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Autore: AmorJortini    01/05/2016    4 recensioni
Martina Stoessel, giovane donna, si trasferisce a Londra per cambiare vita, con suo figlio e la sua migliore amica. Qui non sa che si imbatte nel suo destino, destino che già qualcuno ne era a conoscenza. ❤ Non ci credo. Incontro di nuovo quegl'occhi, quegl'occhi verdi smeraldo. È cambiato tantissimo, un'accentuata barba gli accarezza il viso. I fogli che ho in mano cadono rovinosamente a terra. I miei occhi si riempono di lacrime, mentre lui lentamente scosta il cellulare dall'orecchio. ❤
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Lodovica Comello, Nuovo personaggio, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Amare è una scelta di vita, e io ho scelto di vivere te."


<< Martina, glielo devi dire.. >> mi ammonisce Lodovica. << Non posso, mi lascerebbe, di nuovo.. >>, << Lui non ti ha dimenticato, ti ama ancora! >> esclama sicura. << No, lui si è rifatto una vita ed io sto facendo la mia.. >>


*INIZIO FLASHBACK: [tre anni fa..]:
<< Jorge.. >> lo chiamo. << Amore, non rendere le cose così complicate. Io non ti dimenticherò, ti prometto che non scollerò il tuo nome dal mio cuore, sei e sarai sempre il centro del mio universo..ma io ora devo andare, mi hanno offerto un ottimo lavoro, non posso rifiutare.. >> mi accarezza delicatamente il viso. Io do vita ad un pianto liberatorio. << Voglio venire con te.. >> mi impunto. << No.. >> risponde abbracciandomi. Io sciolgo la stretta. << Perché? >>, << Non avrò mai tempo per te, ti rovineresti la vita. Io voglio solo che tu sia felice e così.. >> lo interrompo, << Se vorresti la mia felicità, mi permetteresti di accompagnarti in questa nuova vita.. >>, << Ti amo Tini.. >> dice all'improvviso. << Anche io Jorge, mi mancherai.. >> singhiozzo rumorosamente. Solleva le sue valigie e si dirige in auto verso l'aeroporto. L'avrei perso per sempre..
FINE FLASHBACK


<< Martina, cazzo, deve sapere che ha un figlio! >>, << Non sappiamo se è suo.. >> mento, << Non dire cazzate, è suo, è Jorge il padre! >> indica il piccolo bambinetto. Si chiama Federico, ha 3 anni e so che è il figlio di Jorge. Il tempo combacia. << Sono già passati tre anni, lui.. >>, << Lui niente, glielo devi dire, tenerglielo nascosto ti porterà rimorso per tutta la vita.. >>


Sono le 7:00 di mattina, oggi io e Lodovica partiremo per Londra. Cercherò lavoro, per ora sono disoccupata, devo mantenere mio figlio, e così non riesco, in Argentina c'è crisi economica.. Jorge? Jorge partì per Manchester, non lo rivedrò più.. Tenergli un figlio nascosto è duro, se lo verrebbe a sapere non mi perdonerebbe mai. Ma infondo lui si sarà rifatto una vita, avrà incontrato una donna che lo possa amare, forse più di me, e magari, che so, avrà già dei figli.. << Mamma? >> mi chiama Federico. << Dimmi amore.. >> mi abbasso alla sua altezza. << Dove andiamo? >>, << Un po' lontanino.. >> dico già immaginandomi un vita lontana da Buenos Aires, dalla mia famiglia. La mia famiglia.. quando glielo dissi erano furiosi, tutto successe circa due anni fa..


