! Al massimo qualcuno ti spara, ma poi sai tirarti fuori le pallottole come se nulla fosse-
 
-Già…e lui con l’influenza sembra quasi moribondo. Ha una pessima sopportazione dello star male, il ragazzo. E ne approfitta delle tue cure perché sa di piacerti-
 
-Senti, vattene di là dal tuo amico di scorribande, impiccione-
 
-Sei la solita stronza, credi di potermi trattare a tuo piacimento, ma…-
 
-…stai zitto…- gli mormorò Fujiko vicino all’orecchio, dopo essersi avvicinata a lui per baciarlo sulle labbra-
 
 
Bastava un bacio per azzittire l’agguerrito Jigen, delle cure amorevoli per far cadere Goemon ai suoi piedi e la sua sola presenza per far impazzire Lupin: Fujiko era la calamita sentimentale di tutta la banda, ma questa volta Lupin aveva la testa altrove, ossia a quella donna misteriosa che lo aveva sedotto la notte prima.
 
Erano tutti in cucina, a fare colazione, Goemon compreso, che aveva manifestato appetito. Fujiko era contenta e gli si sedette accanto. Credeva che Lupin la osservasse per dissentire e, invece, si stava sbagliando. Nemmeno Jigen la guardava e accese la tv, per seguire il notiziario del mattino.  Lupin seguiva svogliatamente, mentre beveva il caffè, ma una notizia lo lasciò di sasso.
 
“Messi all’asta i gioielli appartenuti alla signorina Annie Croix, ricca ereditiera morta senza eredi a Parigi nel 1910. Particolarmente ambita sarà la preziosissima salamandra, una spilla d’oro, platino e diamanti, che il celebre ladro Arsene Lupin I cercò di rubarle” recitava il notiziario.
 
-Accipicchia- esclamò Jigen –qualcuno che ha avuto a che fare con tuo nonno, a quanto pare. Non ce ne hai mai parlato, Arsene, forse perché tuo nonno non riuscì a rubarle la preziosa spilla…ehi, ma che hai?-
 
-Sì è incantato…- aggiunse Fujiko.
 
-No…non sapevo nulla di questo tentato furto…è che…no, non è possibile, ma io non ho sognato!-
 
-Che cos’hai?- domandò Goemon.
 
-Annie Croix…ecco come si chiamava! Ragazzi, lo so, non mi crederete, ma lei è la donna con cui sono stato questa notte! E’ la stessa della foto che hanno mostrato!-
 
-Clap clap clap- disse Fujiko, battendo le mani, non credendo alle parole di Lupin –bravo, ancora una volta fingi di essere il latin lover che non sei! Quindi hai fatto sesso con la tua fantasia-
 
Lupin pareva sconvolto, come se fosse sul punto di piangere:
 
-Ragazzi, è vero, ve lo giuro…era lei la donna!-
 
-Scusami, eh: hai capito quando è morta? 1910!- affermò Fujiko nervosa.
 
-Ehi, dai, Fujiko, lui stava solo scherzando: avrà saputo prima di quest’asta e voleva far il burlone- disse Jigen-
 
-Idiota barbuto, non star sempre a difenderlo!- si arrabbiò la donna.
 
-Senti, sgualdrina, non ti permetto di alzare i toni con me, eh! Per quale motivi ti scaldi per uno scherzo?-
 
-Fujiko, calmati, dai- la rassicurò Goemon, abbracciandola – e tu smettila di avere questi toni con lei, Jigen!-
 
-Bastaaaaaaaa!- urlò Lupin – chiudete la bocca, una buona volta, capito? Tacete…zitti, muti! Non mi credete? Non mi interessa, me la vedo io. La faccenda riguarda me!-
 
Lupin non finì di fare colazione ed uscì. Si accese nervosamente una sigaretta e iniziò a passeggiare. Decise di prendere la sua automobile e, non appena si mise dentro, sentì bussare al finestrino. Gli venne da sobbalzare: era Annie Croix, la donna con cui aveva trascorso una travolgente notte d’amore. Lupin sudava freddo. “Non sto sognando, è tutto vero!”. Aprì la portiera della macchina e la donna gli si sedette accanto.
 
-Così hai capito chi sono…i notiziari parlano di me-
 
-No, non ho capito, invece: chi sei veramente?-
 
-Sono Annie Croix…e ho trent’anni dal 1910, purtroppo-
 
-Ho fatto sesso con un fantasma, quindi?-
 
La donna lo guardò con aria maliziosa e la sua bellezza raffinata fece, per un attimo, rimanere Lupin  come imbambolato.
 
