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Autore: Classicboy    04/05/2016    3 recensioni
Storia scritta a quattro mani con Lady White Witch
Pottertalia!AU, molti pairing
Un anno scolastico uguale a tutti gli altri può essere sconvolto da un giorno all'altro e portare a problemi a cui non si ha mai pensato. E così Ludwig, Arthur, Feliciano, Francis e tutti i loro amici si ritroveranno coinvolti in un'avventura più grande di loro con uno sfondo epico: il torneo Tremaghi!
Dal 1° capitolo:
“Ludwig Beilschmidt, nato a Berlino, trasferito in Inghilterra- disse porgendo la mano -Sono al primo anno”
“Ve, io sono Feliciano Vargas, sono italiano, piacere. Anch'io sono al primo anno” e prima che l'altro potesse rendersene conto lo abbracciò.
“M-ma che diavolo fai?!”
“Come cosa? Siamo amici, gli amici si abbracciano”
...
“Venduto? A chi?’’
“A me” rispose un ragazzino dalla zazzera bionda e occhi verdi che sembravano due specchi. Era così mingherlino, che Francis stentava a credere che fossero coetanei.
“Ehi, piccoletto…”
“Ho undici anni, rana!’’
“Rana a chi, scusa? Per tua informazione, sono al secondo anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!’’
“I loro standard si devono essere proprio abbassati, se adesso ammetto anche delle rane”
“Ma sentitelo… e da quando accettano i bruchi?’’
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ZANNE NELLA FORESTA

 

Probabilmente Ludwig se ne sarebbe rimasto fermo in mezzo al corridoio del quinto piano per il resto della giornata (alternativa che gli avrebbe anche fatto piacere, sinceramente) ma si dovette riscuotere quando sentì uno strano rumore e si ritrovò fradicio dalla testa ai piedi.

Sputacchio alzando la testa e ruggì infuriato: “Pix!”

Sopra di lui il folletto prese a sghignazzare mentre lanciava dietro di sé il vaso di fiori il cui contenuto era appena stato versato in testa al teutonico. Si esibì in una pernacchia e gli rivolse gesti osceni, prima di andarsene saltellando.

Ludwig era una delle vittime preferite dello spiritello (quando riusciva a fargli uno scherzo) poiché normalmente non era tipo da volersi vendicare.

Peccato che quello non fosse una giornata normale.

Il biondo prese la bacchetta, la puntò su di una porta e urlò: “Waddiwasi!”

L'attimo dopo una gomma uscì dalla serratura e centrò il folletto esattamente sulla nuca e con tale violenza da mandarlo a sbattere la testa contro il muro.

Sorrise soddisfatto, si asciugò, rinfoderò la bacchetta e si diresse verso la Sala Grande.

Si fermò nell'atrio a pochi metri dalla porta e prese un profondo respiro. Ce la poteva fare, tutto ciò che doveva fare era non farsi notare.

Certo, come se in quella scuola fosse possibile...

Non appena mise piede in Sala Grande ci fu il silenzio e tutti si voltarono verso di lui. Il biondo deglutì mentre il viso si incominciava a imporporare sempre di più per l'imbarazzo.

L'attimo dopo tutti e quattro i tavoli scoppiarono in sonori applausi.

Ludwig chinò la testa e si diresse in fretta verso il tavolo di Corvonero dove si sedette al fianco di Feliciano e Kiku.

Chinò la testa sul tavolo. Tutta quella situazione era assurda! Lui non era un tipo popolare, non era quel genere di ragazzo di cui tutti volevano diventare amici o con cui volevano pranzare, anzi: tutto il contrario! A causa del suo carattere freddo e della timidezza che gli impediva praticamente qualunque genere di relazione con altri esseri umani, veniva spesso e volentieri evitato.

Ed ora, tutt'a un tratto, si trovava elogiato in tutti i modi possibili!

“Ve, Lud: cos'hai?”
Il biondo alzò il capo e fissò il viso di Feliciano atteggiato in una smorfia preoccupata.

Si costrinse a sorridere: “Niente di che, Feli. È solo che è tutto così... strano. Essere il campione, tutti che mi acclamano...”

“A questo proposito - intervenne Arthur che era seduto poco più in là - Ti faccio i miei complimenti per essere stato scelto Beilschmidt, e mi auguro che tu non finisca col passare un mese al San Mungo”

“Gentile, come sempre Arthur, ma apprezzo il pensiero. Grazie” rispose il teutonico.

Il biondo brontolò qualcosa prima di rimettersi a leggere il libro che si era portato dietro.

In quel momento fece il suo ingresso Elizabeta, con una divisa da Battitrice completamente lurida di fango, un sorriso a trentadue denti e la scopa sulla spalla.

“Ehilà! - esclamò sorridendo mettendosi a sedere vicino ai tre ragazzi - Vi faccio i miei complimenti per il campo da Quidditch. Davvero niente male!”
“Vuoi dire che sei andata ad allenarti?!” domandò colpito Feliciano.

“Sì. Una campionessa deve sempre essere al massimo della forma. Non posso permettermi di prendermela comoda!” sorrise spavalda.

Il tedesco deglutì: magari adesso l'ungherese non voleva più farlo fuori, ma rimaneva comunque un'avversaria molto temibile.

Stava per incominciare a mangiare quando sentì qualcuno che lo chiamava: “Ehi, Ludwig”

Si voltò e vide Tino, Lukas e Mathias. Il Tassorosso gli sorrise: “Volevamo farti i complimenti per essere stato scelto come campione”

“Già, amico - esclamò il danese - Sono certo che li farai neri! Certo avremmo avuto la vittoria assicurata col re del nord qui presente come campione di Hogwarts, però mi sa che ci dovremmo accontentar... Gah!”

“Perdonalo. È un idiota” intervenne con voce pacata Lukas strozzando il Grifondoro per la cravatta.

“Grazie...” mormorò il tedesco. Il nordico più giovane gli rivolse un altro sorriso prima di andarsene assieme agli altri due a sedere.

Poco dopo furono raggiunti da Alfred.

“Ehi, dude. Sono venuto a complimentarmi per la strategia che hai adoperato ieri”

“Quale strategia?”

“Semplice: far finta di essere contro l'iscrizione per far desistere gli altri a iscriversi e in tal modo avere meno concorrenti che potevano essere selezionati per la gara. All'inizio l'ho trovata un po' un colpo basso, ma devo ammettere che è stato un lavoro magistrale!”

L'europeo sospirò: “Alfred io non ho mai...”

“Però resta sempre il fatto che se fossi stato del quinto anno il Calice avrebbe scelto me! - e si mise in una posa eroica con una mano tesa in avanti e un piede nel piatto di Arthur urlando - 'Cause I am the Hero!” mentre l'inglese lo insultava violentemente.

Proprio in quel momento l'americano fu colpito da un remo.

“Quando ci vuole ci vuole” borbottò arrabbiata Kim che teneva stretto tra le mani il vassoio appena trasfigurato. Osservò il corpo esanime del biondino: “Vado a portarlo da quelli scemi dei suoi amici”

“Io ti suggerirei in infermeria...” mormorò Ludwig osservando timoroso l'oggetto dell'altra.

