Games
Love
<<
Beh, abbiamo tutti un passato >>
sentenziò Amy, posando il bicchiere di vino sul tavolino di
fronte a sé, dopo
lo sconvolgimento del suo fidanzato riguardo al fatto che avesse
premuto tutti
i bottoni di un ascensore.
Aveva dieci anni
quando accadde.
Si trovava in un
ufficio pubblico con sua madre.
Non ricordava il
motivo preciso per cui andarono, ma
rammentava perfettamente che l’edificio avesse venti piani.
Una volta
entrate in ascensore, dirette al
diciassettesimo piano, s’imbatterono in un uomo in giacca e
cravatta, ben
distinto, con una ventiquattro ore in mano.
Ma da come
guardava assiduamente l’orologio, ad Amy
parve che fosse in ritardo.
Forse per una
riunione.
Curiosa, gli
chiese, più di una volta, del perché
fosse tanto agitato.
L’uomo,
però, continuava a dirle di stare zitta e
che non erano affari suoi.
Così,
presa da un impeto di rabbia, senza pensarci
due volte, fece scivolare la sua mano su tutti i bottoni
dell’ascensore.
Ovviamente sua
madre, per punizione, l’aveva
rinchiusa nell’armadio per tutto il resto della giornata.
<<
Non ho mai… >> continuò la ragazza,
che
ancora non si era stancata di quel gioco.
Guardò
Sheldon che attendeva impaziente una sua
affermazione.
Anche a lui
sembrava che non lo annoiasse ancora.
Sorrise,
vedendolo così a suo agio con lei.
<<
Non ho mai baciato un ragazzo davanti ad un
caminetto acceso >>
espresse Amy, di colpo, senza
riflettere.
Quando vide il
suo fidanzato iniziare a bere con nonchalance,
aprì la bocca dallo stupore, non sapendo di preciso cosa
dire.
No, era
impossibile.
Sheldon non
aveva mai avuto una ragazza prima di lei.
E di certo,
anche se l’avesse avuta, non l’avrebbe mai
baciata, visto come era restio al contatto fisico quando
l’aveva conosciuto
quasi sei anni prima.
O forse era
davvero possibile.
Infondo, come
aveva detto lei poco fa, tutti avevano un
passato.
Era talmente
presa dai suoi pensieri che, quando avvertì la
mano di Sheldon accarezzarle la guancia, sussultò.
Il cuore
iniziò a batterle forte, quando avvicinò il volto
al suo.
Imbarazzata,
distolse lo sguardo.
Ora aveva capito
tutto.
Ma, per
sicurezza, era meglio domandare.
<<
Sono io quella ragazza? >>
Per tutta
risposta, il fisico teorico la costrinse ad alzare
il viso per sfiorare le labbra con le sue, dolci e calde, che sapevano
di vino
rosso, che non aspettavano altro che essere baciate.
<<
Viviamo in una società contenziosa. Mi occorre una
risposta verbale >> lo
prese in
giro Amy, dopo essersi staccata, seppur controvoglia, da lui.
Sheldon
alzò gli occhi al cielo, pensando
a quando le avesse fatto la stessa affermazione.
Anche se in modo
leggermente differente.
<<
Sì, sei tu >> replicò.
<<
Ok, ora tocca di nuovo a me >> continuò,
cercando
di riprendere il controllo di sé.
<<
Non ho mai… >>
Ma la sua mente,
in quel momento, era ancora occupata dal
ricordo di quel semplice bacio che aveva dato ad Amy soltanto una manciata di secondi fa.
La osservava
mentre teneva tra le mani il bicchiere di vino.
Aveva qualcosa
di diverso quella sera.
Non sapeva
spiegare il perché.
Però
lo stava facendo ridere.
Per davvero.
Improvvisamente
gli venne in mente la volta in cui ballarono
insieme sulla terrazza.
Entrambi, seppur
per motivi diversi, avevano avuto un
attacco di panico.
Ma quando
avevano iniziato a danzare, quella sera, tutto il
loro nervosismo scomparve.
Al suo posto
sopraggiunse invece la felicità, poiché,
entrambi, avevano fatto un altro passo importante nella loro
“strana”
relazione.
<<
… ballato con una ragazza davanti ad un fuoco
acceso >> sentenziò, salvo poi pentirsene
immediatamente.
Ma che aveva
detto?
Certo, lui era
un ballerino eccellente, esperto nella rumba,
nel valzer e nel cha cha cha.
Ma solo
perché aveva preso lezioni contro la sua volontà.
E, ovviamente,
lui era un genio.
E, di
conseguenza, era praticamente impossibile che
fallisse.
E poi come si
poteva ballare senza musica?
Senza gli abiti
adatti all’occasione?
Senza…
<<
Vieni >> disse Amy, afferrandolo per mano,
dopo aver bevuto, facendolo alzare dal divano e condurlo vicino al
caminetto.
