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Autore: Kodocha    06/05/2016    6 recensioni
La storia tra Sana ed Akito è finita da sei lunghi anni.
Lei è fidanzata con Naozumi Kamura.
Lui è il classico donnaiolo.
Insieme gestiscono una palestra da soci alla pari.
Entrambi sembrano essere andati avanti con le proprie vite, ma un piano elaborato da Fuka per farli riavvicinare, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Cosa succederà se si ritroveranno a condividere la stessa stanza per un'intera settimana?
Si riaccenderà la fiamma o capiranno di aver preso la decisione giusta, restando solo amici?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Kurata, sbaglio o stai prendendo il vizio di avvinghiarti a me durante la notte?»
In realtà non gli dispiaceva affatto aprire gli occhi e trovarla con la testa appoggiata sul suo petto, mentre lui con un braccio la teneva stretta a sè, anzi, era una delle cose che più gli sarebbe mancata una volta che quella settimana sarebbe giunta al termine, ma adorava vedere le smorfie che faceva quando si innervosiva e poi sdrammatizzando avrebbe liberato entrambi da quell'imbarazzo che si andava a creare ogni qual volta che la distanza che li sperava era praticamente inesistente.
«Ti voglio far notare che sei tu quello che mi sta stritolando, Hayama»
«Se ti dispiace puoi sempre allontanarti»
Non lo fece «Beh, la stessa cosa vale per te»
Non si mosse di un millimetro.
«Kurata»
«Si?»
«Il bacio del buongiorno non me lo dai?»
Sorridendo, si sporse quanto bastava per stampargli un tenero bacio sulla guancia e Hayama mise su il broncio, causando la sua ilarità.
«Non intendevo così» polemizzò irritato.
«Quel tipo di bacio fattelo bastare per la buonanotte, Hayama»
Sbuffò sonoramente, facendo svolazzare un ciuffo biondo che gli ricadeva sulla fronte «Per ora me lo faccio bastare»
«Per ora?» ripetè divertita
Annuì convinto, iniziando ad accarezzarle i capelli.
Sana chiuse gli occhi, lasciandosi andare alla carezze che gli faceva sul capo.
Era una sensazione incredibile ritrovarsi tra le braccia di Akito, avvertire la propria pelle tremare ad ogni suo tocco, mentre il cuore smetteva di battere regolarmente.
«Oggi hai da fare?»
«No, mi sono già occupata di tutto ieri»
 «Di già? Credevo che avessi diversi impegni di cui occuparti»
«Lo credevo anch'io, ma quanto pare farcelo credere faceva parte del piano di Fuka, in modo tale che partissimo una settimana prima del torneo per stare da soli»
Roteò gli occhi al cielo divertito, ringraziando mentalmente la loro amica impicciona, per aver messo in atto il suo strampalato piano. «Dovevo immaginarlo»
«E tu? Devi allenarti?»
«Si ma...» le accarezzò il fianco, lasciato scoperto dalla maglia del pigiama, con fare seducente, provocandole diversi brividi su per la spina dorsale «Ci si può allenare anche a letto, sai?»
Lo spinse via, divertita, cercando, con non poca facilità, di non cedere alle sue provocazioni «Non cambierai mai»
«Tranquilla, Kurata, ti prendevo in giro. Con il pigiama anti-sesso che indossi la voglia di saltarti addosso è pari a zero»
Sana osservò il suo pigiama con le rondelline di ramen stampate sopra «Mi stai dicendo che non sono per nulla attraente?» chiese piccata.
Akito incrociò le braccia dietro la nuca, cercando di apparire il più convincete possibile «Esatto»
Fece per ribattere ma si fermò quando sentì bussare alla porta della loro camera.
«Vai in bagno» le ordinò alzandosi dal letto.
 «Eh?»
«Sarà di nuovo il cameriere di ieri»
Sorrise serniona capendo il motivo di quella richiesta «Allora devo salutarlo, sarebbe maleducato da parte mia non farlo»
«Vai in bagno ho detto» ringhiò.
«Non se ne parla» replicò.
