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Autore: Fang    09/05/2016    3 recensioni
(Contiene un piccolo spoiler del finale del gioco) Prego di poter ricordare cosa vuol dire essere abbracciata da un padre.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ellie, Joel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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all gone, elliejoel
All gone




They say your home is where your heart is
but what if my heart is  6 feet underground
with you?





**






Una cosa ci hanno insegnato, in questo mondo privo di umanità, non farti mordere dagli Infetti. Persino un graffio potrebbe rivelarsi fatale, così era stato infettato Sam. Qualsiasi cosa si faccia, bisogna stare lontano dagli Infetti, a tutti i costi.  La caccia, a volte nel bel mezzo del nulla, ormai è una cosa naturale e che non mi pesa nemmeno più di tanto.

Sono passati 10 anni da quando siamo ritornati da Tommy e Maria, entrambi erano contenti di vederci. Maria nel corso degli anni mi ha preso sotto la sua ala protettiva, insegnandomi le cose non sapevo e che Joel non poteva sapere. "Segreti tra donne", così li chiama lei.
«Cosa sono questi "segreti tra donne"?», mi chiede Joel dopo attimi di silenzio.
Stiamo rovistando ogni casa sul nostro cammino, nella speranza di trovare qualcosa, magari del cibo non ancora scaduto o anche dei vestiti. Tommy ci manda sempre a cacciare insieme, sa benissimo che siamo una coppia infallibile per queste cose. In questi ultimi 10 anni Joel non è cambiato moltissimo, solitamente, o almeno così leggo nei libri, le persone più vanno avanti con l'età più tendono a mettere su qualche chilo di troppo o anche a diventare più fiacchi e meno energici, ma non è questo il caso. Il mondo in cui viviamo non permette a nessuno di stare tranquillo, adulti o bambini che siano, siamo tutti a rischio ogni singolo giorno.
«Non posso dirti niente, Joel», dico io «Sono segreti» , e accenno un sorriso.
Lui si limita a fissarmi per qualche secondo, prima di alzare gli occhi al cielo e sorridere a sua volta. Per un periodo, relativamente lungo, avevo persino odiato Joel per quello che aveva fatto in quell'ospedale. Mi aveva tirato via la possibilità di salvare il mondo, di aiutare le poche persone ancora in vita, andando avanti con gli anni sono riuscita  a capire che non c'è niente da salvare, possiamo solo andare avanti e cercare di resistere, ma siamo sempre di meno e gli Infetti ormai dominano la terra.
Sto per dire una cosa a Joel quando improvvisamente compare un Clicker sono talmente tanto scioccata che per qualche secondo non riesco a muovermi. Mi fanno sempre paura, nonostante tutto, non ci si abitua mai e sono loro ad incarnare le paure di tutti noi. Mi scrollo di dosso l'attimo di paura e mi preparo ad ucciderlo quando il tempo sembra rallentare, indugiare, su un attimo che non dimenticherò mai. Vedo il Clicker attaccare Joel , mi faccio avanti, per aiutarlo, ma nell'istante in cui mi muovo verso di lui, l'infetto morde Joel sul braccio. Sapendo di essere perduto, l'uomo,  armato di coraggio, usa il suo stesso braccio per tenere a bada il Clicker, mi fa un cenno con il capo, e io con un gesto secco uccido l'infetto.
Fino a qualche tempo fa cercavo di provare pietà per gli Infetti. Non è colpa loro se fanno quello che fanno. Più e più volte mi è capitato di vedere Runners dall'espressione quasi spaventata, mentre attaccavano, o di sentire le persone infettate di recente piangere in piena agonia.
Ma ora.... non posso provare pietà per niente  e per nessuno.
«Joel?», lo chiamo io «Pa-papà?»
Papà.
«Non ti preoccupare, piccola», dice lui «Dobbiamo andarcene da qui, e in fretta».