<<
Lascia stare, non c’è la musica e poi non siamo
vestiti appropriatamente … >> cercò
di protestare Sheldon, inutilmente.
<<
Chi se ne importa della musica. Ce la faremo da
soli >> rispose la neurobiologa, prendendogli le mani per
appoggiarle sui
suoi fianchi.
<<
… e poi, anche quando abbiamo ballato insieme la
prima volta, qualche anno fa, eravamo vestiti così
>> continuò, dopo aver
messo le braccia intorno al suo collo.
Sheldon
aprì la bocca per dire qualcosa, ma la chiuse subito
dopo, riflettendo sulle parole della sua ragazza.
Ricordava
perfettamente l’episodio in questione.
Dopo
l’ennesima discussione con Priya, che a quei tempi
stava con Leonard, decise di uscire con le ragazze, poiché
avrebbero
spettegolato dell’indiana, giacché, anche loro, a
stento tolleravano la sua
presenza.
Dopo aver preso
qualcosa da bere, decisero di spostarsi in
un luogo in cui si danzasse, poiché Amy, Penny e Bernadette
avevano scoperto il
suo talento di ballerino.
Fu in
quell’occasione che ballò con una Amy fin troppo
ubriaca.
All’epoca
però era tutto diverso.
Entrambi si
consideravano solo amici.
Entrambi
odiavano il contatto fisico.
Entrambi quella
volta ballarono solo
in modo “professionale”.
Ora, invece,
erano fidanzati.
Non in modo
“ufficiale”, ma lo erano.
Si erano baciati
più di una volta, anche con passione, e ciò
non dispiaceva a nessuno dei due.
Avevano avuto
addirittura il loro primo rapporto sessuale-perché
si amavano- e, come lui stesso aveva ammesso ad Amy, gli era piaciuto
più di
quanto si aspettasse.
Ripensò
a quella sera d’inverno.
Pensò
nuovamente al modo in cui reagì ai suoi tocchi e ai
suoi baci, al modo in cui gli sussurrò il suo nome tra i
gemiti, ai suoi
capelli in disordine e a quello strano e affascinante luccichio negli
occhi.
E al modo in cui
si sentì appagato e sazio di piacere, dopo
averle “regalato” i suoi genitali.
<<
Non vuoi giocare più? >> gli
domandò la
neurobiologa, mentre si faceva condurre nelle danze.
<<
Cosa? No… è solo che… >>
farfugliò, incapace
di articolare una frase di senso compiuto.
Accidenti!
Ma
perché appena faceva qualcosa di
“romantico” con la sua
ragazza, il suo cervello non capiva più niente?
Poi, in un
lampo, comprese.
In quel preciso
istante, ad Amy brillavano gli occhi come la
sera del suo compleanno.
Forse era per
via del fuoco acceso che ricreava l’atmosfera
delle candele.
In quel preciso
momento, capì che non voleva trascorrere
quasi un anno a ricordare quella serata, prima di riviverla un'altra
volta.
<<
Non ho mai avuto un coito in una baita nella
foresta mentre pioveva, su un divano, davanti ad un caminetto acceso
>>
dichiarò, tutto di un fiato.
Questa volta,
però, senza nessun ripensamento.
Ad Amy
iniziarono a tremarle le gambe per quello che aveva
appena udito.
Per fortuna,
nonostante avessero smesso di ballare, ancora
non si era staccata da lui.
Altrimenti
sarebbe crollata a terra come un sacco di patate.
<<
C…cosa hai detto? >> balbettò,
sgranando gli
occhi.
Sheldon
sospirò.
<<
Hai capito benissimo. Non farmelo ripetere una
seconda volta >>
La ragazza
abbassò lo sguardo, sentendosi nuovamente in
imbarazzo.
<<
Non avevi affermato che volevi aspettare il mio
prossimo compleanno ? >>
Il fisico
teorico si aspettava quella domanda.
E aveva la
risposta perfetta da darle.
<<
Il segreto per acquisire abilità in ogni campo è
la
ripetizione. Potrei utilizzare questa notte per apprendere nuove
tecniche per…
beh… per sconvolgerti totalmente a letto anche il prossimo
17 dicembre. Sempre
se tu sei d’accordo >>
Amy sorrise,
prendendo il bicchiere di vino per bere un bel
sorso.
Sheldon era
capace di dire qualunque cosa, pur di non
ammettere che, dopotutto, anche lui aveva delle pulsioni sessuali e che
stavano
iniziando a manifestarsi sempre meno raramente.
<<
D…devo
considerare il tuo gesto come un si? >> le
domandò, per essere sicuro.
La ragazza
alzò gli occhi a cielo.
Ma poteva mai
dirgli di no?
<<
Si! >> rispose, iniziando a togliersi il
cardigan viola.
Stava per
iniziare a sbottonarsi la camicetta, quando il suo
ragazzo la bloccò.
<<
Che stai facendo? >> chiese, in preda al
panico.
<<
Mi sto spogliando. Altrimenti come faccio a
eccitarti? >> disse, con sincerità.
