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Autore: Moony1960    03/05/2016    1 recensioni
Aware (giapponese): la sensazione dolceamara che si ha quando si sta vivendo un momento di grande bellezza.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barone Sanguinario, Dissennatore, Helena Corvonero
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quanto può essere straziante, essere costantemente paragonate a qualcuno? Essere messa in ombra? Soprattutto se la persona con cui vi paragonano è vostra madre. Helena non sopportava di subirsi gli elogi delle persone rivolte a sua madre e non a lei. Ebbe il privilegio di frequentare Hogwarts e fu smistata in Corvonero, non che si aspettasse il contrario. Per tutta la durata della sua carriera scolastica fu trattata in modo differente dagli altri studenti solo perché era la figlia di una delle fondatrici; era quasi arrivata all'odiare. Odiava i suoi compagni perché nessuno le fu mai accanto, odiava i suoi professori perché in lei vedevano solamente la figlia di Corvonero e non Helena. Non odiava –e questo dovette ammetterlo- sua madre; lei era il suo mentore, il suo punto di riferimento, la sua più grande fonte d’ispirazione. Helena non voleva essere paragonata alla madre, lei ambiva a essere come lei. Invidiava tanto la sua intelligenza che il desiderio di essere come la madre la portò a rubare.   

Rubò il diadema della madre e andò lontana da lei e dal resto delle persone che non le hanno mai voluto bene; non ebbe notizie della propria famiglia per giorni e ciò la gratificò. Tuttavia, durante la sua clandestinità, si era dimenticata del Barone: un ragazzo narcisista, prepotente e scostante. S’innamorò di Helena sin dal loro primo giorno a Hogwarts -almeno questo era ciò che le ripeteva in continuazione- e non aveva intenzione di smetterla di amarla. Il Barone era in cerca di Helena e lei non ebbe nessuna intenzione di farsi trovare; Helena allora andò più lontano, verso Sud, trovando riparo in una foresta dell'Albania. Non pensò nemmeno a ciò che poteva vivere nella foresta o a quali creature si celassero tra quegli alberi: voleva nascondersi.   

A un tratto ci fu troppo gelo per essere solo a Luglio.   

Davanti alla ragazza si presentò una figura incappucciata; la prima cosa che notò fu che non camminava e, molto probabilmente, non possedeva nemmeno un paio di gambe. Non ebbe paura. La creatura stava per avanzare ma qualcosa la bloccò; solo quando si avvicinò di più Helena, notò che aveva un aspetto scheletrico: ciò che dovevano essere le ossa erano ricoperte di croste e sul suo viso non era presente nulla che assomigliasse lontanamente a pelle.   

La creatura poi parlò e la ragazza non lo credeva possibile. La sua voce era come un sospiro tenuto troppo a lungo; altri, al posto suo, l'avrebbero ritenuto spaventoso.   

"Cos'è che rende la tua vita infelice?"  

Non seppe perché, ma Helena si fidò della strana creatura che si presentò quella sera. Era come se trovasse conforto nel suo modo di essere e di vivere; la creatura poteva capirla. Le raccontò di sua madre, della sua vita e del diadema rubato. Quella sera scoprì che la creatura era stata condannata a vivere in quello stato e a cibarsi di ricordi felici che lui stesso non poteva più avere. Helena era affascinata dal dissennatore e passò ogni sera in quella foresta con lui. Voleva aiutarlo a ritornare umano ma non esistevano incantesimi così potenti così si limitò a fargli da dama in quei boschi.   

"Perché non vi spavento Helena?"  

"In voi non vedo nient'altro che un povero uomo obbligato a vivere con quell'aspetto e con quelle uniche vesti. Il vostro cuore è ciò che conta e posso confermare che in esso vi giacciono solo purezza e malinconia di una vita che vi è stata tolta troppo presto”.  

Passarono i giorni e Helena continuò a concordarsi appuntamenti con il dissennatore nella foresta, ma qualcosa in lui era cambiato; ciò che rimaneva del suo corpo cominciò a sgretolarsi, a ridursi in polvere e Helena iniziò a preoccuparsi.  

"Cosa vi succede alla mano?"  

"Helena, mia cara... sto morendo"  

La creatura spiegò a Helena che era da troppo tempo che non si cibava di anime e ciò lo portava a indebolirsi e al diventare polvere.  

