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Autore: Spettro17    01/05/2016    2 recensioni
La narrazione parte dagli eventi successivi alla 01x13, riusciranno i Malec a superare la loro prima crisi e a collaborare per salvare Jace, sconfiggere Valentine e recuperare la Coppa Mortale?
La storia nasce per dare continuità agli eventi conclusivi della prima stagione in attesa della seconda, con l'obiettivo di mantenere vive le emozioni trasmesse dai Malec e non solo.
Buona Lettura.
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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ABOUT US

“So che non vuoi sentirlo, perciò te lo dirò una volta sola, se ho provato qualcosa per Camille è preistoria, quasi letteralmente.
Si ma sul fatto che sei immortale ha ragione, tu vedi le persone che ami invecchiare e morire
Alexander sarò anche il sommo stregone di Brooklyn ma neanche io so predire il futuro.”


Erano queste le ultime parole che eravamo riusciti a scambiarci alla fine di quella che era stata a tutti gli effetti una giornata assurda e adesso tutto ciò a cui riuscivo a pensare era che tutto risultava incompiuto.
Jace era sparito, non ero riuscito a salvarlo o almeno a fargli capire che lo avrei salvato sempre e comunque anche se lui non avesse voluto, io lo avrei riportato a casa in qualunque modo possibile, avrei fatto di tutto per riportarlo dalle persone che amava. Sentivo una voragine aprirsi nel mio petto, sapevo che era vivo, sapevo che era da qualche parte anche se non lì.
Jocelyn era libera, lei era l’unica risorsa disponibile per risolvere quella situazione, ero stato tentato di chiuderla in una stanza e sottoporla ad un interrogatorio senza fine ma la reazione di Clary mi aveva bloccato, mi era sembrato ingiusto privarla dell’unica cosa positiva che quella giornata ci aveva dato.
L’unica cosa positiva… Magnus Bane.
Mi rigirai nel letto ancora freddo e nel buio di quella camera la mia mente non faceva altro che ripropormi il nostro bacio, il mio bacio, l’avevo baciato, non riuscivo a capire come ma lo avevo fatto.
Mi rigirai ancora, nel buio riuscivo a vedere un bagliore luminoso che filtrava sotto la porta chiusa della mia camera… Camille e Magnus, Magnus e Camille, la mia mente voleva giocare con me e ancora mi mostrava il loro bacio, ancora mi mostrava le sue labbra sporche del suo rossetto o le sue mani su di lui o le sue parole: “Non durerà molto”. In quel momento non avevo avuto la possibilità di pensare molto a quell’espressione, anche perché effettivamente non avevo avuto il tempo di pensarci, quanto poteva essere fattibile una storia con Magnus Bane e per quanto tempo?
Nella mia vita avevo sempre ragionato in maniera realistica ed oggettiva, per ogni missione ero sempre stato pronto, forte della preparazione fisica, forte delle indicazioni del Clave ma soprattutto forte della presenza di Isabelle e Jase, invece in quel momento mi ero da solo imbarcato in qualcosa che non aveva basi, mi ero annullato per cinque minuti avevo chiuso la comunicazione cervello- bocca ed adesso mi ero immerso in un loop.
Mi tolsi velocemente l’enorme piumone che avevo addosso, lasciandolo cadere ai piedi del letto, dovevo uscire da quella camera avevo bisogno di scemare lo stress di quella giornata, indossai i miei soliti abiti per l’allenamento e mi diressi quasi correndo verso il mio fidato compagno di stress ,il sacco da box, uscendo dalla camera restai un attimo interdetto dalla calma apparente che vigeva in quel luogo, probabilmente non c’era mai stato tanto silenzio, in quei giorni e alla fine di quella battaglia tutti avevano perso qualcosa di importante ed io avevo trovato e perso tanto.
Tutto era uguale, la mia mente si aspettava forse di vedere una grande freccia che indicasse una enorme insegna con su scritto “Manca Jase qui” ed era effettivamente così, poche volte mi era capitato di allenarmi senza di lui, era il mio braccio destro, mio fratello, il mio parabatai e per un po’ era stato anche la persona che credevo di amare. Iniziai ad allenarmi cercando di non pensare ma solo coordinare i miei movimenti; salto, pugno, pugno, salto, blocco e ancora.
-Alexander- sentire la sua voce mi provocò un iniziale senso di piacere ma la mia mente ancora mi bombardò con le immagini di quel stramaledetto bacio, mi voltai piano sapendo già chi fosse ma avevo bisogno di essere sicuro di non averlo immaginato.