<< Si, va
bene, ma…ecco… non sarebbe meglio andare in
camera? Insomma, Leonard e Penny
stanno dormendo, però potrebbero svegliarsi a causa nostra
ed entrare in
soggiorno e vederci >> proferì, cercando di
farla ragionare.
Ma tutto
ciò che ottenne fu Amy che si liberò
definitivamente dell’indumento che aveva addosso, gettandolo
sul pavimento,
rivelando un reggiseno di pizzo nero.
<<
E allora? Tu hai quasi sempre visto e sentito i
loro coiti. E poi, anche se stessimo nella nostra stanza potrebbero
udirci
>>
Sheldon
aprì la bocca per risponderle ma la richiuse subito
dopo.
Come sempre,
ormai, la sua ragazza aveva ragione.
Per anni veniva
reso partecipe degli amplessi dei loro
amici.
Una volta tanto
si potevano invertire le parti.
<<
E sei stato tu stesso a dire che non avevi mai
praticato un coito su un divano davanti ad un caminetto acceso
>>
continuò, ricordando ciò che aveva detto.
Il fisico
teorico alzò gli occhi al cielo.
Maledizione a
lui e alla sua precisione!
Guardò
Amy che si stava togliendo gli occhiali,
aggiustandosi i capelli.
Poi
iniziò a disfarsi della gonna e delle calze, rischiando
più di una volta di inciampare, rimanendo così
soltanto in intimo.
Era stupenda!
<<
Va bene. Ma faremo piano >>
l’avvertì,
arrendendosi alle sue emozioni, mentre si toglieva entrambe le
magliette.
<<
Promesso
>> gli sussurrò, mettendogli le braccia
attorno al collo e avvicinando il
volto al suo.
Per lei, il
momento
antecedente al bacio era sempre il più bello.
Gli occhi
puntati sulle
labbra.
I respiri
pesanti.
Il battito
cardiaco
irregolare.
Chiuse gli occhi
e sorrise
quando avvertì la bocca di Sheldon poggiarsi sulla sua,
riempiendola di tanti
piccoli e dolci baci.
Sentendo Amy
abbandonarsi a
lui, la prese per i fianchi e l’attirò a
sé, premendo il corpo caldo contro il
suo.
Le
sfiorò le labbra con la
lingua per poi penetrarle, facendola sussultare per la sorpresa a
quella
delicata ma decisa invasione.
La neurobiologa
aprì di più
la bocca, sentendosi stranamente audace, per farsi baciare
più a fondo.
Tutto
ciò le stava facendo perdere
il controllo della mente mentre un brivido di desiderio iniziava a
brulicare
per tutto il corpo.
Si
staccò da lui, giusto il tempo di riprendere fiato.
Ancora
ansimante, fece scorrere le mani tremanti lungo il
suo petto perfettamente scolpito, scendendo lungo l’addome,
fino a sbottonargli
i pantaloni.
<<
Ciao >> salutò, maliziosa, dando uno sguardo
all’evidente
rigonfiamento sotto il tessuto delle sue mutande.
<<
Che c’è? E’ una normale reazione
fisiologica
>> gli disse, ridendo, vedendolo arrossire e guardare da
tutt’altra
parte.
<<
E poi è la prova che sei ancora attratto da me
anche fisicamente e che quindi… beh… mi trovi
tuttora bella >>
continuò, seria.
Sheldon smise di
guardarsi
intorno per incrociare il suo sguardo.
<<
Amy, io non
smetterò mai di trovarti bella. Non lo mai ammesso
apertamente ma… sono conquistato
dai tuoi occhi, dal tuo naso, dalla tua bocca e da ogni singola curva
del tuo
morbido corpo. E poi sei intelligente. Non come me, ma lo sei. Amo il
modo in
cui ci capiamo a vicenda, spesso senza nemmeno parlare. E poi, grazie a
te, ho
fatto cose che prima non avrei mai minimamente immaginato di fare. E
non riesco
mai a essere arrabbiato perché, dopotutto, adoro il tuo modo
di manipolarmi.
Forse non lo sarai per gli altri ma per me, sei e resterai la donna
più bella
che abbia mai conosciuto. Fisicamente e intellettualmente
>>
La neurobiologa
lo guardò incredula.
Il suo ragazzo
difficilmente
le faceva dichiarazioni d’amore.
Ma quando
accadeva, riusciva
sempre a farla rimanere senza parole.
<<
Davvero pensi tutto
questo? >> gli chiese, accarezzandogli il viso, anche se
sapeva benissimo
la risposta, poiché la stava guardando con una dolcezza
indescrivibile.
<<
Si >>
rispose, baciandola nuovamente sulla bocca, sapendo che quello era
l’unico modo
per farle capire che non stava mentendo.
Sorrise
soddisfatto tra le
sue labbra, infatti, quando capì che si stava slacciando il
reggiseno, lasciandolo
libero di accarezzare e baciare amorevolmente ogni centimetro del suo
corpo,
sentendo crescere l’eccitazione sempre di più.
