Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: JulesB    04/05/2016    1 recensioni
“Perché qualcuno di così carino come te – e di bell’aspetto, come posso vedere adesso – è ancora chiuso nel suo rifugio? Perché non hai un ragazzo? Non fraintendermi. Sono grato che non l’hai o noi non saremmo qui adesso.”
Pre-slash Malec. Una sorta di primo appuntamento dove si mettono insieme. Come il “Primo bacio” di Cassandra Clare, ma un modo diverso su come sono finiti insieme.
Autrice originale: Cumberbatch Critter.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'autrice originale Cumberbatch Critter mi ha dato il consenso di tradurre le sue opere. Questa è la terza one shot tradotta. 






“Che miscela preferisci?” chiese Magnus pigramente, guardando verso Alec. “Ho tutto quello che puoi immaginare, ma se volessi qualcos’altro, per me è solo uno schiocco di dita.”

Alec distolse lo sguardo dal muro – quello che aveva visto, o quello a cui stava pensando, Magnus non ne aveva idea – e lo posò su di lui. Le sue dita tamburellavano irregolarmente sui suoi blu jeans slavati. “Um… Non lo so. Nero o verde. Qualunque sia il più semplice.”

Magnus arcuò un sopracciglio. “Nero o verde?” gli fece eco, scuotendo piano la testa. “Oh, Alexander. Cosa hai bevuto per la decade passata?”

“Caffè.” Rispose Alec senza mezzi termini.

Magnus sentì gli angoli delle sue labbra contrarsi all’insù. “Il caffè è buono” disse “ma il tè è il modo corretto per conversare al pomeriggio. Tè e biscotti.”

“Da dove vieni, dall’Inghilterra?”

Le sue labbra si sollevarono completamente, mostrando i denti in un sorriso. “Vivevo in Inghilterra un tempo. Suppongo che la prima cosa da dirti sia che ho ottocento anni. O giù di lì.”

Alec sobbalzò, guardandolo con uno sguardo sorpreso. “Hai ottocento anni?”

“Uno più o uno meno.” Disse Magnus sprezzante, agitando le mani. “Ma parleremo durante il nostro tè. Dimmi, Shadowhunter: ti fidi di me?”

“No” un’altra risposta brusca e dritta al punto.

Magnus lo fissò per un minuto prima di ridere forte. Si voltò, immergendosi nell’armadietto dove aveva una scatola di foglie di tè. “Ottima risposta. Ti darò l’opportunità di fidarti di me per prepararti il tè questa volta.” Tolse una scatola metallica e la mise da parte, chiudendo l’armadio.

“Sì, sicuro…”

Magnus raggiunse il bollitore. “Ti piace casa mia?” chiese, versando delicatamente l’acqua calda nel colino sopra la teiera.

“Sembra… diversa, non in base al presupposto che è un bordello usato per feste e intrattenimenti” disse Alec.

“Pensi che casa mia sia una copertura per un bordello?” chiese Magnus divertito. “E sei tornato? Mm..”

Alec sbuffò. “Beh, mi hai invitato qui.”

“Dopo che mi hai chiamato.”

“Mi hai chiesto di uscire alla tua festa.”

“Touché” disse Magnus con calma, mettendo il coperchio sulla teiera. Si voltò nuovamente, con le braccia incrociate. “Le mie scuse. Non avevo capito che eri ancora nascosto.”

“Come lo hai saputo?” chiese Alec.

Magnus alzò le sopracciglia.

“Sono serio” disse Alec, leggermente sulla difensiva. “Chiaramente lo sapevi, ma… Io non… Io non sono come…” i suoi occhi si spostarono su Magnus, fino a raggiungere il suo sguardo “…te.”

“Posso vederlo. Al contrario del tuo biondo amico Shadowhunter, non sono così pieno di me da pensare che mi piacerebbe uscire con me stesso. Ecco perché ho chiesto un appuntamento a te.”

Le labbra di Alec si schiusero come se stesse per dire qualcosa, ma poi non lo fece. Si chiusero nuovamente. “Come lo hai saputo?” ripeté Alec, dopo un breve momento.