Era ancora più bello del solito, non so come o quando aveva avuto il tempo di cambiarsi e ora se ne stava lì con un pantalone nero strettissimo probabilmente illegale per molte donne del mondo ma anche per gli uomini ovviamente e una camicia viola, quando lo guardai negli occhi riuscì solo a concludere che la semplicità gli donava e tanto.
-Magnus, che cosa ci fai ancora qui a quest’ora? - ero ancora arrabbiato era evidente. Lui si avvicinò facendo il suo solito sguardo da gattino infreddolito ed affamato.
- Sono rimasto per Jocelyn - disse fissando i suoi occhi nei miei - E per te - concluse, avvertì un brivido attraversarmi il corpo, non ero per niente abituato all’effetto che mi faceva.
- Come sta? - volevo sviare il discorso ancora evidente.
- Sta bene, l’ho lasciata con Clary, hanno molto di cui discutere come noi a quanto vedo - Beccato, lentamente mi allontanai da lui e indossai una felpa, non sapevo chi l’avesse lasciata lì ma lo ringraziai mentalmente.
- Mi sembra che abbiamo discusso o meglio parlato abbastanza per oggi, non credi? - Incrociai i suoi occhi solo per capire che non avrebbe lasciato cadere il discorso.
- No, non credo, penso piuttosto che tu sia ancora arrabbiato, forse dovremmo parlare di quello che è successo seriamente- disse ancora avvicinandosi, eravamo ormai a pochi centimetri di distanza, un altro brivido mi percorse ed ebbi la sensazione che la mia vibrazione interna fosse per lui evidente, perché provò ad avvicinarsi ancora e io ancora mi allontanai.
- Vedi che ho ragione, non vuoi che ti tocchi, parlami Alexander-  Non lo avevo mai visto così era visibilmente stanco ma impeccabilmente perfetto.
- Io non so che dirti Magnus, abbiamo giocato al gatto con il topo per troppo tempo e adesso non so davvero come comportarmi- mi fermai, ispirai e continuai -Lei ha ragione Magnus, tu lo sai io lo so, non abbiamo nulla che ci lega e non possiamo fare finta di niente e andare avanti, è la realtà dei fatti, tu sei immortale io no e non posso legarmi a te sapendo che non potremo mai avere nulla, o almeno nulla di importante- Mi bloccai appesantito da quelle parole e senza fiato, non avevo nulla da dargli, nulla da offrirgli, abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Dopo pochi secondi sentì le sue mani sulle mie braccia.
-Alexander io non posso prometterti nulla ma so quello che voglio e non mi interessa cosa accadrà domani, so solo che oggi ho bisogno di te- con una mano riportò i miei occhi ai suoi - sei così bello, così perfetto Alexander, non sai quanto sei speciale, ho bisogno di farti capire che sei importante ora per me, lascia che sia io a pensare a te mentre tu pensi all’intero mondo- In un attimo annullò la distanza tra noi, era il nostro secondo bacio, diverso dal primo, adesso eravamo soli e gli unici rumori intorno a noi erano i nostri respiri e i battiti dei nostri cuori, ero a casa, ero felice, sentì sciogliersi qualcosa nel mio petto, era il mio rifugio felice.
Le mie mani corsero inevitabilmente alla sua vita mentre le sue si allacciarono ai miei capelli, era una sensazione meravigliosa ed era questo il nostro primo bacio. Improvvisamente fui colto da una sensazione di ansia, avevo ceduto, ancora, piano mi staccai da lui continuando a fissarlo negli occhi, lui si bloccò.
-Magnus ti prego, così non fai altro che confondermi ancora di più, lasciami andare- osservai i suoi occhi rabbuiarsi e le sue labbra deformarsi in un ghigno di disapprovazione.
- Alexander sento quello che provi, lo vedo nei tuoi occhi, nei tuoi tocchi, nei tuoi baci, perché vuoi allontanarti da me? - carte in tavola non potevo più nascondermi, avrei dovuto ferirlo per allontanarlo e così feci.
- Magnus il nostro bacio è stato un errore, avrei dovuto sposare Lydia- Ottenni ciò che volevo ma non potevo immaginare che quelle parole avrebbero ferito anche me, solo pensare di non poterlo più toccare o baciare mi generava dolore e quasi volendo placare quella sensazione, tentai di toccare Magnus ma lui si ritrasse.
-Non sei serio, so che non volevi sposarla, puoi avere dubbi su di me ma non su quella scelta- Aveva ragione, lo sapevo ma optai per il silenzio e lui continuò.
- Non obbligo la mia presenza a nessuno, se non mi vuoi vado via- si fermò un secondo fissando ancora i suoi occhi nei miei, speravo non leggesse la menzogna che gli stavo raccontando ma io potevo leggere delusione, insicurezza… Paura, voleva che lo fermassi, mi stava chiedendo di farlo ma io non lo feci.
-Addio Alec- così dicendo mi lasciò un lieve e casto bacio sulla guancia, per poi voltarsi e sparire nella penombra dei corridoi dell’Istituto.
Cosa avevo fatto? Mi portai le mani alla testa e mi inginocchiai, ero distrutto e stanco di soffrire.
POV MAGNUS
 