*INIZIO FLASHBACK
<< Martina, tu.. >> mi indica mia madre Mariana. << Si, mamma, sono incinta.. >> affermo piangendo, toccandomi il pancione. << Dio Santo.. >> barcolla, così mio padre la fa sedere sul divano. << Non ce l'hai mai detto! >> mi rimprovera Alejandro, mio padre. << Perdonatemi.. >> dico sedendomi sul divano e mettendomi le mani tra i capelli. << Che irresponsabile! >> predica sempre lui. << Chi è il padre? >> chiede mia madre. << N-non lo so.. >> rispondo. << MARTINA, CAZZO, CHI È IL PADRE? >> urla lei. << È Jorge.. >> si risponde da sola. << Non gliel'hai detto..lui è partito e tu non gl'hai detto niente! >> continua. << Avevo paura, volevo che realizzasse i suoi sogni, mamma..lui ha già sofferto troppo, non sarebbe partito solo per restarmi accanto, avrebbe sprecato le sue ottime opportunità.. >> singhiozzo. << Glielo dovrai dire.. >> mi 'impone'. << Non posso.. >>, << MARTINA, DIGLIELO O NON ENTRERAI PIÙ IN QUESTA CASA! >> grida lei. Io mi alzo di scatto e mi avvicino alla porta. << No, scusa.. >> prova a giustificarsi lei. << SCUSA IL CAZZO. VOI NON SAPETE QUANTO SIA DIFFICILE PER ME. Voi alla fine vi siete sempre amati, non avete avuto ostacoli, io invece si. Vorrei..vorrei poterglielo dire e ricominciare da capo, ma lui si sta facendo una propria vita, non ha più bisogno né di me, né del bambino.. >> dico toccandomi la pancia. << Mi dovreste stare accanto in questo momento, invece mi giudicate, mi urlate contro, non me lo merito.. >> esco di casa, afflitta e singhiozzante.
FINE FLASHBACK*


<< Si sta facendo tardi, vai a prendere le scarpine.. >> gli dico, lui corre nello stanzino e le prende. Le valigie sono pronte, è tutto pronto per ricominciare. Mi suona il telefono: "Pronto? Lodo.." rispondo. "Martina? Allora?" chiede triste. "Parto.." - "Vai a Manchester?" domanda. "No, non vado da Jorge.." rispondo. "Ah..ti accompagno.." - "No Lodo, non serve..tu hai Diego qui e.." inizio, ma lei mi interrompe bruscamente. "..e niente, Diego capirà..io voglio venire con te.." insiste, "va bene, ti aspetto all'aeroporto.." - "ci vediamo dopo.."


Io e Federico siamo all'aeroporto, stiamo aspettando Lodovica. << Mamma, quando partiamo? >> mi chiede. << Aspettiamo Lodovica.. >>, << Verrà anche zia Lodo? >> lui la chiama così, rido << Si, verrà anche lei.. >>. Lui non mi ha mai chiesto di suo padre. All'asilo vede un sacco di padri che vanno a ritirare i propri figli, così alcune volte mi chiede << Chi sono quei signori? E le loro mamme? >> e lì mi sento male, veramente male..
<< Martina? Andiamo? >> mi chiama Lodo. << Si, andiamo.. >> dico prendendo mio figlio e la valigia. << A che pensavi prima? >> mi chiede lei una volta sull'aereo. << A mio figlio.. >> rispondo. Lei mi guarda, so che non ci crede, ma comunque non replica. Partiamo..


<< Che viaggio lungo e faticoso.. >> dico camminando per le strade affollate di Londra. << Con Diego? >> le chiedo. << Ha capito.. >> risponde. << Ha capito che dovevo venire con te.. >> aggiunge. << Grazie.. >> sorrido.


Arriviamo al nostro appartamento. Piccolo, ma luminoso. Ci sono due camere da letto, una per me e una per Lodo. Inizialmente erano una per me e l'altra per Federico, ma è meglio così..ho bisogno di un'amica al mio fianco.. << Quindi oggi andrai a cercare lavoro? >> mi chiede. Lo dice come se dovessi andare di porta in porta a chiedere se hanno bisogno di una domestica.. << Si, alle 10:30 ho l'appuntamento con l'agenzia.. >> rispondo. << Io e te andremo a fare un bel giretto.. >> dice Lodovica a mio figlio. Di lei mi fido ciecamente. << Bene, io mi vado a cambiare.. >> dico. Raggiungo il bagno e mi faccio una doccia veloce. Dopo mi cambio, ovviamente con un leggins e una maglietta bianca non sono presentabile. Mi metto un paio di jeans blu scuri, una camicetta leggera bianca e un paio di décolleté del medesimo colore. Sicuramente mi troveranno un'occupazione in ufficio, o come segretaria.. << Come sto? >> domando uscendo dalla camera. << Sei fantastica..allora, ci vediamo dopo.. >> mi informa l'italiana. Federico mi corre incontro. << Ciao mammina >> mi chino, poi lui mi dà un piccolo bacio sulla guancia. << Fai il bravo! >> gli urlo da lontano. Prendo un grande respiro ed esco dalla porta.