Avvicinandosi velocemente a lei se la caricò sulle spalle «Ma che diavolo fai, mollami!» gli urlò, tentando di liberarsi dalla presa, ma Akito non se ne curò affatto, la trascinò in bagno e con non poca fatica riuscì a chiuderla a chiave lì dentro.
«Hayama, sei un idiota!»
Ignorando le imprecazioni di Sana, aprì la porta della camera trovandosi davanti, come aveva previsto, lo stesso cameriere della mattina precedente
«Buongiorno» stavolta il suo tono non era affatto cordiale «Vi ho portato la colazione»
Lo lasciò entrare, senza degnarlo di una risposta
Posizionò il vassoio contenente la colazione sul tavolo «La signorina non è in camera?» chiese, guardandosi intorno
«Preferisci uscire da qui con le tue gambe o vuoi che ti riserva lo stesso trattamento di ieri?»
«Vado...vado...» mormorò impaurito, dirigendosi a grandi falcate verso l'uscita.
Ebbe appena il tempo di aprire la porta del bagno che Sana gli si scagliò addosso colpendolo con dei pugni sul petto «Non osare mai più fare una cosa del genere, stupido»
«Vuoi darti una calmata?» la richiamò, bloccandola per i polsi.
 «Mi spieghi perchè ti comporti così? Prima dici che non sono affatto attraente con questo indosso» si strattonò dalla presa e passò ad indicarsi il pigiama «E poi mi trascini in bagno per non farmi vedere da quel cameriere?»
«Perchè...» tentennò «Te lo ripeto, quel tipo mi da sui nervi»
«Ma a chi vuoi darla a bere, Hayama! Tu sei geloso! ammettilo una buona volta»
«Tu vaneggi, Kurata»
«Beh meglio così, visto che un fidanzato ce l'ho già» incrociò le braccia sotto al seno, voltando il viso dall'altra parte «Mentre tra noi c'è solo una semplice amicizia e non puoi essere geloso di me, non puoi più»
Non ricevendo alcuna risposta si voltò, trasalendo quando notò il suo sguardo, lo stesso sguardo che aveva diverso tempo fa, quando era poco più di un bambino tormentato dai problemi riguardanti la sua famiglia.
«Perchè mi guardi così?» deglutì.
Hayama non le rispose, si limitò a prendere il cambio d'abiti dall'armadio per poi chiudersi all'interno del bagno.
S’infilò sotto il getto d’acqua calda e la lasciò scivolare sul corpo, sperando di riuscire a scaricare almeno in parte la rabbia che quelle parole gli avevano causato, ma fu tutto inutile.
Preso da uno scatto d'ira affondò un pugno alla parete, maledicendosi per averci creduto, per esserci cascato un'altra volta, mentre lei, nonostante in quei giorni avesse dimostrato il contrario, continuava a considerarlo solo come il suo migliore amico.


 
* * *

Distesa sul letto, si voltò in direzione dell'orologio digitale posto sul comodino che in quel momento segnava le 22:30.
Sbuffando si alzò, iniziando a camminare avanti e indietro per la camera, non riuscendo più a stare ferma in un posto.
Dopo la discussione avvenuta quella mattina, Akito era uscito senza rivolgerle nemmeno una parola, nonostante lei avesse cercato di parlargli e non aveva fatto ancora ritorno.
"Forse sarà troppo impegnato con qualche ochetta"
Scosse la testa, cercando di eliminare subito quel pensiero.
Se fino a poco tempo prima le dava fastidio vederlo in compagnia di altre ragazze, nonostante ogni volta cercasse di nasconderlo, ora il solo pensiero che le sue labbra potessero posarsi su quelle di un'altra che non fosse lei, la mandava completamente fuori di testa.
Afferrò il suo telefono e compose il numero della prima persona che l'era venuta in mente.
«Fuka, ho bisogno del tuo aiuto»
«Ciao anche a te, Sana. Problemi con Hayama?»
«Beh si...abbiamo discusso»
«E ti pareva» sospirò «Cos'è successo?»
«Lui mi ha fatta innervosire e...»-
«E tu gli hai detto qualcosa di cui ora ti sei pentita e non sai come fare per rimediare, la solita routine insomma»
«Già...»