“Alexander,” disse Magnus “siamo entrambi della stessa stoffa, per così dire. Lo so quando lo vedo. Chiamalo… gay radar, se vuoi.”

Alec incrinò un sorriso, la sua pelle pallida si colorò di rosa sotto la fluorescente luce della cucina di Magnus. Si allontanò. “Non hai il gayradar. Non è una cosa reale.”

“Non lo so. Alcune persone sono ovvie. Come me,” aggiunse, tonando alla credenza. Da lì, tolse due delle sue più belle tazze da tè, mandandole fluttuanti nell’aria al tavolo. Una si posò, un piattino apparve sotto, con semplicità davanti ad Alec; l’altra dove Magnus si sarebbe seduto. “Ma poi, io non provo nemmeno a nasconderlo.”

“Una cosa buona” mormorò Alec.

“Non far finta che non ti piaccia.” Magnus prese la teiera e la portò sul tavolo, mettendola delicatamente al centro. “Vuoi dei biscotti insieme al tè?”

“Non ho detto che non mi piaci” Alec si irrigidì. “Cioè, non ho detto che non mi piace.”

Magnus sentì le sue sopracciglia alzarsi di nuovo. Sapeva che Alec era il suo tipo senza che gli avesse mai parlato – capelli scuri, occhi blu – ma la conversazione che stavano facendo in quel momento era completamente divertente. Non si sarebbe mai annoiato con Alec; lo sapeva senza esitazione. “Quindi ti piaccio?”

Il volto di Alec divenne rosso puro al di sotto della sua frangia nera. Sbuffò ancora, i suoi capelli si mossero al suo respiro, e diventò eccessivamente interessato alla tazza vuota davanti a lui. “Non ho detto questo. Smettila di rigirare le cose.”

“Non ho idea di quello che intendi.” Disse Magnus sprezzante, voltandosi e tornando alla credenza. Frugò per un momento prima di procurarsi una scatola di biscotti, mandandola al tavolo con un movimento della sua mano. “Questi sono veramente fatti in Francia, spero mi perdonerai la mancanza di quelli inglesi in questo momento.”

“Va… bene.”

“Bene.” Magnus prese il latte e lo zucchero dal tavolo, posandoli. “C’è il miele, se lo preferisci, ma mi piace pensare che prenderai il te nel mio stesso modo.” Alzò la teiera e la fece girare prima di guardare Alec con aspettativa.

Alec alzò lo sguardo su di lui “…Perché mi fissi in quel modo?” Si spostò leggermente, mentre con le dita tirava un filo sul bordo della sua maglietta. Aveva davvero bisogno di vestirsi meglio. Era troppo bello per quella maglietta larga e i jeans strappati.

Magnus rise piano. “Mi guardi come se ti aspettassi che io ti stuprassi sul tavolo della cucina,” scherzò. “Voglio solo versarti una tazza di tè. A meno che,” aggiunse “tu vuoi che io ti stupri sul tavolo della cucina.”

“Oh.” Alec prese la tazza di te attentamente, evitando di guardare Magnus negli occhi. “Grazie…”

“Non una confutazione né una dichiarazione di amore eterno,” rifletté Magnus, versando sapientemente ad Alec la migliore miscela di te che aveva in casa in quel momento. Proprio la sua miscela preferita di tè, ad essere onesti. Tornò dalla sua parte del tavolo, scivolando con grazia al suo posto per versarsi del tè nella sua tazzina. “Parlami di te, Alexander.”

“Nessuno mi chiama in quel modo.” Lo interruppe Alec. “Eccetto i miei genitori e la maggior parte del tempo, non mi chiamano proprio.”

“Perché no?” chiese Magnus, mescolando del latte nel suo tè. “Alexander è un bellissimo nome. Perfetto per un prestante Shadowhunter come te.” Offrì il latte ad Alec.

Alec lo prese. Le loro dita si sfiorarono sulla brocca di plastica. Le dita di Alec erano calde. Magnus sorrise.

“Bene.” Mormorò Alec, come se non l’avesse notato. “Chiamami come vuoi. Non so di cosa vuoi che io parli. La mia vita non è eccitante.”