“Nah, non l'ho colpito poi così forte. Il remo non si è neanche rotto” e detto questo raccolse il Grifondoro e lo portò verso la sua tavola dalla quale Kyle cercava con tutte le sue forze di rimanere serio e non scoppiare a ridere.

Mei, che aveva accompagnato l'amica, nascose un sorrisetto: Kim poteva negarlo quanto voleva ma si vedeva lontano un miglio che ci teneva ad Alfred. Si accostò al teutonico: “Ciao, Lud. Eravamo venute solo farti i complimenti, ora però è meglio che vada da Kim prima che spedisca all'ospedale anche Kyle o Mathias” così detto si voltò per andare dalla compagna di casa, ma non prima di aver lanciato un imbarazzatissimo sorriso a Kiku, il quale arrossì di botto.

Passarono pochi minuti che li raggiunsero anche Antonio, Francis e Lovino.

“Hola amigos! - li salutò sorridendo a più non posso lo spagnolo - Siamo venuti a farti i complimenti!”

“Oh oh oh, auguri per la gara mon amì - sorrise Francis tirando fuori da chissà dove una rosa rossa - Ti auguro ogni fortuna. E ricorda che qualunque aiuto ti serva il fratellone qui presente sarà sempre a tua disposizione. Farti vincere significa far vincere Hogwarts. Non possiamo permettere che ad accaparrarsi la coppa siano quelli delle altre scuole. Senza offesa madmoiselle” e lanciò un occhiolino a Elizabeta, la quale provò un brivido di disgusto unito alla voglia di dare una padellata in testa al biondo.

“Bella roba il tuo aiuto. Se gli dici cosa fare poco ma sicuro finisce ammazzato” borbottò acido Arthur.

Il Serpeverde lo fulminò con lo sguardo: “Mi sa che ti stai confondendo mon lapin: quello saresti stato tu nel casso fossi stato scelto, con o senza aiuti esterni” e ghignò.

“Quei due si piacciono, non è vero?” mormorò Eliza a Kiku mentre osservava i due giovani maghi scambiarsi occhiate di odio.

L'orientale annuì: “E ho anche foto loro. Se vuoi ti vendo anche quelle”

Arthur strinse i pugni mentre il francese se ne andava con aria di superiorità e sdegno. Però proprio mentre passava affianco al tavolo dei Serpeverde, Alistor gli rovesciò “accidentalmente” il succo di zucca sui pantaloni, rovinandoglieli completamente.

Nel frattempo Feliciano osservava allegro il fratello, colmo di aspettative.

“Beh? Che vuoi bastardo?” lo apostrofò il maggiore distogliendo lo sguardo.

“Ve, Antonio ha detto che siete venuti tutti qui per congratularvi con Lud. Ciò significa che lo farai anche tu fratellone, vero?”

“Ma non scherziamo! Io?! Complimentarmi col crucco?! Preferisco piuttosto diventare Cacciatore della squadra di Serpeverde in maniera definitiva”

“Ciò vuol dire che accetti?!” chiese Antonio con gli occhi che brillavano.

“Ma neanche per idea!” urlò il castano allontanandolo da sé, visto che lo spagnolo aveva appena provato ad abbracciarlo.

“Oh, peccato... - mormorò Feliciano chinando la testa - Sai, speravo... Ma lascia stare. Effettivamente sono stato uno sciocco nel credere che potesse accadere una cosa del genere”

Romano distolse lo sguardo imbarazzato: detestava far star male il fratello. Però lui complimentarsi col crucco? Ne andava del su orgoglio!

La spinta gli venne fornita da un'ungherese, la quale, sorridendo, gli mimò con le labbra: “Complimentati subito con Ludwig e fai sorridere Feliciano o giuro che ti spacco la scopa in testa”

Il maggiore dei Vargas deglutì prima di mormorare: “Buona fortuna bastardo” dopo di che si voltò e se ne andò in direzione dell'uscita.

“Ah, il mio Lovinito. Non è carino quando è imbarazzato? A proposito Ludwig”

“Sì, Antonio?”

“Non è che hai visto tuo fratello da qualche parte?”

“Ehm, no. Perché?”

In quel momento un'aura oscura avvolse il Serpeverde e gli altri si ritrassero impauriti mentre questo, sempre con un sorriso innocente sulle labbra, cinguettava: “Oh, sai ho scoperto che per ripicca aveva messo il nome mio, di Franny e soprattutto di Romanito nel Calice, ed ora io voglio fargliela pagare” detto questo si voltò e si diresse verso l'uscita.

“Ma qualcuno di normale in questa scuola c'è?” chiese stranita Elizabeta.

“Psst. Ehi West...”

“Evidentemente no” sbuffò la ragazza vedendo comparire affianco al biondo la testa di un ragazzo coi capelli bianchi coperti da un berretto e con degli occhiali da sole.

“Bruder, che ci fai qui. E soprattutto cosa significa questa mascherata?”

“Mi sto nascondendo da Francis, Lovino e soprattutto Tonio. Passami una salsiccia” detto questo prese senza averne avuto il permesso la pietanza dal piatto del fratello.

Ludwig storse la bocca: “Sei ridicolo lo sai? Non puoi continuare a nasconderti in eterno”

“Certo che posso! - protestò Gilbert - Conosco ogni singolo passaggio segreto del castello. Ogni volta che incrocerò la loro strada mi basterà prenderne uno, no?”

Ludwig stava per rispondergli quanto la sua strategia fosse stupida, quando l'attenzione del ragazzo fu portata sull'ungherese: “Guarda guarda, ma chi abbiamo qui?” disse sorridendo accattivante e togliendosi gli occhiali per lanciare lo sguardo che, a suo parere, faceva cadere ai suoi piedi ogni singola ragazza di Hogwarts.

Elizabeta lo fissò per nulla colpita da quell'entrata in scena: “Una che se non ti levi di torno, ti mena”

<< Chissà, magari con le straniere non funziona >> pensò il Serpeverde, ignorando volutamente la minaccia: “Di un po' baby, ma non ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo?”

In quel momento gli arrivò il piatto della ragazza in faccia.

“Che c'è? Io lo avevo avvertito” replicò semplicemente la giovane di fronte agli sguardi perplessi degli altri ragazzi, mentre il tedesco se ne stava riverso a terra tenendosi dolorante il naso.

Quasi quasi era meglio quel gigante russo rispetto a quella pazza: lui se non altro non agiva coi fatti quando gli chiedeva di “diventare un tutt'uno con la grande madre Russia, da?”.

Il giro di complimenti continuò: vennero Yao, Matthew, Enkaterina, Belle, Abel e perfino Alistor (probabilmente convinto dall'olandese) ad augurargli buona fortuna.

Ad un certo punto furono raggiunti da Feliks e Toris.

“Ehi Ludwig - lo salutò sorridendo timido il lituano - Siamo venuti per darti un in bocca al lupo. Siamo certi che farai del tuo meglio”

“Certo! Tipo sono sicurissimo che gliela farai vedere totalmente a quelli di Durmstrang e al loro tipo preside impiccione!”

“Ve, che intendi dire Feliks?”

“Semplice: quel tizio tipo completamente privo di qualsiasi buongusto di questi tempi non fa che passare il suo tempo tipo vicino all'entrata della nostra Sala Comune!”