Mettere in discussione ciò che stava riaffiorando tra loro non era mai stato nei suoi pensieri, perchè per quanto avesse tentato di autoconvincersi del fatto che tra lei e Hayama ci fosse solo una semplice amicizia, aveva capito che la realtà era un'altra.
«Hai provato a parlargli?»
«Si, ma non ha voluto saperne»
«Ora è lì con te?»
«No, dopo la discussione è uscito e non ha fatto ancora ritorno»
«E' stato fuori tutta la giornata?»
«Già»
«Perchè non lo chiami?»
 «E che gli dico?»
«Che vuoi parlargli, sono sicura che non riuscirà a tenerti il muso ancora per molto»
«E se non vorrà ascoltarmi?»
«Indosserai uno di quei babydoll che ti ho infilato in valigia per attirare la sua attenzione»
«Allora sei stata tu!»
«Certo, con la collaborazione di tua madre»
Scosse la testa, ridacchiando divertita «Siete sempre le solite»
«Avanti sono sicura che mi ringrazierai... e
 anche lui!»


 
* * *

«Problemi con la tua ragazza?»
Akito alzò lo sguardo dal suo drink al barman che si era appena rivolto a lui «Come?»
«E' da quando sei entrato che ti osservo e mi sembri parecchio giù» constatò, pulendo il bancone con uno strofinaccio.
«E cosa ti fa pensare che il mio malumore sia causato da una ragazza?»
«Non si riduce sempre tutto all'amore per una donna?»
Mandò giù un altro sorso, senza rispondergli.
«Non pensi che dovresti andare da lei invece che passare l'intera serata a bere alcolici?»
«Non cambierebbe nulla»
«Se non ci provi nemmeno come fai a saperlo?»
Sbuffò come una pentola a pressione, infastidito dall'invadenza di quell'individuo «Ci ho già provato»
«E già ti sei arreso?»
Digrinò i denti, ormai sull'orlo di scoppiare «Senti tu...»
«Ascolta giovanotto» l'interruppe «So che in questo momento non sei in vena di ricevere consigli, ma lasciati comunque dire una cosa. Se trovi l'amore, il vero amore, non puoi buttarlo all'aria senza almeno combattere» versò del sakè in alcuni bicchieri «Spero che tu ascolterai il mio consiglio, comunque sia, ti auguro una buona serata» concluse allontanandosi da lui.
Non ebbe nemmeno il tempo di rimurginare sulle sue parole che sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Si voltò trovando una ragazza vestita in maniera provocante, che gli sorrideva maliziosa «Ti dispiace se mi siedo accanto a te?»
«Fa pure» le rispose, senza prestarle troppa attenzione.
La tipa prese posto sullo sgabello posto vicino a lui «Come mai sei qui tutto solo?»
«Non vedo come la cosa possa riguardarti»
«Ma come siamo acidi, dovresti provare a rilassarti, non credi?» gli propose, strusciandosi su di lui.
Per un attimo fu tentato di lasciarsi andare alle sue avance, ma subito tornò in sè quando sentì la vibrazione del suo cellulare.
Sussultò quando lesse il nome della persona che lo stava chiamando e solo dopo aver superato il primo attimo di stupore, si decise a rispondere.
«Cosa vuoi, Kurata?»
«Ehm... ciao Akito»
«Ripeto, cosa vuoi?»
«Volevo solo...»
«Perchè non posi quel telefono e riprendiamo il discorso di poco fa?»
Dopo le parole della ragazza che aveva appena incontrato, sentì silenzio dall'altra parte del telefono.
«Kurata?»
«Chi era?»
La sua voce indispettita gli fece scappare un sorriso «Chi?»
«Non fare finta di niente, Hayama. Ho sentito che c'è una ragazza vicino a te, chi diavolo è?»
Liquidò con un gesto della mano la tipa che stava iniziando ad accarezzargli il petto «Perchè ti interessa saperlo?»
«Lo sai che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?» il suo tono si era alzato di un ottava, costringendolo ad allontanare il telefono dall'orecchio «E comunque non mi hai ancora risposto»
«Perchè dovrei risponderti?» la provocò «Siamo solo amici, no?»
