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Autore: LonelyWolf88    29/04/2016    6 recensioni
"Some people see scars, and it is wounding they remember. To me they are proof of the fact that there is healing."
La vita in cui erano abituati a vivere era andata.Quanto delle persone che avevano sempre pensato di essere era stato spazzato via insieme a questa? La storia di due anime danneggiate che scoprono che per poter andare avanti avranno bisogno di guardare indietro e di affrontare quelle cose che una volta ti tenevano stretto. Ambientata durante il periodo della terza stagione.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Movieverse, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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echoes revisione di silvi 41 Capitolo 41


Prima di lasciarvi a questo fantastico e attesissimo capitolo, in cima nella lista dei miei preferiti tra l'altro (scoprirete a breve il perché) , volevo fare un ringraziamento speciale alla mia love Silvia, che mi ha aiutato a renderlo bello quasi ( ma spero anche di più ) come l'originale :)


La prima cosa che Daryl notò fu il suono della pioggia che continuava a battere su quello che pareva essere un tetto di lamiera. Era un rumore implacabile ma stranamente rilassante. La cosa successiva che filtrò all'interno del suo subconscio fu la sensazione di sentirsi al caldo, in un modo così meraviglioso. Si mosse leggermente e il suo corpo iniziò a lamentarsi, mostrando alcuni nuovi dolori e sofferenze di recente acquisizione. A Daryl però non importava, voleva solamente rimanere avvolto in questa piacevole comodità senza pensare alla causa dei suoi urti e delle nuove contusioni. Qualcosa di morbido e caldo solleticava il suo viso e i suoi occhi si aprirono a quella sensazione, si prese un momento per mettere a fuoco. Quando ci riuscì, vide che era Carol la persona che poggiava la testa su quel cuscino che stavano condividendo, il viso rivolto verso il suo. Era profondamente addormentata ed era stato il suo respiro ad aver solleticato il suo volto. Daryl sbatté le palpebre rapidamente, cercando di ricordare il modo in cui erano arrivati lì. Fu allora che si rese conto di star sognando. Questo tipo di pace e di appagamento non esisteva nel mondo reale. Carol non era sdraiata nel suo letto nel mondo reale, come se fosse scritto che il posto al quale apparteneva e sarebbe sempre appartenuta fosse esattamente quello. Con la consapevolezza che quello era solo un sogno, Daryl iniziò a rilassarsi. Si mosse leggermente sotto la coperta che li copriva entrambi e fu allora che ebbe una scioccante rivelazione. Era nudo. Si mosse di nuovo e confermò quello che era stato il suo sospetto. La successiva scoperta mandò tutto il suo corpo in completa tensione. Anche Carol era nuda.

Il battito del cuore di Daryl triplicò immediatamente la sua velocità a quella realizzazione proprio mentre Carol si agitava leggermente nel sonno. La gamba di Carol era intrappolata in mezzo alle sue mentre giacevano entrambi su un fianco, faccia a faccia. Carol continuò a muoversi irrequieta nel sonno, cercando di trovare una posizione un po’ più confortevole su quel duro pavimento di legno. Si avvicinò ancora di più a lui, alla ricerca del suo calore e il braccio di Daryl scivolò con naturalezza attorno alla sua vita. La sensazione del seno nudo di Carol premuto contro il suo petto inviò un brivido involontario lungo tutto il suo corpo. Era incredibile, veramente incredibile il modo in cui il suo corpo rispose a quella pelle decisamente femminile che premeva contro la sua carne. Daryl sentì la sua eccitazione crescere mentre un aumento di sangue iniziò a confluire verso la zona inferiore. Sapeva di doversi allontanare il prima possibile da Carol prima che lei decidesse di svegliarsi e prima di mettersi in imbarazzo di fronte a lei. La sua mente gli stava urlando di farlo, di andarsene, ma il suo corpo non aveva nessuna intenzione di ascoltarla. Al contrario non riuscì a fare a meno di fissare Carol, il volto completamente rilassato nel sonno e fu allora che ricordò.

Andava tutto bene, quello era solo un sogno.

In un sogno poteva accadere qualsiasi cosa e non ci sarebbe stata nessuna conseguenza o nessun imbarazzo nel mondo reale. Daryl si rilassò nuovamente, realizzando che avrebbe potuto godersi la sensazione trasmessa dai loro corpi nudi e avvinghiati. Fissando Carol, si rese conto di conoscere il suo viso meglio del proprio. Anche prima che il mondo andasse a farsi fottere, Daryl aveva sempre evitato di guardarsi allo specchio. Non riusciva a sopportare il riflesso della persona che quel vetro gli rimandava. Si era osservato sempre di sfuggita e questa era anche un'abitudine che aveva preso nel confronto con le altre persone. Prima che i morti tornassero alla vita e dapprima ancora, solitamente Daryl si confrontava con le persone mantenendosi su una posizione laterale, anche quando gli urlava contro, il suo corpo era sempre in un una sorta di posizione di difesa. Forse perché aveva sempre cercato di scappare dai conflitti, anche se ci si ritrovava spesso all'interno. Era una vecchia abitudine di sopravvivenza che si portava dietro da quando era solo un bambino. Guardare qualcuno dritto negli occhi per lui significava che di lì a breve avrebbe finito con il ricevere uno schiaffo in pieno volto. Provò a utilizzare quella tattica di difesa anche con Carol, ma lei non glielo aveva permesso. Aveva fatto in modo che lui la guardasse dritta negli occhi quando erano in disaccordo su qualcosa e aveva fatto in modo di non farlo tirare indietro da nessuna delle cose che lui aveva deciso di mostrarle.

