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Autore: AidenGKHolmes    10/05/2016    2 recensioni
"La consapevolezza di tradire colei che aveva dimostrato un minimo di fiducia nei suoi confronti lo stava logorando dentro. Ci stava pensando da un po’ di giorni e quella sera Kovu prese la decisione finale: voleva rimanere solo con Kiara. Anche se solo per poche ore… doveva farle sapere che lui non era accecato dall’odio e dal desiderio di potere come sua madre o gli altri del suo gruppo"
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kiara, Kovu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE


 
"Over hill, over dale, Thorough bush, thorough brier, Over park, over pale, Thorough flood, thorough fire, I do wander everywhere.
Sopra le colline e sopra le valli, attraverso i boschi e gli spineti, sopra i parchi e i recinti, attraverso l'alluvione, attraverso il fuoco. io vago in ogni luogo."

-William Shakespeare



Non si sentiva il minimo rumore in tutta la savana. Il silenzio era pressochè totale, eccezion fatta per il debole fruscio del vento estivo che saltuariamente si faceva largo tra gli steli d’erba. Il rituale era sempre lo stesso, senza alcuna variazione: all’arrivo del tramonto tutti seguivano il proprio istinto, rifugiandosi nelle proprie tane o raggruppandosi assieme alle proprie famiglie, in caso di gruppi numerosi, attendendo l’alba seguente. La notte, in quelle terre, era l’unica cosa che non sarebbe mai stata diversa, nemmeno dopo mille generazioni.

Tuttavia non per tutti era così. Vi era qualcuno che a volte si dimostrava ancora troppo ingenuo per capire cosa fossero i riti e le abitudini. Per loro ogni singolo giorno era diverso dal precedente e meritava di essere vissuto in tutta la sua unicità.

E Kovu la pensava esattamente così. A dimostrazione di ciò, infatti, si era allontanato in via del tutto eccezionale dalle Terre del Branco per riferire tutto ciò che aveva scoperto e i progressi compiuti durante i giorni precedenti e fu proprio quel ritorno a gettarlo in uno stato a metà tra l’inquietudine e l’ansia.

Non sopportava il ricordo del durissimo addestramento al quale sua madre Zira l’aveva sottoposto per anni, specialmente se ripensava anche solo per un momento a quello che sarebbe dovuto essere il suo obiettivo finale.

Uccidere Simba? E perché? Kovu non riusciva a trovare una spiegazione plausibile… La storia che sua madre gli aveva raccontato gli era sembrata verosimile quando ancora era un cucciolo, periodo in cui la sua mente era facilmente manipolabile. Tuttavia, nell’ultimo periodo, le convinzioni inculcategli a forza da Zira avevano cominciato a perdere efficacia e a svanire come neve al sole. Tutto quel piano per spodestare il legittimo sovrano… Kovu sapeva perfettamente che era un qualcosa d’ingiusto, ma non poteva certo sottrarsi al volere di sua madre. Era cresciuto in fretta, forse troppo in fretta ma Zira non se n’era mai preoccupata. Ai suoi occhi, Kovu era il nuovo Scar e niente e nessuno avrebbe mai potuto farle cambiare idea.

Ma ciò che lo turbava maggiormente era il sapere che una parte fondamentale di quel diabolico piano era ricoperta proprio da Kiara. Il suo rapporto con la figlia di Simba si era notevolmente rafforzato nell’ultimo periodo, dopo averla salvata dall’incendio che, senza il suo intervento, l’avrebbe certamente uccisa.
Durante tutti quegli anni senza vedersi, Kiara non era cambiata affatto, almeno come carattere.
Forse… forse chi era cambiato in peggio era proprio lui. E tale prospettiva lo spaventava non poco.
Sin dal loro primo incontro, Kovu aveva capito che non vi erano molte differenze tra lui e la leonessa.  Nelle situazioni pericolose aveva dimostrato di sapersela cavare bene quanto Kovu e i dissensi tra i loro branchi non sembravano essere un motivo sufficiente per impedire ai due di fare amicizia. Di diverso avviso, ovviamente, erano Zira e Simba, che fecero tutto ciò che era in loro potere per tenerli separati. Ma, nonostante il lungo tempo senza vedersi, non si erano scordati l’uno dell’altro.

