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Autore: SuperTeleGattone    29/04/2016    1 recensioni
Capitolo 503, finale; famiglia Uzumaki, lo stesso. La foresta trema e sembra fatta di cenere; è tuo figlio, Hokage; è più freddo, adesso, lo stomaco; lo stai facendo a tuo figlio; ti chiedi se avrà fame, freddo, paura; più del demone; gli chiedi perdono; abbandonarlo al mondo; lui non piange più; che padre sei?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurama, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Poco tempo in mano; un pugno scarso di sabbia,
che sai neanche tu puoi fermare. Clessidre colme di sabbia
che scorre,
ti dici, non a caso. Che razza di pensieri ora,
con tutto che scorre via dalle dita.
Dentro, però, resta qualcosa: la sola cosa che ti resta.
Ti è nel pugno e, terribile, ti è anche di fronte: è la via
che ti rimane; via, via, cantileni, abbi pietà e vattene via.
Lei è la sola e vorresti, cielo, se vorresti, trovarne
da qualche parte un’altra, ti prego, una, un’altra sola.
Lei è là, sola, ed è pallida e placida come la luna.
È così chiaro sotto le stelle, il suo volto…

Sotto le stelle, pallida e placida come la corolla
di uno hitodama, è anche Kushina. Uzumaki Kushina. Pallida, placida e a terra. A terra lei, Atlante, che la regge la Terra.
La guardi e vedi ancora, chiara, muta, ferma, quell’altra. Non
se ne andrà, lo sai, non passerà: non c’è via se ce n’è una sola.
Guardi Kushina e pensi: anche tu lo sai, no, lo sai; e nel mezzo degli occhi si taglia la testa, come quando sfidi l’alba.

Kushina tossisce e poi riesce. Parla e sorride, sì,
col rosso a baciarle le labbra: dice che andrà tutto bene;
che non c’è da avere paura, essendo sempre stato tu
un gran fifone; che lo prenderà con sé ancora il Nove Code,
e che, ancora, bruceranno insieme.
Dice di morire e di pensarci tu a lui.
Non fare quella faccia, dai, ansima calma; ché le è andata davvero bene a questo giro, bene davvero; solo le dispiace
non poterlo vedere crescere; non poterlo rivedere più
quel cosino lì, rugoso e agitato come lei, uguale uguale,
sebbene i colori, accidenti, li abbia vinti Micchan.
È così chiara mentre parla e muore, che tu ora, dentro,
non hai più niente.

Fuori è l’infinito ed è rumore: Naruto che è nato
e urla di dolore; la Volpe che, in catene, è fragore di fine
per tutto e ogni cosa, tutto e ogni cosa, luridi umani; Kushina,
Uzumaki-san, che parla di morire e che va comunque bene, capito?; la Foglia e Sarutobi-sama vestiti di ombre, oltre
il kekkai; il cielo che osserva e non aiuta, non si muove mai, maledizione, mai per un cazzo; e tu con niente.

Kushina è a terra e l’altra lì accanto non ha nome, ma resta:
devi muoverti. Non ha nome, eppure ha volto, perché le Forze Portanti si spengono con l’abbandono delle code: presto,
non hai più tempo.
La riconosci, sì, col volto pallido
dei crisantemi: veloce, Lampo Giallo. Ha un volto lei,
lo zodiaco, e adesso, sai, anche un nome: chiamami!

Lei non avrebbe potuto vederlo più.
Lui non avrebbe potuto vederla mai.
Lo senti dentro, vero?

Lei è là, sola, è l’unica via, ed è chiara, ma non posso farlo,
ed è pallida, non posso, ed è placida, datemene un’altra,
come la luna, datemi la forza.

Per incontrare Kushina poi, Naruto deve restare orfano.
Orfano ora. Questo è il volto. Per vederla poi.
Ed è terribile. Orfano. Ed è in lacrime.

È quanto di più avventato e distruttivo tu abbia mai concepito, ne sei certo; concepito, come una madre un figlio.

Ti odierà. Sì. E avrà ragione. Sì.
Credi di fare il suo bene? Quello di entrambi? Della nazione?
Ti pensi realmente, così, il salvatore?

È la sola via che hai, gemi, e ti maledici.

La foresta trema e sembra fatta di cenere; è tuo figlio, Hokage;
è più freddo, adesso, lo stomaco; lo stai facendo a tuo figlio;
ti chiedi se avrà fame, freddo, paura; più del demone; gli chiedi perdono; abbandonarlo al mondo; lui non piange più;
che padre sei?