Una volta che Carol fece questo con lui, improvvisamente diventò più facile metterla in pratica anche con le altre persone, guardarle dritte negli occhi e sentire il diritto di poterlo fare. Era quello che aveva provato con Rick e con il modo in cui la loro amicizia si era sviluppata. Daryl si metteva in gioco aspettando di essere ascoltato e Rick gli diede quello che lui voleva. Non significava che la pensassero sempre allo stesso modo, ma c’era un senso di uguaglianza che Daryl non aveva mai sperimentato prima. Lo vedeva in se stesso adesso nelle discussioni che aveva con le altre persone. Si ergeva sicuro, e esprimeva il suo pensiero guardando la persona dritta negli occhi, senza aver paura delle conseguenze. Appartenere al gruppo aveva cambiato tutto per lui. Lei aveva cambiato tutto per lui. Daryl si lasciò trasportare dal sogno e sollevò un dito facendolo scorrere con dolcezza sul profilo del suo naso, ipnotizzato da quella piccola manciata di lentiggini che poteva vedere adesso che le era così vicino. Il suo sguardo si spostò sulle sue labbra, ricordando i loro baci. Si sentiva come se fosse passata un'eternità dal giorno in cui aveva assaggiato il loro sapore e dal momento che questo era il suo sogno, Daryl non si pose il problema di indugiare nei suoi pensieri. Accarezzò le labbra di Carol con le sue, dilettandosi in quella morbidezza. Qualcosa si agitò nella parte posteriore del cervello di Daryl quando sentì che il dolore del suo labbro spaccato stava cercando di dirgli qualcosa, ma riuscì a bloccarlo immediatamente, non voleva sapere. Tutto quello che si permise di sentire era la donna che gli stava accanto, mentre faceva scorrere titubante la punta della sua lingua lungo il labbro inferiore di Carol. Il gusto innocente che lei sprigionava era elettrizzante e Daryl sentì il calore nel suo corpo aumentare sempre di più. Voleva di più, voleva baci veri. Premette le labbra con ancora più fermezza contro quelle di Carol, osando di essere audace nelle sue fantasie più di quanto si sarebbe mai permesso nella vita reale. La sua lingua si mosse contro le sue labbra, pregandola per lasciarla entrare nonostante sentisse la tensione montargli dentro sempre di più. Daryl non riusciva a capire come una persona potesse sentirsi così completamente rilassata ma assolutamente sconvolta dentro, contemporaneamente, ma si sentiva così al momento ed era una sorta di inferno perfetto.

All'improvviso Carol iniziò a rispondere ai suoi baci e Daryl si lasciò sfuggire un piccolo mugolio di soddisfazione. Pregò di non si svegliarsi mai da questo sogno perché niente avrebbe potuto reggere il confronto con questo, nel mondo reale. Carol ricambiò i suoi baci con tenerezza e quei loro baci così languidi valevano la pena e rendevano sopportabile per Daryl quel flebile dolore sul labbro spaccato. Sollevò una mano per posarla sulla parte posteriore della testa di Carol, emozionato da quanto quel sogno sembrasse realistico e pregò che i mostri non arrivassero  all'improvviso per riempire questo scenario onirico come facevano sempre, portandola via dalle sue braccia. Daryl interruppe il loro bacio e sfregò delicatamente la punta del naso contro quello di Carol, dilettandosi nel fatto che il tempo non avesse nessun significato in un sogno. Una parte di Daryl sperava che questa fosse la morte per poter rimanere stretto a lei in quel modo per sempre senza che nulla rischiasse di separarli nuovamente. Quel pensiero riportò alla sua mente un altro ricordo indesiderato. Aveva avuto paura di perderla, perché? Daryl aggrottò le sopracciglia, spingendo via i ricordi che minacciavano questo suo piccolo mondo accogliente. Non voleva pensarci, non voleva far altro che immergersi in questo sogno. Il mondo reale poteva aspettare. Il mondo reale poteva aspettare o magari anche andarsene all'inferno, per quanto gli importava. Lasciò scivolare la mano dalla testa di Carol alla deriva verso il basso lungo la curva deliziosa della sua schiena. Daryl non si era mai reso conto di quanto fosse inebriante la sensazione della schiena nuda di una donna. La sua pelle era così morbida e seducente da fargli bramare di più. Sapendo che questo era il suo sogno e sapendo di poter fare quello che voleva, Daryl trovò il coraggio di muovere la sua mano fino in fondo, fino ad arrivare a stringere a coppa il suo fondo schiena. La sua mano si strinse inconsciamente sulla carne soda  mentre deglutiva e sentiva il suo respiro cedere all'intimità di quel tocco.

Improvvisamente gli occhi azzurri di Carol si spalancarono per andare a fissarsi dritti dentro i suoi. Daryl si tese, sentendosi immediatamente in colpa. Spostò immediatamente la sua mano. ''Io..io non stavo..non intendevo..-''. Daryl arrossì furiosamente, sentendosi stupido. Persino nei suoi sogni non riusciva a smettere di comportarsi come un maldestro idiota con questo genere di cose, a quanto sembrava.

Carol sbatté le palpebre un paio di volte e poi cercò il suo volto. ''Stai bene?'' chiese con voce roca. ''Come ti senti?''

''Come mi sento?'' ripeté lui piano, consapevole del fatto che il suo corpo ribelle stava lasciando rivelare fin troppo per Carol.

''Eri mezzo morto quando ti ho trascinato fuori da quel fiume'', disse Carol con preoccupazione. ''Hai tossito fuori quella che mi è sembrata essere un'intera piscina piena d'acqua''.

Daryl si limitò a fissarla con sguardo assente, le sue parole non avevano nessun senso. Un lampo di paura passò lungo il suo viso mentre una serie di ricordi indesiderati iniziò ad affollare la sua mente. Voleva urlargli contro di lasciarlo solo, voleva urlare il fatto che non li voleva di nuovo dentro la sua testa, ma era già troppo tardi.







'' DARYL!'', Carol urlò il suo nome mentre guardava impotente Daryl e Merle scomparire oltre la cresta e cadere nell'acqua sottostante. Era rinvenuta giusto in tempo per vedere Daryl sparare accidentalmente a suo fratello. La freccia era schizzata dritta attraverso la sua testa ma nel suo tipico stile, non lo aveva nemmeno ucciso subito. Merle era sembrato solamente scioccato, come lo erano tutti loro, mentre lottava per comprendere quello che era appena accaduto. Non tutti i colpi alla testa si rivelavano fatali e Merle ne era la prova vivente. Carol aveva visto Daryl cercare di salvarlo disperatamente, anche se non c'era più alcun modo di poterlo fare. Era questo il modo in cui le cose erano sempre andate tra i due fratelli. Daryl era quello pieno di speranza, Merle quello ineluttabile. ''No!'' , singhiozzò, lottando per rimettersi in piedi nonostante avesse ancora le mani legate dietro la schiena. Carol si precipitò verso il bordo del precipizio e si guardò intorno con preoccupazione. Riuscì a scorgere Daryl più in là in basso nel fiume, cercava di mantenere freneticamente la testa di Merle al di fuori dall'acqua, ma quest'ultima era talmente veloce che il più giovane dei Dixon stava avendo dei grossi problemi solamente a cercare di non perdere la presa che aveva sul più anziano.