La consapevolezza di tradire colei che aveva dimostrato un minimo di fiducia nei suoi confronti lo stava logorando dentro. Ci stava pensando da un po’ di giorni e, quella sera, Kovu prese la decisione finale: voleva rimanere solo con Kiara. Anche se solo per poche ore… doveva farle sapere che lui non era accecato dall’odio e dal desiderio di potere come sua madre o gli altri del suo gruppo. Voleva solo essere suo amico. Non sapeva ancora se quella decisione coincidesse col volerle confidarle il piano che sua madre aveva architettato, ma vedersi al di fuori di quelle “lezioni”, come le chiamava Kiara, sarebbe stato un inizio per rimettere le cose a posto.

Era buffo: stava cercando di rimediare per un errore che ancora non aveva commesso... che non voleva commettere. Ma d’altro canto prevenire è meglio che curare.

Avventurarsi da solo nelle Terre del Branco nel bel mezzo della notte era un grosso rischio, certo. Ma giovane com’era sottovalutò ogni possibile pericolo. Che cosa sarebbe mai potuto andare storto? Grazie al suo addestramento sapeva essere molto silenzioso; sarebbe riuscito a passare senza essere notato, nascosto dalle tenebre. Kovu non era certo, infatti, del fatto che Simba fosse a conoscenza delle “lezioni” che impartiva alla figlia e in ogni caso per vagare per le Terre del Branco in totale sicurezza durante il giorno era meglio essere accompagnato da lei. Nel dubbio, scelse la via della prudenza; qualcuno avrebbe potuto sospettare qualcosa, vedendolo tornare da non si sa dove. Kovu stesso sapeva di non essere accettato da Simba, bensì tollerato. Tra quei due comportamenti vi era una differenza abissale. Questo era inoltre il motivo per cui aveva dormito sulla Rupe dei Re solo per una notte.

Avvolto dall’oscurità, Kovu cominciò a muoversi di soppiatto verso l’uscita del loro nascondiglio. Ogni passo sembrava estremamente rumoroso alle sue orecchie ma nonostante ciò riuscì ad uscire all’aria aperta senza svegliare Zira, Nuka o chiunque altro. Sotto la volta stellata, Kovu riusciva a sentire ogni singola parte del suo pelo mentre veniva accarezzata dalla timida brezza notturna. Il fischiare del vento tra le rocce lo innervosiva, ma riuscì a non perdere la concentrazione.
Sapeva perfettamente dove dirigersi e quali posti evitare. Non sarebbe stata una questione di pochi minuti ma ce l’avrebbe fatta, ne era sicuro.
Ogni singolo rumore lo faceva sobbalzare e non furono poche le occasioni in cui si abbassò tra i radi ciuffi d’erba, fino a ritrovarsi praticamente sdraiato al suolo, in attesa che il campo sembrasse libero, certe volte trattenendo addirittura il respiro per diversi secondi.  

L’addestramento al quale era stato sottoposto ogni giorno almeno non era completamente inutile.

Kovu impiegò circa un’ora per raggiungere i confini delle terre dei Rinnegati con quelle che appartenevano a Simba. Una volta realizzato ciò, si mise a correre, consapevole che l’erba alta della savana gli avrebbe fornito un’ottima protezione contro sguardi indesiderati. Doveva solo prestare attenzione a non imbattersi in nessuno degli animali delle Terre del Branco, ma per il resto era solo questione di tempo.

***

La Rupe dei Re era indubbiamente il posto più sorvegliato delle Terre del Branco, oltre che il più inaccessibile. Le ripide pareti rocciose offrivano ben pochi passaggi secondari per salire, almeno per un animale di grossa taglia. Inoltre non erano poche le Leonesse di guardia quella notte. A differenza degli altri animali della savana, non tutte dormivano. Alcune erano incaricate di sorvegliare e difendere la Rupe da possibili attacchi di predatori. Passare per i sentieri principali era dunque impossibile per qualcuno privo di furtività.

