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Autore: Midnight Writer    01/05/2016    0 recensioni
Dal testo:
“Si accorse però che ciò che provava nulla aveva a che vedere con l'influenza; doveva avere a che fare con Misaki, dato che l'aveva sognato. Non capiva cosa avesse, pertanto inserì in internet i sintomi dai quali era affetto e fece una ricerca, dalla quale scoprì che o stava per avere un infarto fulminante; oppure era innamorato.”
L'evento raccontato è esattamente lo stesso della mia precedente One-shot intitolata “Cornflower”, però dal punto di vista di Saruhiko... Volevo cimentarmi nella scrittura dal punto di vista di questa scimmietta.
[SaruMi] [Setting: Lost Small World] [Saruhiko!Centric]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lovesick Syndrome


Si svegliò di soprassalto da un sogno dove il protagonista era Misaki, sentendo sul suo viso un calore quasi febbrile e il cuore battergli all'impazzata. Per un attimo non capì cosa avesse: era una sensazione mai provata prima, ma Saruhiko decise di liquidarla banalmente come una normale influenza. Presto si accorse però che ciò che provava nulla aveva a che vedere con l'influenza; doveva avere a che fare con Misaki, dato che l'aveva sognato. Non capiva cosa avesse, pertanto inserì in internet i sintomi dai quali era affetto e fece una ricerca, dalla quale scoprì che o stava per avere un infarto fulminante; oppure era innamorato. Scartò a priori la seconda ipotesi, pensando che morire di infarto sarebbe stato meglio che essere innamorato di Misaki: cosa avrebbe potuto il ragazzo pensare di lui? Avrebbe perso l'unica persona che si era mai curata di lui? 
Dopo una lunga serie di domande il moro capì di essere effettivamente malato: soffriva della sindrome del malato d'amore.
Avrebbe fatto di tutto pur di evitare quel terremoto vivente per quel giorno, pertanto decise di non andare a scuola. Rifletté tuttavia soltanto dopo sul fatto che sicuramente Misaki si sarebbe fatto vivo dopo scuola, dandogli modo di sfruttare spudoratamente a suo vantaggio l'estrema disponibilità del ragazzo ad esaudire anche le sue richieste più strane. Ma sarebbe davvero riuscito a farlo?
Osservava spasmodicamente l'orologio che si trovava nel suo PDA, senza riuscire a capire se avesse paura che il rosso arrivasse, oppure se effettivamente non attendesse altro: nessuno mai l'aveva ascoltato con gli occhi luccicanti come aveva sempre fatto Misaki, aggiungendo a intervalli regolari qualche "Saruhiko, sei fantastico!” qui e lì, nessuno era mai riuscito a farlo sorridere, e nessuno mai era riuscito a farli provare emozioni positive. Non era tuttavia del tutto positivo questo sentimento che pervadeva ogni fibra del suo essere, poiché c'era sempre quel margine di dubbio che gli faceva aver paura che il suo cuore sarebbe stato infranto ancora una volta, come se suo padre non fosse già abbastanza.
Era stato perso nei suoi pensieri a fantasticare idilliache scene dai prevedibili protagonisti (delle quali anch'egli si stupì), che aveva completamente perso di vista l'orario; il che gli fece prendere uno spavento non appena sentì il leggerissimo scricchiolio della sua porta d'ingresso, per poi rendersi conto che sicuramente era Misaki.
Mentre l'altro ragazzo si dirigeva verso la sua camera sentì una scarica di adrenalina che gli invadeva il corpo, ma decise comunque di stare ad aspettare. 
Nel momento in cui il rosso varcò la soglia della sua stanza, Saruhiko non riuscì a non rimanere imbambolato dalla sorprendente e novella bellezza della sua espressione innocente e preoccupata, ma riuscì in pochissimo a distogliere lo sguardo. Considerò la possibilità di lasciarsi andare ad un delirio d'amore di Wildiana ispirazione, ma alla fine decise di evitare e di concedersi solo un 
