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Autore: MalandrinoReietto27    02/05/2016    0 recensioni
Una storia diversa,a tratti inaspettata, fatta di coraggio e amicizia. Le vicende originali che hanno coinvolto uno dei personaggi più incompresi, controversi e famosi di Harry Potter.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Il suoi capelli erano neri, ma non di un nero qualunque, ma bensì di un nero profondo e cupo. Camminava con passo svelto attraverso il corridoio con lo sguardo sempre fisso sul pavimento. A volte saltellava per evitare una delle righe nel mosaico sotto i suoi piedi, come faceva da bambino per gioco, ma adesso lo utilizzava più come metodo per distrarre la mente. I libri che portava in mano pesavano tantissimo,tanto che un paio di volte rischiò quasi di farli cadere. Era una bella giornata di fine estate, quando ancora non è iniziato l’autunno ma si respira la stessa inconfondibile aria malinconica di quando uno sa che le cose stanno per diventare più difficili. Il ragazzo non prestava attenzione a quelli che incontrava. Tutti potenziali nemici, tutti potenziali aguzzini, tutti che potevano sbeffeggiarlo da un momento all’altro. Non aveva amici, forse anche per quello, e non voleva averne. Odiava tutti, tutti tranne una persona in particolare ma…. Non era amicizia quella che provava. Non sapeva nemmeno lui cosa fosse, sentiva come se un drago si muovesse nel suo ventre, o come se tutto il mondo si oscurasse tranne il volto di lei… Odiava anche queste sensazioni. Girò verso destra, poi a sinistra e scese lungo le scale. Davanti a lui comparve una vecchia porta di quercia, piena di nervature e cesellata con dei cardini che parevano avere un milione di anni. Quando la scostò quasi temette di farla cadere. Una familiare aria di vecchio e stantio lo pervase. Era contento, si sentiva a casa. Pile altissime di libri svettavano ovunque e in qualche tavolo qua e là delle persone avevano il capo chino su un particolare tomo, o semplicemente si stavano disperando per chissà quale motivo. 
-Ragazzo, sei nuovo di qua?
Una voce acida e scontrosa lo colse alla sorpresa da dietro. Si girò rapidamente e con il cuore in gola. Una anziana signora, sulla settantina, stava in piedi di fronte a lui. Pensava fossero i libri ad emanare quella puzza di vecchio e stantio, ma si sbagliava, ora era diventata più acuta, quasi soffocante.
-Coff…coff…. Si signora…. Sono venuto solo a leggere un libro…
L’anziana lo squadrò da cima a piedi. Il suo sguardo si intenerì un poco.
-Vai fuori no? L’aria del giardino ti farà bene e il sole ti farà passare quel pallore che hai in viso… ti senti bene figliolo?
Il ragazzo rimase quasi stizzito dalla domanda e tagliò corto.
-Si sto bene. Sono qua perché è così che voglio.
Si accorse di essere stato troppo scontroso vedendo il volto della vecchia che si corrucciava in una smorfia di sorpresa e odio, e allora decise di ritornare su suoi passi.
-Ehm si volevo dire…. Fuori tira troppo vento… sono di salute cagionevole sa…. Ho pensato che qua al calduccio, senza troppa confusione sa… fosse il luogo perfetto per leggere qualcosa.
-Va  bene ragazzo mio scusa, lo immaginavo, vai pure là in fondo vicino alla finestra, è un bel posticino, a dirla tutta il mio preferito, si può vedere tutto il cortile esterno e la foresta. Ricordarti che chiudo la porta alle otto per la cena, quelli che rimangono qua addormentati possono uscire solo la mattina dopo e …. non è una bella esperienza … passare qua la serata, intendo …>>
La vecchietta assunse un tono di voce più basso e misterioso, quasi vedesse passare davanti ai suoi occhi fantasmi passati.