Ma non per Kovu. Sin da quando era cucciolo aveva ricevuto un addestramento per muoversi nell’oscurità senza essere notato, anche da occhi addestrati alla caccia come quelli delle Leonesse. Non era comunque un buon motivo per abbassare la guardia.
La scalata verso i livelli superiori della Rupe non fu facile: all’aumentare dell’altezza le sporgenze divenivano sempre più difficili da afferrare, ma anche in quel caso riuscì in un modo o nell’altro a cavarsela.

Era appena giunto nel più alto della Rupe quando riconobbe immediatamente una figura famigliare distesa all’interno di un grosso anfratto. In quel momento capì di aver raggiunto il suo obiettivo. Dalla parte opposta una sommità rocciosa si stagliava per alcuni metri sopra uno strapiombo dal quale si intravedevano tutte le Terre del Branco, sino ai loro confini.

In quella caverna Kiara giaceva a terra, immersa in un sonno profondo. Non vi era traccia né di Simba, né di Nala, né di altri membri del suo branco, cosa strana, visto ciò che si era prospettato. Doveva comunque essere cauto e prestare la massima attenzione. Mentre si avvicinava di soppiatto a Kiara, Kovu ripensò a tutte le frasi che aveva immaginato di poter dire una volta raggiunta ma una volta a pochi passi da lei nessuna di esse sembrava essere adeguata.

Decise quindi di seguire il suo istinto: avvicinandò la testa al collo di Kiara, Kovu si strofinò contro di lei un paio di volte, nel tentativo di svegliarla. E quel gesto fu efficace. Tuttavia l’espressione sul viso della leonessa non fu tra quelle che Kovu si aspettava: non appena aprì gli occhi, Kiara sobbalzò e si scostò rapidamente, cercando di evitare il contatto con quella figura oscura che pochi istanti prima aveva sentito contro il suo collo, ma osservando meglio si accorse che quel misterioso estraneo aveva qualcosa di famigliare, anche se il brusco risveglio le aveva impedito di riconoscerlo subito.

Dopo qualche istante, infatti, Kiara riuscì a realizzare.

“Kovu?” Domandò stupita. La sua voce riecheggiò per un momento nella grotta.
“Shhht!” Le intimò lui, preoccupato che qualche leonessa nelle vicinanze potesse sentirli “Dove sono tua madre o Simba?”
“Non ne ho idea, stavo dormendo, se sono usciti non li ho né visti né sentiti… ma tu che ci fai qui?” Chiese Kiara, che ancora non riusciva a capire come avesse fatto ad intrufolarsi sulla Rupe né il perché fosse là. 

A questo punto, Kovu distolse lo sguardo per un attimo, come se tutta la fiducia in se stesso che spesso dimostrava apertamente non fosse reale.

“Mi mancava parlare con qualcuno che almeno riuscisse a trattarmi decentemente, a differenza di quello che succedeva spesso nel mio branco” Ammise Kovu.
“Pensavo che il carismatico e combattivo Kovu non potesse soffrire di solitudine. Ero convinta fossi sempre tutto d’un pezzo” Replicò Kiara, che non mostrava alcun accenno di fastidio per aver interrotto il suo sonno.

Kovu scosse la testa, visibilmente affranto.

“Questa è una delle tante cose che non sapevo… ma mio padre sopporta a malapena la tua presenza, non so come reagirebbe se ti trovasse qui dentro nel bel mezzo della notte” Ribattè Kiara
“Lo so, per questo volevo chiederti se ti andava di passare qualche ora nella savana assieme”

Kiara lo fissò, pensando che tale proposta fosse uno scherzo, ma il suo sguardo non mentiva. Era serissimo, come mai in vita sua.

“E’ notte fonda, Kovu… è pericoloso avventurarsi di notte, specialmente per noi”.
“Ma non andremo lontano, resteremo nei paraggi, non ti porterei mai vicino al fiume, come quando ci siamo incontrati. Sarà divertente, vedrai!” Rispose Kovu, con ritrovato entusiasmo.