-Non so come considerarmi…so solo che sono riuscita a tornare, per cercarti: mi devi aiutare-
 
-Ah, sei come Fujiko: vuoi ammaliarmi per uno scopo. Solo che Fujiko con me non ci viene, ahimè-
 
-Non la conosco, questa Fujiko, cercavo te, perché sei il nipote di Arsene Lupin e, siccome sei ancora in vita, vorrei che tu rubassi i miei gioielli appena messi all’asta: sono morta senza poter sapere che fine avrebbero fatto. Io non posso rubarli, perché non sempre riesco a essere presente, nel mondo dei vivi. In vita non avevo parenti e non ho né fratelli né eredi. Sono morta per un…va bene, te lo dico: overdose da oppiacei. Ero drogata mentre stavo attraversando la strada e sono stata investita. Non è stata effettuata l’autopsia, su di me e, da allora, è come se mi fossi addormentata. Poi, un giorno, ho rivisto la luce e ho capito che ero ritornata, solo che sono rimasta giovane e il mondo è cambiato. Così ho capito di non essere tornata in vita, ma in una non vita. Sentirmi carne, ma senza davvero avercela o avercela, senza sentirla. Insomma, non ci capisco nulla. Ti prego, aiutami: i miei gioielli, soprattutto la salamandra, sono qualcosa che mi è caro e se li ruberai e li metterai nella mia tomba, potrò tornare a riposare. I gioielli si trovano nel museo della fondazione Croix, nata per aiutare le vittime della strada. Ma ora è in difficoltà, sta per chiudere e verrà tutto messo all’asta, per prima cosa i gioielli. Non voglio che finiscano nelle mani sbagliate: li rivoglio con me-
 
Lupin le accarezzò il viso, riusciva a percepire la sua pelle liscia e vellutata e, quindi, faticava a pensare che quella donna fosse, in realtà, morta.
 
-Io voglio aiutarti…ma non so come fare con i miei amici, ho bisogno del loro aiuto, per questo furto, da solo non so se potrei farcela. Allo stesso tempo, ho paura che Fujiko possa rubare i tuoi gioielli per tenerli per sé. Se verrai con me, mi crederanno. Ci stai?-
 
-Cercherò di apparire nella vostra casa, così i tuoi amici mi crederanno-
 
-Ora, però, verrai con me a fare un giro: ti va? Ti porto a Montmartre-
 
Annie accettò, poi si baciarono.
 
-Arsene, prima voglio fare l’amore con te: mi fa sentire viva-
 
Lupin, ovviamente, non si tirò indietro.
 
Quando, il giorno dopo, Lupin presentò Annie alla banda, rimasero tutti di sasso nel notare la somiglianza di quella donna con colei che era deceduta nel 1910. Jigen la fissava e non riusciva a non sentirsi sbalordito dalla situazione paranormale. Goemon cercava di non guardarla: ogni volta che rivolgeva lo sguardo a lei arrossiva. Fujiko si mostrò distaccata. Per Lupin e co. non sarebbe stato difficile rubare dei gioielli esposti durante un’asta, il problema era seppellirli nella tomba di Annie, collocata nella cappella di famiglia. Per i quattro era comunque previsto un compenso: una parte dei gioielli sarebbe diventata loro, ma la salamandra andava assolutamente restituita ad Annie.
 
-Vi preoccupate per un cimitero? Non ci sarà nessuno, se andremo di notte- commentò Fujiko –ditelo, che avete paura, vigliacchi-
 
-Beh, io mi preoccuperei anche dell’asta- affermò Annie –sarà piena di guardie e ho saputo che ci sarà anche un eccellente ispettore dell’Interpol che…
 
-Zenigata!- dissero i quattro all’unisono.
 
-Lo conoscete?-
 
-Mi dà la caccia da una vita- disse Lupin, facendole l’occhiolino –Anche se lui è un osso duro, sappiamo sempre seminarlo-
 
Era sera e Annie non sapeva dove andare. Lupin la invitò a rimanere da loro: nel suo letto c’era spazio in abbondanza.
 
-Che gusto c’è a mettersi con una morta?- sentenziò Fujiko, contrariata.
 
-Beh, non mi sembra così morta- rispose Goemon e Jigen era d’accordo con lui.
 
-Ah, capisco…oltre a essere un fantasma sarà anche una strega, perché vi ha stregati tutti, tu mi sembri anche guarito dall’influenza, samurai… guarda caso, sei ringalluzzito, vero? Del resto appena vedi una donna fingi di essere tutto d’un pezzo, con piglio zen, mentre in realtà ti ecciti-
 
-Lo faccio anche con te- rispose ironico Goemon.
 
-Porco!-
 
Goemon e Jigen risero e si avvicinarono alla donna.
 
-Sei sempre la nostra preferita- disse Jigen con un sorriso malizioso, mentre Goemon le accarezzava i capelli – magari un po’ per ciascuno…che ne dici Goemon?-
 
La donna sembrava leggermente spaventata.
 