Carol si voltò di scatto, alla disperata ricerca di qualcosa con cui potersi liberare. Localizzò quasi subito il coltello di Daryl a terra e si precipitò verso di esso. Cadendo in ginocchio, Carol si voltò di spalle al coltello e cercò frettolosamente di raccoglierlo. Sembrò come se ci fosse voluta un'eternità per riuscire ad afferrarlo, mentre armeggiava alla cieca nel fango, ma poi la sua mano toccò il freddo metallo e iniziò febbrilmente a usarlo per tagliare i cavi che la tenevano prigioniera. Lavorare in quel modo era scomodo, e fu difficile farsi strada per tagliare i cavi telefonici velocemente quanto lei desiderava. Carol era consapevole che ogni secondo che passava era un secondo in più in cui Daryl si allontanava da lei. E come se questo non fosse già abbastanza, mentre armeggiava accanitamente per liberarsi, un vagante barcollò fuori dalla boscaglia. ''Oh andiamo!'', ringhiò per la frustrazione, tendendo con forza i cavi sui suoi polsi, nonostante il dolore che questo le provocò. Il vagante le era quasi addosso, ringhiando affamato e incurante della pioggia quando Carol riuscì finalmente a liberarsi. Con il coltello ancora stretto tra le mani balzò in piedi e guidò con decisione la lama sotto il mento della creatura, sentendolo penetrare fino a raggiungere il cervello. Il vagante crollò a terra mentre Carol sfilava fuori il coltello.

Voltandosi, si sporse lungo la sporgenza, seguendo il corso del fiume, sperando di ritrovare Daryl. Carol scivolò più volte, sopratutto perché i suoi occhi erano alla disperata ricerca di un qualcosa in quelle acque, era alla ricerca di un segno della presenza di Daryl e non stava guardando dove metteva i piedi. ''Dio, ti prego'', pregava sottovoce, senza nemmeno rendersi conto di starlo facendo, ''Dio, ti prego, non portarmelo via, non adesso, non in questo modo''. Il terreno sotto i suoi piedi iniziò nuovamente ad inclinarsi verso il basso e Carol effettivamente scivolò giù per buona misura fino a ritrovarsi su un terreno più pianeggiante che costeggiava l'acqua schiumante e fangosa. ''Daryl!'', chiamò il suo nome, pur sapendo che era un rischio e probabilmente anche una perdita di tempo sopra il rombo assordante del fiume in piena. ''Daryl!'', Carol riuscì a percepire il panico montargli dentro mentre cercava di non pensare alle possibilità che una persona potesse avere di combattere per una via d'uscita fuori da un tipo di situazione del genere, da quelle acque infuriate e veloci e dalle rocce e dai rami contro i quali potevi essere scagliato. Cercò di domare la sua angoscia e continuò a cercare, sapeva di non poter rinunciare. Continuò a correre lungo il fiume e dopo aver sorpassato una curva, con la coda dell'occhio catturò qualcosa di familiare. Il suo respiro affannato si fermò quando vide quella che sembrava essere la testa di un Daryl quasi annegato che cercava di aggrapparsi ad alcuni rami, il suo volto riusciva a stento a stare fuori dall'acqua mentre questa gli scorreva addosso con forza implacabile. Corse fino a raggiungerlo, riuscendo ad arrampicarsi su alcune rocce fino ad arrivargli accanto. ''Daryl!'', disse con urgenza, afferrandogli il braccio e tirandolo nella sua direzione. ''Andiamo, forza, devi uscire fuori di qui''. La sua osservazione sembrava abbastanza ovvia ma Daryl sembrava come essere completamente fuori di sé.

''Merle'', gracchiò debolmente.

Carol trattenne una smorfia. ''Se n'è andato, Daryl.. Non c'è niente che tu possa fare ora''. Tirò il suo braccio con più forza. ''Forza, afferra questo ramo, ti aiuto a tirarti fuori''. Ci vollero un altro paio di ripetizioni del suo ordine per far sì che quel Daryl così confuso iniziasse a cooperare. L'acqua era gelida e aveva l'aspetto di uno che era appena stato scagliato duramente e ripetutamente contro quelle rocce. Era un miracolo il solo fatto che fosse ancora vivo. Carol usò una forza che non sapeva nemmeno di possedere, riuscendo a tirare un Daryl che si dimenava con furia fuori da quella trappola. Lo trascinò lungo le rocce e poi entrambi si lasciarono cadere sul terreno fradicio accanto al fiume, ansimando pesantemente. Daryl si voltò e iniziò a vomitare quell'acqua fangosa fuori dal suo stomaco, sputò fuori quell'impasto marrone mentre Carol gli accarezzava la spalla, cercando di confortarlo.

Daryl tremava in una maniera incontrollabile mentre la fissava con quello sguardo appannato quando riuscì finalmente a parlare di nuovo. ''Carol'', mormorò, a bocca aperta, ''Oh Dio, Carol, pensavo di averti persa''.

''Non sono ancora morta'', rispose lei svelta. ''Va tutto bene, andrà tutto bene''. Carol trattenne una smorfia, sapendo che Daryl non era nelle condizioni di parlare ma lei aveva comunque bisogno di sapere. ''Carl, hai trovato Carl?''

Lui sbatté le palpebre, come se quelle parole lo avessero confuso. ''Carl?''

''Si, è andato a chiedere aiuto, vi ha raggiunti?''

Daryl annuì lentamente. ''Lui è.. lui è con Rick'', biascicò, le palpebre che si chiudevano.