Io annuisco. Ha perfettamente ragione, dobbiamo tornare da  Tommy. La strada del ritorno sembra lunga e infinita, appena Tommy ci fa entrare nella centrale idroelettrica capisce subito che qualcosa non va.
«Cosa succede?», ci domanda.
Io sono ancora troppo sotto choc per rispondere, cerco di dare un senso a quello che è successo,ma davvero non ci riesco. La stessa paura che avevo provato quando si era ferito, quel maledetto giorno, torna tutta in una volta e anche più forte di allora. In quella occasione potevo fare qualcosa per salvarlo, ma ora? Niente può salvarlo e  non faccio altro che pensare all'occasione sprecata, a quella possibilità di creare un vaccino, quella possibilità che è dentro di me, ma non può essere usata.
«Sono stato morso», sussurra Joel.
Tommy sgrana gli occhi e improvvisamente sembra così giovane e indifeso. Sento una mano sulla mia spalla e senza girarmi so che accanto a me c'è Maria.
Entrambi decidono di "isolarci" nell'ufficio di Tommy. Mi danno la possibilità di dire addio a Joel, mi sussurrano di stare attenta e di non badare ad eventuali scatti d'ira. Io annuisco, vorrei dire loro che so cosa succede, perché ho visto morire Riley, ma le parole mi muoiono in gola ancor prima di nascere.
«Ellie?», mi chiama Joel.
Vengo strappata dal mio choc e alzo lo sguardo  «Co-cosa?»
«Mi dispiace tanto», dice lui come se fosse colpa sua.
Il suo tono di voce mi spezza il cuore e mi ritrovo tra le sue braccia. Il suo abbraccio è colmo di calore paterno, pieno di protezione e amore. Dentro di me prego e spero di ricordare per sempre la risata di Joel e il suono della sua voce. Prego di poter ricordare cosa vuol dire essere abbracciata da un padre e spero di poter ricordare tutti quei piccoli momenti passati insieme durante quel viaggio che ormai sembra lontano anni luce.
«Ricordi quando avevamo visto le giraffe?», domanda Joel.
Io annuisco.
«Avevo così paura per te, Ellie. Temevo di vederti scivolare in un tunnel senza fondo, proprio come avevo fatto io quando avevo perso la mia bambina», dice «Temevo che quella bruttissima esperienza ti avesse rovinata per sempre».
«Mi dispiace», gli rispondo.
«Non so quanto potrò reggere, e per quanto resterò me stesso, senza scatti d'ira, quindi forse è meglio dirci addio ora».
Dirci addio ora.
Le parole che vorrei dirgli mi  muoiono in gola, proprio come era successo con Riley, quello che vorrei dire rimane inespresso, ma questa volta, almeno questa volta, voglio dire tutto quello che devo dire, perché questa è l'ultima occasione.
«Non sei mai stata e mai sarai un surrogato, tu non sei come una figlia per me, tu sei mia figlia».
«E tu sei mio padre», gli rispondo io.
Non c'è molto altro da dire, in questo momento, quindi mi limito a godermi questi ultimi momenti insieme a lui. Se solo...
«Non pensare a quello che avresti potuto fare, Ellie. Non pensare che hai la cura dentro di te, le cose dovevano andare così, e io sono felice di averti incontrata e di aver passato tutti questi anni con te».
«Anch'io sono felice».

Non so quanto tempo passa ma alla fine Tommy entra nella stanza, e mi dice di andare via e di aspettare con Maria nella loro stanza.
«Fai la brava, ok? Dai sempre retta a Tommy e non cacciarti nei guai».
«Sì, lo prometto».
Lui mi sorride e questo è l'ultima immagine che voglio conservare di lui.
Maria mi porta nella stanza che divide con Tommy e mi fa sedere sul loro letto. Osservo il vuoto, mentre aspetto di sentire il colpo di pistola, ma non sento niente per tanto tanto tempo.
Improvvisamente sento un colpo di pistola e so che è tutto finito. E senza controllo urlo tutto il mio dolore, sento la gola farmi male, ma continuo e continuo. Il dolore che provo ora mi lacera l'anima e più urlo e più sento questo dolore aumentare.  Maria mi accoglie tra le sue braccia, cullandomi e sussurrando parole di conforto, mentre le mie urla si trasformano in sussurri e poi in silenzio.


**



Durante il funerale non riesco nemmeno a piangere. La mia schiena è dritta come un fuso e guardo la bara, costruita da un uomo barbuto che vive con noi da 5 anni, dove ora Joel riposa.  Tutto quello che resterà di lui sarà cenere e ben presto ogni traccia di lui sparirà nel mondo. Quando la bara scompare, sotto un mucchio di terra, mi sento  come morta.
Mi allontano da tutti e da tutto, restando sola, e non mi resta altro che osservare il vuoto assoluto, mentre sento un dolore sordo al petto, un dolore che viene amplificato dai battiti del mio cuore e che aumenta ad ogni mio respiro.


Angolo autrice.

Erano due anni che non scrivo su The Last of Us e ammetto che Joel e Ellie mi sono mancanti. Non ho molto da dire su questa one-shot, ad essere sincera... spero solo vi piaccia, nonostante sia così triste.
Ho preferito usare il termine inglese "runners" perché non ricordo bene se c'era una traduzione italiana di questo termine specifico..
Ho provato a controllare più e più volte, alla ricerca di eventuali errori, ma non mi pare di vederli.  Ma in caso di errore,  per favore, avvisatemi e provvederò a correggere! La quote che ho utilizzato purtroppo non ha fonte, dal momento che l'avevo trovata girando su internet. In caso voi sappiate la fonte (libro, film etc) avvisatemi, così da poter fare la dovuta citazione.

A presto,
Fang.






   
 
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