Kiara, dal canto suo, era piuttosto combattuta. Da un lato era certa che Kovu non rappresentasse una minaccia per lei. Le aveva salvato la vita, dopotutto, ma d’altra parte aveva paura di ciò che suo padre avrebbe potuto fare se lo avesse scoperto. Non sarebbe stato comprensivo come durante le altre occasioni, se lo avesse saputo una punizione sarebbe stata inevitabile.

“Non lo so… e se mio padre lo venisse a sapere?”
“Non ci scoprirà mai, torneremo prima dell’alba, promesso” Concluse Kovu, incamminandosi fuori dalla grotta.

La figlia di Simba esitò ancora qualche istante, quando improvvisamente Kovu aggiunse, sogghignando beffardamente “Non avrai mica paura?”

Era abbastanza. Kiara poteva sopportare tutto tranne che gli si desse della fifona. Tentò di saltargli addosso con un balzo ma Kovu riuscì a evitarla, correndo via ridacchiando. Si rallegrò della sua reazione, sapeva che provocarla scherzosamente sarebbe stata la chiave per convincerla. Sentiva che Kiara lo seguiva a ruota, ma dopo aver percorso pochi metri il giovane leone arrestò improvvisamente la sua corsa, facendo sbattere la sua compagna d’avventure contro la sua schiena.

“Ahi!” Si lamentò Kiara, fissandolo malamente “Che ti prende?”

Kovu non rispose, rimase fisso nella sua posizione, rizzando le orecchie: qualcuno stava salendo il sentiero. Un’espressione di terrore si dipinse sul suo volto. Sentì aumentare esponenzialmente i battiti del suo cuore in una frazione di secondo ma nonostante ciò non si fece prendere dal panico. I suoi occhi rimbalzavano in ogni dove, in cerca di una possibile via di fuga, che riuscì a individuare giusto in tempo.

“Seguimi” Bisbigliò a Kiara, avvicinandosi ad un pendio abbastanza liscio da permettere a lui e alla sua amica di riuscire a fuggire senza essere scoperti. Ma Kiara fiutò subito le intenzioni di Kovu.

“Non vorrai forse…” Tentò di obiettare, prima di essere letteralmente spinta giù per quella specie di piccolo canale dal giovane leone, il quale la seguì subito dopo.
Entrambi sentirono l’aria frustare i loro musi fino a far quasi mancar loro il respiro. Entrambi trattennero l’istinto di gridare a causa della rapida discesa verso terra; in pochi secondi si ritrovarono sul fondo del pendio a zampe all’aria, cercando di far convergere quanta più aria possibile nei loro polmoni. Erano finiti in un cespuglio che aveva avuto il merito di porre fine alla loro fuga rocambolesca.

“E’ stato… fantastico!” Esclamò Kiara, rialzandosi e scoppiando a ridere “Lo rifacciamo?”

Kovu era ancora disteso a terra, non aveva avuto il tempo di rimettersi sulle sue zampe che si era trovato il musetto sorridente di Kiara ad alcuni centimetri dal suo.

“Sì… magari un’altra volta, quando non c’è il rischio di essere scoperti…” Disse sbuffando e scrollando il suo pelo marrone per eliminare la polvere che lo aveva ricoperto durante la discesa “Andiamo dai!” Aggiunse poi, correndo via. Kiara lo seguì immediatamente, correndo al suo fianco attraverso le distese della savana, come se non avessero né regole né limiti, lasciandosi tutto alle spalle… c’erano solo loro due.

***

Né Kiara né Kovu seppero mai quanto corsero quella notte. Sembrava che nessuno dei due accusasse il benchè minimo senso di stanchezza. Nessuno li aveva notati, erano stati abbastanza fortunati da essersi ritrovati in una zona praticamente priva di vita animale, eccezion fatta per le code dei due leoni che facevano capolino ogni tanto tra l’erba alta. Non stavano cercando nulla di particolare, se non un piccolo momento senza regole da seguire per Kiara o piani malefici da portare a termine per Kovu. Volevano solo vivere la loro età in maniera normale. E in quel momento erano loro a decidere quale sarebbe dovuta essere la loro normalità.