Il sollievo inondò Carol anche se subito dopo andò un po nel panico. Afferrò Daryl per la spalla e la scosse con forza. ''Non ti addormentare!'', gli ordinò con fervore. ''Dobbiamo trovare un riparo''. Quell'affermazione sembrava qualcosa di impossibile ma Carol sapeva di non poter lasciare che Daryl perdesse i sensi su quel terreno fradicio, sotto la pioggia gelida. Probabilmente non si sarebbe mai più svegliato. Attraverso una serie di velate minacce e un po di persuasione, Carol riuscì a far rimettere Daryl in piedi, anche se stava appoggiato pesantemente su di lei. Barcollarono attraverso il bosco lontano da quel fiume mentre Carol cercava disperatamente un qualche tipo di rifugio per cercare di mantenere Daryl al caldo. Fu il miracolo per il quale Carol aveva pregato quando improvvisamente sbucarono fuori in una radura e videro materializzarsi davanti a loro una piccola capanna di legno. Con una rapida occhiata in giro per i vaganti, Carol continuò a trascinarlo verso la loro salvezza. Barcollarono all'interno del piccolo edificio e il sollievo di essere finalmente al riparo dalla pioggia fu travolgente. Carol si guardò velocemente attorno, osservando l'ambiente che li circondava. Un materasso stava abbandonato sul pavimento e lei guidò l'instabile Daryl verso di esso. Lui si lasciò cadere in ginocchio una volta raggiunto e Carol lo trascinò per il resto del percorso. Daryl atterrò con un tonfo pesante sopra l'imbottitura polverosa privo di sensi. Carol afferrò le due coperte che stavano gettate in un angolo e spogliò rapidamente Daryl dai suoi vestiti. Quel materiale fradicio non avrebbe fatto nulla per mantenerlo al caldo. Quando ebbe finito, Carol lo coprì frettolosamente con le coperte prima di spogliarsi a sua volta e unirsi a lui sotto le lenzuola. Avvolse il suo corpo in un abbraccio contro quello di Daryl che continuava a tremare violentemente, facendo in modo che il suo calore corporeo riscaldasse velocemente l'uomo che stava quasi congelando. Carol lo strinse contro di lei con forza, cercando di fargli sentire che lei era lì e che stava freneticamente cercando di salvargli la vita.







I ricordi di quello che era accaduto affluirono bruscamente in lui. Il viso di Merle mentre scompariva oltre il bordo della scogliera, lui che cercava disperatamente di afferrarlo, l'acqua che infuriava sbattendo il suo corpo contro le rocce e contro l'oscurità che seguì. ''Merle..'', gracchiò, sconvolto dal fatto di non aver ricordato subito il destino di suo fratello, anche se aveva pensato che fosse tutto un sogno

L'espressione di Carol era un'espressione di totale comprensione. ''Mi dispiace così tanto, Daryl''.

''E' morto'' sussurrò lui, lacrime calde sgorgarono fuori dai suoi occhi scivolando sul suo viso ancora prima che potesse fermarle. ''Io l'ho ucciso..''.

''No,'' disse Carol velocemente, posando una mano sul suo viso, ''Tu non l'hai ucciso, Daryl. Merle ti ha costretto, quello che è successo è stato un incidente''.

Una piccola parte di Daryl sapeva che Carol aveva ragione. Il vecchio detto dell'incidente che stava solo aspettando di accadere sembrava scritto apposta per Merle. Per tutta la sua vita, era questo che Merle era stato, un incidente che aspettava solo di accadere. Daryl riusciva a capirlo adesso ma questo non servì a diminuire il senso di vuoto, di perdita e di desolazione. Gli era mancato suo fratello e questo mondo era sembrato ancora più grande, ancora più spaventoso senza la presenza di Merle, anche se il vecchio Dixon aveva aggiunto i propri mostri sul conto. Merle era suo fratello. L'ultimo familiare che gli era rimasto e adesso se n'era andato. Pensando a quanto era stato risoluto sul fatto di ucciderlo non molto tempo prima, Daryl non era preparato per le ondate di dolore che gli portò questa presa di consapevolezza.

Carol asciugava le sue lacrime con il pollice. ''Hai fatto tutto quello che potevi per salvare Merle'', disse con voce roca. ''Nessun fratello avrebbe potuto fare di più''.

Daryl desiderava davvero credere alle sue parole ma non sapeva ancora se avesse o meno la forza per farlo.

''Penso che alcune parti di Merle volevano semplicemente restare una causa persa'', continuò Carol piano.

''Perché?'', le domandò Daryl con angoscia. ''Perché mai qualcuno dovrebbe volere una cosa del genere?''.

L'espressione di Carol era molto grave mentre giacevano stretti l'uno tra le braccia dell'altro, i nasi che quasi si sfioravano. ''Credo che pensasse di meritarselo''. Aggrottò la fronte. ''Mi sembrava come se Merle fosse intento a punire se stesso per alcuni errori commessi in passato e non poteva permettere a nessuno di cambiare le cose''. L'espressione di Carol si ammorbidì in una piena di compassione. ''Nemmeno a te''.

Daryl apprezzò il fatto che Carol non tirò fuori eventuali luoghi comuni sul fatto che non avrebbe sempre sentito la perdita di Merle così acutamente, sul fatto che il dolore per la perdita di suo fratello si sarebbe affievolito con il tempo. Poteva anche essere vero, ma quel sollievo faceva parte di un futuro troppo lontano e non l'avrebbe di certo aiutato ora. Daryl avrebbe voluto inveire contro la futilità di tutto questo, la perdita di una vita che non sarebbe mai dovuta accadere. ''Non sono riuscito ad afferrarlo..'' gracchiò dolorosamente, il senso di colpa che faceva contrarre i suoi lineamenti non sapendo nemmeno se si riferiva all'acqua che scorreva feroce o semplicemente dalla vita in generale. Merle gli era scivolato tra le dita, non importava quanto duramente Daryl aveva cercato di aggrapparsi a lui.

''Forse era arrivato il momento di lasciarlo andare'', disse Carol semplicemente. ''Per tutti e due. Forse Merle ha finalmente trovato un po’ di pace''.

L'espressione di Daryl si fece dura. ''Non ci crederai veramente, no?''. In qualche modo non pensava che Dio sarebbe stato troppo interessato a trovare un posto in paradiso per un artista del calibro di Merle Dixon.

La voce di Carol era morbida e dolce. ''Credo che Merle abbia smesso di soffrire, probabilmente per la prima volta in tutta la sua vita''.

Il volto di Daryl si contrasse nel dolore. ''Ma mi ha lasciato indietro'', disse dolorosamente, ''di nuovo''.

''Grazie a Dio lo ha fatto'', rispose Carol con profonda emozione. ''Non so cosa avrei potuto fare se ti avessi perso laggiù in quel fiume''.