 Sono in agenzia, una donna mi media età mi si presenta davanti. << Buongiorno, lei è la signorina Stoessel, giusto? >> mi chiede sedendosi sulla sedia blu girevole. << Esatto >> annuisco. << Ha un diploma? Una laurea? >> domanda. << Si, ho il diploma in ragioneria.. >> rispondo porgendogli il foglio. << Perfetto..mmh, ecco..avremmo una sistemazione come segretaria negli uffici della 'Gold', la conosce? >>, << No, è la prima volta che vengo a Londra.. >> rispondo. << È una delle società più grandi della cittá, sarà la commessa di uno dei capi-reparto.. >> mi avvisa. << Le do dei moduli che dovrà compilare.. >> me li porge, io li riempio con nome, cognome, firma.. << Ecco, ho fatto.. >>, << Bene..domani mattina si dovrà presentare a questo indirizzo, è facile da trovare poiché è il palazzo più alto del centro.. >>, << Grazie mille.. >> rispondo. Esco dall'ufficio e torno a casa.


ORE 19:00
<< Ciaoooo >> entra dalla porta Lodo, mano nella mano con Federico. << Ciao, vi siete divertiti? >> chiedo sorridente andandogli incontro. << Si, la zia Lodo mi ha comprato il gelato alla fragola.. >> risponde mio figlio. << Vai a metterti il pigiamino.. >> gli dico, lui corre nella nostra camera. << Te? >> mi domanda la mia migliore amica appendendo il cappotto all'attaccapanni. << Ho trovato lavoro! >> esclamo. << Ah, che bello! Dove? >>, << Come segretaria in una società londinese, 'Gold' mi sembra si chiami.. >> rispondo. Vedo Lodovica sbiancare. << Lodo,  stai bene? >> le chiedo preoccupata. << S-Si, vado a farmi u-una doccia.. >> si dirige verso il bagno. Cosa gli è preso?


LA MATTINA DOPO
Stiamo facendo colazione, oggi sarà la mia prima giornata di lavoro. Controllo l'orario sul cellulare, le 7:30. << Devo scappare, a dopo.. >> li saluto correndo fuori. Scesa giù, chiamo un taxi. Arriva, salgo sull'auto e gli porgo un foglietto con l'indirizzo. << Siamo arrivati.. >> pago l'autista e scendo. Un grandissimo palazzo vetrato mi si presenta. È bellissimo, avrà come minimo venti piani! Entro dentro, dirigendomi verso il banco delle informazioni (?) << Buongiorno, sono una nuova commessa, Martina Stoessel, vorrei sapere a che piano e ufficio lavoro.. >> le chiedo. << Certamente, aspetti.. >> risponde cercando il mio nome sul computer. << Ecco..piano 7, ufficio 24 >>, << Grazie.. >> subito mi interrompe. << Aspetti! >> mi volto di nuovo verso di lei << Scusi, non vorrei essere sgarbata..in quell'ufficio vanno recapitati questi documenti, può portarli? >>, << Certo, è questo il mio lavoro.. >> le sorrido per poi salire utilizzando l'ascensore con dieci chili di carta in mano. Arrivo al settimo piano, cammino lungo l'infinito corridoio, per poi arrivare davanti all'ufficio. Prendo un grosso respiro e busso. << Avanti! >> urla una donna. Apro e vedo un grande ufficio. C'è una donna che sta mettendo apposto degli scaffali, mentre un uomo di spalle sta parlando al cellulare. Entrambi sentono i miei tacchi ticchettare sul pavimento, così si girano. Non ci credo. Incontro di nuovo quegl'occhi, quegl'occhi verdi smeraldo. È cambiato tantissimo, un'accentuata barba gli accarezza il viso. I fogli che ho in mano cadono rovinosamente a terra. I miei occhi si riempono di lacrime, mentre lui lentamente scosta il cellulare dall'orecchio. La donna ci guarda confusa, per poi correre a raccogliere i documenti. << M-Martina.. >> la sua voce, più mascolina. Non resisto e scappo dall'ufficio. Cosa ci faceva lì? Lui non era a Manchester? Non pensavo mi facesse così male rivederlo.. Cammino e per sbaglio urto un uomo nel corridoio. << Signorina, sta bene? >> mi chiede cordialmente. Non gli rispondo, lo sorpasso ed esco dal palazzo.