Improvvisamente Kovu si sentì sbalzato a terra, come se fosse stato spinto da qualcuno. Ed effettivamente Kiara rise di gusto, nel vederlo stramazzare a terra dopo il suo assalto improvviso durante la corsa, fiondandosi su di lui per cercare di immobilizzarlo. Il suo compagno d’avventure non era certo uno sprovveduto, in una frazione di secondo si era rimesso in piedi e stava cercando a sua volta di atterrare la leonessa. Entrambi si studiavano, provando a trovare un punto debole nella guardia dell’altro e cercando di non dare le spalle all’avversario ma dopo ripetuti assalti la lotta si concluse senza un vincitore.

Esausti ma felici di essere assieme, i due crollarono a pancia all’aria in uno dei rari spiazzi privi d’erba poco distante. Kiara in particolare era riuscita a superare quasi subito l’incertezza verso quella folle avventura, e non si era pentita della sua decisione di seguire Kovu. Sopra di loro il cielo stellato risplendeva come poche volte nel corso dell’anno. Prestando attenzione si riusciva ad udire anche lo scroscio dell’acqua di un piccolo fiumiciattolo poco distante.

“Pensavo che fossi in giro per la savana di notte completamente da solo… è pericoloso, lo sai?”
Domandò Kiara, girandosi sul fianco. Una delle sue peculiarità era proprio il fare continuamente domande e non si sarebbe risparmiata nemmeno con quel giovane leone conosciuto da poco.
“Non mi sento ancora a mio agio a dormire a pochi metri da qualcuno che a malapena mi tollera nei suoi domini” Confessò Kovu.
“E se ti accadesse qualcosa, là fuori?”

Kovu non rispose. Non voleva far sentire in colpa Kiara per il suo comportamento. Anzi, in realtà chi avrebbe dovuto preoccuparsi dell’eventualità che Simba scoprisse ciò che sua figlia aveva fatto quella notte era proprio lui. Doveva evitare di pensarci e convincersi che tutto sarebbe andato per il meglio.

“Io vivevo oltre il fiume, Kiara. Erano posti rischiosi anche di giorno, a confronto le Terre del Branco sono una passeggiata di salute”
“Beh sei stato molto coraggioso” Disse Kiara, imitando il tono che aveva utilizzato dopo che Kovu l’aveva salvata dai coccodrilli, quando si erano conosciuti molto tempo prima.
“Sai, sei la prima leonessa con cui parlo che non mi risponda acidamente. Nel mio branco, oltre ai miei fratelli, non c’era nessun altro con cui fare amicizia. Sono molto diversi da voi, immagino… ma anche io sono diverso da loro”
“Beh tu non sai combattere, a differenza loro e mia!” Esclamò Kiara, ridendo e subito dopo, con uno scatto fulmineo assaltò nuovamente Kovu. Reso alla sprovvista, fu facile immobilizzarlo a terra e, sorridendo com’era solita fare, esultò trionfalmente “Finalmente ti ho battuto! La grande Kiara, futura regina delle Terre del Branco ha sconfitto un Rinnegato!”

A quelle parole, Kovu si dimenò per poi allontanarsi di qualche passo. Inavvertitamente, Kiara aveva toccato un tasto dolente che rammentò al suo amico il motivo per cui era là. La giovane leonessa si accorse immediatamente che qualcosa non andava e subito pensò che fosse a causa delle sue parole.

“Ehi dai… stavo scherzando. Voglio dire, non è che non possiamo essere amici, anche se non facciamo parte dello stesso branco…” Tentò di dire Kiara per rimediare. Nei suoi occhi ambrati, illuminati dalla tenue luce della luna, vi era dipinta sincera preoccupazione per quella reazione inaspettata. Da parte sua, Kovu non riusciva a sostenere il suo sguardo.
“Non è quello… è che penso sia ingiusto che tuo padre o mia madre ci abbiano impedito di essere amici a causa del loro odio reciproco” Rispose lui, senza guardarla. Era intento a fissare l’orizzonte, nel tentativo di scorgere qualcosa oltre il fiume, il confine naturale tra quelle terre alle quali segretamente iniziava a sognare di appartenere e quelle dei Rinnegati.

