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Autore: pandaforpresident    07/05/2016    1 recensioni
In un mondo popolato da creature sovrannaturali, governato da Angeli e Demoni, i pochi umani superstiti sono stati costretti ad adattarsi, tra cui io, Ilimya. Ma cosa farò se sarò scelta per una missione (potenzialmente) suicida? E se dovrò viaggiare con un angelo egocentrico, con un demone sexy (che mi odia), un elfo con una direzione sessuale alternativa e con una vampira bipolare? Aggiungete un nemico molto attraente, un cucciolo fin troppo affettuoso, un morbo mortale e la consapevolezza di non essere proprio umana.
Ecco a voi la mia vita!
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbattei gli occhi. Il mondo mi crollò addosso. Non poteva essere vero.... 《Ti sbagli》sussurrai. 《Ilymia...》. Lo interruppi alzando una mano. 《Non è possibile. Uno non nasce umano e diventa demone》. 《Non lo capiano neanche noi, ma troveremo una soluzione》. Lo guardai, infuriata. 《Soluzione? Non ti credo. Da quando ti ho incontrato sono successi solo casini!》. Mi alzai di scatto arrabbiata. 《Io...non ce la faccio più!》esclamai con le mani tra i capelli. 《Stai calma, non serve agitarsi》disse lo shinigami, con il tono calmo che si usa per i pazzi, cosa che mi fece imbestialire ancora di più. 《No!》urlai. Ed esplose con un rumore assordante un vaso all'angolo. Sussultai spaventata, in posizione di difesa; a qualcosa era servita la lezione di Julian. 《Non riesci a controllarti...》disse Seamus. 《Non sono stata io》dissi alzando le mani in aria, come fossi stata colta in fragante a rubare biscotti. 《Adesso siediti e ascoltami. Il fatto che la tua parte demoniaca sia in espansione è preoccupante, ma penso che il problema più grande sia il fatto che tu abbia un potere fortissimo e che non lo sappia usare. Rischi di buttare giù la scuola》. Chiusi gli occhi e mi presi al petto le gambe. Esasperata, ecco come ero. 《Seamus, cosa facciamo?》. 《Resisti. Evita le situazioni di stress e ti paura, insomma le emozioni negative》. Un pensiero mi passò per la mente. 《Io ho un combattimento venerdì》mugolai. Già vedevo Coraline che si sfregava le mani. 《È già stato annullato. Rischiamo che ci scappi il morto》 Tirai un sospiro di sollievo. Una cosa sensata, finalmente. 《In effetti ci tengo alla pelle》. 《Non sono preoccupato per te》disse serio. Oh. Ero divetata un pericolo pubblico. Sbuffai stressata. 《Io sono un essere umano e voglio rimanerlo. Per favore》gli dissi guardandolo negli occhi. 《Troveremo una soluzione, te lo prometto》. Speriamo. Non accettavo la mia condizione, ma sapere che qualcuno se ne preoccupasse, mi allegeriva un po' il peso nell'anima. Demoralizzata, mi guardai intorno. E vidi i cocci a terra. 《Ehm...era molto costoso quel vaso?》chiesi timida. 《Oh, era unico nel suo genere. Un antico regalo di un mio carissimo amico》disse sorrisendo in modo inquietante. Ops. ~ Mi accocolai meglio su una poltrona nel laboratorio, diventata ambulatorio provvisorio. Ero da sola con un demone collassato; uno spasso. Cercavo, invano, di riposare un po', considerata l'ora. Speravo che Seamus non mi facesse andare a scuola il giorno dopo, ma ne dubitavo altamente Gli altri mi avevano lasciata, dopo che avevo insistito fino ad esasperarli, ad aspettare che si risvegliasse Julian. Inutile dire che mi sentivo in colpa, cosa che non mi lasciava pace. Insomma, lui mi aveva bullizzata, derisa, quasi mangiata, ma allo stesso modo mi odiavo per averli fatto male. Senza dimenticare lo stress per la scoperta di essere ancora meno umana di quanto fossi prima. Avevo lasciato lo studio di Seamus come uno zombie, svuotata di ogni pensiero razionale. Non mi meravigliavo più di niente ormai; se in quel momento Coraline fosse entrata a braccetto con Babbo Natale lanciando coriandoli non avrei mosso un muscolo. La fortuna è cieca, ma la sfiga ha la vista a raggi x di Superman. Mugugnai stressata, e mi alzai per sgranchirmi le gambe. Mi avvicinai al "Bel addormento" in questione, chinandomi leggermente per studiarlo. Pareva quasi... angelico mentre dormiva; ciglia folte che proiettavano una piccola ombra sui suoi zigomi perfetti, labbra rosee e leggermente carnose, e i suoi capelli, ah, che belli. E se... Gli sfiorai leggermente una ciocca, quasi con paura che si svegliasse e mi tranciasse un dito. Non ebbi nessuna reazione. Ridacchiai leggermente, cominciando a scompigliarli leggermente la chioma nera. 《Ma sai che sembri quasi simpatico?》sussurrai. Non ottenni risposta. Gli passai leggermente un dito sulla mascella, pronunciata ma non eccessivamente, e continuai il percorso. Mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra, accordendomi di un piccolo taglietto in un angolo del labbro superiore. Chissà come se l'era fatto... Mi sentivo quasi estraniata dal mio corpo, e quando presi la consapevolezza che quelle labbra potessero essere particolarmente... invitanti, ormai avevo lasciato lo strada della sanità mentale. Mi avvicinai lentamente alla fonte della mia tentazione, seguendo un istinto primordiale. L'ultima parte sana della mia mente mi ripeteva strillando che era indifeso, che lo avevo ferito, che lo conoscevo da 2 giorni scarsi, che avesse la ragazza, ma io la zittì immediatamente. Tanto dormiva, non se ne sarebbe ricordato. Mi accostai lentamente alle sue labbra. C'ero quasi... 《Che fai, pervertita?》biasciccò una voce vicina. Troppo vicina. Mi allontai repentinamente, un po' per lo spavento ma sopratutto per la vergogna. Cosa mi passava in mente? 《Controllavo se purtroppo respirassi ancora》risposi cercando di calmare i battiti del mio cuore. Aspetta un secondo... Julian si era svegliato. 《O mio dio》mormorai, portandomi le mani alla bocca. 《Già, sono vivo》sibilò lui, cercando di tirarsi su. Io, presa dal panico, lo rispinsi giù, forse troppo bruscamente, in quanto emise un lamento di dolore. 《Maledetta, vuoi uccidermi un'altra volta》mi ringhiò, seppur debolmente, massaggiandosi il collo. 《Non vol...》 Aspetta, aveva detto "un'altra volta"? 《Tu... ricordi?》sussurrai stupita. Lui stette in silenzio per un po'. 《Sì, ma non ti tormentare. Ho perso il controllo, tu ti sei difesa, fine. Non scervellarti per questa vicenda, non sono un debole umano come te》disse sospirando. Mi cadde un masso nello stomaco. 《Non lo sono più》mormorai, più a me stessa che a lui. 《Debole?》mi chiese scettico. 《No, umana》. Non aspettai una sua risposta e, senza guardarlo, scappai nella mia stanza. Avevo tanto bisogno di Ruth. E di un barattolo gigante di nutella.
  
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