Arthur si irrigidì e alzò lo sguardo allarmato.

Il polacco pareva non aver notato affatto il cambiamento d'animo dell'altro e continuò imperterrito: “Tipo dovevi vederlo Feli: insopportabile. Ed è tipo di un'assillante. Inoltre un paio di volte l'ho visto tipo osservare con aria smaniosa il quadro di Tosca Tassorosso, sai quello in cui lei è ritratta tipo sorridente mentre tiene

in mano la coppa. Se continua così tipo lo vado a denunciare al vicepreside”

“Andiamo Feliks, ora mi sembra che tu stia esagerando” provò a farlo ragionare Toris.

E mentre i due continuavano a discutere (tra i vari tipo di Feliks che quando era alterato fioccavano come gocce di pioggia in una giornata di primavera) Arthur osservava un punto imprecisato della tovaglia davanti a sé. Quindi era scesa per andare verso la Sala Comune dei Tassorosso? Ma perché? E perché quella volta si era comportato come se non voleva essere visto? C'era decisamente qualcosa di strano e molto sospetto in quell'uomo...

Le sue riflessione vennero però interrotte dal preside che si alzò dal suo posto al tavolo dei professori.

Le attenzioni di tutti furono portate sulla sua figura, mentre Elizabeta, Ludwig ed Ivan si irrigidivano. Presto l'uomo avrebbe detto l'indizio per la prima prova, e non potevano permettersi di perdere neanche una parola.

Cesare si schiarì la gola prima di parlare: “Allora, miei giovani maghi e streghe, dopo l'eccitante scoperta dei campioni di ieri sera oggi vi darò, come promesso, un indizio che avrà lo scopo di aiutarvi nella preparazione per la prima prova. Ascoltatemi bene, non serve che io vi dica che quanto vi sto per dire sia della massima importanza per la competizione”

Un silenzio irreale piombò nella sala, non volava neanche una mosca. La tensione era palpabile.

Il preside sorrise prima di decantare con voce chiara: ''Piccolo faccio paura, ma grande incuto terrore. Le mie zanne possono uccidere, ma possono anche essere utilizzate per le pozioni. Chi sono?''

Silenzio di tomba.

Cesare sollevò un sopracciglio: ''Andiamo ragazzi, siate più creativi. Il mio non è un indovinello così difficile''

''Infatti è penoso'' commentò Ariovisto.

L'ex Grifondoro si limitò ad ignorare il commento del collega.

Cesare amava avere l'attenzione degli studenti su di sé. Ma forse in quel caso non era una cosa positiva.

''Tutto qui? - chiese Ludwig - Dobbiamo inoltrarci nella foresta proibita, Dio solo sa per cosa... per trovare un animale utile per le Pozioni di Lumacorno? Ce ne saranno a decine!''

“Molti di più, fidati” gli sussurrò Gilbert al suo fianco, il cui anno tipo consisteva per un terzo nel farsi venire a prendere e portare fuori dalla Foresta Proibita assieme a Francis e Antonio.

Il preside si grattò confuso la testa. Non si era aspettato quel genere di reazione, pensava di essere stato chiaro.

“Ad ogni modo avete una settimana e mezzo per scoprire di cosa parlo e prepararvi, tra due sabati ci sarà la prima prova. In bocca al lupo, campioni” e detto questo si ritirò per andare a finire il suo pasto e tra gli studenti esplosero i sussurri e le speculazioni.

“Chissà cos'è”
“Io non ne ho proprio idea”

“Andare nel bosco? Ma siamo matti? Il preside ha idea di quanto tutto ciò sarà pericoloso?”
“Non invidio certo i campioni”

A sentire quest'ultimo commento Ludwig si irrigidì, prima di alzarsi e lasciare la sala, abbandonando il pasto a metà.

“Ve, Lud!” esclamò Feliciano andandogli dietro, presto seguito da Kiku, preoccupato per il comportamento dell'amico.

Gilbert nel frattempo osservava incuriosito il fratello mentre piluccava dal suo piatto. L'albino ghignò mentre un'idea si faceva lentamente strada nella sua mente...

 

Ludwig non era nervoso.

Assolutamente. Lui era un Corvonero fatto e finito, razionale e scrupolo e... Ed era nel pieno di una crisi di panico. Tutto il suo corpo era teso, si lasciava spaventare anche dal più piccolo rumore. Spaventare non era la parola giusta, ma ogni volta che sentiva arrivare qualcuno gli saliva il cuore in aria. Era solo un mago minorenne, come poteva essere stato scelto dal Calice? Era evidente che suo fratello, oltre ai loro nomi, avesse messo dentro anche tanta Burrobirra.

''Ve... perché sei così nervoso?'' gli chiese Feliciano, mentre scendevano le scale per andare a lezione di Cura delle creature magiche.

''Nein, non sono nervoso''

''Ve... sembri uno di quegli strani oggetti babbani che piacciono al nonno... come si chiama... ve, non me lo ricordo!''

''Non sono nervoso''

''Non l'ho detto, ora. Per caso sei preoccupato per la prima prova? Sarebbe normale, sai? Ve... forse ci saranno i draghi, come all'epoca di Harry Potter. Ho sempre voluto vedere un drago... ve, ma non vorrei che nessuno arrostisse il mio migliore amico''

''Grazie per la fiducia...'' biascicò il teutonico. Se anche l'amico gli dava poche possibilità di sopravvivenza, con che speranze lui potrà affrontare la prima prova?

''Ve... ma vedrai che non ci saranno i draghi! Sono sicuro che ce la farai!''

''Lo dici solo per consolarmi''

''Ve, non è vero. Il nonno dice che non si devono mai dire le bugie. E io non le dico. Mai. So che domani ce la farai, ve... Solo, preferirei che non ci siano i draghi. Non voglio che tu ti faccia male''

Rimase in silenzio per un paio di secondi prima di illuminarsi: ''Perchè non lo chiediamo ad Hagrid?''

Ludwig e Kiku fissarono di sbieco l'italiano, che accorgendosi dei loro sguardi subito chiese: ''Ho detto qualcosa di male?''

''Feli... non credo che Hagrid sia la persona più indicata.''

''Perchè?''

''Beh... non può mica rivelare a uno dei campioni in cosa consisterà la prova. Sarebbe scorretto'' intervenne il moro.

''Ma eviterebbe a Lud di farsi male!''

''Sì, ma sarebbe contro le regole'' cercò di farlo ragionare l'altro europeo.

Il ragazzino sbuffò: ''Va bene, però io non voglio che un drago lo arrostisca!''

''Noi non chiederemo nulla ad Hagrid''

''Chiedermi cosa?''

Il biondo sussultò mentre si voltava e si trovava faccia a faccia con il guardiacaccia della scuola. Tanto che era preoccupato e stranito, e tanto era preso dalla discussione coi suoi amici che non si era accorto di aver finito di percorrere le scale da un bel po' e che si stavano dirigendo verso la foresta. Il suo corpo aveva fatto tutto da solo.

“Ve, ciao Hagrid” lo salutò con un sorriso Feliciano. L'italiano aveva da subito stretto un profondo legame di amicizia con il mezzo gigante.

