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Autore: Geani    01/05/2016    3 recensioni
"-Hey, come ti senti?- chiese Elisa sporgendo la testa bruna oltre la soglia, Amelia stava riposando nel letto ancora debilitata ma con un aspetto già più sano, o almeno più sereno.
-Come una non malata terminale.- le rispose sorridendomi di rimando, anche il suo sorriso si era fatto più luminoso."
Storia scritta per la Sfida a quattro mani del gruppo Facebook EFP Famiglia con l'aiuto di Blyth per il punto di vista di Elisa.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorelle Ritrovate 

IV
 

-Ho paura di fare brutta figura, non mi ha mai vista fuori dall'ospedale.-
Amelia si guardo’ allo specchio, sospirando poco convinta. I jean attillati abbinati a un top rosa pallido e una giacca in pelle nera, il tutto completato con stivaletti dotati di un tacco alquanto alto. Era sempre stata cosi’, un po’ ambigua, ondeggiando tra colori caldi e accessori presi in prestito dalla cultura underground. In effetti anche la musica che ascoltava era un mix, poteva passare da sinfonie per pianoforte a band di rock alternativo. Quel continuo contrasto si rispecchiava in lei con estrema evidenza nell'apparenza esteriore.
-Vedrai che andrà alla grande, sei bellissima, non riuscirà a staccarti gli occhi di dosso.- La sua ritrovata sorella riusciva sempre a farla sentire meglio nell'ultimo periodo. Cercavano di costruire qualcosa che non c’era mai stato e, per quanto strano, non risultava per nulla difficile.
-Lo spero, io voglio che funzioni... O almeno che inizi.- Confesso’ Amelia, pettinandosi i lunghi capelli, attorcigliando le punte sulla spazzola per delineare meglio quei boccoli che si formavano naturalmente. In effetti si era sempre trovata discretamente carina, ma mai aveva pensato di risultarlo anche agli occhi d’altri.
-Ma lui é già cotto di te.- Elisa le diede un pugnetto leggero sulla spalla.
-Hey!- Rise cercando di restare in equilibrio. -Tu credi? Dopo avermi vista mezza aperta su un tavolo non so quanto possa essere vero...- Non era sicura di se’, per nulla, si sentiva in soggezione al solo sentire il nome di Marco. Cosa avrebbe mai potuto vedere in lei oltre a fiale di sangue e medicine?
-Vuol dire che ha visto il tuo fascino interiore.- Le fece l'occhiolino la sorella, riportandole un po’ di serenita’.
-Ho un intestino simpaticissimo.- Esclamo’ divertita, prendendo la borsetta e uscendo di casa di seguito ad Elisa. Teoricamente lui le avrebbe dovute aspettare all’angolo.
- Vedi? Sei già a cavallo!-
-Sai benissimo cosa e chi mi piacerebbe cavalcare.- Trattenne una risata. Non poteva negarlo, piu’ volte si era ritrovata a formulare pensieri poco casti su di lui. Dopo anni a vederlo ogni giorno, si era di colpo ritrovata a non vederlo quasi piu’. Quella era la seconda volta dopo la dimissione, la prima era stata per un controllo.
-Ahh allora non sei la santarellina che sembri! Sei degna di essere la mia gemella!- L'abbracciò l’altra, fermandosi al punto designato per l’incontro.
-Non sai che fatica fingere di essere un'innocente pura e casta!- Ammise divertita, in effetti non si era mai permessa battute o azioni fuori luogo durante la permanenza in ospedale ma le era stato difficile, a suo tempo aveva avuto un ragazzo che amava. Si erano lasciati proprio perche’ dopo il diploma lui voleva partire e lei non poteva.
-É un arduo compito ma qualcuna di noi due deve fare la gemella buona... e io ho troppi tatuaggi per farlo.- Le ricordo’ con un sorriso. Li aveva notati e si era chiesta il loro significato, ma aveva sempre trovato scortese il chiederlo. Sperava che, col tempo, si aprisse da sola.
-In effetti é un po' strano che ti abbiano fatto fare la donatrice con tutto quell'inchiostro addosso.- Rispose solamente, appoggiandosi al muro di un palazzo.
-Sono tutti vecchi, l'ultimo é di due anni fa. Ora sto lavorando ad uno da fare alla caviglia, magari le nostre iniziali.-
-Potremmo farlo insieme, ti piacerebbe?- Aveva sempre desiderato un tatuaggio, ma la sua condizione non le aveva permesso di rischiare qualcosa del genere. Ora che tutto era finito avrebbe anche potuto visitare uno studio. L’idea le piaceva sempre di piu’.
-Chi vuole cavalcare chi?- Sbuco’ fuori da un vicolo Marco, dimostrando di aver ascoltando gran parte della conversazione. -E chi vuole tatuarsi cosa?- Alle sue domande Amelia arrossi’ di colpo, era stata proprio colta in flagrante.
- Adoratissimo! Hai capito male si parlava di tatuarsi una frase di Cavalvanti, sai il poeta amico di Dante?- Le venne in soccorso la sorella, per quanto strano potesse essere il chiamarla cosi’.
-Perché dovreste tatuarvi della poesia addosso?-
-Perché é...- Elisa Guardò Amelia in cerca di aiuto.
-Perché rispecchia un po' la nostra storia.- Fece spallucce lei, tranquilla. Era sempre riuscita a mantenere la calma in situazioni tese. Le guance rosse non avrebbero piu’ potuto tradirla, dopo un primo momento riusciva sempre a riprendere pieno controllo di se stessa.
-Hm, in ogni caso, possiamo andare?- Domandò lui, sistemandosi i polsini della camicia.
-Mi sembra un ottima idea, qui fuori si gela!- Esclamo’ Elisa, stringendosi le braccia intorno al corpo come a sottolineare la propria impressione.
-Quindi bar?- Chiese lui.
-O discoteca?- Ribatté Amelia quasi subito. Per i suoi piani di seduzione sarebbe stato piu’ appropriato.
- Disco pub e facciamo felici tutti?- Ridacchio’ Elisa, intuendo i suoi pensieri.
-Esistono ancora?- Aggrotto’ la fronte Amelia, non ne sentiva nominare uno da anni. Forse l’ultima volta da quelli che aveva sempre creduto i propri nonni.
-A me va benissimo.- Rispose lui. -Ne conosci uno nelle vicinanze? Non esco molto dall'ospedale.-
Amelia sorrise, non le dispiaceva vedere un posto nuovo, qualcosa che non era piu’ solito vedere in giro. Si lascio’ guidare da quella che era sua sorella nonche’ la sua salvatrice.
Solitamente non parlava dei propri problemi con altri, era sempre stata quella che consigliava gli altri senza chiedere nulla, nemmeno una parola. Anche quando era stata malata aveva risolto diversi problemi per gli altri. Nonostante cio’ Elisa si era subito dimostrata incline a capirla senza bisogno di parole. Non avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza per quella fortuna.
Cammino’ per tutto il tempo fra lei e Marco, cercando di tenere viva una discussione senza cadere nell’imbarazzante. Lui aveva posto molte domande, sul come avessero fronteggiato la situazione, su come i genitori avevano spiegato l’abbandono di una delle due. Non si era mostrato molto entusiasta pero’ non aveva nemmeno commentato. Era stato comprensivo, cosa che le aveva fatto capire ancora di piu’ quanto, quella sera, avrebbe voluto riuscire a togliergli dalla mente la sua parte malata. Non voleva essere piu’ cosi’ nei suoi occhi.
Il locale era strano, l’entrata aveva un che di retro’. Si guardo’ attorno curiosa di vedersi immersa in un’epoca un po’ diversa dalla sua. Aveva studiato molto le varie influenze di quei anni, ma non era mai riuscita a capire a fondo cosa ci fosse di cosi’ bello. Quella sera, pero’, scopri’ qualcosa di nuovo; non si sentiva nemmeno fuori posto. Uscire con la sorella ritrovata e con il possibile ragazzo le dava una carica energetica non da poco. 
 