È così chiaro sotto le stelle, il suo volto.
Veloce, Lampo Giallo.
Pallido e placido.
Minato… No!
Come i crisantemi.
Hokage-sama, cosa…?
Come gli hitodama.
Tu sia dannato, Quarto!
Chiedi ti diano forza.
Devi muoverti.
Guardala bene.
Fermati, fermati!
In volto.
Lasciami uscire.
Ti è nel pugno.
Non puoi farlo!
Ti sarà sulle dita.
Di’ il mio nome!
Lo zodiaco.
È nostro figlio!
Le stelle in cielo.
Mi dispiace.
Pallide e placide.
Minato, ascoltami!
Non aiutate mai, eh?
Vi supplico.
Espiri che devi.
Qualcuno.
No è l’urlo di lei.
Ci assista.

Inspiri.
Minato!
Kushina.
Minato-sama!
Naruto.
Quarto!
Ora!

Salvateli.

Naruto si muove appena: lo stringi forte e poi piano;
chiudi gli occhi, quindi apri le mani e lo lasci.
Lo lasci.
Ti odierà, e avrà ragione.
Sollevi gli occhi: lei è un fuoco che crepita debole
e ti arderebbe vivo, vivo, Minato, vivo!, se solo avesse fiamme. Inveirà in eterno dal ventre del Nove Code all’indirizzo
di quello del Dio Cadavere, e avrà ragione.
La Volpe vi fissa dura, come lava chiusa nella roccia:
l’uomo con la maschera, lo senti nella testa, tornerà,
è solo il principio, sarà guerra.
Non lo vuoi, no, perdonatemi, eppure lo fai.

Poco tempo in mano.
Serpente.
Un pugno scarso di sabbia.
Cinghiale.
Che neanche tu, dolce Hokage, puoi fermare.
Pecora, Lepre.
Lo zodiaco sulle dita, fredde come stelle.
Cane, poi Topo.
Sarebbe stata così felice, ha detto prima.
Gallo, Cavallo.
Impugna forza e asciuga le lacrime.
Infine, ancora, Serpente.
Insieme, ha detto.
Come un cerchio.
Per te è lo stesso.
Come un sigillo.
Unisci le mani.
Shiki Fūjin.










 
Ottusangolo:
 
La roba più corta mai cacciata fuori! Personalmente parlando, certo, e non che sia d’interesse, ma così, tanto per.
Sono eoni che non sto qua in giro, ma ancora: non che possa interessar poi molto… Due note solamente: Shiki è tanto la felice tecnica proibita del Quarto (Shiki Fūjin; Sigillo del Diavolo per noialtri) quanto, travalicando il Kishiverso, un anime parecchio eccentrico (per le acconciature, più che altro).
Quello che vuol dire o quello che non vuol dire questo Shiki qui, son cose che, di nuovo, non so se interessino; io poi c’ho capito poco, chiedo scusa; la sola faccenda verificata è l’identità dei kanji di entrambi. Sia quindi Diavolo, Reaper Death, Dead Demon, Demone Cadavere, sempre lì stiamo, a Rock Bottom: gioia a catinelle! A farci caso, io ho impiegato lo strano ibrido Dio Cadavere, così, tanto per (farmi un po’ male).
Tra i due universi animati, ve lo dico, un punto di contatto ci sarebbe anche: il signor Yasuharu Takanashi, papà delle colonne sonore dell’uno e dell’altro (coincidenze? Noi di Rock Bottom crediamo di no). Tutto ciò per dire:
uno, io e la sintesi, brutta storia, e la sintassi pure; due, la musica: il titolo vuole esser un omaggio alla ost di quell’anime lì. Mannaggia a quell’anime lì.
Restando in giappofilia avanzata: gli hitodama sono questi lumini qui; fuochi fatui, mi suggeriscono dalla botola, associati alle anime dei morti. Il kekkai è invece la comune barriera spirituale, specchio riflesso, tiè! Per il resto: discorsi fatti e rifatti, momento già scritto e riscritto, usato e abusato, poverello, che quando balla un tavolino, come si fa? Ma sì, dai, recupera un po’ gli ultimi, tristissimi istanti di qualcuno: fan sempre brodo! La fiera del bollito, sì, e va be’, come sopra: tanto per (farci mahle: frushtatina?).
Io c’avrei pure roba vecchia come il mondo da rimaneggiare, più commentare… ma temporeggio bevendo spuma. Niente, niente, mi lego le ditozze per davvero e niente: grazie di aver letto.
 
(❁´◡`❁)

Disclaimer: Naruto e allegra carovana appartengono a Masashi Kishimoto. Non c’è scopo di lucro né lucro di scopo.
 
  
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