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Autore: Cinzia N Spurce    01/05/2016    2 recensioni
[Oneshot | 885 parole | Angst | Lydia!centric ]
Lydia e la morte di Allison.
Tratto dal testo:
Chi è Lydia Martin senza Allison Argent?
La metà di un intero, ti rispondi senza neanche riflettere.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lydia Martin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Teen Wolf, Lydia Martin, «Sopravvissi, non so come, alla notte» E. Dickinson.
Titolo: La colpa dei sopravvissuti.
Autore: Cinzia N. Spurce.
Fandom: Teen Wolf.
Wordcount: 885.
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Missing moments.
Note dell’autore: Questa mini mini oneshot è stata scritta per l’iniziativa Piscina di prompt attiva su Live Journal e con vari fandom. Che dire, Teen Wolf mi ha messo di buon umore e mi ha ridato la voglia di scrivere perciò, tenetevela. È ambientata dopo la 3B, c’è quindi tanto angst con Lydia che non ha più Allison al proprio fianco. Ci rivediamo giù per qualche delucidazione sulla storia.


 

 

La colpa dei sopravvissuti

 

 

«Sopravvissi, non so come, alla notte».
E. Dickinson

 
Distrutta.
Ecco come ti senti, ferma su quell’auto mentre tua madre ti fissa preoccupata, dietro le sue iridi chiare, dietro la sua ansia da persona che non capisce come possa essere successo, solo qualche notte prima, una simile disgrazia.
«Se non te la senti puoi sempre...» ma la tua peggiore disgrazia è sempre stata quella di essere fottutamente razionale e sai che dovrai parlarne, sai che dovrai aprire quella porta e sviscerare ogni più intima e dolorante emozione per poter poi andare avanti, anche per lei, soprattutto per lei, ma non sei ancora pronta ad affrontare quel mostro fatto di parole e compromessi con te stessa, con il destino, con il maledetto mondo che sembra avercela con voi e che sembra aver deciso che – no! – non avrete pace, forse nemmeno negli anni a venire, perché dolori di quel calibro te li porti dietro fino alla tomba e, cazzo, tu sentirai le morti di tutti loro e per un attimo ti affascina il pensiero di mettere a tacere la tua voce prima che i loro nomi seguano quelli di Allison e Aiden, perché tremi al pensiero di sentire rimbombare nelle orecchie, e di riflesso nella voce, i nomi di Stiles, il tuo caro Stiles, o di Scott o di Derek; e con rammarico realizzi che quella notte ha cambiato tanto le vostre vite da decimarvi, oltre che nello spirito anche nel branco.
«Devo farlo, ho solo bisogno di...» e ti si mozza il fiato in gola. È un attimo e scopri quella terrificante sensazione della mancanza d’ossigeno nei polmoni, il tremore alle mani. Pensi di morire, pensi di non farcela, pensi che quella è la volta buona, andrai via e magari rivedrai Allison, la tua Allison, a cui non hai potuto dire ciao, perché una Kitsune oscura ha deciso di portarti via prima che potessi anche solo guardarla negli occhi un’ultima volta.

Cristo! Il pensiero di non averle detto addio ti lacera fino dentro a ogni più piccola fibra del tuo essere e non c’è nessuno a bloccarti gli attacchi di panico, a toglierti il respiro per fartelo tornare regolare, perché chi si preoccupava per te adesso o è morto o sta messo peggio.
Sta davvero succedendo questo a noi?
Pensi in maniera ossessiva mentre stringi le mani sulla tua borsa firmata, chiudi gli occhi, li serri tanto da farti quasi male e con la bocca cerchi di immagazzinare aria.

Ma come cazzo si torna a respirare?
Il respiro te l’hanno tolto quando hanno ucciso la tua migliore amica, così in fretta da non darti il tempo di realizzarlo, perché quando quel nome lo hai urlato non ti eri nemmeno fermata a pensare che fosse proprio il suo quello che stavi buttando fuori. Pensavi di dover dire addio al tuo piccolo Stiles, così fragile in quel momento e così testardamente coraggioso da venire da te nonostante non si reggesse in piedi, invece quando credevi di urlare il suo nome hai urlato quello di Allison, sconvolgendo te stessa, morendo un po’ con lei.
Quando riapri gli occhi senti tua madre chiamarti preoccupata mentre tra le mani stringe il cellulare pronta a telefonare al 911, non si è ancora abituata agli attacchi di panico, agli incubi, ai silenzi oppressivi da fine del mondo, da devastanti sensi di colpa e morti inflitte a voi a tradimento, perché cittadini e, vostro malgrado, guardiani di una cittadina che vi sta togliendo tutto senza darvi in cambio nulla, nemmeno gli addii.
Le sorridi senza espressione, con quegli occhi vuoti, e cerchi di tranquillizzarla, di dirle che va tutto bene, ormai il male è passato e solo tu e il branco sapete come quel dolore non andrà più via, mai, nemmeno tra un milione di anni, perché la logica dei lupi vi è entrata dentro e perdere un membro del branco è come perdere un arto e tu hai perso quella parte di cuore che era la solarità, la bellezza, la forza del vento e della vita.

Chi è Lydia Martin senza Allison Argent?
La metà di un intero
, ti rispondi senza neanche riflettere.
Sbatti lo sportello della macchina e entri in quello studio che ha il sapore degli addii non voluti, falsi e detti in ritardo. Sa di malinconia e lacrime, ha l’odore stantio della tristezza, con quel filo pungente di dolore e così forte il soffocante senso della perdita.
Ti siedi sul divanetto di pelle, che tanto ti accoglierà nei prossimi giorni e credi fermamente che non lo mollerai tanto presto, perché davvero pensi di sopravvivere a Beacon Hills senza andare in terapia?
Il terapista si avvicina, si siede di fronte a te, prende la cartellina in mano, ma sai che non crede al fatto che stavolta parlerai, perché al contrario del sarcasmo di Stiles o della brutale onestà di Scott tu hai deciso di affrontare il tuo lutto chiudendoti in un ostinato silenzio.
Ti guarda e valuta su cosa concentrarsi oggi per costringerti ad affrontare questo lutto e allora tu lo stupisci, senza dargli il tempo di formulare un pensiero sganci la bomba.
«Siamo dei sopravvissuti, noi! Non so come, non so perché, ma noi siamo sopravvissuti, è questa la nostra colpa».
E taci, perché dirlo è già tanto per te, dirlo e conviverci sarà una punizione più che crudele per te.



Dunque, eccomi qui, di nuovo nel fandom, con una mini oneshot su Lydia e la perdita di Allison. Andiamo con ordine, è vero che è ambientato dopo la 3B, ma non si è ancora arrivati alla quarta stagione, siamo in un momento in cui Chris e Isaac se ne sono gia andati e loro restano lì ad affrontare il lutto. Nonostante la storia inventata ad arte da Chris, i nostri genitori decidono di mandarli da uno psicologo, licenza poetica, e niente, Stiles affronta il tutto con il sarcasmo, Scott con la brutale onestà, nei limiti del soprannaturalmente comunicabile e Lydia invece non parla, non si sfoga, questa è la prima volta che sputa fuori cosa pensa e il tutto si traduce nel senso di colpa tipico dei sopravvissuti. Probabilmente sono andata leggermente OOC, ma suppongo sia giustificato dal fatto che mi sono concentrata sul lutto, cosa che il caro Jeff non ci ha fatto vedere. Basta così, a presto, spero vi piaccia. Cinzia N. ^^
   
 
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