Ad Amy
sfuggì un ansito di
piacere non appena avvertì la bocca di Sheldon a contatto
con il suo seno
diventato più sensibile, percependo un brivido nelle sue
parti intime che la portò
a sfilarsi le mutandine, bisognosa di non avere nessun ostacolo tra
loro.
Sheldon si
staccò un istante
per accontentarla, liberandosi a sua volta della biancheria, come se
anche lui
non potesse più sopportarne la presenza.
Poi
tornò a baciarla,
nonostante avesse iniziato a farlo indietreggiare.
Lo fece
accomodare nuovamente
sul divano, mettendosi a cavalcioni su di lui.
<<
Mi dispiace di averti dato dell’ immaturo e dell’
egoista >> gli sussurrò tra le labbra.
Solo ora si rese
conto di non essersi mai scusato per quella
volta.
Sheldon
sospirò, guardandola negli occhi mentre gli scostava
i capelli dal viso.
<<
Non ti preoccupare, non sei l’unica ad avermelo
detto >> la rassicurò, come per farle capire
che doveva lasciarsi il
passato alle spalle.
Così
come aveva fatto lui, il giorno in cui le aveva donato
la sua verginità.
<<
Ora, però, possiamo passare al coito vero e
proprio? Sai, sono sicuro che anche questa volta sentirai una grande
piacere e
godrai di un orgasmo sicuro ed intenso, grazie a me >>
disse, facendo
scendere le mani lungo la sua schiena.
Amy rise,
appoggiando la fronte alla sua e mettendogli le
gambe intorno ai fianchi, pronta ad unirsi a lui.
<<
E se ti sbagliassi? >> gli domandò,
sfidandolo.
<<
Mi conosci per essere un uomo molto intelligente.
Non pensi che, se mi sbagliassi, lo saprei? >> rispose,
baciandola, facendo
scivolare la lingua tra le sue labbra, spingendola con dolcezza e
lentamente
verso la sua erezione, guadagnandosi uno sguardo pieno di passione e
sorpresa.
<<
Oh Sheldon… >> sussurrò, ansimante,
aggrappandosi a lui, avvertendo una sensazione di calore che
s’irradiava a
tutto il corpo.
Per la seconda
volta, il suo ragazzo era stato in grado di
lasciarla senza parole.
Stando in quella
posizione, era lei che doveva prendere il
controllo della situazione.
Ma Sheldon non
aveva voluto.
Eppure non le
importò affatto.
Aveva ancora
tanto da imparare.
Molto
probabilmente avrebbe combinato solo qualche guaio.
Invece il suo
fidanzato sembrava così esperto, nei suoi
movimenti lenti.
Eppure profondi
ed intensi, pronti a soddisfare ogni
richiesta del suo corpo.
La teneva
stretta a sé in modo delicato.
Tuttavia,
deciso, quasi avesse paura che potesse scappare da
un momento all’altro.
E poi
c’era il modo in cui la guardava.
Era pazza di
lei, decisamente.
E questo la
faceva sentire orgogliosa, doveva ammetterlo.
Però
nei suoi occhi si poteva scrutare anche paura .
E non era una
sua impressione, perché, durante ogni suo
gesto, le domandava apertamente se andava tutto bene o se le stesse
facendo del
male.
Non seppe come
riuscì a trattenersi dal piangere.
Come aveva fatto
a definirlo egoista, se poi si rilevava
tutto l’opposto?
Sapeva,
comunque, come tranquillizzarlo.
Gli fece
appoggiare la testa sulla sua spalla, accarezzandogli
dolcemente i capelli.
Come si faceva
con i bambini.
Nonostante
stessero facendo cose da “adulti”.
E questo la
faceva ridere.
<<
Amy >> mormorò.
La ragazza gli
prese il volto tra le mani, cercando
nuovamente il suo sguardo.
Anche se lo
aveva visto una sola volta, lo conosceva
benissimo.
Era tutto
concentrato su se stesso e sulle sue sensazioni.
Sapeva cosa
stava per accadergli.
E voleva
soltanto la sua approvazione per andare fino in
fondo.
<<
Non… non ti fermare >> lo implorò
gemendo, stringendogli
ancora di più le gambe attorno ai fianchi.
Bastò
un istante e a entrambi parve di essere stati
trasportati fuori dal tempo e proiettati in un universo magico.
Lasciarono che
le loro menti si svuotassero e che fossero
solo i loro istinti a dettar legge.
Ormai non
avevano più neanche il controllo dei loro corpi.
Li lasciarono
liberi di muoversi insieme, assecondando uno
i movimenti
dell’altro, di continuo più penetranti
e ardenti, sempre più smaniosi, mai sazi.
Amy
avvertì un’energia crescere
d’intensità, come se fosse
racchiusa da tanto tempo dentro di lei, che aspettava solo di esplodere.