-…I libri… i libri parlano… i libri vivono… e a volte fanno anche cose brutte…più di qualcuno è uscito pazzo da qua per averci passato la nottata figliolo…
Qualsiasi altro ragazzo della sua età si sarebbe spaventato a morte probabilmente, chiedendo scusa alla signora e rassicurandola sul fatto che sarebbe uscito prestissimo. Lui invece rimase ancora più incuriosito ma non lo diede a vedere.
-Va bene, uscirò in tempo promesso, ora vado.
Sgattaiolò via senza dare il tempo alla vecchia di rispondere, la conversazione iniziava a stancarlo, e cercò il posto che gli era stato suggerito. Dopo aver passato una decina di corridoi e aver svoltato quattro volte, arrivò alla finestra di cui la signora gli aveva parlato. Nel cuore della biblioteca un’alta vetrata, realizzata interamente in specchi colorati, faceva da padrona alla scena. Sotto di essa una vecchia seggiola, squassata e appoggiata al muro, guardava fuori. Si sedette emozionato, era un panorama bellissimo. Le montagne, il verde,il cielo azzurro, erano elementi di cui pensava di essersi innamorato. A lungo, quando era ancora piccolo, aveva passeggiato da solo per prati e campi, e , nonostante questo, il colorito della sua pelle rimaneva sempre pallido. Per un attimo provò nostalgia di casa. Poi si ricordò dei suoi genitori, e tutta la voglia che aveva di gironzolare per i sobborghi fuori dalla città svanì all’istante. In basso, nel cortile, quattro figure si rincorrevano giocando. Nessuno di loro pareva preoccuparsi dell’inizio della scuola. In quel momento si sentì geloso. Voleva anche lui degli amici, amici veri, con cui giocare e condividere momenti belli come quelli. I libri erano belli ma forse.. forse c’era di meglio…
Il ragazzo scosse la testa per i pensieri assurdi che salivano al cervello. “Baggianate dico io” ripeté dentro di sé “Nessuno mi ha mai voluto come amico prima, figuriamoci adesso”. Sentì una serie di passi provenire dalle sue spalle. Per un attimo temette di aver passato troppo tempo a fantasticare, gli capitava spesso.
-Ehi scusa… tu sei Severus? Siamo.. siamo nella stessa casa.. io sono Malfoy,Lucius Malfoy, piacere.
Il ragazzo rimase impietrito. Desiderò fosse ci stata la vecchietta al posto del ragazzino che aveva davanti.
-Si ehm.. sono io, perché? Piacere.
-No, volevo solo conoscerti un po’. La scuola è veramente grande e sai… siccome siamo nuovi qua pensavo potessimo conoscerci un po’, siamo anche nello stesso dormitorio. Prima ti stavo rincorrendo ma andavi troppo veloce e non volevo attirare l’attenzione, poi ha girato di colpo e ti ho perso. Ho aperto una decina di porte diverse e per un soffio non mi ha beccato Gazza, il custode, finché non sono arrivato qui.  La vecchiaccia qua mi ha detto che eri qui e sono venuto a conoscerti.
-La solita vecchietta rimbambita, non ci si può fidare di nessuno, lo diceva sempre mio papà.
-Pensa che le sono cadute un paio di chiavi quando è andata via e io le ho raccolte.
-Chissà cosa aprivano quelle chiavi…
Lo sguardo di severus vagò nel vuoto un istante.
-E chi ti ha detto che gliele ho restituite?
Un sorrisetto beffardo si formò sul viso di entrambi.
-Andiamo a scoprirlo allora… ho visto una porta prima, c’era scritto sezione proibita… chissà cosa c’è dentro…
-Forse non dovremmo……… ma d’altronde se sono chiavi così importanti non doveva lasciarle cadere,no?
I due si scambiarono un breve sguardo d’intesa e iniziarono a camminare con passo felpato verso il lato opposto della biblioteca, senza farsi sentire.

Note dell'autore: Benvenuti nella mia prima fanfiction! Spero vi piaccia, se trovate qualche errore perdonatemi, sono un essere umano e sbaglio senza accorgermene, lasciate la vostra recensione e ditemi cosa ne pensate ;) :D 
   
 
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