Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    29/04/2016    2 recensioni
Non ci si meraviglia di un uomo comune che prova amore… ma può, invece, un folle, incosciente, dedito al divertimento, innamorarsi sul serio? Può un essere duro e freddo come il marmo, giudicato da tutti una bestia, provare amore? Può un uomo autoritario, interessato solo al potere, amare la sua famiglia? E può l’amore cambiare le persone?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Nutrice
Finalmente era arrivato il grande giorno! I servi correvano su e giù per addobbare il palazzo con fiori e drappi: la mia piccola aveva buon gusto!!!
Mi recai in camera sua per svegliarla. Aperta la porta le tende della finestra si spostarono per via dell’aria che entrava dalla porta e che si univa a quella della finestra aperta. Sulla mia destra un manichino indossava l’abito di Giulietta e intorno ad esso c’erano tutti gli altri accessori. Stavo accarezzando l’abito quando una mano si posò sulla mia spalla facendomi spaventare!
“Mia signora, mi avete fatto spaventare!”
“Tranquilla…volevo solo aiutarti con Giulietta. Non capiterà nuovamente questo momento” disse sorridendomi per nascondere la commozione.
“Certo…perché non la svegliate voi?” suggerì alla mia padrona che subito andò a scuotere dal sonno sua figlia.
“E’ il gran giorno figliola! Forza prepariamoci!” le dissi appena sveglia.
“Madre, non dovreste prepararvi anche voi?” disse lei confusa dal vedere sua madre li con noi.
“Prima tu, poi ci pensiamo a me” e così si alzò dal letto e fu raggiunta dalla figlia che, commossa da quel gesto inaspettato, abbracciò sua madre.
Una volta indossato l’abito e le scarpe, gli sistemai i lunghi capelli aiutata dalla madre, creando un’unica treccia centrale lasciata più morbida e decorata con tante perle. Poco dopo sua madre si assentò per poi tornare con uno scrigno.
“Giulietta, questa spetta a te. Ti ricorda quello che sei e le tue origini. Questa è la corona da Contessa.” disse e tirò fuori una bellissima corona di perle e rubini, che pose sul capo della figlia fissandola con dei nastri. Giulietta ancora incredula, si alzò per correre di fronte allo specchio e una volta visto il suo riflesso si portò le mani alla bocca, meravigliata.

 
Benvolio
“Forza cugino, giù dal letto. Hai una bellissima sposa che ti attende!” dissi togliendo le coperte da sopra il corpo di Romeo.
“Benvolio dai! Ho freddo”
“Ma se siamo in piena estate… muoviti tra poco arriveranno gli invitati!”.
Finalmente quel pigrone di Romeo lasciò il letto e si andò a lavare, io nel frattempo avevo sistemato l’abito confezionato dalla sarta sul letto, pronto per essere indossato!
“Benvolio, ci voleva questo bagno adesso mi sento pieno di forza!” disse mentre si asciugava.
“Risparmia questa forza per stanotte” dissi ironico ed entrambi scoppiammo in una fragorosa risata accompagnata da un abbraccio.
“Mi mancherai Romeo…” dissi finita la risata
“Anche tu…” rispose Romeo prendendo il mio viso tra le mani.
“Vecchio mio” continuò “ è ora che anche tu trovi una donna eh!” e poi mi lasciò stare per iniziare a vestirsi.
“Mi sono perso qualcosa?” disse Mercuzio entrando in camera.
“Il testimone non dovrebbe aspettare in chiesa?” chiese Romeo mentre allacciava la giacca.
“Diciamo che…volevo passare prima dallo sposo per dargli una cosa” e portò le sue mani verso la collana che teneva al collo, la tolse e avvicinandosi a Romeo, la adagiò intorno al suo collo. Decisi che era il momento di lasciarli soli, perché già da tempo avevo capito che Mercuzio aveva cambiato i suoi sentimenti per Romeo…

 
Mercuzio
“Grazie…” rispose Romeo meravigliato.
“Te la regalo. Così ti ricorderai sempre del tuo fratellone”
“Guarda che mi sposo, non sto partendo alla scoperta del mondo! Ti vedrò ogni giorno!!! Lo giuro” disse ridendo e mostrandomi quelle bellissime fossette che aveva sulle guance. Rimasi immobile a fissarlo, lui sembrò ricambiare. Per un attimo fui tentato di avvicinarmi a lui per accarezzarlo, ma non finì di pensarlo e già le mie mani stavano compiendo il percorso immaginato e si erano già posate sulle sue guance. Romeo non reagì, continuava a fissarmi…quasi come se volesse lasciarmi fare. A questo punto, lo avvicinai per abbracciarlo, e lui ricambio per l’ennesima volta.
“Romeo, non promettere cose che non potrai mantenere. Tu sarai impegnato a mandare avanti il tuo palazzo e a occuparti della tua vita con Giulietta…”
“Ma ci sarai anche tu e Benvolio in mezzo a tutto questo. Io non mi dimentico di voi… di te, particolarmente”
“Romeo… ricordati di me… ci sono anche io” gli ripetei.
“Mercuzio mio, non preoccuparti” e mi lasciò un bacio sulla fronte.