Quando raggiunse
il culmine, urlò dal piacere, incurante che
Leonard e Penny potessero sentirla, inarcando la schiena, contraendosi.
Sheldon la
strinse nuovamente a sé, per dargli un bacio lento,
dolce e profondo.
Doveva servire
da tranquillante a quel corpo, scosso da
fremiti potenti, lunghi e incontrollati, frutto di sensazioni forti e
devastanti.
Esattamente come
il suo.
<<
Ti amo >> la sentì sussurrare tra le sue
labbra, prima di allentare la presa su di lui e crollare dalla
stanchezza tra
le sue braccia.
<<
Si. Ti amo anch’io >> rispose, cedendo anche
lui con un brivido e abbandonandosi sul divano, mentre un sorriso
compiaciuto
comparve sulle sue labbra, visto che le sue supposizioni, ancora una
volta, si
erano dimostrate esatte.
<<
Mi avevi promesso che avremmo fatto piano >>
le ricordò, poi, accarezzandole la schiena, ancora tremante,
senza fiato.
Doveva essere un
rimprovero, ma nel tono della sua voce non
ce ne era alcuna traccia.
Perché,
dopotutto, neanche lui era stato poi tanto
silenzioso.
Nel momento
esatto dell’eiaculazione si era sentito così
rilassato e in pace con il mondo che non era riuscito in nessuna
maniera a
sopprimere i gemiti e i mormorii che uscivano dalla sua bocca.
La sua ragazza
meritava di ascoltare quei suoni.
Era un suo modo
per dirle che, anche lei, non doveva
fermarsi ma continuare.
Amy, ancora
accoccolata contro il suo petto, ancora intenta
a smettere di ansimare, rise di gusto.
<<
Cosa ci posso fare se sei un prodigio anche a letto
tanto da farmi perdere la coscienza? >> disse, maliziosa.
Sheldon la
guardò.
Aveva un aspetto
stropicciato e confuso.
I capelli in
disordine.
In maniera
esagerata.
Le guance rosse
come quelle di una bambola.
Le labbra
turgide in fiamme.
Il trucco
sbavato.
Quel volto lo
faceva ridere, tanto che era buffo.
Ma
l’espressione che aveva avuto durante
l’orgasmo…
Quella era
davvero indescrivibile.
Anche per lui,
che sapeva sempre cosa dire.
No.
Il coito non era
ridicolo e degradante.
Se praticato con
la donna della propria vita, si rivelava tutto
l’opposto.
Fece scivolare
due dita lungo il suo braccio fino ad
incontrare la sua mano ed intrecciarla con la sua.
Amy
guardò la sua mano sinistra giocare con quella di
Sheldon.
Ripensò
a ciò che le disse il giorno di San Valentino.
Le aveva detto
che la loro rottura lo aveva aiutato a capire
quanto fosse importante per lui e come la loro relazione, adesso, fosse
diventata
più solida che mai.
Eppure, si
malediceva ogni volta che pensava al giorno in
cui gli aveva comunicato la sua decisione di prendersi una pausa dal
loro
rapporto.
Se lo avesse
fatto parlare per primo, anziché interromperlo,
adesso su quella mano, più precisamente sul suo anulare,
molto probabilmente ci
sarebbe un anello di fidanzamento.
E adesso
starebbero organizzando i preparativi del
matrimonio.
Sicuramente in
Texas.
Perché
era impossibile che sua suocera li avrebbe lasciati
sposare a “Gomorra”, in California.
Pensò
a come sarebbero potuti essere gli inviti da spedire ai
vari parenti ed amici.
Al ristorante e
alla predisposizione dei tavoli.
Quasi
sicuramente si sarebbe fatto aiutare da Rajesh.
E poi a
ciò che tutte le bambine, lei compresa, sognavano
almeno una volta nella vita.
L’abito
da sposa.
Il suo lo
immaginava bianco in stile principesco, con un
corpetto a cuore-che avrebbe messo in risalto il suo seno e le sue
curve- cosparso
di piccolissimi diamanti che avrebbero riflesso la luce in modo dolce,
senza
dare nell’occhio, e una gonna ampia, in tulle e ricoperta di
piccole perle, che
le avrebbero dato un aspetto regale e romantico.
I capelli, poi,
li avrebbe potuti acconciare come quando lei
e le ragazze organizzarono il ballo di fine anno sulla terrazza di
Leonard e
Sheldon.
E, ovviamente,
non poteva mancare il suo inconfondibile
diadema.
Tutto
ciò le risultava fiabesco e sexy allo stesso modo.
Fantasticò
di percorrere la navata con Howard e Raj.
Voleva che
fossero loro ad accompagnarla verso il suo futuro
marito perché, dopotutto, era grazie a loro che adesso aveva
degli amici, una
vita sociale e soprattutto un ragazzo che l’amava
così tanto da fare l’amore
con lei.
Due volte.
Tutti
l’avrebbero guardata a bocca aperta, per quanto
sarebbe stata bella quel giorno.