”Sapevo che saresti venuto.”
Decise di assumere la sua espressione solita, che se ne andò subito quando Misaki gli rispose
”Certo che sono venuto, siamo amici no?”
Quella parola gli fece così male che fu repentina da parte sua la decisione di sfruttare a suo vantaggio la sua presunta malattia. Iniziò con le sue chilometriche e assurde richieste, prendendosi anche la libertà di assaporare la deliziosa cucina del rosso.
”Ora voglio un bacio” 
Disse all'improvviso, al che l'espressione di Misaki divenne un misto di stupore e di speranza , anche se popolo stupore prevalse, tant'è che il rosso gli rispose mettendosi a gridare, quasi volesse appositamente evitare la domanda
”Stai delirando! Vado a prenderti una borsa del ghiaccio!”
Al che il moro iniziò leggermente ad infastidirsi
”Sono serissimo. Voglio un bacio.” 
Misaki evitò accuratamente di rispondere, ma in fondo se lo immaginava; decise quindi di giocare la sua carta vincente
“Avevi detto che avresti esaudito ogni mia richiesta”
A quel punto era sicuro me il rosso avrebbe fatto quanto richiesto, infatti iniziò lentamente ad avvicinare il suo viso al suo; entrambi erano paonazzi e il cuore di Saruhiko batteva talmente forte che aveva paura che l'altro potesse sentirlo. Il moro fissava gli occhi dell’altro, cercando di studiare a fondo il suo sguardo: aveva capito che il suo innamorato non era per nulla riluttante a baciarlo. Quando le loro bocche erano ormai abbastanza vicine da potersi accarezzare con i reciproci respiri, con sua grande sorpresa il suo avvicinarsi deviò, così da poggiare le sue labbra calde e morbide sulla sua guancia, molto vicine all'angolo sinistro della sua bocca, e non sulle sue labbra, come Saruhiko avrebbe voluto.
Il moro rimase per l'ennesima volta colpito dall'infinita stupidità di Misaki.
Non appena quello ebbe finito di allontanarsi da lui, il moro si alzò dicendo 
”Devo sempre fare tutto da solo. Che noia.” 
E prese tra le mani il colletto della camicia di quella testa calda, che adesso pareva così debole e indifesa davanti al suo sguardo, e quando i loro visi furono alla stessa altezza  poggiò finalmente le sue labbra su quelle di Misaki, cercando di trasmettere nel silenzio delle loro labbra unite tutte le sensazioni che soltanto quel ragazzino era mai riuscito a fargli provare. Misaki gli diceva sempre che era fantastico, ma in quel momento Saruhiko pensava che in realtà non fosse lui ad essere fantastico, bensì la persona di cui si era innamorato. Ad un certo punto però tornò per un attimo sul pianeta Terra, e ciò comportò il comparire nel suo cervello un margine di dubbio irrazionale che lo spinse a pensare che magari il ragazzo non volesse davvero baciarlo; per questo interruppe quel contatto così bello e dolce tra di loro e allontanò impercettibilmente le sue labbra da quelle dell'altro, così da verificare se Misaki le avrebbe cercate per farle di nuovo sue; l'apice di felicità del moro venne raggiunto quando riconfermò che quel contatto era effettivamente voluto.
Quando il loro bacio finì Misaki mise un tantino di distanza tra i loro volti e disse
“Ora ti faccio una richiesta io: dimmi cosa provi per me.”
Saruhiko assunse il suo solito tono da presa in giro, nonostante comprendesse perfettamente i dubbi del ragazzo
“Dio, sei talmente ottuso da non averlo capito?”
Avrebbe tanto spiegarglielo a parole, ma purtroppo non ne sarebbe mai capace, quindi decise di usare un metodo più pragmatico, dicendo
“Vieni qua che te lo spiego di nuovo”


(1046 parole)
   
 
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