“Ciao Feliciano, ragazzi. Allora, che mi dovevate chiedere?”

“Ecco, a dire il vero...”
“Nulla! Assolutamente nulla” intervenne il tedesco tappando con foga la bocca di Kiku, e guadagnandosi un'occhiataccia dall'orientale.

Hagrid li fissò ancora per qualche secondo con un occhio indagatore, prima di scrollare le spalle ed aprirsi in un sorriso cordiale: “Ad ogni modo, congratulazioni Ludwig! Sono così contento che tu sia stato scelto come campione di Hogwarts. Il Calice non si è sbagliato nemmeno stavolta nello scegliere il mago adatto” e diede una pacca sulla schiena del ragazzo talmente forte che per poco non lo buttò diritto disteso per terra.

“Grazie...” mugulò dolorante il giovane mentre si accertava che l'altro non gli avesse fatto uscire la spalla dalla sua posizione naturale.

Nel frattempo Kiku osservava colpito il mezzo gigante: “Hagrid-san, mi sta dicendo che lei ha già assistito ad un'edizione precedente del torneo Tremaghi?”
Il volto del guardiacaccia si velò di una leggera nostalgia: “Sì, è stato ai tempi in cui Harry veniva a scuola qui, il suo quarto anno. Eh, bei tempo quelli. Quante ne abbiamo passate io e lui, ancora mi ricordo le avventure, con anche Ron e Hermione. Certo ci sono state anche volte spiacevoli, come quando ho dovuto abbandonare Norbertuccia, oppure quando mi hanno rinchiuso ad Azkaban, o ancora quella volta il sesto anno con Aragog e il professor Lumacorno. Ha pronunciato un discorso funebre davvero egregio, anche se non era in onore di un uomo ma di una...” Hagrid si bloccò di botto.

Ludwig però aveva sentito e la sua mente aveva subito incominciato a lavorare alla velocità della luce.

Lumacorno era l'insegnante di pozioni e la prova consisteva nel trovare un ingrediente per una qualche tipo di pozione. Tutti conoscevano la passione di Hagrid nell'allevare cuccioli di mostro, letali sì, ma anche al contempo incredibilmente rari e che potevano dare possibili ingredienti altrettanto utili per le pozioni. Non ci mise molto a fare due più due e capire chi fosse stato a suggerire ai presidi la prima prova.

''Oh, questo non lo dovevo dire - fece sconsolato il mezzo gigante confermando definitivamente la sua teoria - Non lo dovevo proprio dire''

Lumacorno era un dannato Serpeverde fatto e finito. Ludwig ne era sempre più convinto. Almeno, pensò, era intelligente: adoperare il torneo per i suoi scopi e così facendo ottenere degli ingredienti preziosi per le pozioni era una prova di abilità.

L'uomo li guardò male e puntò loro contro il dito: “Io non vi ho detto niente e smettetela di andare a ficcanasare il naso in giro. Ora filate, che incomincia la lezione”

I tre ragazzi fecero come era stato loro ordinato, con Ludwig completamente concentrato nella sua scoperta.

La conversazione però era stata origliata anche da qualcun altro, che ora era pronto a mettere in atto il suo piano.

"Allora, siete pronti miei awesome amici?"

Non ottenendo risposta Gilbert si voltò e vide che sia Antonio che Francis lo stavano guardando in malo modo.

"Ehm, succede qualcosa ragazzi?"

''Vediamo - cominciò il francese - Ah, sì... ci hai iscritti al Torneo nonostante noi ci fossimo dimostrati contrari, per un tuo capriccio''

''Non solo noi - continuò Antonio con una luce sinistra negli occhi - Anche Romano! Ti rendi conto di cosa sarebbe successo, se fosse stato scelto lui? A rischiare la vita sarebbe lui!''

Francis fu costretto a trattenere l'amico dal saltare addosso al tedesco.

''Ohi, ohi... calma, alla fine non è stato estratto. Tutto ok, no?'' provò a salvarsi il tedesco mettendosi ad una certa distanza di sicurezza dall'iberico.

''Gil?''

''Ja?''

''Comincia a correre''

"Sentite, mi dispiace e proprio per questo che vi ho chiamato: voglio farmi perdonare da West aiutandolo per la prima prova"

"E come pensi di fare?"

"Oh, è semplicissimo West. Adesso noi tre andremo da Lumacorno e..."

Sbiancò e si voltò. Ludwig era dietro di loro e li stava fissando male.

"Tu non farai niente, sono stato chiaro?"

"Ma bruder...”

"Niente Gilbert. Sono già abbastanza nei guai per colpa tua, adesso manca solo che mi metti contro il professore di pozioni"

''Che male pensi possa fare? Sarà solo una indagine, tutto qui''

''Certo... ma se Lumacorno vi scopre, toglierà punti sia a voi che a Corvonero''

''Esagerato...''

''Disse quello che mise il nome del fratello nel Calice, senza prendere in considerazione che sarebbe stato veramente estratto''

"Ehi Francis di un po': tu da che parte stai?"

"La parte di quello che non ha messo il mio nome nel calice a tradimento"

"Umpf, rancoroso"

“Comunque ricorda Gilbert: niente” e il Corvonero se ne andò per tornare a lezione.

Gilbert non era stupido. Sapeva che, se non fosse stato attento, da un momento all'altro uno di loro (più probabilmente Antonio), l'avrebbe cruciato o schiantato.

Doveva giocare bene le sue carte, e mettere in gioco tutta la sua furbizia Serpeverde, se voleva cavarsela.

Prima, però, doveva fare in modo che il suo caro fratellino non assistesse al suo colloquio con Lumacorno...

 

 

"Buongiorno professore!"

Il vecchio insegnante alzò gli occhi dalla scrivania e li portò sul curioso terzetto che lo salutava dall'ingresso del suo studio.

"Oh Gilbert, Antonio, Francis. A cosa devo il piacere ragazzi miei?"

"Ecco professore - disse l'albino entrando seguito dagli altri due - Ci stavamo chiedendo... Lei conosce bene per ogni singolo anfratto di Hogwarts dico bene?"

"Ehm non per fare il modesto ma effettivamente..." borbottò lui assumendo un'aria compiaciuta.

"Allora le volevamo chiedere - la voce di Gilbert si ridusse ad un sussurro - Se lei dovesse andare nella foresta Proibita in cerca di ingredienti, quale sarebbe quello che a suo parere frutterebbe di più?"

Lumacorno sbiancò: "M-ma che razza di domande. Perché me lo chiedi?"

"Non si preoccupi professore - esclamò Francis avvicinandosi. Il loro piano era appunto quello di adoperare il francese per far parlare l'anziano mago, il quale vedeva con un certo buon occhio il biondo che faceva tra l'altro parte del suo esclusivo club - Si tratti di questioni, per così dire, accademiche. Ci serve per una ricerca sulla foresta per Storia della Magia, sa?"

Le spalle di Lumacorno si rilassarono. Era sempre sospettoso con certe richieste sospette dei suoi studenti, specie da quando, per colpa sua, Voldemort , allora ancora Tom Riddle, venne a sapere dell'esistenza degli Horcux.