E si.
Anche
perché non avrebbero mai creduto che si sarebbe potuta
sposare.
Ma lei, invece,
avrebbe guardato lo sposo.
Perché
come diceva Jane Nichols, la protagonista del film 27
Volte in Bianco, il puro amore era lì.
Pensò
a tutte le smorfie che avrebbe potuto fare ogni
qualvolta il prete avrebbe nominato Dio.
Alle sue,
sicuramente “strane”, promesse.
Allo scambio
delle fedi.
E poi quando
l’avrebbe dovuta baciare davanti a tutti.
L’avrebbe
fatto davvero o l’avrebbe afferrata per mano per
correre il più velocemente possibile fuori dalla Chiesa,
mentre tutti i
presenti, non sapendo cosa pensare, avrebbero iniziato a lanciar loro
il riso?
Già
immaginava Sheldon che le raccontava il motivo di
quell’usanza.
I
festeggiamenti, poi, in un modo o nell’altro, sarebbero
andati per il meglio.
A renderla
nervosa, invece, era l’ufficializzazione del
matrimonio in camera da letto.
Avrebbero
davvero “consumato” il loro rapporto, anche se non
fosse stato il 17 dicembre?
Chissà
come, il suo ragazzo, quella sera, aveva fatto
un’eccezione.
Per non passare
la sua prima notte di nozze in bianco, si
sarebbe sposata proprio il giorno del suo compleanno.
A qualunque
costo!
E poi, dopo la
luna di miele in Svizzera per visitare l'acceleratore
di particelle del CERN, sarebbero andati a vivere
nell’appartamento di Sheldon.
Il
“loro” appartamento.
In seguito,
sarebbe arrivato il momento di pensare a
concepire un bambino.
Quando il suo
ragazzo le aveva detto che gli ovuli che si
portava appresso avevano una data di scadenza, il giorno in cui lo
lasciò, si
era sentita davvero umiliata davanti a tutti i suoi amici.
Ma,
ripensandoci, non aveva tutti i torti.
Non era
più tanto giovane e, quindi, non poteva permettersi
il lusso di aspettare diversi anni prima di metter su famiglia.
Ed era in
quell’occasione che avrebbe dovuto convincere
Sheldon a fare l’amore più spesso.
Immaginò
di farlo provando le posizioni più
“strane”, non
soltanto in camera, ma anche sotto la doccia, appoggiati sul tavolo
della
cucina o sul pavimento come Lily e Marshall, i protagonisti di How I
Met Your
Mother.
Oppure,
com’era successo poco fa, sul divano.
Più
precisamente sul posto di Sheldon.
Vai a vedere che
lo avrebbero generato proprio lì il loro
figlio.
O figli,
perché no?
Aveva elevate
possibilità di rimanere incinta di due
gemelli.
Ma anche tre!
Non si poteva
escludere nulla.
Una famiglia
numerosa era quello che sognava da sempre.
Sarebbe stata
tutto l’opposto di sua madre e avrebbe avuto
un ottimo rapporto con i suoi figli.
Certo, sarebbe
stata severa quando sarebbe servito.
Ma si sarebbero
potuti confidare con lei per qualunque cosa,
bella o brutta.
Tranne che per
alcuni argomenti, forse.
Tipo
l’amore e i primi appuntamenti.
Quelli erano
meglio lasciarli alla zia Penny.
<<
Non ho mai chiesto alla mia ragazza di sposarla
>>
Le parole le
uscirono dalla bocca senza neanche sapere come.
Si morse il
labbro inferiore.
Ecco.
Ora avrebbe
ricevuto una bella ramanzina perché doveva
raffreddare i motori, visto che aveva fatto l’amore con lei
una seconda volta
ed era già abbastanza.
Addio magia!
Ma
perché allora non si sentiva rimproverare?
Si
voltò verso di lui, gli occhi ancora fissi sulle loro
mani intrecciate, e cacciò un sospiro di sollievo quando
vide che dormiva beatamente.
Era
così immersa nei suoi pensieri che nemmeno se ne era
accorta.
Ovviamente non
avrebbe mai rifiutato una proposta di
matrimonio dopo aver fatto sesso.
Però
voleva ricevere contemporaneamente l’anello e no in un
secondo momento.
Mica se lo
portava dietro ogni volta?
Quest’ipotesi,
tuttavia, poteva anche essere plausibile,
visto che, da quando ne era venuta a conoscenza, ogni volta che era
possibile,
dava una sbirciatina nell’appartamento del suo ragazzo, per
vedere se riusciva
a trovarlo.
Ma ogni volta
non concludeva mai niente.
Forse era
rinchiuso in una cassaforte di cui non conosceva
l’esistenza?
Da come aveva
capito, si trattava di un anello di famiglia,
quindi antico.
Non era il
classico solitario.
Era solo curiosa
di vedere come era fatto.
