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Autore: Beeble    07/05/2016    1 recensioni
La storia raccontata dal punto di vista di Serena.
L'incontro con Philip, le sue emozioni, i suoi pensieri, e il finale, o forse l'inizio di tutto il resto di una vita insieme.
Dal primo capitolo:
Mi portano via nella rete.
Nella mia mente restano fissi solo i suoi occhi chiari.
I suoi capelli del colore del sole.
Il primo ricordo che spicca fra tutti quelli confusi che ho della vita nel mare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Philip Swift, Syrena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo ricordo

 

Non ricordo quando sono nata, non ricordo legami particolari con nessuno.

Ricordo la vita fra le sirene, ricordo le miglia percorse sott’acqua, ricordo quella lingua che non conoscevo, ma che sapevo parlare e comprendere quando le mie labbra respiravano l’aria.

Ricordo gli attacchi alle navi.

Ma non sono ricordi visti da vicino.

 

Le sirene non sono tutte uguali.

E questo vale per la mia specie come per quella umana.

Quella umana ci ha causato tanto dolore, tanta sofferenza da costringere alcune ad attaccare gli umani anche senza ragione. Come se questo riportasse indietro chi si è perduto.

Non è così.

 

 

Poi c’è chi si aggrega a queste assurde crociate per follia o per qualche assurdo e sadico piacere.

Me ne tengo alla larga.

 

O perlomeno è quello che ho sempre fatto.

 

Ma stavolta mi ci sono trovata in mezzo.

Reti, spari, fiamme e tutto è troppo veloce per me.

Non voglio seguire quel branco di assassine, fuggo dall’altro lato e qualcosa cade dal cielo e mi blocca e mi stordisce.

 

Vedo un umano, vedo una palla di fuoco, lo afferro, lo tiro e lo lascio andare e infine mi immergo nell’acqua bassa cercando di evitare i detriti caduti a terra e inizio a nuotare il più veloce possibile con il cuore a mille.

Non c’è una via di fuga.

Mi volto e mi manca il fiato.

Non so se per via della spada nella mia coda o per l’uomo che dopo avermi guardato per un istante la estrae.

Non so cos’è, non so che nome dare a tutto quello che provo.

Potrebbe benissimo chiamarsi paura. Non ne ho mai avuta, non sono mai stata davvero in pericolo.

 

Lui mi guarda negli occhi. Non mi vuole fare del male.

Poi una rete su di me. Non mi controllo più e mi dimeno, mostro i denti e soffio.

È un istinto, ma vedo quell’uomo fare un passo indietro. Ha paura di me, anche se vedo che è confuso – quasi quanto me.

Ma mi vede come tutte le altre sirene. Come tutte quelle che ha visto.

 

Mi portano via nella rete.

Nella mia mente restano fissi solo i suoi occhi chiari.

I suoi capelli del colore del sole.

Il primo ricordo che spicca fra tutti quelli confusi che ho della vita nel mare.









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Ho tentato un POV molto speciale.

Sperando che il tentativo non vada troppo male. ;)

Fatemi sapere che ne pensate.

Fabiola

 

  
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