''Davvero? Meno male, credevo aveste trovato qualche libro strano nel Reparto Proibito''

''E chi ci va?'' fece Gilbert, sincero. Frequentava poco la biblioteca, e il suo ultimo interesse era stare ore e ore con il naso appiccicato sui libri.

"Dovresti leggere di più ragazzo mio, come tuo fratello"

"Seh seh: West è bravo, West è diligente, perché non sei un po' più come West... Professore, almeno lei mi potrebbe risparmiare la tiritera. Ad ogni modo: l'ingrediente?"

"Uhm, fammici pensare... Per ora non mi viene in mente nulla di ché: ci sono gli alberi degli Asticelli per fare le bacchette, ci sono gli unicorni da cui ottenere un crine... A proposito di unicorni, signor Bonnefoy!"

"Sì professore?"

“Lei e Kirkland, piuttosto? Non c'è niente di nuovo da raccontarmi?''
Francis alzò un sopracciglio.
''Come, scusi?''
''Mi ricordate Lily Evans e James Potter. Ah, bei tempi andati...''
''I genitori del prescelto? Aspetti... ma noi non siamo una coppia!''
''Non ancora? Che peccato. Alla professoressa McGranitt, che contatto saltuariamente, piacete molto. Vi trova... particolari''

Francis sbiancò: "Professore, ma che cosa...?"
"Eh, sì, bei tempi quelli di Lily e James. Ah ricordo ancora la felicità con cui ricevetti l'invito per partecipare alle loro nozze. Mi raccomando, Francis ragazzo mio: io al vostro matrimonio voglio esserci a tutti i costi, anzi: gradirei che mi riservaste un posto in prima fila!"

Antonio e Gilbert si dovettero trattenere dal ridere, mentre Francis si faceva paonazzo. Lui e il bruco? Mai!
''Spero che Alistor sappia già tutto... o , non sai come sono puntigliosi i membri di alcune famiglie di purosangue''
''Puntigliosi?''
''Certo! Vedi, dato che il padre di Arthur è morto, è lui che deve dare la sua approvazione. Sai, le antiche famiglie hanno queste usanze un po' antiquate...''

"Professore, davvero io non..."
"Ma sono certo che tu e Alistor non avrete alcun tipo di problemi! Certo mi risulta che sia piuttosto geloso con i vari membri della sua famiglia al punto che mi sembra che una volta abbia usato come minaccia verso uno studente il fatto di giurare di darlo in pasto a Nessie. Ah, questi fratelli maggiori, eh?"

Francis ringraziò di non avere fratelli, e si ripromise che non avrebbe mai girato in giro da solo, se non voleva che Alistor mettesse veramente in atto le sue minacce o le desse in pasto a qualche mostro del lago.
''Non è possibile...''
''Immagino che tu sia figlio unico, eh?''
''Oui...''
''Ti avrei visto bene come fratello maggiore, sai? Meglio di altri elementi di questa scuola sicuro...''
''Ehi - si intromise Prussia - Io sono un magnifico fratello maggiore''
Il professore e i due Serpeverde lo fissarono, scettici.
''Certo, Gil - fece Antonio, con uno strano luccichio negli occhi - Solo, la prossima volta saresti pregato di non mettere a tradimento il nome di tuo fratello nel Calice... o quello di Lovinito''
''Mhm... ma per quello non mi sono già scusato?''

"Non abbastanza - una strana aura stava avvolgendo Antonio e il tedesco era quasi certo di riuscire a sentire un rumore molto simile a "kol kol" provenire dall'iberico - Accetterò definitivamente le tue scuse quando ti vedrò venire umilmente prostrato di fronte ai miei piedi e mi domanderai strisciando di permettermi di tornare a rivolgerti la parola dicendomi che ti sei comportato in maniera assolutamente orribile"

''Ehm... ragazzi...''
''No, Francis, va bene così - disse il professore - I Serpeverde sono fatti così. Prima o poi doveva abbracciare il suo lato oscuro. Spero che non duri molto, altrimenti potrebbe spaventare gli altri studenti''

"Professore..."
"E a questo punto mi sovviene un'altra domanda: Antonio come sta procedendo invece tra te e il nipote del preside?"
"Oh, molto bene grazie – esclamò il castano sorridendo tutt'ad un tratto tornato normale - Sa sono finalmente riuscito a fargli indossare la divisa da cercatore. Era così sexy!"
Incominciarono a bere del thé tirato fuori da chissà dove e a spettegolare come vecchie comari.

''Ma noi eravamo venuti qui per altro...'' provò a intervenire il tedesco.
''Gil, per favore... taci...''

''Oh, com'è bello essere giovani'' fece allegro il professore.

''Mi creda, ora dovrò lavorare solo per convincerlo ad entrare in squadra in via definitiva - continuò Antonio, mentre mangiava un dolcetto - Forse dovrò... mhm... eliminare eventuali problemi, ma non sarà niente di serio''

''Riconosco lo spirito di Serpeverde in te, ragazzo. Ambiziosi, ma con dei limiti. Ah, magari tutti nella nostra casa fossero come te. Probabilmente non avremmo quellabrutta fama dovuta al Signore Oscuro, Bellatrix e compagnia bella. Vorrei ricordare a certi che Peter Minus era un Grifondoro, eppure anche lui era dalla parte dei Mangiamorte''

"Già, inoltre ho anche sentito parlar male di un certo Gilderoy Allock..."

"Io non l'ho mai incontrato, ma da quanto raccontano gli altri professori..."

"Pst, Francis?"

Il francese si voltò verso l'amico: "Sì, Gilbert?"

"Secondo te Lumacorno si ricorda che deve ancora darci una risposta alla nostra domanda sull'ingrediente?"

"Lascialo fare mon amì. Adesso è rilassato, sarà più facile fargli rivelare l'ingrediente. Ci basta semplicemente una domanda per sviare leggermente il discorso e ci siamo. Lascia fare a me"

Detto questo il Serpeverde si schiarì la gola e parlò: "Professore, secondo lei nella foresta si può trovare qualche ingrediente utile per pozioni veloci tipo, antidoti, pozioni dell'invisibilità - lanciò un occhiata eloquente - Filtri d'amore?"

Non l'avesse mai detto. Ora l'attenzione di Lumacorno era di nuovo tutta su di lui.

''Filtri d'amore? Oh, ma tu non ne hai bisogno... il signor Kirkland aspetta solo che lei faccia il primo passo. Anche se è un Corvonero, nelle sue vene scorre il sangue di una stirpe di maghi Serpeverde estremamente orgogliosi. Dal lato materno, mentre da quello paterno...''

Si fermò, mordendosi il labbro. Stava per dire qualcosa che non doveva, era evidente.

Almeno, lo era per Francis. Gilbert non notò niente, come al solito.

'' Comunque - si riprese il professore - Se proprio vuoi fare un filtro, ti consiglio l'Amortentia.''