♦♦♦
 
Uscire tutti e tre assieme si era rivelata una scelta vincente, nonostante si fossero conosciuti in una situazione piuttosto anti convenzionale erano riusciti a legare subito. Amelia e Marco si conoscevano da più tempo ma riuscivano a non farla sentire a disagio, sua sorella con il passare dei giorni diventava sempre più spensierata e lui si era dimostrato una ragazzo gentile e simpatico. E poi era bello vederli assieme mentre chiacchieravano al bar, gli occhi di lui brillavano più di quanto Amelia si fosse accorta, sperò vivamente di trovare un ragazzo in grado di guardarla allo stesso modo mentre la trascinava in mezzo alla pista da ballo lasciando il poveretto al bancone da solo a curare i cocktail. Il mese prima non avrebbe mai immaginato che si sarebbe ritrovata a ballare in un locale retrò con sua sorella sulle note di una canzone degli anni 80', ma il sorriso le si allargava ancora di più al pensiero che non sarebbe più stata sola. Stare da sola era qualcosa che le aveva sempre messo ansia spingendola a cercare sempre qualcosa da fare ma ora avrebbe avuto Amelia al suo fianco e nel cuore. Aveva pensato che le ci sarebbe voluto un bel po' per abituarsi alla nuova situazione ed invece ad appena un mese dal loro incontro si ritrovavano ad improvvisare passi di boogie in mezzo ad una pista da ballo.

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Eccoci alla fine della storia. Speriamo che sia piaciuta, un parere ci farebbe poi molto piacere dato che per entrambe e' stato un esperiemento. Passate anche da Bltyh, sono certa che un'occhiata la merita. 
Le sorelle possono essere diverse, delle sconosciute, ma ci sara' sempre un qualcosa che le lega, oltre che allo stesso sangue. 
A presto, spero! 

 

 
   
 
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