Entro in casa piangendo, sbatto la porta. << Tini, perché stai così? Cos'è successo? >> non rispondo. << Vieni, siediti.. >> mi invita sul divano. << L'hai visto, vero? >> mi chiede. Ma lei come faceva a saperlo? Nessuno se lo sarebbe potuto immaginare.. << Tu come..? >>, << Io sapevo tutto, Martina.. >> mi alzo nervosa. << Lodovica, tu sapevi tutto e non mi hai impedito di incontrarlo, anche se sapevi mi avrebbe ucciso? >> urlo arrabbiata. << Mi dispiace.. >> << NO! Non ti dispiace, se no mi avresti detto tutto, pensavo fossimo amiche.. >> i suoi occhi si inumidiscono, << P-Pensavi..? >>, << SI, PENSAVO.. >> grido. << ..sapevi anche che lui non andava a Manchester ma a Londra? >> annuisce, << Jorge ha chiesto a Diego di non dirlo a nessuno, almeno, non a te, sapeva saresti andata a cercarlo..poi Diego l'ha detto a me, l'ho fatto solo per il tuo bene.. >> si giustifica. << Mi hai tradito.. >>, << NO, non l'ho fatto! >> alza di poco la voce, << ..e non gridare, non sei nella posizione per farlo.. >> la rimprovero. << Sai Martina, avevo ragione..si, io avevo pienamente ragione..sapevo che se lo avresti ri-incontrato, avresti reagito così, ti conosco.. >>, << Non capisco.. >> i suoi occhi si infuocano, << Perché dare la colpa alla migliore amica è più facile che affrontare la realtà..ormai sono tre anni che ti dico di dirgli tutto, ma il tuo problema è che, ora che lo hai rivisto, non hai le palle per dirgli tutto, che ha un figlio e che lo ami ancora.. >> termina. << Non mi merito quello che mi stai dicendo.. >> altre lacrime rigano le mie guance. Lei accenna un sorriso amaro, carico di dolore. Esce di casa.


"Lodovica è il quarto messaggio che ti lascio, per favore, rispondimi.. >> lascio un messaggio in segreteria. Dopo la litigata non si è fatta più sentire.. Io non posso dire niente a Jorge, rovinerei tutto, più di quanto già lo è..


POV JORGE
L'ho rivista. Lì, sulla soglia della porta, addolorata alla mia vista, ingannata.. Continuo a fissare quel punto, dove era posizionata ore fa, seduto davanti alla mia scrivania.. << Jorge? >> mi richiama il mio collega nonché confidente d'amicizia. << Stamattina mi ha travolto una ragazza in lacrime, veniva proprio dal tuo ufficio..cosa le hai fatto? >> mi guarda sospettoso. << È la mia ex, Martina, tre anni fa l'ho 'abbandonata' in Argentina.. >> continuo a fissare la porta. << Capisco..che vuoi fare? >>, << La voglio trovare, Henry, e tu mi aiuterai.. >> affermo alzandomi e spostando lo sguardo su di lui. << Io cosa? Scordatelo.. >> ride. << Siamo o no amici? >> gli domando. << Si, Jorge, ma certe cose te le devi sbrigare da solo.. >> risponde. << Fanculo. >> esco dall'ufficio, per prima buttare a terra una cartellina dalla scrivania.


POV MARTINA
Sono le 2:00. Sento la porta aprirsi, mi alzo di scatto dal divano e vedo Lodovica entrare con il capo chino. << Lodovica! >> esclamo sollevata. Lei si avvicina a me. Ha gli occhi rossi e gonfi, ha pianto. Mi sento male. << Martina.. >> sospira. << Non dire niente.. >> dico io in buona fede. Lei mi accenna un sorriso, poi si dirige verso camera sua.


LA MATTINA DOPO
<< Lodo, mi sono decisa..hai ragione, io non ho il coraggio di dirgli del bambino, ma oggi tutto cambierà, basta bugie, basta inganni.. >> sono decisa, << Tini, sei sicura? Io non pensavo quelle cose veramente.. >>, << Che le pensassi sul serio o no, mi hai aperto gli occhi, oggi gli parlo.. >> le sorrido un po' spaventata. << Scusa..scusa per ieri.. >> dice ad un tratto. << Non scusarti, capisco che tu non me l'abbia detto per il mio bene, ma comunque dovevi dirmelo, ho sofferto molto per lui.. >>, << Allora..mi perdoni? >> chiede con gli occhi lucidi. << Certo che ti perdono! >> l'abbraccio. << Quindi oggi gli dirai tutto? >> chiede una volta sciolta la stretta. << S-si..infondo lui è il padre.. >> rispondo. << Vuoi che ti accompagno? >>, << No, grazie..questa volta ce la farò da sola.. >> sorrido.