Non posso credere di esserci ricaduto, dopo più di 130 anni ero stato rifiutato e i miei sentimenti calpestati ma stavolta era diverso sapevo di non poter convivere con la decisione che Alexander stava prendendo per me, ero stanco e amareggiato. Niente più giochi ma solo dolore e delusione, uscito dall’Istituto aprì velocemente un portale, avvertivo la necessità di parlare con qualcuno che mi conoscesse e avesse la capacità di allontanarmi dai miei sentimenti per Alec e probabilmente fu quello un errore.
Mi ritrovai nella stessa stanza piena di libri in cui ero stato quel pomeriggio con gli Shadowhunters, notai nella penombra un movimento e prima che me ne potessi rendere conto ero faccia a faccia con la persona che stavo cercando.
- Buonasera Camille- riuscì a dire, la vampira se ne stava davanti a me, indossando solo della biancheria intima ed una leggera vestaglia bianca sicuramente di seta, era bellissima, chiunque lo avrebbe pensato nel vederla così ed anche io lo pensai.
- Tesoro come mai questa visita notturna, già ti mancavo? - scandì ogni parola in maniera languida, accompagnando ogni suono con un lento movimento del corpo verso di me.
-Come hai potuto dire quelle cose davanti ad Alexander dopo tutto quello che c’è stato tra noi, penso di meritare da te il minimo del rispetto, che puoi riservare al tuo prossimo- sbottai, ero arrabbiato era evidente.
-Amore mio- iniziò
-Non chiamarmi così- la bloccai
-Va bene, tesoro- ricominciò -tutto quello che volevo era farti rendere conto che non puoi amare un mortale ma soprattutto non uno Shadowhunter-
- E perché di grazia- chiesi.
- Perché sei mio, ovvio- così dicendo mi baciò.
Quel bacio non aveva nulla a che fare con quello che mi ero scambiato con Alec poche ore prima, era come un ricordo lontano che riprende forma davanti ai tuoi occhi e tu non puoi fare altro che assecondarlo perché è un ricordo di un momento felice.
Con violenza Camille mi afferrò per i fianchi mentre approfondiva il nostro bacio, io mi sentivo totalmente inerme, non avevo più la forza di fare o disfare nulla e mi lasciai trascinare nella sua camera, mi lasciai spogliare, mi lasciai baciare e lasciai che mi facesse suo.
Ero in un vortice senza controllo ed io non avevo la forza di fermare gli eventi, volevo solo sentirmi amato quella notte ma quando riaprì gli occhi il giorno dopo conclusi che quello non era amore.


Ecco il primo capitolo, spero vi sia piaciuto, premetto di non essere una scrittrice ma amo questa coppia ed è giusto provare a dare alla loro storia ,in attesa della prossima stagione (attesa troppo lunga a mio parere), una continuità avvalendomi anche dei vostri suggerimenti, attendo con ansia le vostre opinioni su questo capitolo. Grazie.
  
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