«Perchè...» tentennò «Aaaah! Va al diavolo, Hayama!» gli urlò contro e senza nemmeno attendere una qualche risposta da parte sua, chiuse lì la chiamata. 
Sorridendo, infilò il telefono nella tasca dei jeans e si alzò.
La tizia del quale non conosceva ancora il nome, sollevò un sopracciglio, intanto che osservava i suoi movimenti «E ora dove stai andando?»
«Via di qui»
Si alzò anche lei, con un sorriso maliziosa stampato sul volto li «Vuoi che venga con te?»
«Mi dispiace ma ormai sono fuori dai giochi» le rispose, incamminandosi verso l'uscita, ignorando completamente la lista di insulti ed imprecazioni che lei gli stava lanciando contro..
Quando rientrò in camera, trovò Sana distesa sulla sdraio fuori la terrazza.
Si avvicinò a lei, che di tutta risposta gli dedicò un'occhiataccia veloce prima di tornare a fissare un punto impreciso di fronte a sè.
«Nervosette?»
«Fanculo»
Akito sghignazzò, sedendosi accanto a lei «Quanta grazia e raffinatezza ogni volta che apri la bocca»
Lo guardò torva, serrando la mascella e dire che in quel momento fosse furiosa, era un eufemismo «Come mai già di ritorno, Hayama?Non dirmi che hai fatto cilecca»
Il suo sopracciglio sinistro scattò all'insù «Io non faccio mai cilecca, Kurata»
Quest'ultima scattò come una molla da sopra la sdraio e rientrò all'interno della camera «Allora duri poco» lo schernì, facendolo accigliare.
«C'è mezza Tokyo che potrebbe affermare il contrario» replicò, seguendola.
«Già, dimenticavo che vai a letto con tutte, baci chiunque, senza fare alcuna distinzione e...»
«Non ci sono andato a letto»
Sana socchiuse appena gli occhi, fissandolo con fare circosospetto «Ma immagino che tu l'abbia almeno baciata»
Scosse la testa in segno di negazione, facendola rilassare di colpo.
Si schiarì la voce, per poi iniziare ad arrotolarsi una ciocca di capelli intorno al dito «Allora...allora che ci facevi con lei?»
«Non è colpa mia se le altre mi trovano irresistibile e ci provano con me» si avvicinò a lei «Piuttosto, perchè ti ha dato tanto fastidio l'idea che io stessi con un'altra?»
Le sue gote assunsero diverse gradazioni di rosso «I-io...» tentennò, guardandosi furtivamente intorno, come a cercare una via di fuga «Non... non mi ha dato fastidio»
Hayama sollevò così tanto le sopracciglia che gli arrivarono quasi all'attaccatura dei capelli «Eppure quella di poco fa aveva tutta l'aria di essere una scenata di gelosia»
«Ti sbagli» ribattè, voltando il viso dall'altra parte ed alzando il mento con fare altezzoso.
«Ti costa così tanto ammetterlo?»
«Detto da te poi è davvero il colmo!Piuttosto...» si voltò nuovamente verso di lui, con tanto di ghigno provocatorio «Perchè non ci sei andato a letto?»
«Perchè ti interessa saperlo?»
«Ah basta, mi arrendo!» urlò esasperata, alzando le braccia in aria, per poi farle ricadere subito dopo lungo i fianchi «Di questo passo non andremo da nessuna parte!» fece per allontanarsi, ma lui la bloccò afferrandola per un polso «Perchè non è lei la ragazza che voglio»
Deglutì a vuoto, arrossendo lievemente «E chi è la ragazza che vuoi?»
Senza pensarci due volte, le afferrò il viso con entrambe le mani e la baciò dolcemente. «Ti basta come risposta?»
Sana annuì imbarazzata, mentre avvertiva il proprio volto prendere fuoco. Si portò le mani sulle guance nel tentativo di nascondere il rossore «Ora dipende tutto da me, vero?»