POV JORGE
<< Ringraziami.. >> entra dalla porta Henry, mettendomi davanti dei fogli. << Ringraziarti per cosa? >> chiedo confuso. << So dove abita il tuo amoruccio.. >> ride. << Sul serio? >> mi alzo sbalordito. Guardo i fogli, c'è l'indirizzo-mail e la via dove abita. << Ma..come hai fatto? >> chiedo. << Sono andato da Elizabeth, gli ho chiesto i documenti della nuova assunta e.. >> lo interrompo << Ma come diavolo ho fatto a farmi battere da te? >>, << Senza di me sei perso.. >> ride << Fanculo.. >> rispondo sorridendo. << Jorge? >> mi richiama. Alzo lo sguardo verso di lui. << Che cazzo ci fai ancora qui? Vai, no? >>, << Non è così facile, non so che dirle..non ci vediamo da più di tre anni, e se avesse trovato un altro? >> chiedo preoccupato. << A lei piaci ancora, se no che piangeva a fare..ma se continui a stare qui, a farti domande su quello che pensa, non combinerai nulla.. >> risponde. << Si, ma se me ne vado mi licenziano.. >> dico sorridendo. << Aspetta l'orario di pausa e vai.. >>, << Okay, grazie.. >> ripeto. << ..e smettila di ringraziarmi! >> ora potevo farcela..


POV MARTINA
<< Tini, che ci fai ancora qua? >> mi chiede Lodovica con le mani sui fianchi. << Non mi sgridare ma..ho paura >>, << Di parlargli del bambino o di vederlo? >> domanda. << Di entrambi le cose.. >> rispondo. << Aspetta un po', rifletti e se te la senti vai, ma ricorda, è una cosa che prima o poi dovrai fare.. >> annuisco.

..4 ORE DOPO..

POV JORGE
<< Io vado.. >> do una pacca sulla spalla a Henry ed esco. << Buona fortuna! >> riesco a sentirgli urlare. Ed ecco che divento teso, assai preoccupato. Martina abita in via Einstein numero 6, modesto quartiere.. Mi ritrovo davanti all'appartamento, vedo il suo nome sul citofono, c'è anche quello di Lodovica.


