Avevo sempre saputo che sarebbe andata così. 
Non avrebbe mai funzionato. La
fine della nostra relazione, sempre se poteva essere definita così, era inevitabile. 
Sapevo che sarebbe finita in modo così devastante e lo sapeva anche lui. Lo sapevamo, ne eravamo coscienti, ma avevamo voluto buttarci ugualmente in quel burrone senza fondo, avevamo voluto amarci senza confini né limiti fino a consumarci. 
Ci avevamo provato, non aveva funzionato e, distrutti  com'eravamo, avevamo preso la decisione giusta quanto dolorosa. 

Non potevo di certo dire che non mi mancava, perché, diamine, mi mancava  eccome. Avevo bisogno di lui, dei suoi baci, delle sue braccia, dei suoi occhi, delle sue mani tra i miei capelli. Avevo così bisogno di lui, mi mancava come l'aria, ma mai e poi mai, sarei tornato indietro per far di tutto per non perderlo. 
Perché lo amavo troppo, lo amavo così tanto che avevo deciso di lasciarlo per non farlo soffrire, nonostante in questo modo mi ero distrutto da solo. 

E ricordo quel giorno, quando avevo capito che tutto ciò di cui avevo bisogno per essere felice, era lui e solo lui.

Era un giorno qualunque, una bella giornata, con il sole che splendeva in cielo e lui, il mio di sole, che brillava accanto a me, mentre guidavo verso il mare, che mi aveva sempre ricordato il colore dei suoi occhi. 
Avevo portato con me un cestino da picnic, lui non sapeva dove eravamo diretti, nemmeno cosa stavamo andando a fare. 
Passammo una giornata meravigliosa, quel giorno mi ero sentito bene, felice, completo.
Lui mi rendeva una persona felice, aveva preso la parte migliore di me, come se avesse voluto conoscerla solo e soltanto lui.  

E la notte, senza di lui, mi sentivo solo, vuoto. Lui aveva riempito uno spazio importante nel mio cuore ed ora che non c'era più, la sua mancanza si sentiva eccome. 

Tutto ciò che volevo era soltanto sentirlo bussare alla mia porta, perché se avessi potuto vedere il suo viso una volta ancora, sarei potuto morire da uomo felice, ne ero sicuro. 

E proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta del mio appartamento nel centro di Londra. 

Ed era proprio lui. 

Lui con i suoi occhi in cui mi ero sempre perso; lui con il suo sorriso che mi aveva fatto innamorare; lui con le sue espressioni che mi avevano sempre fatto sorridere; lui con quella sua voce che mi incantava ogni volta. 

Però, non era solo lui. C'era una ragazza con lui. 

Me lo sarei dovuto aspettare. Avrei dovuto capirlo che sarebbe successo questo. 
Sì, insomma, era passato un paio di mesi dall'ultimo nostro bacio. 
Sapevo che i manager si sarebbero occupati della situazione che si era creata, lo sapevo benissimo. 
Sapevo che quella ragazza, sarebbe stata presentata da quel giorno in poi, come la sua ragazza. 
Sapevo che noi due non avremmo più avuto conversazioni né avremmo potuto scambiarci degli sguardi, non in pubblico. 
Sapevo che non avrei più potuto sorridergli quando qualcosa mi avrebbe ricordato lui. 
Sapevo questo e molto altro. 
Ma se c'era una cosa che non sapevo e che mai avrei potuto immaginare, era proprio quella che mi comunicò Louis poco dopo. 

"Harry, ti presento Briana. La madre di mio figlio."