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Autore: Rosemarie Green    04/05/2016    0 recensioni
Dal capitolo 2:
"Con un colpo di coda la bestia spezzò le corde che tenevano il ragazzo legato all'amica. Si guardarono e lui le disse, sorridendo tristemente:
«Non piangere.»
Nate sapeva che ogni suo sforzo sarebbe stato inutile - la Serpe era troppo veloce, non si era nemmeno accorto di essere stato slegato da Lara - ma si mise comunque in posizione di combattimento. "
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una notte come tante altre, serena e quasi monotona e Lara, Nate, Anna e Jonas avevano appena finito di controllare i corridoi della scuola.
I quattro ragazzi avevano tutti 18 anni e quello era il loro ultimo anno alla Scuola Superiore per Combattenti di Horkrolov.
Si conoscevano da anni e erano praticamente cresciuti insieme.
Anna e Jonas erano gemelli. Lei aveva i capelli neri e lunghi che portava spesso raccolti in una treccia, occhi azzurri, fisico alto e slanciato e la sua specialità era il lancio dei coltelli. Suo fratello aveva i suoi stessi capelli, più corti e gli occhi neri come la pece, era un abile spadaccino.
Lara aveva capelli rossi portati corti sulle spalle e gli occhi grigi, per combattere usava un lungo bastone.
Nate era alto e un fascio di muscoli, con arruffati capelli neri e un occhio color nocciola e l'altro azzurro come il cielo estivo. Era abile nel corpo a corpo e possedeva anche la straordinaria capacità di guarire con un solo tocco qualunque ferita, ma a caro prezzo: infatti il suo potere attingeva dalla sua forza vitale, per cui non poteva esercitarlo troppo spesso, a meno che non volesse morire.
Quella notte i quattro amici stavano tornando nelle loro stanze ridendo e scherzando solo come degli adolescenti possono fare, quando, all'improvviso, nell'ala della scuola che avevano appena lasciato, sentirono un forte boato.
Tornarono subito indietro e trovarono le pareti crollate e i corpi dei loro compagni che avevano appena cominciato il loro turno di guardia. Lara, in testa al gruppo, vide una figura incappucciata farsi largo tra fumo e macerie, fluttuando.
«Presto, andiamo a chiamare i professori!» sussurrò la ragazza facendo segno agli altri.
I quattro corsero più veloce che poterono verso l'ufficio del preside Morris, ma arrivarono troppo tardi: la porta era divelta dai cardini. Sconvolti, entrarono nella stanza e ciò che trovarono li lasciò ancor più terrorizzati.
Quello che fino a qualche ora fa era l'ufficio del preside, pulito e ordinato, con il loro professore seduto alla scrivania sempre intento a leggere qualcosa, adesso era nel disordine più totale: la libreria caduta, scrivania rovesciata, macchie di sangue ovunque e nessuna traccia del professor Morris.
Lara rimase addolorata dalla scoperta: orfana, Morris l'aveva cresciuta come se fosse stata figlia sua.
Era come se la ragazza fosse rimasta orfana per la seconda volta perché, con tutto quel sangue, non nutriva alcuna speranza di rivedere vivo il suo tutore.
Cadde in ginocchio sopraffatta.
«Era tutta la mia famiglia. Ora sono sola.» sospirò affranta.
Non pianse. Non ricordava neanche più da quando non versava una lacrima.
Subito i suoi amici le furono accanto.
«Non sarai mai sola, non finché ci saremo noi.» la consolò Anna, abbracciandola.
La rossa annuì grata all'amica.
«Mi dispiace tanto, Lara, ma adesso dobbiamo proprio andare. Dobbiamo scoprire chi ha fatto questo alla nostra scuola e al preside Morris.» disse Nate, pratico come sempre.
«Ha ragione lui» disse Jonas, «cerchiamo un nascondiglio.»
Cercarono di uscire dalla scuola, ma ogni ingresso era controllato...dai loro compagni e professori?
«Guardate!» esclamò Jonas, «quel bastardo ha soggiogato tutti quanti!»
«Cosa possiamo fare?» chiese Anna.
Lara, superato il momento di crollo, era entrata nella fase dell'ira.
«Prima di tutto dobbiamo scoprire chi è e cosa vuole. Ho un piano.»
Il piano di Lara era semplice: lei avrebbe fatto finta di fuggire e Anna e Jonas l'avrebbero catturata, mentre Nate si sarebbe unito al nemico per riuscire a raccogliere qualche informazione.
«No! Non te lo lascerò fare!» esclamò Nate, perdendo la freddezza di poco prima, «è troppo pericoloso! E dopo che Anna e Jon ti portano da lui, cosa avresti intenzione di fare? Cosa pensi che ti farà? L'hai visto anche tu il sangue nell'ufficio del preside! Non te lo permetterò, perché...» perché io ti amo, avrebbe voluto dire il ragazzo, ma si interruppe.
« Perché cosa? Non puoi dirmi cosa fare!» lo rimbeccò Lara.
I due fratelli li osservarono litigare per qualche minuto, poi Anna li interruppe:
«Adesso smettetela! Mi dispiace, Nate, ma sono d'accordo con Lara: è un buon piano, anche se rischioso».
Nate era allibito e ricevette un'occhiata di trionfo da parte di Lara.
«Bene, allora. Tutti ai posti. Cominciamo!»
 ***