“Sei uno Shadowhunter,” gli ricordò Magnus gentilmente, rigirando una zolletta di zucchero nel suo palmo. “La tua vita non è mai noiosa.”

Alec scrollò le spalle, mescolando il suo tè. “Combatto i demoni.”

“Sei stato quasi ucciso da un demone non tanto dopo il nostro primo incontro,” disse Magnus, alzando la tazzina alle sue labbra. “Adesso dimmi che non c’è una storia dietro questa cosa,” disse, guardando Alec da sopra la tazzina.

Alec alzò lo sguardo su di lui. “Non hai mai sentito la storia? Voglio dire, non che ce ne sia una. Stavamo combattendo contro un demone per Clary. Ho sbagliato. Sono stato lento. Avrei potuto morire.” Si scosse un po’ “…Ti ho ringraziato per quello, vero?”

“No.” Magnus bevve un sorso di tè. “Ma, ad essere onesti, me ne ero andato prima che ti svegliassi, così non ne hai avuto l’occasione.”

“Oh, sì…” Alec prese tre zollette di zucchero. “Perché non sei restato in zona?”

Quella volta fu Magnus ad alzare le spalle. “L’Istituto mi scombussola. Ricorda: sono un Nascosto. Non ho nessun obbligo verso il Clave.”

“Perché sei venuto, allora?” chiese Alec, gli occhi che lo fissavano curiosamente.

Magnus esitò. Quella era una buona domanda. La verità era che era innamorato dal bell’aspetto di Alec e della sua ingenuità generale. Voleva farlo uscire dal guscio. Tuttavia, sei troppo bello per lasciarti morire sembrava poco profondo, anche se in parte era vero.

“Perché mi piacerebbe avere fiducia in te,” disse in breve.

Alec, che aveva appena preso il primo sorso di tè, si soffocò.

Magnus scattò, agitando le dita per liberare le vie respiratorie di Alec. “Se volevi avermi più vicino, potevi chiedermi un bacio.”

Alec rise debolmente, portando il dorso della sua mano contro la bocca. “Non ho nessun motivo nascosto, è solo… non è quello che pensavo avresti detto.”

Magnus inclinò leggermente la testa. “Cosa?”

“Avere la mia fiducia.” Alec arricciò il suo naso. “Pensavo avresti detto… Non lo so… Qualcosa di stupido tipo che i miei occhi erano troppo belli per vederli chiusi per sempre.”

Magnus cercò di non sorridere troppo ampiamente. “Mi pensi così superficiale?”

“Sì” disse Alec senza mezzi termini.

Magnus rise, poggiando la testa tra le sue mani. “Forse. Ma tu sei carino. Bello. Non lasciare che qualcuno ti dica qualcosa di diverso.”

“Nessuno mi ha mai detto qualcosa di diverso.” Mormorò Alec.

“Ottimo.” Magnus sorseggiò nuovamente il suo tè. “Perché qualcuno di così carino come te – e di bell’aspetto, come posso vedere adesso – è ancora chiuso nel suo rifugio? Perché non hai un ragazzo? Non fraintendermi. Sono grato che non l’hai o noi non saremmo qui adesso. Ma…”

Alec fece scorrere le sue dita lungo la sua tazzina. “…non puoi essere gay nel Conclave,” mormorò.
“Ah.” Magnus annuì piano. “Se tu non fossi nel Conclave, ti comporteresti diversamente?”

Alec fece spallucce. “Non lo so. Ne dubito. Non veramente…” I suoi occhi vacillarono sul corpo di Magnus, guardandolo senza indugiare. “…Non sono come te.”

“Dovresti avere più sicurezza di te.” Disse Magnus gentilmente. “Potresti catturare molti occhi. Camicia near attillata, giubbotto di pelle, pantaloni stretti,” disse contemplativo. “Un po’ di ombretto e qualche glitter-“

“No,” lo interruppe Alec.

Magnus tornò a guardarlo negli occhi.

“Io… Non mi farebbero stare bene.” Mormorò.

“Sì, ho afferrato.” Meditò Magnus, piegandosi in avanti per prendere un biscotto. “Ma credo che saresti splendido in quel modo. Suppongo sia una possibile conversazione per un’altra volta, penso.” Si immerse nel suo te. “Cosa ti piacerebbe fare?”