"Sì, professore ma ecco io pensavo a qualcosa di più, come dire... ricercato"

"E perché mai? Ah, ho capito vuoi stupire, stile Grifondoro. Mi sorprendi ragazzo, ma effettivamente se venisse a sapere che hai anche affrontato mille pericoli per ottenere l'ingrediente l'effetto eroe, se così si può dire, sarebbe assicurato"

"Ehm, esatto, proprio così"

"Sei furbo, non per niente fai parte della mia casa. Comunque, ingredienti rari per le pozioni d'amore: scaglie di drago non sono raccomandabili, piume di grifone hanno un effetto troppo immediato, poi ci sono le zanne, ma quelle per quanto relativamente vicine sono estremamente difficili da recuperare e inoltre anche se ti farebbero ottenere tutta la sua attenzione servono per altro, poi c'è...”

"Aspetti! - lo interruppe Gilbert - Zanne? Che zanne?”

''Non zanne di ragno, sicuramente - fu la risposta veloce di Lumacorno leggermente rosso in viso - Sono estremamente difficili da prelevare. Sicuramente, preferirei averle in dono, piuttosto che prenderle io in prima persona. Troppo pericoloso''

L'albino deglutì.

''Quanto pericoloso, esattamente?''

''Harry Potter stava per morire al secondo anno, a causa dei simpatici ragni che abitano la foresta proibita. Se si salvò, fu solo grazie a... uhm, è abbastanza strano da dire... all'intervento di una macchina babbana modificata con la magia''

Francis e Antonio si fissarono certi di aver capito male l'ultima affermazione del docente, ma Gilbert lo ignorò completamente e continuò, cercando di non far capire quanto fosse eccitato dalla notizia: "Professore, mi scusi la domanda, ma da come ne parla sembra quasi che lei sappia bene quali siano gli effetti. Ne ha mai avute in mano?"

"Beh, come dire - disse Lumacorno agitandosi leggermente sulla sedia - Può essere che io, in seguito ad un'occasione speciale e purtroppo non troppo lieta, possa esserne entrato in possesso..."

Gilbert non potè trattenersi dal sorridere e sussurrare: "Il funerale..."

''Mhm... hai detto qualcosa?''

''Cos... no no, non ho detto niente. Solo, prof, non dovremmo rientrare in classe? Cioè... non è tardi?''

"Oh, per bacco, avete ragione. Grazie mille della chiacchierata ragazzi, è stata davvero piacevole, anche se un po' strana..." si rabbuiò.

"Ehm, sì. Noi adesso andiamo..." disse Gilbert alzandosi piano e dirigendosi verso l'uscita presto seguito dai suoi amici. Tutti e tre erano abbastanza esperti da capire quando una persona scopriva i loro scherzi.

"Davvero particolare - continuava a mormorare Lumacorno - Un ingrediente difficile da reperire, una ricerca nel bosco, il fratello di Gilbert..."

''Amigo...'' disse lo spagnolo mentre si allontanavano a passo svelto dall'ufficio.

''Ja?''

''Ricordami che ti devo buttare fuori dalla nostra camera''

Antonio fu il primo a capire che erano finiti nei guai. Anni a tentare di far breccia nel cuore di Romano Vargas gli avevano donato un eccezionale sesto senso per avvertirlo prima delle sue sfuriate.

''Esagerato... che vuoi che succeda?''

"Voi mi avete ingannato!"

"Questo" fu la tetra risposta dello spagnolo. Anche se erano ormai ad una decina di metri buoni e la porta della stanza del professore era chiusa, l'urlo era giunto come se glielo avesse urlato nelle orecchie.

"Piano di fuga?" domandò Gilbert guardando spaventato gli altri due, i quali pallidi annuirono prima di incominciare a correre con le minacce del professore di pozioni che prometteva da quel giorno esami molto più difficili per il sesto anno di Serpeverde che ancora risuonavano alle loro spalle.

''Perchè lo dovremmo avere noi? Sei tu che ha messo in piedi tutta questa messinscena!''

''Tonio, andiamo...''

''Nemmeno morto, Gilbert''

"Francis almeno tu..."

"No, concordo con Antonio. Sinceramente Gilbert quest'anno mi sto chiedendo come faccio ancora a sopportarti"

"Andiamo ragazzi noi siamo i BTT, passeremo oltre anche a questo, no?"

"... stanotte tu dormi in Sala Comune"

 

 

''Bah... il Magnifico non si farà certo scoraggiare da un nonnulla come l'abbandono di ingrati amici. Andrò io da West, e gli dirò cos'ho scoperto. Almeno non mi crucierà anche lui, poco ma sicuro'' sbottò l'albino dopo essere stato lasciato solo battendosi la mano sul petto.

Gilbert era armato di tanti buoni propositi. Peccato che avesse dimenticato un piccolo particolare: per entrare nel dormitorio dei Corvonero, non ci si doveva avvalere di una particolare parola d'ordine, come per le altre case (lui le scopriva sempre, ma solo perchè era troppo stramaledettamente geniale).

Arrivato, trovò il corvo guardiano intento a sonnecchiare, tranquillo.

"Svegliati uccello, devo entrare!" urlò cominciando a sbattere il pomello.

Il battacchio di bronzo si svegliò e lo fissò male. Gilbert continuava a ghignare.

<< Perfetto - pensò - Ora dovrò solo usare la mia immensa magnificenza per scoprire la parola e potrò andare da West >>

Il sorriso scomparve però non appena il Corvo parlò: "C'è un cosa che custodiamo dentro uno scrigno da cui non possiamo mai separarci e che ci rende noi stessi. Lo scrigno e chiuso ermeticamente, però talvolta questa cosa esce da esso. Cos'è?"

L'albino lo fissò, stupito: ''Aspetta... questa cosa che cazzo è?''

Il corvo gli rispose, saccente: ''Se degno ti vuoi dimostrare, a questo quesito rispondere dovrai''

''Cazzo, ma una normale parola d'ordine no, eh?''

''Serpeverde, eh? Tutti uguali, non sapete riconoscere la bellezza dietro un sagace indovinello''

''Ma andiamo, ma nessuno saprebbe rispondere a una cosa del genere!''

''Eppure i Corvonero ci riescono''

''Non diciamo cazzate, su. Nemmeno i cervelloni ci riuscirebbero''

"E invece ci riescono persino quelli del primo anno"

"E fammi allora un quesito da quelli del primo anno, no cazzo?! Non sono mica un cervellone come voi altri io?!"

"Il quesito era da ragazzi del primo anno"

Gilbert rimase spiazzato per qualche secondo ad apprendere della risposta per poi inalberarsi ancora di più: "Ma non sparare cazzate! Andiamo sii compassionevole e dammene un altro da risolvere no?"

Il corvo sbuffò. Davvero le statue riuscivano a sbuffare? Evidentemente, in presenza di Gilbert lo facevano un po' tutti.

''Ragazzo, te l'ho già detto... no''

''Perchè?''

Stava diventando patetico...

''Perchè ho compreso che il tuo livello di raziocino non eguaglia minimamente quello di un Corvonero, per cui ti ho fatto la domanda più semplice del mio repertorio. Se ti chiedessi un'altra cosa, tu proveresti a trasfigurarmi in qualcosa''

"Io sarei inferiore ad un Corvonero?! Ma io ti...!"

"Che succede qui?"

Gilbert si voltò e vide fermo dietro di lui un ragazzino coi capelli di un biondo quasi bianco come i suoi e un'espressione annoiata.

"E tu chi sei?!" domandò il tedesco.