Nate si allontanò dagli altri scuotendo la testa.
Non poteva negare di non essere in ansia per i suoi amici, soprattutto per Lara: era così testarda e impulsiva e coraggiosa ...e lui la amava. Sospirò.
Non ricordava esattamente quando e come era successo.
La mattina di quasi un anno prima, l'aveva vista a colazione, tutta assonnata e brontolante, e aveva capito che non sarebbe più riuscito a vivere un solo giorno della sua vita lontano da lei.
Si conoscevano da anni, eppure mai gli era successo di pensare a lei a quel modo.
Gli era entrata dentro all'improvviso, impetuosa, così come era lei, la sua Lara.
E adesso si stava lanciando in questa impresa suicida, accecata dalla rabbia e dal dolore.
Senza accorgersene, Nate aveva trovato il nemico.
Erano tutti nel cortile della scuola: studenti e insegnanti.
Subito, Nate individuò il suo obiettivo: era circondato da una grossa creatura con la coda da serpente al posto delle gambe e la parte superiore del corpo avente sembianze umane.
Il ragazzo pensò subito di imitare l'espressione vuota dei suoi compagni e insegnanti, in modo da far credere all'invasore che anche lui era sotto il suo controllo mentale.
Fece appena in tempo che subito la creatura lo vide, lo raggiunse e lo portò al cospetto del suo padrone, il tutto in meno di 30 secondi.
È velocissimo! Pensò.
«Maestro Mailliw,» la creatura parlava, «ho trovato un altro di quegli odiosi ragazzini.»
«Molto bene, Serpe, mettilo con gli altri. Ora ne mancano solo tre.» disse il nemico.
Per poco Nate non fece saltare la sua copertura per la sorpresa. Non solo quell'orribile creatura era fortissima e velocissima, ma Mailliw sapeva anche il numero esatto degli studenti presenti nella scuola e, come se non bastasse, solo in due erano riusciti a mettere sotto scacco l'intera scuola – piena di guerrieri professionisti e di aspiranti tali – e a neutralizzare il preside.
Adesso Nate era sempre più in ansia per i suoi amici. Sperò con tutto il cuore che il piano di Lara funzionasse.

***
 
«Dovete ferirmi con le vostre lame.» disse Lara appena Nate non fu più a portata d'orecchio.
Avrebbe sicuramente ricominciato a dire cose senza senso. Le piaceva quando si preoccupava per lei, la faceva sentire al sicuro, amata. Lei che faceva di tutto per dimostrare di essere indipendente, di mascherare sempre i suoi sentimenti. Possibile che quel ragazzo fosse riuscito a fare una breccia nel suo muro costruito con tanto impegno? E poi, da qualche tempo, Nate si comportava in modo davvero strano con Lara, e lei non riusciva a capire cosa avesse, anche se, in fondo – non l'avrebbe mai ammesso – le piaceva il nuovo Nate apprensivo solo con lei.
«Ma sei impazzita?!» esclamarono in coro i due fratelli.
«No, perché? Sentite, se vogliamo che il piano funzioni, deve essere tutto il più possibile credibile, se no non riusciremo mai a ingannarlo. Dobbiamo far finta di avere combattuto.»
«È vero, hai ragione.» disse Jonas sospirando, mentre sua sorella non era ancora convinta.
«Dai Anna, è l'unica possibilità che abbiamo. Dammi un coltello: lo faccio io, se tu non vuoi.» disse Lara.
«No, lo faccio io. Scusami se ti faccio male.» ormai Anna era rassegnata.
Dopo tutti e tre si ferirono – Lara fece in modo di essere quella messa peggio, con grande sgomento dei suoi amici – si incamminarono nella stessa direzione che aveva preso Nate qualche ora prima. Arrivarono anche loro nel cortile, e subito la Serpe si accorse di loro.
«Ma chi abbiamo qui? I tre superstiti!» sghignazzò.
«Signore, abbiamo trovato questa che cercava di scappare.» disse Jonas, cercando di apparire convincente.
«Bene, venite con me.» disse la creatura prendendo tra le sue grinfie Lara, che quasi non riusciva a camminare. Vennero portati in una sala attigua dove c'erano anche gli altri ragazzi dell'ultimo anno e, insieme a loro, Nate che cercava con tutte le forze di mascherare le proprie emozioni.
Per un breve momento gli occhi di Nate incontrarono quelli di Lara e fu talmente sollevato di vedere che Mailliw non le aveva fatto nulla che quasi non si accorse che riusciva a stento a camminare e che stava perdendo molto sangue. Appena la Serpe si fu allontanata, si precipitò dai suoi amici.
Lara sembrava su punto di svenire, Anna le aveva poggiato la testa sulle sue ginocchia e cercava di sorreggerla, Jonas faceva in modo di tenerla sveglia.
«Ma cosa è successo? Cosa le avete fatto?» chiese Nate.
«Calma, amico. Si è ferita da sola per essere più credibile.» cercò di rabbonirlo Jonas.
«E voi gliel'avete lasciato fare? Rischia di morire!»
Senza un'altra parola, Nate si avvicinò alla ragazza, le mise le mani sulla fronte e chiuse gli occhi. Subito emanò una luce azzurra che circondò i due. Appena finito, riuscì a vedere la ragazza riprendersi e lui cadde stremato.
«Nate! Cosa hai fatto!» esclamò Lara vedendolo.
«Ma che bel quadretto!» una voce gelida giunse alle spalle dei ragazzi.
Subito Anna e Jonas fecero finta di essere sotto il controllo mentale del Maestro, ma Lara, preoccupata com'era per Nate, non fece in tempo e fu smascherata.
«Quindi tu non sei sotto il mio controllo, ragazzina. E nemmeno il tuo amico. Peccato, stavo pensando di tenerlo comunque per il suo potere, ma a quanto pare non resterà ancora per molto tra noi, vero?» rise e poi continuò:
«Serpe, dì agli insegnanti di radunare fuori questi mocciosi, tranne il ragazzo e la ragazza: non mi servono, li affido a te, fanne quello che vuoi.»
«Sarà fatto, mio Maestro.» ghignò la creatura.