POV MARTINA
<< Hai deciso? >> mi chiede Lodo. << Si, ho deciso! >> esclamo sicura. << E.. >>, << ..e gli voglio parlare.. >> sono spaventata. Prendo la giacca e apro la porta. Non so come, ma me lo ritrovo davanti. Credo che Lodo sia sbiancata, anche se io non riesco a togliere gli occhi di dosso da Jorge. << Martina.. >> sospira, lo lascio entrare. << Ciao.. >> saluta Lodovica, che si defila con un << Vi lascio soli.. >> . << Cosa ci fai qui? >> gli chiedo. << Volevo parlarti.. >> risponde. Sapevo che i miei occhi, alla sua vista, si sarebbero inumiditi. << Anch'io.. >> replico. << Quanto tempo.. >> dice guardando in aria, << Già, troppo tempo..c-cosa dovevi dirmi? >> chiedo per togliere l'aria d'imbarazzo che si stava diffondendo, << Quel giorno, nell'ufficio, non.. >> lo interrompo, << Non fa niente, è tutto okay.. >> guardo in basso. << Sei sicura? >>, << No.. >> non esito a rispondere. << Mamma? >> mi richiama Federico correndo verso di me. << Ah, Lodo, è tuo figlio? >> chiede all'italiana, che sorride nervosa. Davvero ha pensato fosse suo figlio? Ma non vede le sue labbra, che sono identiche alle proprie? << Si, è mio.. >> prova a difendermi lei, ma ho detto basta bugie.. << No, è il mio..Jorge, Federico è mio figlio.. >> diventa rosso dalla rabbia ed esce da casa mia. Inizio a piangere ma, decisa, lo seguo. << Jorge, aspetta! >> lo chiamo correndo giù per le scale. << Cazzo, ti vuoi fermare? >> gli afferro il braccio finito di scendere. << HAI UN FIGLIO? >> urla. << Ti prego, non gridare.. >>, << CHE CAZZO VUOI CHE ME NE FREGHI DEGL'ALTRI! >> continua a gridare. Io chiudo gl'occhi, il mio corpo viene pervaso dal dolore. << Lasciami spiegare.. >>, << CON CHI TE LA SEI FATTA PER TUTTO QUESTO TEMPO? >> non lo avevo mai visto così arrabbiato. Sbotto. << LASCIAMI PARLARE! IO CON NESSUNO, SEMMAI TU CON LA SEGRETARIA, EH? >, << CHE CAZZO C'ENTRA, ALMENO IO NON LA METTO INCINTA! >> allora è vero, se la fa con la sua segretaria. Schifo. Provo solo infinitamente schifo. << CHI È? >> chiede. << Chi è chi? >> non ho neanche più la forza di urlare. << IL PADRE, CAZZO, CHI È IL PADRE? >> continua. << Non lo so.. >> NO! Stavo ricominciando a mentirgli. << COSA SIGNIFICA 'NON LO SO'? >>, << Che non lo so! >> esclamo, bugie su bugie. << FANCULO, MARTINA! TU LO SAI! Ti conosco, so che stai mentendo.. >> in un secondo momento si calma. Piango a dirotto. << Cosa succede qui? >> scende una signora. << Niente, stia tranquilla.. >> le dico, lei risale le scale. << Allora? >>, << Non te ne frega un cazzo, okay? >> dico usando toni moderati. << È Damien, vero? >>, << Che cazzo pensi, che dopo tutto quello che è successo con lui gliel'abbia data senza ritegno? >> inizio a scaldarmi di nuovo. << LO VOGLIO SAPERE, ESIGO.. >> lo interrompo. << CAZZO, JORGE, SEI TU, SEI TU IL PADRE! >> non so come ho fatto a dirlo.. Il mio cuore, il mio corpo si sono liberati di un peso di tre anni, tre lunghissimi anni.. Io piango, lui mi guarda lì, con disprezzo. Si gira per andarsene, ma facendolo, tira un pugno forte alla porta, che gli reca abbastanza dolore, lo capisco dall'urlo che emana la sua bocca perfetta. È arrabbiato, ma lo capisco.. Apre il portone, schiacciando il pulsante, ed esce.


POV JORGE
Stronza. Cogliona. La odio. Infinitamente. Rientro in ufficio, per poi sollevare la sedia di peso e scaraventarla al muro. Ero fuori di senno. << JORGE? CHE CAZZO FAI? >> urla Henry entrando. << Sei ti vedono, sei fottuto.. >> mi rimprovera. << Aah.. >> sospira rassegnato andando ad alzare la sedia da terra e riposizionandola davanti alla scrivania. << Che succede? >> mi chiede. << È una stronza! >> urlo. << Calmati e dimmi perché stai così.. >>, << Ho un figlio.. >> a quelle parole sbianca. << CHE? >>, << Hai capito bene! >> urlo. << Quando è.. >> balbetta, << Tre anni fa.. >>, << Puttana, non ti ha detto un cazzo.. >> lo interrompo, << Hey, hey, modera i termini, è sempre la madre di mio figlio.. >>, << Scusa..e ora? >> si mette le mani in tasca, << Non so che fare, la odio, come ha potuto tenermelo nascosto, mi fa schifo, tremendamente schifo.. >> .. << La cosa più importante ora è che hai un figlio, sei padre Jorge.. >>, << Sei molto intelligente, Henry, sai? >> rispondo ironico. << Cazzone, non dicevo quello..devi recuperare il tempo perso con il bambino.. >>, << Non la voglio vedere.. >> affermo. << Non puoi evitarlo, è la madre, che ti piaccia oppure no.. >> Che. Casino.


POV MARTINA
<< L'ha scoperto? >> mi chiede Lodovica vedendomi entrare. << S-Si.. >>, << E ora? >> domanda preoccupata. << Non mi vorrà più vedere.. >>, << Sapevamo andasse a finire così.. >>, << Già.. >> rispondo, per poi cadere tra le sue braccia. Ero come spezzata in due.

..DOPO UNA SETTIMANA..

Jorge non si è fatto vedere per un'intera e lunga settimana.. Non vuole vedere suo figlio? Non vuole vedere..me? Presa dalla rabbia, decido di raggiungere il suo posto di lavoro.