Il ragazzino, probabilmente del primo anno a giudicare dalla statura, sbuffò: "Questa domanda dovrei fartela io casomai, visto che sei tu quello che se ne sta di fronte alla porta della mia casa. Ad ogni modo il mio nome è Emil"

Emil... ah, il fratellino di Lukas. La somiglianza era impressionante. Peccato che non fosse anche lui un Serpeverde, sembrava poter essere un elemento valido per la loro casa.

"Ehi piccoletto, non è che mi aiuteresti? Devo andare nella vostra sala comune ad avvisare mio fratello"

Emil si mise una mano sotto il mento e prese a riflettere: "Fammici pensare... - un sorrisetto increspò le labbra - Che mi viene in cambio?"

''Eh?''

''Non fare quella faccia: io cosa avrei in cambio?''

''La mia eterna gratitudine?''

''Nah, troppo scontata''

''La parola d'ordine per la sala comune di Serpeverde?''

''No, grazie. Mio fratello me l'ha già detta''

''Uhm... vorresti sapere tutti i passaggi segreti del castello? Conosco anche la strada per le cucine''

''Io e Wy li abbiamo già scoperti tutti''

Gilbert non sapeva più che inventarsi. Dannato moccioso maleficio... ma di cosa si era fatto il Cappello Parlante, durante lo smistamento? Emil doveva stare sicuramente tra le serpi.

"Allora... i test! Ti darò i test per passare attraverso delle materie in cui sei in difficoltà!"
Emil ci riflettè su un attimo: "Effettivamente ho un po' di problemi in trasfigurazioni... Ok, ci sto"
Lo superò ed affiancò il corvo che ripetè l'indovinello. L'islandese si voltò e un sorriso strafottente si dipinse sulle sue labbra: "Mi stai dicendo che non sei riuscito a risolvere questo indovinello?"
Gilbert lo guardò male: ma chi si credeva di essere quel piccoletto? Albus Silente?
"Comunque: la risposta è la memoria. Lo scrigno è la nostra stessa testa da cui non possiamo, ovviamente, separarci e sono i nostri ricordi e le nostre esperienze a renderci noi stessi. A volte ci sono fuoriuscite si riferisce alle perdite di memoria o quando non ci ricordiamo qualcosa"
"Esatto" rispose il battacchio prima di aprire l'entrata.

Gilbert ne aveva fatte di cazzate... ma essere superato da un ragazzino di undici anni... ecco, quella era una cosa a cui non sarebbe mai voluto arrivare.
Dopotutto, sembrava che il Cappello parlante non si fosse fatto di burrobirra durante lo smistamento.
''Ma come diavolo fa West? Io con sto dannato uccello stavo impazzendo''

Imprecando spinse di lato il ragazzino e fece irruzione nella sala comune urlando: "West! Ehi West, dove sei?! Ti devo dire una cosa importantissima!"

<< Mein Gott... ma perchè ho lasciato la bacchetta in camera mia? >> pensò sconsolato il biondo, rimpiangendo il non poter cruciare suo fratello come era sua intenzione di fare dalla sera prima.
Nella sala c'erano anche Feliciano e Kiku, entrambi impegnati nei compiti di Divinazione. Beh, in realtà erano impegnati nella procedura d'emergenza per i compiti di divinazione: 'inventare tutto di sana pianta.

"West, finalmente ti ho trovato! - l'albino si sedette affianco ai tre ragazzi - Ho una notizia importantissima da darti!"
"Vuoi fare silenzio Gilbert? C'è anche gente che vorrebbe fare i compiti e studiare. E poi devo finire Divinazione"
"Pffft, ma a che vuoi che ti serva Divinazione. Inventa qualcosa qua, qualcosa là, mettici un paio di morti orrende e un futuro che fa schifo e il gioco è fatto, no?"
"Ve, è esattamente quello che stiamo facendo adesso!" cinguettò allegro Feliciano.
"E bravo il mio fratellino! Finalmente dopo anni impari come si fanno veramente le cose! Sono così fiero di te!" il Serpeverde fece finta di asciugarsi una lacrima mentre Ludwig provava sempre più l'istinto di prendere il maggiore e scaraventarlo fuori dalla finestra.

''Cosa vuoi?''
''Beh, sono qui per aiutare il mio dolce fratellino a vincere''
''Casomai, dovresti più aiutarmi a sopravvivere. Vincere non mi interessa''

"Va bene, scordati quanto ho detto prima: tu non hai capito niente della vita. West: vincere è tutto! Non puoi pretendere seriamente di essere qualcuno se non sei un vincente"
"Magari così è come la pensate voi Serpeverde. Vincere non è tutto, Gilbert. Fatto sta che è vero: mi piace vincere, ma soltanto quando so di avere una possibilità. E in questa sfida... diciamo che le mie possibilità sono sotto lo zero. Grazie ancora per aver messo il mio nome nel Calice"
Gilbert arrossì, per poi tossire nervosamente e riprendere: "Ma è proprio per rimediare che sono qui. West, io ti aiuterò!"
"E come pensi di fare?" mormorò tornando a concentrarsi sulla pergamena che aveva di fronte.
L'albino fece un sorriso di trionfo e abbassò la voce: "So in che cosa consisterà la prima prova”

''Come?'' esclamò scettico il minore tornando a guardarlo.
''Non fare quella faccia: io, Tonio e Franny abbiamo avuto dei piccoli spoiler da Lumacorno''
''Ovviamente, vi avrà scoperti'' disse il ragazzo, dato che era noto a tutti come i tre fossero facilmente sgamabili.
''Uhm... non esattamente... ma non è questo l'importante. L'importante è che dovrai sapere tutto, ma proprio tutto, sui ragni che vivono nella foresta. Dovreste recuperare le loro zanne''

Il silenzio si diffuse intorno al tavolo.
Gilbert si avvicinò preoccupato al fratello: "West? Ehi West ci sei? Uao, la stai prendendo bene. Se io fossi stato al tuo posto e mi avessero detto che avrei dovuto combattere contro dei ragni giganti di certo..."
"IO DOVREI FARE CHE COSA?!!!!!?"

Uhm... no, non l'aveva presa affatto bene. Dire che stava andando in iperventilazione, era un eufemismo. Persino Feliciano si accorse dello stato d'animo del biondo, e provò come meglio poteva a consolarlo.
''Ve... ma non sono amici di Hagrid? Magari se gli dici che lo conosci ti lasceranno stare''

Quando andava nel panico Ludwig aveva il brutto vizio di diventare sarcastico oltre ogni limite: "Ma certo, Feliciano, come ho fatto a non pensarci prima? Ma sì andiamo da delle gigantesche creature assassine e diciamo loro che sono amico di Hagrid! Ma sì, già vedo la scena: mi cucineranno in salsa barbecue invece che divorarmi crudo, che bella alternativa, grazie per avermela proposta davvero!"
A Feliciano vennero gli occhi lucidi: "Ma... veramente... io... io ti volevo aiutare..."
Vedere quella reazione emotiva riscosse il biondo che subito si affretto a consolare l'amico: "Perdonami Feli, non volevo dire quelle cose. Sono stato uno stupido. È che ho letto da qualche parte, o me ne ha parlato Arthur, non ricordo, che questo fatto del non essere mangiati perché si è amici di Hagrid non funziona. L'unica persona che non mangiano è Hagrid stesso e la cosa funzionava solo fino a quando era vivo il loro capostipite, Aragog. Ora è morto da un bel po' di anni e le Acromantule sono diventate soltanto degli animali selvaggi che seguono un unico istinto: uccidere e mangiare"

''Hagrid però li trova ancora dei cuccioli teneri''
''Gil, Hagrid è lo stesso che ha chiamato Fuffi un cane a tre teste''

"Pft, sempre i soliti pessimisti. Allora West mi perdoni?"
"Cosa?" il biondo distolse lo sguardo assorto da Feliciano che quando stava per piangere assumeva sempre un'aria da cucciolo impaurito che lo faceva diventare a suo parere ancora più irresistibile.
"Ho detto: mi perdoni, vero? Andiamo il Magnifico ti ha fatto sapere quale sarà la sfida della prima prova, non vale come azione di perdono per il nome del calice?"

