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Autore: Leili1988    29/04/2016    1 recensioni
Killgrave è stato sconfitto, ma l’inquietudine di Jessica non accenna a diminuire. Basterà il solito whisky a tranquillizzarla o necessiterà di qualcosa in più?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Jessica Jones, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! :)
Mi sono appassionata alla serie TV Jessica Jones e mi è venuto naturale scrivere questa ff. 
Sarei curiosa sapere cosa ne pensate! ;)
Buona lettura!

Leili


 

Come il mare

 
Jessica trangugiò l’ennesima bottiglia di whisky e poi la scaraventò con rabbia contro la parete. Il vetro si frantumò in una miriade di minuscoli cristalli.
«Maledizione!» esclamò frustrata.
Era convinta che con la morte di Killgrave avrebbe finalmente trovato un po’ di serenità, tuttavia i suoi tormenti non erano del tutto scomparsi. Certo non doveva più guardarsi le spalle a ogni respiro, ma qualcosa in lei ancora non andava.
Scattò in piedi, s’infilò con stizza la giacca di pelle e uscì frettolosamente di casa. Aveva bisogno di prendere un po’ d’aria fresca e, perché no, comprare un’altra bottiglia. Sapeva bene che l’unico modo per dimenticarsi dei suoi problemi era di imbottirsi di alcool fino a collassare, ma se fino a qualche settimana prima la cosa le sembrasse ammissibile, ora iniziava seriamente a contrariarla.
Prese così a girovagare per le strade buie e semideserte della città, pensando al suo passato, a come Killgrave avesse reso un incubo la sua vita, a come la stesse rendendo tale anche ora che giaceva tre metri sotto terra. Ripensò a tutte quelle persone che non era riuscita a salvare e per le quali continuava a sentirsi responsabile. Le sue mani erano sporche di sangue e non sarebbero bastate un milione di buone azioni per ripulirle. Tentò quindi di immaginare il suo futuro, ma ciò che vide la rese ancora più inquieta: il vuoto.
La pioggia iniziò a cadere, come a voler rimarcare questi pensieri e renderli più angoscianti. Zuppa di acqua gelida e intirizzita dal freddo, soprattutto interiore, desiderava solo trovare conforto tra le braccia di qualcuno. Ma questa volta non le sarebbe bastata una persona qualunque.
Aveva passato gran parte della sua vita a scacciare chiunque e solo ora che la sopravvivenza non era più la priorità, si rese conto della voragine che le scavava il petto. Era sola.
Fu allora che sollevò lo sguardo dal marciapiede e si rese conto di dove si trovasse. Era un caso? O il troppo alcool l’aveva spinta inconsciamente nell’unico luogo in cui si sentiva veramente a casa?
Al diavolo! Non le importava perché fosse lì, le importava solo suonare quel dannato campanello. E lo fece. Uno, due, tre volte.
Finalmente udì lo scatto della serratura. La porta si aprì e Jessica poté incrociare quegli occhi chiari così familiari e rassicuranti.
«Jessica!» esclamò Trish in un misto tra confusione e preoccupazione «Che ci fai qui a quest’ora? Stai bene?»
Jessica la fissò per qualche istante con gli occhi pesti dal sonno e dall’alcool. Un senso di conforto la invase.
«Scusa! Avevo freddo e siccome ero da queste parti ho pensato di passare...»
Trish scosse la testa e le sue labbra si allungarono in un sorriso incredulo. Di certo solo Jessica poteva avere delle trovate del genere.
«Ci credo che hai freddo! Sei totalmente fradicia!» esclamò in tono di dolce rimprovero «Coraggio, entra! Vado a prenderti un asciugamano e qualcosa di asciutto da indossare prima che ti venga una polmonite!»
«Hey, sono indistruttibile, ricordi?»
«Certo, come no!» esclamò ironica Trish dall’altra stanza.
Jessica scaraventò a terra con noncuranza giacca, canottiera e pantaloni totalmente zuppi di pioggia e si accomodò sul divano.
Dopo pochi istanti Trish fu di ritorno con un enorme asciugamano e dei vestiti asciutti.
«Sai, dovremmo aggiungere il super-caos alla lista dei tuoi poteri...» scherzò la bionda mentre asciugava premurosamente i capelli di Jessica.
«Beh, potrebbe rivelarsi molto utile per confondere i nemici...»
«Oh certo, o per far uscire di testa la povera Trish!» scherzò la bionda.
I loro occhi si incrociarono e si rivolsero un timido sorriso.
Trish non poté fare a meno di notare quanto il sorriso dell’altra risultasse sempre un po’ triste, anche ora che erano riuscite a liberarsi del loro peggiore incubo. Certo, pensò, le cicatrici non sarebbero mai scomparse. Le si strinse il cuore.
Jessica intanto aveva preso i vestiti asciutti e li stava osservando con interesse.
«Ce li hai ancora?»
«Certo! Li ho sempre tenuti, nella speranza che un giorno saresti tornata a vivere qui!» rispose con un velo di malinconia nella voce.
«Non era sicuro, lo sai!» disse l’altra mestamente.
«Ma ora potresti... Killgrave non c’è più! Almeno eviteresti di farmi prendere un infarto alle 4 del mattino...»
«Non credo sarebbe una buona idea...»
«Certo che no!» disse Trish in tono sarcastico «Perché sei qui, Jessica?»
«Te l’ho detto, avevo freddo...»
«Beh, tra poco sarai asciutta e al caldo, contenta?» esclamò stizzita ritraendosi. Era stufa di essere presa in considerazione solo nel momento del bisogno.   
Jessica, intuendo questi pensieri, afferrò la bionda per il polso e la attirò nuovamente a sé.
«Non quel tipo di freddo!»
La bionda la scrutò contrariata.
«Avevo freddo dentro e tu sei l’unica che può scaldarmi!» sussurrò appena quasi non volesse farsi udire. Non era proprio da lei dire certe smancerie né tantomeno apparire vulnerabile, ma i fumi dell’alcool l’avevano resa audace, privandola di ogni freno inibitore.
Fortunatamente non ci fu bisogno di ripeterlo. Trish si sciolse udendo queste parole e, guardandola con amore, iniziò ad accarezzarle il viso.
«Oh Jess!»
Jessica non seppe se fu il tono di voce dell’altra o il suo sguardo, fatto sta che tutte le sue barriere crollarono. Aveva bisogno di sciogliere quel gelo interiore, aveva bisogno di baciarla, di amarla. Si lasciò quindi scivolare giù dal divano e annullò la distanza tra la sua bocca e quella della bionda.
Con sua grande sorpresa Trish non la respinse, al contrario ricambiò il bacio, soffermandosi a lungo sulle sue labbra carnose.
«Ti amo, Jess!»
A queste parole la mora acquistò maggiore sicurezza e il suo desiderio straripò. Con estrema facilità, prese in braccio la bionda e la condusse fino al letto. Si posizionò quindi sopra di lei e la liberò dai pochi indumenti che indossava.
Trish rispose mordendole con passione il labbro inferiore e a graffiandole la schiena.
La passione le travolse come un’onda che per troppo tempo avevano cercato di arginare. E adesso, proprio come il mare, erano unite da quello stesso movimento ondulatorio.
Si donarono l’un l’altra fino a quando le energie non si esaurirono, lasciando il posto al sonno.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, Jessica riuscì a riposare serenamente e di certo non (solo) per merito del whisky.
   
 
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