Può
darsi anche che, di punto in bianco, l’avrebbe trovato
all’interno di uno dei cervelli che, quotidianamente,
dissezionava al lavoro,
sostituito da un tumore, dal suo ragazzo.
Mica era il tipo
da metterlo all’interno di un bicchiere di
Champagne?
O forse
gliel’avrebbe chiesto semplicemente mettendosi in
ginocchio, nel bar in cui si erano conosciuti.
Dove gli aveva
comunicato apertamente e senza vergogna di
voler evitare qualsiasi tipo di contatto fisico, coito compreso.
Si, come no!
Amy
iniziò a stare scomoda in quella posizione, così,
cautamente, lasciò la mano di Sheldon per alzarsi e
rivestirsi.
<<
Hai detto qualcosa? >> mormorò il fisico
teorico, stropicciandosi distrattamente gli occhi, la voce impastata di
sonno.
La neurobiologa,
intenta a recuperare la biancheria dal
pavimento, si bloccò, pensando se avesse sentito o meno
ciò che aveva
pronunciato poco fa.
Ma, dal suo
sguardo, sembrava all’oscuro di tutto.
<<
Non ho mai mangiato del cibo che sia caduto a terra
>> dichiarò, cercando di cambiare argomento,
rimettendosi le mutandine.
<<
Lo voglio ben sperare! >> disse, facendo una
smorfia di disgusto.
<<
Adesso fammi pensare. Non ho mai preso una
sospensione al liceo >>
<<
E sappi che non
c’entra niente il fatto che a quell’epoca ero un
bambino >> continuò.
Amy, dopo
essersi agganciata
il reggiseno, prese il bicchiere di vino e bevve a lungo, sotto lo
sguardo
allibito del suo ragazzo.
<<
Te lo ripeto,
Sheldon. Abbiamo tutti un passato >> gli
ricordò, con un sorrisetto da
cattiva ragazza, mentre gli lanciava i boxer.
~
<<
Ecco, Leonard! E’ così che si sconvolge una
ragazza
a letto! Non dovevo darti l’autorizzazione a bere, prima
>> dichiarò Penny,
intenta a spiare gli Shamy che finivano di vestirsi.
Non ricevendo
alcuna risposta, si girò verso di lui.
Era a letto a
leggere una rivista scientifica e indossava
ancora le cuffie antirumore.
Avevano deciso
di portarle per sicurezza per darle a
Sheldon, nel caso in cui avessero fatto sesso.
Invece fu
proprio il fisico sperimentale a indossarle, non
appena udì il suo amico pronunciare la parola coito.
Lei, invece,
appena udì quella parola uscire dalla bocca dello
“strano” Sheldon, voleva sapere
e-soprattutto-vedere di più, visto che la sua
amica, legata da un accordo di riservatezza, non aveva potuto
raccontarle
niente di quella “famosa” notte d’amore.
Inoltre era
impossibile che venisse scoperta.
La loro camera
si trovava in un posto strategico della
baita.
Poteva vedere
tutto ciò che accadeva in soggiorno, senza alcun
rischio di essere vista.
La
rappresentante farmaceutica si avvicinò a suo marito,
togliendogliele velocemente, facendolo trasalire.
<<
Oh, bene. Hanno già finito? >>
La ragazza si
passò una mano tra i capelli, pensando a come
dirgli che i loro amici si erano intrattenuti su quel divano molto, ma molto, a lungo.
Si era immerso
nella lettura così profondamente tanto da non
accorgersi di quanto tempo fosse trascorso.
<<
A dir la verità ci hanno dato dentro per più di
mezz’ora-preliminari esclusi- e, a differenza tua, Sheldon
non ha borbottato
nemmeno una volta la teoria della relatività di Einstein >>
<<
COSA?!
>> urlò sconvolto Leonard, sentendo che gli
stava venendo un attacco di
asma.
<<
Anche se sono stata io a spiegargli cosa piace alle
ragazze, sembrava proprio Jon Snow durante la prima volta con Ygritte >>
<<
Ok, basta così! Non continuare o avrò degli
incubi
a vita! >> la
fermò il marito.
Di questo passo
avrebbe
finito col descrivere nei minimi dettagli anche i suoi genitali che, a
questo
punto, potevano essere definiti “perfettamente
funzionanti”.
<<
Comunque, secondo
uno studio condotto fra cinquanta specialisti della Society for Sex
Therapy and
Reserch di Washington, un rapporto sessuale che supera i tredici minuti
rischierebbe di essere poco soddisfacente e noioso >>
continuò, poi.
<<
Sicuro! Infatti,
prima, Sheldon e Amy avevano delle facce proprio annoiate! >>
sbottò la
rappresentante farmaceutica, sarcastica, roteando gli occhi.
<<
Guarda che i
ricercatori hanno determinato la durata dell’amplesso ideale
tra i sette e
tredici minuti. L’ultima volta sono durato nove minuti,
quindi ti sei sentita totalmente
appagata! >> affermò.
Penny
sospirò.
