Chi custodirà i custodi ?

Il giorno in cui la vita di  Sophie cambiò, iniziò paradossalmente come tutti gli altri..

Il suono incessante della sveglia la rincosse dai suoi sogni d’inizio primavera, adorava sognare, le permetteva di essere libera, pure lasciando il suo corpo fermo nel letto a baldacchino in ferro battuto, un vecchio cimelio di famiglia al quale sua madre, si era opposta con forza quando, qualche anno prima sia Sophie che suo padre avevano invano tentato di metterlo in cantina. “ è della nostra famiglia da oltre 145 anni piccola impertinente!” le aveva ripetuto con tono saccente pizzicandole lievemente le guance, sotto lo sguardo  rassegnato e divertito del marito.

Contro voglia sgusciò fuori dalle coperte e poggiò i piedi sul parquet scricchiolante “maledizione” mormorò mentalmente mentre con la mano tastava il letto alla ricerca del vecchio cellulare, lo recuperò per avviarsi verso il bagnetto appena fuori la sua camera, di sotto le risate dei suoi genitori intenti alla preparazione della fantomatica “colazione in famiglia”. Sospirò mentre si svestiva per chiudersi nel box doccia.
 
I giorni in casa Hemilton scorrevano tranquilli, forse troppo, perfino per quella cittadina così mansueta, sembrava d’esistere in un mondo parallelo, un angolo di paradiso in cui potersi fidare gli uni con gli altri, dove nessuno avrebbe mai potuto intaccare la serenità della brava gente; presa dal torrente dei suoi pensieri Sophie non si rese conto del tempo finché il telefono non iniziò a squillare come se fosse preso da improvvise convulsioni. S’ asciugò la mano zuppa e rispose rapidamente.
<< Lucas, per l’amor di Dio….>> esclamò in un sospiro frettoloso, per tutta risposta dall’altra parte sentì la risata squillante e mesta del suo amico d’infanzia.
<< Fammi indovinare, momento sbagliato ?>> e scoppiò in una risata ancora più fragorosa. Quei due avevano la capacità di cogliersi sempre in attimi imbarazzanti.
<< Come al solito, no?>> ridacchiò, Lucas aveva la capacità di renderle la vita uno scherzo, nonostante nell’ultimo periodo avvertisse una strana presente intorno a sé, sottile ed inquietante. Scosse via il capo mentre le goccioline d’acqua le scivolavano sulle guance fino al mento, tracciandole un sottile profilo invisibile.
<> finì con tono grave.
<< Arrivo Signor Melodramma…>> incalzò ridendo ed afferrando l’asciugamano sul bordo vasca, il cuore le prese il volo battendo così rapidamente da farle perdere il respiro qualche attimo, serrò gli occhi di scatto e poggiò la mano al vetro freddo lasciando cadere il cellulare che finì rapidamente sul pavimento umido, si spense con un tonfo.


“Sono tornato, Sophie’’ le sospirò una voce profonda nella testa, talmente forte da farle accapponare la pelle facendole allertare i sensi come mai prima d’allora, il sospiro affannoso del suo nome, pronunciato con nonchalance la fece perlustrare mentalmente la stanza maledicendo la sua codardia per non aver aperto gli occhi.