Akito alzò i palmi aperti delle mani in aria «Io non nessuna fidanzata da mandare a quel paese»
Sana incrociò le braccia sotto al seno, inarcando un sopracciglio «Sei così sicuro che manderò a quel paese Nao?»
«No, anzi, l'unica cosa di cui sono sicuro è che ne varrà la pena riprovarci»
«So che ti chiedo troppo, ma mi dai un pò di tempo per pensarci?» iniziò a tormentarsi le mani «La mia vita si è completamente stravolta in questi ultimi giorni e ora sono nel caos più totale»
Annuì «Ti aspetterò ma tu cerca di sbrigarti» ghignò «Sai com'è, non vorrei che le altre ragazze patissero la mia assenza per nulla»
Indispettita, lo colpì con un pugno sulla spalla «Idiota!»
Sorrise divertito «Ora andiamo a letto, sono a pezzi»
«D'accordo» si avviò verso l'armadio da dove estrasse qualcosa che nascose subito dopo dietro la schiena
«Cos'hai lì?» le chiese, cercando di sbirciare.
«Nulla» esclamò, correndo all'interno del bagno.
Per quella notte aveva deciso di sostituire i suoi pigiamini infantili (o anti-sesso, come li chiamava Hayama) con un babydoll in pizzo bianco e dalle rifiniture rosa, che sua madre e Fuka le avevano infilato nella valigia a sua insaputa, con l'intento di vendicarsi di ciò che lui le aveva detto quella mattina, accusandola di non essere per nulla attraente.
Si osservò diverse volte allo specchio, chiedendosi se fosse la cosa giusta osare così tanto; certo, non era volgare, ma si sentiva comunque in imbarazzo nel mostrarsi così scoperta ai suoi occhi.
Dopo aver preso una buona dose di coraggio, fece un respiro profondo, aprì la porta del bagno e rientrò in camera, trovandolo disteso sul letto, intento a messaggiare con qualcuno.
 «Con chi stai messaggiando?» domandò, avvicinandosi.
«Con Nat, mi ha chiesto come ce la stavamo passando e...» si voltò verso di lei, sgranando occhi e mascella quando la vide «Ma che...»
Il respiro gli si era mozzato in gola soprattutto quando Sana, sporgendosi, gli aveva passato un dito sotto il labbro inferiore  «Avevi un pò di bavetta» lo schernì, per poi fare il giro del letto e stendersi al suo fianco.
Hayama non le tolse gli occhi di dosso nemmeno per un secondo «Ma sei impazzita o cosa?»
«Perchè? Che ho fatto?» domandò, assumendo un'espressione angelica.
Afferrò il lenzuolo per coprirla ma lei glielo impedì «Ho caldo»
«Kurata» si massaggiò le tempie con le dita, ispirando ed espirando profondamente «Stai giocando col fuoco!»
«Ma non avevi detto che non sono per nulla attraente, Hayama?»
«Kurata, non voglio ripetertelo più, copriti»
Dal tono di voce che stava utilizzando era chiaro come il sole che stesse facendo una fatica immensa per trattenersi dal saltarle addosso, ma Sana non se ne curò e si avvicinò a lui, appoggiando una gamba sulla sua, facendolo irrigidire «Il bacio della buonanotte non me lo dai?»
«Per... per stanotte è meglio evitare»
«Perchè?»
«Perchè non sono un santo, Kurata e tu sei mezza nuda, vicino a me e... per l'amor di Dio. Vuoi coprirti?»
Lei rise, stampandogli un bacio sulle labbra 
«Ora puoi dormire»
«Ti pare che riuscirò a chiudere occhio?» 
«La prossima volta impari a non provocarmi» gli cacciò la lingua e si accoccolò sul suo petto, caldo e muscoloso.
Hayama la strinse a sè, cercando di mantenere un certo contengo «Sei una strega»
«Una strega?»
Annuì «Una strega attraente però, anche con i pigiami anti-sesso»
La sentì sorridere sul suo petto «Buonanotte, Aki»
«Buonanotte, Sana»
Quella notte si addormentò con una nuova consapevolezza: la strada per la felicità era tortuosa ed in salita, ma non si sarebbe mai arreso, mai.
   
 
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