<<
Si, non ti
preoccupare. Mi sono sentita più che soddisfatta
>> disse,
assecondandolo, pur di terminare quella conversazione.
<<
Sai che ti dico?
Accetto la sfida. Se Sheldon ha un autonomia anche superiore ai trenta
minuti,
io riuscirò a durare un’ora e mezza
>> dichiarò Leonard, sicuro di sé, iniziando a spogliarsi di
fretta e furia, dopo
aver avvertito dell’ironia nella sua ultima frase.
<<
Tesoro, non devi
dimostrarmi niente. Io… >>
La ragazza si
bloccò, non
appena avvertì rumori di passi.
A quanto pare
gli Shamy si
stavano avviando verso la loro camera da letto, che era proprio accanto
a
quella sua e di suo marito.
Chiuse
cautamente la porta,
per evitare di essere scoperta, e, iniziando a sentire anche delle
risate
mentre erano ancora intenti a dirsi cosa avessero fatto o meno, a passo
spedito, si avvicinò al muro della stanza, appoggiando sopra
un orecchio.
Dopo tutto
quello che aveva
visto e udito, chi le diceva che non avrebbero fatto
dell’altro?
Ma, per sua
sfortuna, le
pareti erano più spesse del previsto.
<<
Non ho mai…
>> sentì dire dal suo amico.
Ma non
riuscì proprio a
comprendere l’ultima frase.
Accidenti!
Subito dopo,
però, percepì,
anche se in modo ovattato, i classici cigolii prodotti dalle molle di
un
materasso quando … beh, quando due persone fanno sesso
sfrenato!
E se Sheldon
avesse detto
alla sua ragazza di non aver mai provato una determinata posizione
sessuale?
Doppio accidenti!
<<
Leonard, promettimi
che se mai un giorno avessimo un figlio maschio, le pareti della sua
camera
dovranno essere sottilissime, in modo che non possa perdermi nulla dei
suoi rapporti
sessuali >>
Ma suo marito
non la stava
minimamente ascoltando.
Per nulla.
Per sicurezza,
si era
rimesso le cuffie antirumore e, soltanto in mutande, si era buttato sul
letto a
guardare il soffitto disperato.
Ovvio.
Sheldon Cooper
ora poteva
vantarsi di aver fatto l’amore in una foresta sotto la
pioggia.
E lui no.
~
<<
Allora, Sheldon. Ti
piace? >>
<<
E’… è meraviglioso!
Non… non avevo mai provato una cosa del genere!
>> rispose, quasi senza
fiato.
<<
Vuoi che ci
fermiamo? >> gli domandò, vedendolo quasi
privo di forze.
<<
No. Tu, invece?
>>
Amy scosse la
testa.
<<
Allora continuiamo
>> dichiarò, prendendole saldamente la mano,
iniziando a spingere più
forte.
<<
Oh Sheldon…
aspetta… vai troppo veloce. Non… non riesco a
starti dietro >> ansimò, colta
di sorpresa.
<<
Dai, Amy! Non avevi
detto di averlo già fatto? >>
La ragazza
accettò la sfida
e, con un ultimo sforzo, iniziò a muoversi sempre
più rapidamente, fino a
sovrastarlo.
<<
Pronto per il gran
finale? >>
<<
Sicura di saperlo
fare? Insomma, e se ci facessimo male ? >>
<<
Fidati, non ci
succederà niente! Tu vienimi dietro >> lo
rassicurò.
Diede un ultimo
affondo, in
modo netto e deciso, prima di crollare sul materasso, seguita da
Sheldon,
esausta ma felice.
<<
E’ normale che,
quando si saltella sul letto, si avvertano dei dolori per tutto il
corpo e non
soltanto sui piedi? >> le domandò, cercando di
respirare normalmente.
<<
Si! >>
rispose, ridendo.
<<
Non ho mai fatto
una lotta con i cuscini >>
La neurobiologa
si tirò su,
prima di iniziare a bere.
<<
Ma come è possibile
che… Ahi! >> esclamò, dopo aver
ricevuto in faccia un cuscino, colpendolo
in pieno.
<<
Infatti ne sto
iniziando proprio una con il mio ragazzo adesso! >>
~~~~~~~~~~
Happy Star Wars
Day a tutti!
Ho deciso di
scrivere questa
One Shot dopo la fine dell’episodio perché gli
Shamy, nella scena finale, erano
così adorabili e ingenui.
Però,
ormai non sono neanche
più vergini e sappiamo, dalla faccia sconvolta di Amy
nell’undicesimo episodio,
che Sheldon, infondo, tanto “santarellino” non lo
è.
E’ poi
chi è che non farebbe
l’amore in una baita nella foresta, durante un temporale,
davanti ad un fuoco
acceso con la paura di essere scoperti?
Spero che la OS
vi sia
piaciuta e che non l’abbiate trovata lunga tanto da annoiarvi.
Grazie per
essere arrivati
fin qui.
Spero di tornare
a scrivere
nuovamente.
A presto!