Alec inghiottì un sorso di tè. “Cosa?”

“Cosa ti piace fare? Hobbies?”

“Non lo so.. Come ho detto, non sono molto interessante.”

“Al contrario” lo interruppe Magnus. “Tu sei molto interessante. Solo tu pensi di non esserlo.” Inzuppò di nuovo il biscotto e lo finì, leccandosi il tè dalle sue dita. “Tu sei introverso. Scommetto che trascorri un sacco di tempo a leggere.”

Alec sbatté le ciglia sorpreso prima di annuire. “Sì.”

“Buono. Dimmi qualcosa che non so.”

“Dirti… Come faccio a sapere cosa non sai?” replicò Alec.

“Prendi qualcosa che pensi le persone non sappiano, e dimmelo. Hai detto che leggi molto, allora dimmi qualche curiosità.”

Alec fece una smorfia e sorseggiò il suo tè. Magnus poté vedere gli ingranaggi lavorare nella sua testa.

Quando Alec stabilì un argomento, Magnus sorrise e indossò una perfetta maschera che suggeriva che non sapeva ciò di cui lo Shadowhunter stava parlando, anche se in realtà conosceva l’argomento. Perché questo era l’Alec più vivace che aveva mai visto, mentre parlava di una vecchia guerra tra Nascosti e Shadowunter. E fu sorpreso da lui ad un certo punto, quando menzionò qualcosa su un certo “Herondale” e Alec gli sorrise perché pensava di aver detto qualcosa che Magnus non sapeva. Magnus si dimenticò di Will Herondale. Il sorriso di Alec era come il sole.

“Sorridi più spesso,” disse Magnus.

Il sorriso di Alec scivolò via immediatamente dal suo volto. “Cosa?”

“Sorrisi,” ripeté Magnus. “Hai un bellissimo sorriso.”

Adesso Alec si era accigliato. “Continui a dire che tutto di me è bellissimo.”

Magnus sollevò le sopracciglia. “Non mi credi?”

Alec deglutì e si interessò ancora nel suo tè e nei suoi biscotti.

Magnus rise a se stesso. “Allora, occhio per occhio: ti piace leggere? A me piacciono le feste, pizza, e gli occhi blu incorniciati da capelli neri. Ho ottocento anni, immortale alla vecchiaia. Mi piace il mio gatto più di quanto mi piacciano persone- occhi blu e capelli neri a parte,” aggiunse, indicando Alec, “e mi piace guardare sdolcinati programmi tv con una ciotola di popcorn e una calda coperta e un compagno da coccolare.”

Alec sorrise ancora.

“Ti sembra accettabile?” chiese Magnus.

Alec alzò lo sguardo. “Accettabile? È una proposta?”

Magnus si strinse nelle spalle. “Vorrei dire Alexander, vuoi diventare il mio ragazzo?, ma nessuno di noi ha dodici anni e disprezzo fare le cose nel modo ‘normale’”.

Alec sbatté le ciglia e annuì lentamente.

“Sì? Proprio così?”

Alec si accigliò. “Vorresti che dicessi no?”

“No,” Magnus sogghignò. “Solo che mi aspettavo qualcosa di diverso, ecco tutto.”

“Beh… Ho chiamato, no?” disse Alec, raddrizzandosi un po’. “Non sarei venuto se non ci avessi pensato prima.”

“Oh, e io che pensavo di averti incantato con il mio tè e le mie doti comunicative.”

Alec rise debolmente, scuotendo la testa. “No. Ma,” aggiunse “ma il tè era buono, comunque.”

Magnus sorrise caldamente. “Bene. Io ti piaccio, ti piace il mio tè, e ora dobbiamo solo vedere se a Chairman Meow piaci.”
 
“Chairman Meow?” chiese Alec.
 
“Il mio gatto.” Magnus sogghignò.
 
Alec rise ancora. “Beh… è una cosa buona, non mi dispiacciono i gatti.”
 
“E’ una buona cosa infatti… Alexander,” replicò Magnus, sorridendo piacevolmente da sopra il suo tè.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: JulesB