POV JORGE
<< Dai, rilassati.. >> dice Isabel, la mia segretaria, togliendomi la giacca e avvicinandosi pericolosamente al mio viso. << Non posso più.. >> mi scanso da lei raccogliendo l'indumento << Che cazzo stai dicendo? >> chiede. << Ricordati che sei la mia segretaria.. >> la rimetto apposto immediatamente. << Cos'hai? Un'altra? >> domanda. << Lo sai che il nostro è solo sesso per piacere.. >> rido fregandomene delle sue parole. Si avvicina a me e mi tira uno schiaffo in pieno viso per poi uscire dall'ufficio. << Hai fatto bene.. >> mi dà una pacca sulla spalla Henry entrando dalla porta. Si sente bussare. Vado ad aprire e mi ritrovo davanti Martina. << Vi lascio.. >> dice Henry bevendo un caffè ed uscendo. << Cazzo fai qui? >> chiedo freddo lasciandola entrare. << Non te ne frega proprio niente.. >>


POV MARTINA
<< Di te no.. >> risponde avvicinandosi alla scrivania, con le mani in tasca. Coltellate nel petto, nello stomaco.. << Allora, cosa vuoi? >> domanda. << Tuo figlio, deve vederti.. >> stringe i pugni, rigirandosi verso di me. Ora noto il suo viso completamente rosso dalla rabbia. << Mio figlio? Non so nemmeno come si chiama mio figlio.. >> ride amaramente. << Lo sai, Federico, si chiama Federico.. >> mi guarda con infinito disprezzo, me lo merito << Porta il mio cognome? >> domanda, << Si.. >>, << E ora? >> chiedo. << Cosa? >> è confuso. << Tra di noi, non.. >> mi interrompe. << A me interessa solo di mio figlio.. >> una lacrima riga il mio viso, ma lui resta impassibile. << Da quanto lo sapevi? Da prima che io partissi, vero? >> la legge 'niente più bugie' rimbomba nella mia testa. Annuisco, lui diventa ancora più rosso. Trattiene rabbia, rabbia pura. << Mi dispiace.. >>, << Fanculo, Martina..esci! >> mi ordina, io lo faccio ed abbandono l'ufficio.

LA SERA STESSA..

Bussano alla porta. << Lodo, vai tu? >> le chiedo. << Si >> risponde posando la forchetta nel piatto ed andando ad aprire. Sbianca. Mi avvicino a lei e vedo Jorge. << Cosa fai qui? Almeno potevi avvertire.. >> dico abbassando lo sguardo, non voglio veda i miei occhi umidi. Non posso evitare di soffrire al suo fianco, ma sapere che ora lo sa mi rilassa. Certo, non mi perdonerà mai, ed ha pur ragione, ma l'importante è che lo sappia. << Mi dispiace.. >> lo dice ma non è vero, non gli dispiace per niente. << Entra.. >> lo invito. << Federico, amore, vieni.. >> lui scende dalla sedia e mi viene incontro. << Cosa c'è? >> mi chiede mettendosi il ciuccio in bocca. << Ti presento una persona.. >>, annuisce. << È quello dell'altra volta? >> mi chiede togliendosi il ciuccio. Alzo lo sguardo, Jorge sorride. Mi perdo nei suoi occhi, nella sua dolcissima curva. Troppo tempo, troppo dolore. << Tini! >> mi richiama a bassa voce Lodo, facendomi ritornare sulla conversazione. Prendo un respiro. << Federico, lui è il tuo papà.. >>, Jorge si china alla sua altezza, << Ciao.. >> dice toccandogli dolcemente le guance, lui lo saluta con la manina. Federico non è mai stato uno di quei bambini timidissimi, anzi.. Alla vista della mia famiglia, finalmente completa, sorrido sinceramente, emozionata. Mi dirigo immediatamente in bagno. Mi guardo allo specchio, sono un disastro. Inizio a piangere. << Tini? >> entra Lodo. << Dai, non piangere.. >>, << Lodo, sono riuscita a rovinare tutto.. >> la guardo. << Ora siete uniti, tutti e tre insieme.. >>, << No, io e Jorge non siamo più uniti.. >> si limita ad abbracciarmi. << Sciacquati il viso e vai a letto, ci penso io a loro.. >> annuisco.