Daryl la guardò e improvvisamente fu di nuovo conscio della loro nudità mentre Carol lo fissava con quegli occhi azzurri colmi di emozione. Sentì il suo corpo tendersi nuovamente, incurante del suo tumulto emotivo e Daryl sapeva di stare per ridicolizzarsi. ''I miei.. i miei vestiti..'' gracchiò, cercando di pensare a un modo in cui potersi allontanare da Carol senza che lei notasse la sua erezione. Per un uomo nudo, era veramente difficile nascondere la propria eccitazione. Lei probabilmente avrebbe pensato che fosse malato ad essere in quello stato mentre era in lutto per suo fratello, ma apparentemente tutto ad un tratto il suo corpo funzionava in modo indipendente dalla sua testa.

''Te li ho tolti'', spiegò Carol. ''Eravamo entrambi fradici. Questo era l'unico modo per scaldarti. Stavi congelando dopo essere quasi annegato in quell'acqua gelida. E i corpi nudi conducono meglio il calore''.

Daryl era dolorosamente consapevole di questo fatto visto il calore che avvolgeva il suo corpo, grazie al modo in cui il suo sangue stava attualmente scorrendo nelle sue vene. Era esattamente quel problema del suo sangue che continuava ad affluire in un certo punto che gli aveva fatto capire di avere un disperato bisogno di coprirsi e di mettere una certa distanza tra loro due.

''I nostri vestiti sono laggiù''.

Carol inclinò la testa per indicarli e Daryl torse il busto fino a vedere i loro vestiti abbandonati sul pavimento. Guardò di nuovo verso Carol, cercando di non arrossire immaginando lei mentre lo spogliava dei suoi vestiti. Non funzionò dal momento che sentì il calore salire fino alle guance e la situazione lì in basso non migliorava le cose.

Carol gli sorrise leggermente. ''Vuoi che vada a prenderli per te?''. Si mise e sedere e Daryl ebbe una fugace visione di uno dei suoi seni nudi e l'acchiappò subito per il braccio tirandola nuovamente giù, non essendo sicuro di poter reggere la vista di Carol completamente nuda. La sua presa sul suo autocontrollo era già abbastanza difficile così com'era. ''No!'', disse bruscamente.

''Ah!'', Carol ebbe un leggero sussulto di dolore e Daryl allentò subito la presa su di lei.

''Che c'è?'', le chiese con urgenza. ''Che cosa c'è che non va?''. Daryl sapeva che la sua presa era stata delicata. Improvvisamente gli tornò in mente la scena di Merle in piedi sopra il corpo privo di sensi di Carol e la paura nascosta dentro di lui su quello che il fratello le avrebbe potuto fare mentre lui stava correndo per trovarli.

Carol diede una piccola smorfia. ''Non è niente. E' solo la mia spalla. Merle me l'ha slogata accidentalmente. L'ha messa di nuovo a posto, ma è ancora un po’ dolorante''.

Daryl dovette sforzarsi per riuscire a porre la domanda successiva. Un muscolo si contrasse nella sua guancia mentre lottava per mantenere il controllo. ''Ti ha.. ti ha fatto del male? Voglio dire, ti ha fatto qualcos-''

''No'', disse Carol rapidamente. ''No, Daryl. Merle non aveva intenzione di fare del male a me o a Carl''.

Daryl chiuse gli occhi mentre sentì il sollievo scorrergli dentro per il fatto che Merle non avesse pensato di percorrere quella vena sadica su Carol.  Ebbe il sospetto che forse Carol non gli stesse dicendo tutto ma Daryl non aveva altra scelta che credere a quello che gli stava dicendo. Aveva bisogno di crederci. ''No'', sputò fuori. ''Merle stava solo cercando di fare del male a me''.

''Lui non la vedeva in questo modo''.

Daryl tenne gli occhi chiusi mentre lottava contro i sentimenti contrastanti che suo fratello scatenava in lui, anche dopo essere morto. ''Ma è quello che ha fatto''.

''Lo so'', disse Carol tranquillamente con rammarico. ''Ma devi sapere che Merle ti amava, Daryl, più di chiunque altro al mondo''. Sospirò. ''Non era davvero bravo ad amare le persone, ma quello non era per colpa sua''. L'espressione di Carol era piena di empatia. ''Avreste entrambi meritato di meglio''. Si avvicinò azzerando la piccola distanza che c'era tra loro, le sua labbra che accarezzavano quelle di lui. ''Molto meglio'', sussurrò prima di baciarlo.

Daryl sapeva che non era affatto una buona idea per Carol riprendere a baciarlo, adesso che entrambi erano completamente svegli. Non aveva alcun tipo di difesa contro il conforto che lei gli stava offrendo. Se mai qualcuno avesse potuto far andare via l'orrore di questa perdita, quella persona sarebbe stata Carol. Posò la mano su quella ferita sanguinante che lui portava dentro il suo cuore facendo dissipare il suo dolore. Daryl ricambiò i suoi baci avidamente, volendo cancellare tutto dalla sua mente, tutto tranne lei, anche se aveva questa crescente paura sul dove avrebbe portato tutto questo. Non ne sapeva niente dell'intimità fisica, quello che si supponeva dovesse fare, quali erano le mosse giuste. Quel pensiero lo terrorizzava ma anche se aveva paura, Daryl si trovò comunque attratto in quella calda rete che il tocco di Carol stava tessendo intorno a lui. La mano di Carol scivolò lungo la sua schiena, le dita erano leggere sulla sua pelle coperta di cicatrici e quella stessa pelle non poté fare a meno di contrarsi sotto quella dolce carezza. Era come se l'elettricità stesse scorrendo dalle sue dita lungo il suo corpo sensibilizzando ogni sua singola terminazione nervosa. Carol si stabilì ancora più completamente contro di lui e Daryl dimenticò se stesso, accogliendo la sua morbidezza contro le dure linee del suo corpo. Tuttavia, quando la sua eccitazione fu improvvisamente premuta contro la coscia di Carol, Daryl entrò nel panico, temendo quello che avrebbe potuto fare lei. Si tirò indietro, un nuovo rossore imporporò le sue guance mentre la fissava, imbarazzato dalla rampante reazione del suo corpo e dalla paura della reazione di Carol. Lei lo aveva preso in giro quella volta in cui erano rimasti bloccati nel ripostiglio e il suo corpo aveva avuto la meglio su di lui. Erano accadute molte cose da allora e Daryl non sapeva se Carol ne sarebbe stata disgustata questa volta. Ma si preparò per un suo rifiuto.