''Feli, per caso hai con te la tua bacchetta?''
''Ve... si, perchè?''
''Me la presteresti?''
Gilbert deglutì, e lemme lemme cominciò ad andarsene. Era bravo, quando voleva, a non farsi notare. Peccato che i propositi di vendetta di Ludwig superassero qualsiasi sua abilità nella fuga.
''Bruder...''
''J-ja?''
''Aspetta che ti rispedisca a modo mio fino al dormitorio Serpeverde''
''N-non è necessario''
''Oh, ma io insisto...''
Quello fu il quarto d'ora più lungo della vita di Gilbert Beilsheilmild. Quando tornò al dormitorio maschile dei Serpeverde, sembrava essere reduce da una guerra.
''Non. Chiedermi. Niente'' rispondeva a chi aveva l'ardire di fargli qualche domanda. Da quel giorno, prese la decisione di portarsi sempre dietro la bacchetta. Meglio non correre rischi inutili.

 

Una settimana e mezzo dopo, la sera prima della prima prova...

 

Meditazione, l'invenzione più inutile della storia dell'umanità. Ludwig ne aveva bisogno, per provare a calmare i nervi causati da suo fratello e da quello che era successo da dopo l'estrazione dei nomi dal Calice fino alla scoperta delle Acromantule come prima prova. Com'era possibile che era stato scelto lui? Non l'aveva mai desiderato. Al contrario di Gilbert (prima o poi gliela farà pagare, e sarebbe stata una vendetta lenta e dolorosa oltre ogni dire, più di quella di una settimana prima...) non desiderava la gloria. Non voleva la fama, la ricchezza o il prestigio. Gli bastava stare coi suoi libri... e con Feliciano.

Ok, quest'ultima cosa non l'avrebbe mai ammessa ad anima viva, anche perchè non voleva passare per un pervertito col suo migliore amico.

Quella sera aveva chiesto al nonno di andare direttamente alla torre di Corvonero, in modo da evitare i complimenti e gli in bocca al lupo dagli altri ragazzi in Sala Grande e in Sala Comune. Non se li meritava, affatto. Era tutto frutto di un grosso equivoco... e della mente bacata di suo fratello.

“Lud, stai facendo levitare i miei libri”

Il tedesco si riprese, facendo cadere di colpo tutte le cose che, inconsciamente, con la sua magia, aveva sollevato. La magia involontaria non era una cosa poi così strana per i maghi minorenni, e nel suo caso era particolarmente pericolosa.

''Ve... stai bene? Mi sembri molto nervoso''

''Ja... più o meno...''

Era esitante, si vedeva chiaramente, tanto che non sfuggì a Feliciano, seppur considerato ingenuo da molti, l'italiano era molto bravo a capire lo stato d'animo degli altri.

Beh... quasi sempre.

''Ti ho portato altri libri dalla biblioteca, ve - gli disse, facendogli vedere la borsa che aveva con sé - Grazie al nonno, ho potuto prendere dei libri in prestito''

''Tuo nonno sa... ?''

''No, no... gli ho detto solo che volevo studiare per Cura delle Creature magiche... sa quanto amo gli animali, ve...''

Il tedesco sospirò. Almeno non si doveva preoccupare anche di eventuali ritorsioni da parte del preside. Dopo lo scherzetto di Gilbert, Lumacorno terrà d'occhio più che mai sia i Serpeverde che i Corvonero.

''Danke, Feli...''

''Beh, siamo amici no? Tu mi aiuti sempre coi compiti... Ma sai che dovresti dormire? - gli fece notare l'italiano, preoccupato per lui - Ve... più dormi, più hai buone possibilità di vincere la prova di domani''

Ludwig sospirò: ''Non credo che sia così facile... vedi, sono tutti maghi con più anni di preparazione di me. Non ci sono possibilità logiche che io...''

''Beh - l'interruppe l'altro - Metti da parte la logica, allora. Sei un grande mago, e riesci a fare magie anche quando non vuoi. Per me è fantastico, neppure da bambino riuscivo a fare quello che fai tu involontariamente''

''Credimi, non è così fantastico come sembra...'' disse, ricordando la sua, di infanzia. E a come quasi rischiò di non essere ammesso a scuola.

''Ve... invece lo è. Devi solo smettere di pensare, e agire''

''Sicuro di stare bene? Parli come un Grifondoro''

''Uhm... credo di aver sentito Mathias parlare di come conquisterà Lukas...''

''Lo immaginavo...''

''Comunque, il punto è un altro... io credo in te - gli disse, prendendogli le mani tra le sue - Ci sei sempre per me, quando ho bisogno di te. Non sarai esperto come Ivan ed Elizabeta, ma hai un gran cuore''

Il biondo arrossì. Era illogico, era stupido... era così da Feliciano, che quasi si sorprese di desiderare che quel loro momento non finisse mai.

''Ve... posso dormire con te, stanotte? Così, se avrai un incubo, ci sarò io con te''

La risposta doveva essere un secco no. Due ragazzi non possono dormire nello stesso letto. Eppure, la risposta che diede lo spiazzò completamente: ''J-ja... basta che non mi stai troppo vicino''

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo auotre:

“Io sono Kamun Rah, il faraone importante, ero mortissimo ma ora sono finalmente tornato alla vita!” (cit. Kamun Rah, Una notte al museo 2) (P.S: Adoro quel film e ancora di più Kamun Rah)

Mi dispiace davvero tantissimo per il ritardo mostruoso con il quale finalmete pubblichiamo il sesto capitolo di questa storia. Sono terribilmente dispiaciuto, ve lo giuro, ma tra scuola, malattia, stage e gite, verifiche, teatro, blocco dello scrittore e assenza di ispirazione, sul serio considerate un miracolo il fatto che siamo riusciti a pubblicare.

Vi avviso da ora che non so quando sarà il prossimo aggiornamento, ma non aspettatevelo presto.

Sul serio mi dispiace davvero tantissimo scusate.

Sono di fretta, quindi vi lascio, ciao!

Attenzione: minimo due recensioni per continuare, volete fare felici due autori, da? ^J^

 

 

P.S: se vi interessano i crossover casomai fate un salto sulla nostra altra storia a quattro mani, una X-man!AU, e fateci sapere: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3320828

   
 
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