“E inoltre non sono giuste nemmeno le regole alle quali dobbiamo attenerci o le cose che sono stato costretto a fare…” Aggiunse, bloccandosi poi di colpo, essendosi reso conto di aver detto qualcosa di troppo che non era comunque sfuggito alle orecchie della sua amica.
“Cosa vuoi dire? Che cosa ti hanno obbligato a fare?” Domandò Kiara, senza capire.

Era l’occasione perfetta per rivelare tutto, ma in quel momento un vortice di dubbi annebbiò la sua mente, fino a quel momento sgombra come un deserto. Se le avesse rivelato la verità avrebbe tradito sua madre e il suo branco, ma non vi era la certezza che Simba avrebbe dimostrato la sua riconoscenza per aver sventato un complotto a suo danno ricompensandolo con la revoca dell’esilio. Era più probabile essere lasciato completamente solo, in quanto Kovu era comunque stato incaricato di portare a termine il piano. E tale prospettiva lo spaventava a morte. Era troppo impaurito da tutte queste incertezze per avere la forza di rivelare la verità.

“Niente… lascia perdere” Concluse Kovu, sperando che Kiara non insistesse ulteriormente.

Dopo un breve attimo di silenzio, la leonessa strusciò il suo capo sotto il collo di Kovu, il quale riusciva anche a sentire il debole suono delle sue fusa.

“Nessuno può impedirci di essere amici, adesso. Non è vero?” Domandò Kiara, dolcemente. Ai suoi occhi, Kovu era sempre quel leone degno di fiducia che aveva conosciuto da piccola. Ed ora che aveva rotto i ponti col suo precedente branco era solo questione di tempo prima che si dimostrasse degno di fiducia anche per suo padre Simba.

Kovu sentì il cuore accelerare nuovamente, ma questa volta uno strano calore s’irradiò contemporaneamente lungo tutto il suo petto. Era una sensazione nuova, mai provata prima: l’essere voluto come amico da qualcuno.

“Certo che non possono” Ridacchiò lui, sentendo il morbido pelo color miele della sua prima vera amica contro il collo, ricambiando quel gesto affettuoso che non aveva mai ricevuto da nessuno, nemmeno da sua madre Zira. C’erano solo loro, in quell’istante. Non vi erano branchi, dissensi, odio reciproco… solo un’amicizia che entrambi volevano mantenere viva per sempre. Sperare in queste due ultime parole era semplice innocenza da parte di entrambi. Il “per sempre” secondo molti non esiste, specialmente in un posto come la savana, ma entrambi non lo sapevano e non se ne sarebbero comunque curati. Volevano solo vivere la loro età per quella che era… per quello che avrebbero voluto che fosse.

Sdraiandosi a terra, Kovu rimase immobile a fissare alcune piccole lucciole apparse attorno a loro, mentre Kiara cercò senza successo di catturarne un paio con le zampe. Per la prima volta dopo tanto tempo stava sorridendo in modo sincero. Era una capacità che pensava di aver perso ma che in realtà aveva solo nascosto per molto tempo.

“Sembra di essere in un sogno” Rise Kiara, osservando con occhi nuovi ciò che non era mai riuscita a vedere ogni volta che si avventurava nella savana da sola.  

Ma Kovu fu sollevato nel realizzare che invece entrambi erano svegli. Ed erano là.

Insieme.


 
***


Note dell'autore: dunque, è la prima volta che scrivo su questo fandom, spero sia stato un buon debutto ahahaha
Devo fare un paio di precisazioni a proposito del periodo in cui è ambientata la OS; ho infatti utilizzato una scena che si trova al minuto 41:56 (Quella dove c'è la transizione tra giorno e notte dopo la fuga di Kiara e Kovu dai rinoceronti, per intenderci) e ho immaginato che ci sia stato un salto temporale di alcune settimane. Avevo inizialmente pensato di ambientarla durante l'infanzia di Kiara e Kovu, ma poi per una serie di incongruenze nella trama ho optato per questa soluzione. Ho provato inoltre ad approfondire la psicologia di Kovu, perchè secondo me merita davvero un occhio di riguardo. 
Eeee... niente, credo di aver detto tutto, fatemi sapere cosa ne pensate, lasciando una recensione o anche una critica, in caso. 


A presto :D

GK


 
   
 
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