Carol tenne costantemente gli occhi incollati ai suoi e non riuscì a leggerci nessuna presa in giro, non riuscì a vedere alcun rifiuto in quegli occhi azzurri mentre si rendeva probabilmente conto della sua evidente paura. ''Va tutto bene'', sussurrò. ''Sono solo io''. Riprese nuovamente a baciarlo, sfregando le labbra sulle sue. ''Sono solo io''.

Daryl sentì un po’ di quella tensione lasciare il suo corpo mentre Carol gli offriva di nuovo la dolcezza dei suoi baci. La sua mano adesso era sul suo fondo schiena, le sue unghie lo graffiavano dolcemente su e giù trasmettendo delle piccole scosse di piacere lungo il suo corpo. La mano di Carol si spostò sulla sua coscia e poi prese a muoversi con confidenza tra i loro corpi. All'improvviso la sua mano si strinse forte e prese a muoversi lungo tutta la sua eccitazione. Daryl e la sua durezza reagirono in maniera selvaggia. Si lasciò sfuggire un sospiro strozzato nel bel mezzo del loro bacio, il suo corpo in balia delle sue sensazioni. Carol non smise di baciarlo e anche se il primo impulso di Daryl era quello di scappare fu immediatamente sostituito dalle intense ondate di piacere che Carol stava causando al suo intero sistema nervoso. Daryl gemeva nei loro baci mentre il sangue pompava furioso all'interno delle sue vene. Stava perdendo completamente il controllo del suo corpo, lo sentiva. Afferrò la mano di Carol, spinto dal bisogno di fermare quel delizioso tormento, ma era già troppo tardi. Quell’intensa sensazione inondò il suo corpo radicalmente e salì in un crescendo che culminò selvaggiamente. Ruppe il loro bacio, soffocando il suo rammarico contro il collo di Carol, anche se non riuscì a contenere i suoi gemiti di piacere. Daryl rabbrividì contro Carol, il suo corpo interamente scosso dai tremori fino a quando non riuscì a riprendere il controllo. 

Non voleva guardarla, il terrore e l'imbarazzo dei suoi precedenti incontri tornò di nuovo alla sua mente e si preparò per la delusione di Carol o, addirittura, per essere deriso. Questa era la peggiore paura di Daryl e si era appena avverata. Non avrebbe voluto che andasse a finire così, non per loro, e la vergogna minacciò di sopraffarlo. Daryl si voltò bruscamente lontano da lei, dando le spalle a Carol e lottando contro la voglia di correre semplicemente il più lontano possibile. Sembrava preferire di tentare la fortuna nudo, nel mezzo di una foresta pullulante di vaganti piuttosto che dover guardare Carol nuovamente negli occhi. Pregò per la morte. Daryl sussultò quando sentì il primo tocco di Carol. Percepì le carezze delle sue labbra contro la schiena e si irrigidì.

Carol non si lascio intimorire. Lo baciò lungo tutta la sua schiena, salendo fino a raggiungere il collo e mordicchiandolo lungo tutta la sua lunghezza fino a quando non arrivò al suo orecchio. ''Voltati'', gli ordinò con voce roca.

Daryl combatteva contro la sua paura e il suo desiderio mentre cercava di capire cosa fare. Lentamente rotolò sulla schiena, lo sguardo che scivolava di lato evitando di guardare Carol dritta negli occhi. Prese a mordicchiarsi la parte interna della guancia, un tic nervoso mentre aspettava che Carol formulasse un discorso di compassionevole comprensione per lui. Ora Daryl desiderava veramente che questo fosse solo un sogno in modo da potersi svegliare e sapere che non si era umiliato in questo modo davanti a Carol.

''Ti voglio''.

Gli occhi azzurri di Daryl si incatenarono ai suoi, spalancati per lo shock. Aveva sentito bene? Carol lo desiderava ancora, anche dopo quello che era appena successo.

Carol lo stava guardando da vicino. ''Tu mi vuoi?''. C'era un leggero tremolio nella sua voce quando pose quella domanda, dipingeva tranquillamente la persona calma che lei ritraeva.

Daryl la stava ancora fissando, l'emozione soffocava la sua voce.

''Perché possiamo anche fermarci qui'', disse piano. ''Niente deve cambiare tra noi, Daryl, non se tu non lo desideri''.

Era questo, era questo il momento che Daryl aveva sia desiderato che temuto così tanto. Erano sul punto di rischiare tutto quello che avevano per qualcosa di ancora indefinito. Daryl stava avendo delle difficoltà a respirare mentre si lasciava travolgere interamente per la prima volta dai suoi desideri quando si trattava di Carol. Lui la desiderava, la desiderava così tanto, ma aveva paura di quello che avrebbe significato per lui e per Carol.

Carol dovette essere in grado di vedere il dilemma scritto sul suo volto. ''Non importa quello che succederà'', disse con voce roca. ''Io non vado da nessuna parte, Daryl. Tu non mi perderai mai''.

Daryl si lasciò sfuggire un gemito di sollievo nel sentire le parole che non si era nemmeno reso conto di stare aspettando. ''Io ti..'', gracchiò, trovando difficile buttare fuori le parole per il modo in cui la sua gola si era stretta. ''Io voglio..''

Quando non riuscì a pronunciare quella parola, Carol lo aiutò. ''Me?'', sospirò, una piccola nota di speranza nella sua voce.

''Te'', accettò lui sfinito, il desiderio di quel momento riuscì finalmente a vincere la sua paura.

Carol gli sorrise. ''Bene..'', disse gutturale e riprese a baciarlo nuovamente.