"Allora prendi la mia anima"  

"Tu non hai ricordi felici, Helena"  

"I miei ricordi felici sono le settimane che ho passato in questa foresta con voi”. 

Nessuno dei due osò muoversi. Sentirono dei passi avvicinarsi a loro e una voce parlò. 

“Helena!” Il Barone l’aveva trovata. Indossava il diadema di sua madre e la prima cosa che pensò fu a nasconderlo nel tronco di un albero. Il dissennatore era ancora lì con lei, non avendo nessuna intenzione di abbandonarla.  

“Baciami, cosicché io possa diventare come te e trascorrere l’eternità al tuo fianco”. 

“Mi odierai Helena, non posso farlo”  

La dama era arrabbiata ma anche spaventata: il Barone si stava avvicinando.  

“Helena, eccoti! Cosa ci fai con quella bestia?”  

“Lui non è una bestia!” 

Il dissennatore si avvicinò al Barone ma egli fu più veloce: prese la bacchetta e gridò un incantesimo che Helena non aveva mai sentito prima d’ora; un fascio di luce colpì il dissennatore e lo scagliò via dalla foresta. Il gelo scomparve e Helena, dopo mesi, rivide il sole.  

“Che cosa ha fatto?” Urlò contro il Barone.  

“Il nostro Mondo ha da poco scoperto queste creature e sono ritenuti pericolosi. Vi ho solo salvato la vita, mia cara. Adesso, tornerai con me a Hogwarts 

“Non lo farò” 

“Volete dirmi che eravate innamorate di quella bestia? Helena, voi amate me e, a breve, mi sposerete. Ho ottenuto il consenso di vostra madre” 

Helena era incredula alle parole del Barone. Sua madre era consapevole del ribrezzo che portava nei suoi confronti, come aveva potuto fare una cosa del genere? D’altronde, la madre, era sempre stata affascinata dai modi cortesi del Barone; Helena, invece, non lo sopportava.  

“Sposare voi sarebbe una condanna a vita. Preferirei passare il resto dei miei giorni nelle prigioni di Azkaban”. 

E la pugnalò, più volte, ripetendole quanto aveva disonorato il proprio onore; poi lo vide con le lacrime agli occhi e, con lo stesso pugnale con cui inflisse quei tagli a Helena, si tolse la vita.  

Helena provò l’amore solo una volta nella sua vita e, ancora una volta, ella era stata ingiusta con lei. Non si pentì di essersi innamorata di una creatura che non poteva amare, toccare o baciare; fu grata di aver passato gli ultimi giorni lì, in quella foresta, con lui.  

Dopo la propria morte ritornò a Hogwarts e decise di spendere lì la sua vita da fantasma. Non ci fu giorno in cui non sperò di vedere, un’ultima volta, l’amore che gli era stato portato via; ma più i giorni passavano e più la sua speranza diminuiva. 

Aveva sempre saputo che, l’amore, era il sentimento che distruggeva di più le persone.

 

Salve a tutti!
Parto con il dire che avevo voglia di scrivere qualcosa di diverso,
insomma, spesso la storia di Helena viene trascurata ed esistono poche fanfiction
ispirata ad essa. Premetto che questa non è
 la storia di Helena:
la Rowling ci ha solo detto che lei, volendo esseere più intelligente di sua madre,
rubò il suo diadema e che il Barone la inseguì poichè voleva che tornasse ad Hogwarts
con lui. Vi starete dunque chiedendo: perchè il Dissennatore?
Giorni fa lessi delle curiosità su queste creature:
-Nessuno sa con precisione quando esse siano apparse nel Mondo Magico
-Il primo Dissennatore è stato sicuramente creato da una forte Magia Oscura
-I Dissennatori sono persone; diventano tali sono quando viene eseguito il Bacio
-Se un Dissennatore non si ciba di anime per un lungo periodo di tempo esso muore
-Alcuni Dissennatori impararono a parlare per contrattare con le streghe e i maghi.
I Dissennatori mi hanno sempre affascinato e quindi ho pensato di scrivere questa OOC su loro
che provano dei sentimenti verso una persona. Ho messo in mezzo Helena porchè
lei non è mai stata capace di amare nessuno e quindi ho voluto darle questo
"strano amore" prima della sua morte.
Sì, lo so, ho una mente contorta.

   
 
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