-La sai una cosa, Fujiko? Che quando ti comporti da primadonna io non so se prenderti a schiaffi o tenerti a gambe aperte- aggiunse il pistolero. Poi si ritirò a dormire.
 
-Tu sei la mia primadonna- mormorò Goemon alla donna, dandole un bacio sulle labbra –io non sono ancora guarito…vieni con me?-
 
I due si ritirarono nella camera di Fujiko.
 
 
La mattina seguente, Lupin aveva già un piano per il furto: si sarebbe travestito da agente di Zenigata, mentre Fujiko avrebbe finto di essere una partecipante all’asta e Jigen e Goemon avrebbero messo fuori uso il sistema di illuminazione e l’allarme.  L’asta si stava svolgendo regolarmente e pullulante di parvenu pronti a sganciare fior di quattrini per accaparrarsi le ricchezze di Annie Croix. Non era apparsa per tutto il giorno, Lupin la cercava, ma non vi era alcuna traccia. Del resto, lei non era in grado di manifestarsi sempre. La banda non aveva annunciato il furto,  lo riteneva qualcosa di troppo intimo per essere un gesto di sfida nei confronti di Zenigata, del tutto ignaro dell’imminente furto. Così tutto andò per il meglio e i quattro ladri si diressero al cimitero parigino di Pere Lachaise. Era notte e il buio era sceso a rendere lugubre l’atmosfera suggestiva di quel posto.
 
-Fujiko, stai tranquilla, non avere paura- affermò Jigen, abbracciando la donna.
 
-Ma io sono tranquillissima, sei tu che hai una fifa tremenda e vuoi che ti rassicuri io-
 
-Ma che diamine stai dicendo, eh?-
 
-Sshhhhhhh- disse Goemon- Non gridate, qualcuno ci potrebbe sentire. Seguiamo Lupin e non fiatiamo.
 
Lupin sapeva bene dove dirigersi: Annie gli aveva disegnato una sorta di mappa.
 
-Eccola! -affermò il ladro, sicuro di sé –Annie mi ha detto che basta usare una forcina per capelli e di dare un colpetto alla cancellata. 
 
La torcia illuminò la tomba e soprattutto la foto della giovane donna. A Fujiko sfuggì una lacrima, mentre Jigen e Goemon cercavano di forzare la lapide.
 
-No, non fatelo- si sentì una voce– mettete tutto qui dentro e avvolgente la spilla in questo fazzoletto.
 
Era Annie, apparsa all’improvviso e, inizialmente, si spaventarono tutti.
 
-Questo portagioie in latta era il mio preferito, si trovava nella fondazione e qualcuno stava per buttarlo: l’ho recuperato in tempo. Anche il fazzoletto è il mio-
 
Fujiko rimase incantata nel notare la bellezza dello stile Art Nouveau del portagioie e del fazzoletto.
 
-Ora mettete il portagioie in quell’angolo e chiudete bene tutto-
 
La banda eseguì gli ordini. La presenza di Annie si rivelò piuttosto inquietante, forse perché le luci della torcia e della luna rendevano spettrale un’atmosfera già poco rassicurante. Goemon prese per mano Fujiko e si diresse verso la strada che portava all’uscita. Jigen le seguì e Lupin rimase a osservare Annie, ma poi non la vide più. Si udiva un concerto di grilli riecheggiare rumorosamente. Arrivati all’ingresso del cimitero, la donna ricomparve e tutti trasalirono.
 
-Vi ringrazio, ragazzi, solo voi potevate aiutarmi. Arsene, si è chiuso un cerchio iniziato con tuo nonno. Spero di poterlo incontrare presto, ancora non ci sono riuscita, ma sento che ce la potrò fare. Ora riposerò finalmente in pace, grazie a voi e al vostro coraggio. Avete creduto in me fino alla fine e ve ne sono riconoscente. Ora godetevi il mio compenso e vi auguro di svolgere una vita meno burrascosa, sinceramente. Jigen, spero che ritroverai la serenità che hai perso durante la tua infanzia; Goemon, mi auguro che sarai sereno quando avrai il tuo erede, vero Fujiko?-
 
-Ma…guarda che io non sono…-
 
-Io sono morta, ma in compenso ho acquisito delle doti speciali e sento che prima o poi accadrà ciò che ho appena detto. A meno che tu non scelga qualcun altro come padre del tuo bambino, magari Jigen o Lupin oppure tutti e tre, perché sento comunque che avrai una bella discendenza-
 
La donna si allontanò e Lupin le corse incontro.
 
-Io avrei scelto te, di sicuro,  perché ti amo- disse Lupin ad Annie.
 
-Anche io ti amo, Arsene. Grazie-
 
Furono queste le ultime parole di Annie Croix, che svanì nel nulla e nella pace eterna.
 
© by Fujikofran
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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