Presto Carol interruppe i loro baci infuocati e prese a muovere le sue labbra giù lungo il suo corpo. Daryl inarcò la schiena mentre lei si lasciava dietro una scia infuocata di baci, lungo il suo petto e sul suo stomaco, sembrando in grado di stimolare ogni singolo nervo lungo la strada. L'eccitazione di Daryl stava trovando rapidamente vita nuova grazie ai tocchi di Carol, che prese a stimolarlo con la sua bocca. Trasse un respiro sofferente di gioia, appoggiandosi sui gomiti, mentre guardava con stupore Carol che gli donava abilmente piacere. Stava riuscendo a strappare al suo corpo delle reazioni che Daryl non avrebbe mai ritenuto possibili. Lasciò cadere indietro la testa e si lamentò a gran voce contro il cielo. Daryl aveva dato se stesso a Carol, lasciandole prendere completamente il controllo mentre il suo respiro sempre più affannoso riempiva la piccola cabina. Strinse gli occhi e ricadde indietro sul cuscino. Daryl perse se stesso in quello che Carol stava facendo, desiderava che andasse avanti per sempre ma a quanto pareva, lei aveva altre idee. I suoi occhi si riaprirono e un lamento involontario di perdita venne strappato alle sue labbra quando Carol si fermò. Daryl la guardò salire a cavalcioni sopra il suo corpo e gli si fermò il respiro nel vedere quanto fosse bella. Era pienamente vigile quando Carol avvicinò ancora di più i loro corpi e prese a farlo affondare lentamente dentro di lei. Si morse il labbro e si lasciò sfuggire un grido strozzato mentre Daryl dimenticò completamente come respirare. Quella calda sensazione di umidità che lo avvolse era troppo per lui. Si aggrappò alle sue cosce e non riuscì a smettere di spingersi selvaggiamente dentro di lei, il suo corpo che reagiva d'istinto.

''Aspetta'', ansimò Carol irregolarmente, mettendogli le mani sul petto, ''dammi un momento''. Gli sorrise debolmente. ''E' passato molto tempo dall'ultima volta''.

Daryl arrossì, odiando la sua inesperienza ancora una volta e spaventato dal fatto di poterle fare del male. Carol si lasciò cadere in avanti e cominciò a baciarlo prima che lui potesse iniziare ad ossessionarsi con quel pensiero. Quella semplice intimità li fece rilassare entrambi. Carol iniziò a muoversi sopra di lui, spingendo i suoi fianchi contro la sua erezione e Daryl non riuscì a trattenere un altro gemito nel loro bacio.

Carol si raddrizzò e aumentò il ritmo della velocità dei loro corpi mentre le sue mani andarono a coprire quelle di Daryl ancora strette saldamente attorno alle sue cosce. ''Ti sto facendo male?'', gli chiese senza fiato.

Il corpo di Daryl era un ammasso di lividi e di tagli dovuti alla sua lotta con Merle e al tuffo in quelle acque agitate, ma in quel momento pensò che non si sarebbe reso conto nemmeno se qualcuno avesse tentato di dargli fuoco. ''No'', gracchiò con voce tremante, ''Non ti fermare''. I suoi occhi erano grandi e imploranti. ''Non ti fermare''.

Carol si morse il labbro e sembro compiaciuta nel sentire quel tipo di disperazione nella sua voce. Prese una delle sue mani e la posò sopra uno dei suoi seni nudi, facendo sfuggire dalle labbra di Daryl un suono strozzato. La sua morbidezza riempiva il palmo della sua mano e Daryl gemeva ad alta voce a quella sensazione, sentendo un brivido attraversare il suo corpo. Carol impostò sapientemente un ritmo per i loro corpi e Daryl si limitò a seguire il suo esempio, stupito dalla facilità con cui riuscirono a coordinarsi l'uno con l'altro. Aveva temuto di poter essere scomodo e inutile, ma questa sembrava la cosa più naturale nella stranezza. La tensione iniziò a crescere mentre Carol iniziava a muoversi su di lui sempre più forte, fino a quando pensò di non riuscire più a tenere il ritmo. Daryl poteva sentire il suo corpo avvicinarsi ad una fine inevitabile. La temeva e desiderava nello stesso tempo, non voleva che questa beatitudine giungesse alla fine. Entrambi i loro respiri irregolari riempivano l'aria quando Carol si lasciò scivolare in avanti, mettendo le mani su entrambi i lati del volto di Daryl, stando così faccia a faccia con lui. L'attrito tra i loro corpi aveva raggiunto il culmine. Il sudore colava dal suo corpo come da quello di Carol, che era ricoperta da una patina che sembrava quasi renderla un bagliore ai suoi occhi. Daryl si sentiva come se lo stesse completamente consumando, assorbendolo dentro il suo corpo e si arrese al suo destino con entusiasmo. Le sue mani si strinsero attorno ai suoi fianchi, sentendo che per lui si stava avvicinando la fine e pregando di poter durare il giusto tempo per poter soddisfare Carol. Poi, all'improvviso, lei si tese ed iniziò a tremare convulsamente e selvaggiamente sopra di lui.

''Cazzo!'', urlò Daryl, impossibilitato a trattenere l'imprecazione che lasciò le sue labbra mentre sperimentava per la prima volta l'orgasmo di una donna sul suo corpo. Questo lo spinse al raggiungimento del suo stesso limite, mentre faceva scivolare tutto nell’oblio e si lasciava travolgere dall'orgasmo più intenso della sua vita. Si dimenava selvaggiamente sotto il corpo di Carol, entrambi stretti l'uno all'altra mentre diventavano le uniche due creature esistenti al mondo per pochi splendenti secondi. Carol gli crollò sopra mentre lui ancora cavalcava le ultime convulsioni del suo rilascio. Giacevano lì, entrambi ansimando nel loro abbraccio lottando per recuperare l'ossigeno di cui i loro polmoni si erano privati. Una sorta di euforia si impossessò di Daryl e spinse tutte le sue estremità a rilassarsi restando completamente immobili. Fu Carol che in qualche modo riuscì a rotolare giù dal suo corpo e accasciarsi su un lato. Per un momento Daryl si fece prendere dal panico e pensò che lei volesse lasciarlo e lui questo non poteva sopportarlo. ''No'', gemette, voltandosi e posando la sua testa sopra il suo petto, afferrandola sui fianchi per impedirle di allontanarsi ulteriormente da lui. Lei rispose avvolgendo le sue braccia attorno al suo collo in silenzio, lasciando che Daryl capisse che non aveva intenzione di andare da nessuna parte. I suoi muscoli si rilassarono nuovamente e restò lì, ad ascoltare il cuore di Carol battere sotto il suo orecchio per poi tornare lentamente a raggiungere la sua normale velocità. Daryl si sentiva completamente rilassato, senza pensare minimamente a qualcosa da dire. Era troppo felice per preoccuparsi, in quel momento. Felice e incredibilmente appagato. Non sapeva per quanto tempo fossero rimasti lì sdraiati, Carol ad accarezzare i suoi capelli, lui ad ascoltare il battito del suo cuore, mentre il sudore si asciugava sui loro corpi. A Daryl non importava. Sarebbe rimasto volentieri in quella cabina per il resto della sua vita, solo lui e Carol, a fingere che il resto del mondo con tutte le sue complicazioni non esistesse.