«Scappa, Lara.» sussurrò Nate disperato.
«Non ti lascerò qui a morire.»
«Lara, devo dirti una cosa. Io...»
«Zitto» lo interruppe lei, «me lo dirai quando usciremo da questo pasticcio.»
Sorrise e si preparò al peggio.
Mentre aspettava il loro destino, Lara si chiese cosa dovesse dirle il ragazzo di così importante. Io... io cosa? Le balenò un pensiero, e sorrise. Possibile che anche lui pensava a lei? Comunque non era più importante visto che, molto probabilmente sarebbero morti entrambi nel giro di poco tempo. Lara non aveva ancora visto in azione quel bestione, ma aveva l'impressione che, da solo, sia stato lui a sconfiggere tutti i professori e gli studenti, senza contare il preside, il suo tutore, uno dei più abili combattenti che lei avesse mai conosciuto.
«Ehi» si chinò su Nate. Era debolissimo.
«Ehi» rispose lui con un filo di voce.
«Mi dispiace tanto di averti ridotto così.»
«Non devi scusarti, sapevo a cosa andavo incontro.» disse Nate, sempre più affaticato.
«No, è che ho esagerato. Come sempre. Ero accecata dalla rabbia e dal dolore...» si interruppe guardandosi intorno
«Non c'è nessuno, possiamo scappare!»
«Vai tu, io ti rallenterei soltanto.» disse Nate.
«Non ci pensare nemmeno! Non ti abbandonerò qui!»
Lara lo aiutò ad alzarsi. Erano lenti, ma riuscirono ad allontanarsi abbastanza dalla scuola da considerarsi al sicuro, per il momento.

A qualche chilometro dalla scuola trovarono una piccola grotta nascosta dagli alberi.
Decisero di rimanere lì finché Nate non avesse recuperato le forze.
Nonostante la grotta fosse già nascosta naturalmente, Lara accumulò all'ingresso fronde e foglie per mascherarne ulteriormente l'entrata e poi andò a cercare qualcosa che si potesse mangiare senza accedere il fuoco e acqua.
Nate rimase solo.
Si sentiva in colpa per aver trascinato Lara in quella situazione: se non fosse stato per lui, adesso lei sarebbe già in salvo, molto lontano. Lara tornò dopo alcune ore, quando era ormai calata la notte.
«Ciao, come ti senti, Nate?» chiese Lara.
«Meglio. Allora, cosa c'è là fuori?» chiese il ragazzo.
«Per nostra fortuna nessuno. La prima fonte d'acqua è abbastanza lontana, quindi dovremo razionarla. Invece ci sono radici e frutti in abbondanza proprio qui fuori! Spero solo che quell'essere non venga a cercarci subito...»
«Già, lo spero anch'io...» concluse Nathaniel.










NdA:
Ciao a tutti! Spero che questo mio primo tentativo di storia a capitoli vi piaccia! Siate clementi con me e lasciatemi une recensione, se vi va!
Rose.
   
 
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