POV JORGE
Mi fa male. Mi uccide vedere Martina così triste. Io non l'ho mai dimenticata, MAI. Isabel era un passatempo, ma lei, lei è il mio unico, vero e grande amore. << Papà? >> sorrido per come mi ha appena chiamato Federico. Avevo più responsabilità, sentivo di proteggerli, si, anche Martina. Loro sono la mia famiglia. << Dimmi.. >> mi chino. << La mamma? >>, << Non lo so.. >> sbadiglia, << Hai sonno? >> gli chiedo sorridendo. << Un po', posso venire in braccio? >> io mi alzo e lo accolgo al mio petto. Mi dondolo per farlo addormentare, lasciandogli qualche volta un bacio sulla sua piccola testolina. Nella stanza si sente solo il rumore di Federico che ciuccia dalla tettarella. << Jorge? >> urla Lodovica. << SSH! >> la rimprovero. << Scusa.. >> sussurra. Porto Federico nel suo lettino, accendo la luce e vedo anche Martina sdraiata sul letto matrimoniale. Bella come il sole. Noto i suoi occhi rossi e gonfi, i capelli mori sparsi sul cuscino e le labbra semiaperte. Uno spettacolo per i miei occhi. Lascio delicatamente Federico sul lettino ed esco spegnendo la luce. << Sai.. >> mi spavento al sentire la voce di Lodovica. Porto una mano al cuore. << Perdonami.. >> io le sorrido, << Perché rendete la situazione più complicata di quanto la sia? >> so a cosa si riferisce. << Lodo, io non ho mai smesso di pensare a lei.. >> confesso, << Questo lo so, ti conosco Jorge..ma queste cose non dovresti dirle a me.. >> mi sorride. << Grazie >> ricambio. << Io ci sono sempre.. >>


POV MARTINA
Mi sveglio. Sposto lo sguardo verso destra e vedo il mio bambino dormire beatamente. Decido di alzarmi, percorrendo il corridoio fino a raggiungere la cucina. Torno in salotto e vedo Jorge dormire sul divano. Sorrido. È talmente tenero. Mi avvicino piano a lui, accarezzandogli delicatamente la guancia con la mano destra. Vedo i suoi occhi aprirsi, rivelando quel mare verde. << S-Scusa.. >> mi stacco velocemente. << Non ti preoccupare.. >> Sono. Imbarazzata. << Noi due dobbiamo parlare.. >> mi dice. << O-Okay >> mi invita a sedermi accanto a lui sul divanetto. << Quello che mi hai fatto è terribile, nascondermi un figlio..ma il punto è che.. >> mi prende le mani e io già crollo. Il suo tocco, come mi è mancato. << ..non ti ho mai dimenticata Tini, e non intendo farlo.. >> si avvicina a me piano. Le sue labbra premono sulle mie, chiudo gli occhi per assaporare il momento. Il bacio diventa sempre più passionale. Con una spinta all'indietro mi fa sdraiare sotto di lui. Le sue mani accarezzano le mie guance, poi iniziano a percorrere il mio collo fino ad arrivare ai miei fianchi e ai lembi della mia maglietta, che toglie dolcemente. La mia pelle brucia a contatto con la sua. << Stai tranquilla.. >> mi sussurra, per poi tornare sulle mie labbra. << Con te sono sempre tranquilla.. >> sorride. Inarco la schiena per permettergli di slacciarmi il mio reggiseno in pizzo nero. Ieri sera non ho messo il pigiama e.. Decido di prendere iniziativa e gli sfilo la maglietta. Le mie mani accarezzano il suo addome. Noto che i suoi muscoli sono più accentuati. Le mie mosse iniziano a non rispondere al cervello. Arrivo alla cinta dei suoi pantaloni, la slaccio e con un po' di difficoltà glieli tolgo. Ride. Lo stesso fa lui con me. Inizia a baciare dal mio collo ai miei seni. Le mani percorrono i miei fianchi fino ad arrivare agli slip, che toglie senza problemi. Ora sono nuda sotto il suo corpo. Mi prende una mano che delicatamente posa sulla molla dei suoi boxer ingombranti. Tolgo anch'essi. Torna a baciarmi le labbra, quando pian piano lo sento entrare in me. Gemo di sorpresa, dolore, felicità, gioia infinita.. Le spinte si fanno sempre più veloci, come se mi volesse far capire cosa ha sofferto in questi anni. Arriviamo al culmine del piacere, stanchi, affannati. << Spero che Lodo non ci abbia sentiti.. >> rido. << Ti amo.. >> gli dico. << ..da sempre.. >>, << ..e per sempre ti amerò >> termina.

   
 
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