Carol si mosse, a quanto pare non condivideva il suo stesso desiderio. Passò la mano tra i suoi capelli ancora sudati. ''Dobbiamo tornare alla prigione. Gli altri saranno preoccupati'', disse con calma.

Daryl emise un grugnito, evitando accuratamente di muoversi, possibilmente non voleva farlo mai più. Tutto il suo corpo palpitava ancora di una foschia post - orgasmica e non voleva lasciare scappare la morbidezza del corpo di Carol da sotto di lui. Carol però aveva in mente altre idee, si dimenò un po’ per fargli sollevare la testa.

''Dobbiamo andare'', lo castigò con indulgenza, scivolando via da sotto il suo corpo.

''Piove ancora'', osservò Daryl, guardandola attraverso la fessura dei suoi occhi socchiusi mentre Carol si alzava in piedi.

''E' diminuita un po'', disse Carol, camminando verso i suoi vestiti.

Daryl giaceva su un fianco, godendo liberamente della vista di Carol muoversi con tanta naturalezza, mentre lui giaceva nudo al caldo. Non aveva mai trascorso molto tempo godendo apertamente della vista del corpo di una donna a causa delle complicazioni che avrebbe finito per provocare. Era una sensazione incredibile quella di avere una conoscenza così intima del corpo di Carol e sapere che ora nessun altro rimasto in vita l'aveva vista nel modo in cui l'aveva appena vista lui.

Carol lo guardò da sopra la sua spalla mentre si tirava su i pantaloni e agganciava i bottoni. ''Ti stai alzando, pelandrone?''.

''Mmm'', mormorò Daryl disinteressato, ''Forse..''.

Carol adesso stava indossando il suo reggiseno. ''Non so per quanto tempo abbiamo dormito. Rick e gli altri ci staranno cercando''. Lei gli rivolse uno sguardo preoccupato. ''Tu sei sicuro che Carl sta bene?''.

''Sta bene''. 

Carol si lasciò sfuggire un lungo sospiro. ''Bene. Ho avuto così tanta paura per lui, disarmato in quei boschi''.

Daryl pensò di raccontare qualcosa a Carol riguardò Michonne, ma non ne aveva voglia. Non voleva parlare di altre persone in questo momento.

''Forza, tirati su''.

Daryl le rivolse uno sguardo vagamente infastidito, ''Prepotente''.

''Tu adori questo mio lato''.

Daryl cercò di trattenere un sorriso. ''Dici?''.

''Confermo'', disse Carol con fermezza mentre prendeva posto a sedere sul materasso accanto a lui per infilarsi le scarpe.

Daryl era profondamente stupito di quando le cose sembrassero facili tra di loro considerando quello che era appena accaduto. Era grato che Carol non lo stesse premendo per avere di più in quel momento perché Daryl si sentiva già abbastanza sopraffatto dall'enormità di quello che era appena successo. Fu tentato di chiedere a Carol come si sentiva ma poi ci ripensò, nel caso in cui non gli fosse piaciuta la risposta. Daryl scansionò invece la piccola cabina. ''Dov'è la mia balestra?''.

''Oh, mi dispiace'', disse Carol con una punta di ironia. ''Credo che tra il dovermi liberare dei cavi, uccidere un vagante, strapparti via alla corrente di un fiume in piena, trascinarti fino a un luogo sicuro e assicurarmi che tu non entrassi in ipotermia, devo aver dimenticato di tornare indietro a recuperare la tua balestra''.

Daryl si mise a sedere. ''Scuse accettate'', disse impassibile.

Carol roteò gli occhi prendendolo in giro. ''Non ha intenzione di alzarsi dal letto per far sapere alle persone a cui teniamo che stiamo bene, ma per la sua balestra è tutta un'altra storia''.

Daryl si mise in piedi rendendosi conto solo dopo di essere ancora nudo. Afferrò con un movimento frettoloso la coperta e se la strinse in vita.

Carol guardò la sua latente modestia con un certo divertimento. ''Ricordi che ho già visto tutti quello che nascondi, vero?'' disse, cercando di trattenere un sorriso. ''Da vicino e in modo molto personale, in effetti''.

Daryl sapeva di stare arrossendo di nuovo, poteva sentire le sue guance riscaldarsi dolorosamente. ''Si, beh, non ho intenzione di dare via libera ogni volta'', disse in tono burbero, cercando di replicare la sua presa in giro.

Carol rise. ''Non sei quel genere di ragazza, non è così?''.

Daryl si sbrigò ad afferrare i suoi pantaloni, riuscendo a tirarli su rapidamente prima che la coperta cadesse. ''Si, esatto'', la provocò a sua volta.

''Beh..'', disse Carol in tono strascicato, rivolgendogli un'occhiata considerevole seppur ancora divertita. ''E' un vero peccato''.

Il cuore di Daryl perse immediatamente un battito e poi si girò per vedere il modo in cui Carol lo stava osservando, armeggiando mentre le sue dita diventate improvvisamente goffe faticavano ad allacciare il primo bottone dei suoi pantaloni. Non riusciva a smettere di guardarla, sentendo il desiderio di lei rinnovarsi dentro di lui. Era normale? Daryl non lo sapeva e francamente, non gli importava. Guardò verso la porta alle sue spalle e poi di nuovo verso Carol. ''Credo che la pioggia si stia nuovamente facendo pesante'', disse in modo sconnesso, cercando di sostenere il suo sguardo. ''Forse dovremmo stare qui ancora per un po’ ”. Daryl credette di vedere una scintilla di desiderio negli occhi di Carol in risposta al suo suggerimento, ma poi i suoi occhi si spalancarono, improvvisamente si spostarono a fissare qualcosa alle sue spalle e lo sguardo sul suo viso divenne uno di terrore e quella fu l'ultima cosa che Daryl riuscì a vedere prima che la sua testa esplodesse di dolore e tutto diventasse nero . . .
   
 
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