 
Frate Lorenzo
Gli invitati alle nozze iniziarono a prendere posto tra i banchi della chiesa, la famiglia di Romeo e quella del Principe erano appena arrivate. Il giovane sposo corse subito verso di me per abbracciarmi e ringraziarmi ancora per tutto quello che avevo fatto per lui. Mercuzio e Benvolio si erano accomodati sulla panca vicino al posto dello sposo. Poco dopo, il portone si aprì di nuovo, svelando le carrozze che avevano trasportato la famiglia Capuleti. Dalla prima scese il giovane Tebaldo, che stese la mano verso sua zia per poi attraversare insieme la navata e prendere posto. Dalla seconda carrozza scese il Conte che ripetè il gesto del nipote nei confronti della figlia. Lo stupore in chiesa fu grande: Giulietta ammaliò tutti! Camminava timorosa lungo la navata, sorretta dalla presa di suo padre. Giunti vicino a Romeo, il Conte la guardò intensamente con gli occhi lucidi e fece scivolare il braccio lontano da quello di Giulietta… la ragazza l’osservò andare al posto, lo fissò ancora sorridendogli debolmente e poi spostò lo sguardo su Romeo, che attendeva di spostare il velo dal suo viso.



Giulietta
“Mia adorata, non trovo le parole per descrivere la tua bellezza” mi sussurrò Romeo. Non si poteva dire il contrario di lui: indossava una camicia bianca a maniche larghe che si stringevano ai suoi polsi, lo ricopriva una casacca blu intenso che arrivava al bacino per dare spazio a dei calzoni bianchi. La vita era messa in evidenza da un cinturone largo e nero; non portava la spada per rispetto del luogo dove si trovava…salì di nuovo con gli occhi e al collo notai una collana familiare:
“Ma questa è…” dissi sottovoce
“Regalo di nozze di Mercuzio…”
“Fratelli” iniziò Frate Lorenzo.
 
Romeo
La cerimonia procedeva nel migliore dei modi. Mi guardavo intorno per riuscire a rilevare ogni tipo di emozione che esprimevano gli invitati: vi trovai gioia, serenità… finchè non incrociai lo sguardo di Mercuzio che stava alla mia destra, diviso da me solo da Benvolio. Il suo sguardo era vuoto, privo di emozioni. A me piace dire “ uno sguardo che vede ma non osserva”. Anche il resto del corpo non trasmetteva sentimenti: le labbra erano diventate una linea dritta, la mascella era semi contratta, la postura sorprendentemente rigida, proprio lui che non amava stare composto… allora tornai indietro con il pensiero e cercai di ricordare i momenti passati con Mercuzio dopo l’annuncio delle nozze e, ricordandomene, notai che furono attimi vuoti, costruiti da silenzi e infinita tristezza. Alla fine di questo ragionamento, posso affermare che Mercuzio è contrario alle mie nozze.
 

Giulietta
Cercavo di prestare attenzione alle parole del saggio e buono frate, ma sentivo su di me uno sguardo, che mi fissava senza mai stancarsi! Allora, lentamente rivolsi delle rapide occhiate a chi mi stava alle spalle: i miei genitori erano sereni, la mia nutrice piangeva per l’emozione, le ragazze che sempre mi aiutavano a prepararmi mi sorridevano contente! Alla mia sinistra stavano Tebaldo e il Principe, quest’ultimo notò il mio sguardo perplesso e indagatore e mi sorrise come per dire di stare tranquilla. Finalmente, alzando di poco lo sguardo arrivai a fissare Tebaldo, cogliendolo nell’atto di osservarmi. Il pesante sguardo che sentivo su di me è il suo! Continuai a sostenerlo cercando di fargli capire che un po’ mi stava irritando, e forse il messaggio arrivò perché immediatamente abbassò il capo, spostando l’attenzione sulla stoffa bianca che teneva in mano, dove era adagiato il mio anello nuziale. Un raggio di sole penetrò con prepotenza la vetrata che si trovava dietro l’altare, illuminando tutti i presenti e abbagliandomi per via del riflesso che emanava la spilla che chiudeva la giacca di Tebaldo. Distolsi subito lo sguardo, e fui colpita dal colore degli occhi di mio cugino: un celeste così chiaro e puro da sembrare trasparente, lucido come l’acqua…anzi erano proprio bagnati da alcune lacrime che, grazie alla luce, brillavano sulla sua guancia… Tebaldo non è mai stato felice di queste nozze.
 
Romeo
Finita la cerimonia, io e Giulietta salimmo su una carrozza scoperchiata e ricoperta di tulle bianchi, rossi e blu, che riprendevano in questo modo i colori dei fiori adagiati agli angoli di essa e di quelli che componevano il bouquet della mia sposa. Tutti gli altri ci precedevano sulle loro carrozze, avviandosi per le strade di Verona: il Principe aveva deciso che il nostro matrimonio sarebbe stato un affare che riguardava tutto il regno, poiché tutti dovevano sapere della pace che finalmente regnava tra le due famiglie. Finito il giro e raccolti gli auguri di tutta la gente accorsa nelle strade, percorremmo la strada che portava al palazzo che mio padre mi aveva donato come regalo di nozze, e dove avrei vissuto insieme a Giulietta. Tutto intorno a noi era in ordine e agghindato a festa, il salone dove avremmo consumato il pasto era illuminato da un’infinita serie di candele, essendo una stanza interna dove scarseggiava la luce del sole. Giulietta, dopo aver preso posto al tavolo d’onore, supplicò la balia affinché le togliesse la corona e il velo:
“Era pesante amore?” chiesi sedendomi alla sua destra.
“Quanto basta!” e si mise a ridere. Insieme osservammo gli invitati prendere posto ai vari tavoli e commentavamo ognuno di loro, a volte facendoci delle grosse risate! Con Giulietta è sempre tutto più bello e più divertente, non ci si annoia mai, anche perché lei sa come tenermi testa…
 

Giulietta
Per tutto il giorno si festeggiò il nostro matrimonio, era già l’ora del tramonto e ancora c’erano invitati che si stavano rimpinzando! Il mio stomaco aveva litigato con i pasti già da mooolto tempo prima…
“Vado dalla mia famiglia” dissi a Romeo prima di lasciare il nostro tavolo. Poco distante dal nostro tavolo c’era quello della mia famiglia, ma i miei genitori si alzarono per raggiungere delle loro conoscenze, lasciando Tebaldo, ancora seduto, da solo.
“Ehi” dissi sedendomi al suo fianco.
“Giulia…”
“In chiesa ho notato…” cominciai a dire incerta.
“So bene cosa hai visto!” mi interruppe bruscamente. Per un secondo indietreggiai, abituata ad avere paura di lui, ma poi mi feci più vicina al suo orecchio, visto che avevano iniziato a suonare.
“Tebaldo mi dispiace così tanto per te, deve essere davvero orrendo vedere la persona che più ti sta a cuore sposarsi con quello che fino a qualche giorno fa era il tuo più grande nemico.”
“Non ho bisogno del tuo dispiacere, Giulia. Sono abituato a soffrire…” e si alzò scappando verso il cortile. Decisa a finire il discorso con lui, sollevai la pesante gonna dell’abito e lo rincorsi…
Lo trovai appoggiato al pozzo, si rigirava tra le mani il pugnale come suo solito…
“Tebaldo…” quasi lo supplicai di voltarsi. Eravamo infatti, ai due lati del pozzo.
“Giulia” rispose guardandomi e avvicinandosi.
“Giulia, me lo avevi promesso…” sussurrò “…mi avevi promesso che mi avresti aiutato a non soffrire più. Ma alla fine, ti sei rivelata tu stessa la mia più grande sofferenza” concluse mentre una lacrima ripercorreva la sua cicatrice. In quell’istante mi sentì morire per via di un enorme macigno che mi stava schiacciando il petto, le gambe iniziarono a tremarmi, il fianco che aveva ospitato la mia ferita tempo fa riprese a bruciare, d’un tratto il freddo si impossessò di me… mi accasciai a terra, poggiando i palmi delle mani davanti a me. Iniziai a piangere…


Tebaldo
“Cosa hai?” la soccorsi inginocchiandomi.
“Sono distrutta…perché ho capito che ho sbagliato tutto. Se solo avessi avuto più tempo. Del tempo che avrei usato per capire me stessa…oggi ho fatto lo sbaglio più grande della mia insignificante esistenza”
“Tu non sei insignificante…”
“Insignificante no, ma sono spregevole. Sono la causa di ogni male, sono la rovina di voi ragazzi che mi siete corsi dietro per avere la mia mano. Vi siete affannati così tanto…e tutto perché eravate ciechi. Non vedevate il veleno dentro di me…era meglio per voi se morivate prima di conoscermi. Perché adesso, sono sicura che se commetto anche solo un'altra azione, sarà la fine per te, l’inganno cadrà sul mio matrimonio, su Romeo, e sulla mia famiglia…”
“Ma che dici? Stai delirando Giulia” la ripresi.
“Non mi credi? Vuoi vedere come tutto andrà in rovina? Bene Tebaldo, goditi il momento perché segnerà l’inizio della fine.” Detto questo, afferrò il colletto della mia camicia e con violenza mi trascinò a un soffio dalle sue labbra
“Ecco…adesso tutto andrà perduto” disse debolmente e si avvicinò ancora. Ormai avevo capito le sue intenzioni e i suoi sentimenti, era troppo tardi per evitare il peggio. Così mi rassegnai all’idea che veramente, da adesso in poi, tutto sarà solo un’ enorme bugia. Anche io mi feci più vicino a lei, la accolsi tra le mie braccia e ci scambiammo un intenso e tanto desiderato bacio.
  
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