Maze of the Heart ♥
1. Indifference
Nevica.
Saranno ormai tre
giorni che nevica e il prato fuori sembra una grossa e pesante coperta bianca.
Gli occhi ti fanno
quasi male nel cercare di distinguere i fiocchi che incessanti stanno cadendo.
Ti è sempre piaciuta
la neve, così candida, così pura. Eppure così fredda.
Fredda come è adesso
il tuo cuore, che sembra incapace di provare ancora una qualsiasi emozione.
Appoggi desolato la
fronte sul vetro della finestra, come facevi da bambino, però ora non è la meraviglia
che si scorge nel tuo sguardo, ma solo amarezza e rassegnazione.
E camminare nel parco
è sempre stato piacevole persino d’inverno. Però ora, nemmeno questo ti mette più
di buon umore.
Sentire in lontananza
i bambini, che si rincorrono euforici lanciandosi palle di neve, ti ricordano
quell’infanzia spensierata che non hai mai avuto davvero. Ti ricordi però anche
degli inverni a Hogwarts, delle battaglie nella neve
coi compagni di scuola, delle gite ad Hogsmeade… e
tutto questo non fa che aumentare il vuoto che senti in mezzo al petto.
Torni a casa. Ti
sembra così strano chiamarla casa ora che lei
non c’è più.
Ti distendi sul
divano, un bracco a coprire gli occhi che ormai non hanno più lacrime da
versare. L’altra mano stringe un bicchiere di Fire
Whisky. E’ così che da qualche mese passi le tue sere,
e bevi fino ad annebbiare i sensi e a non pensare più.
*
- Dovresti uscire ogni
tanto! - ti senti spronare dal tuo
migliore amico che ti guarda quasi con commiserazione. Lo odi quando fa così.
- Ma io esco,
praticamente tutti i giorni – rispondi serafico senza guardarlo, sperando solo
che la smetta presto e se ne torni a casa. Lo sai che lo fa per il tuo bene e
che ci tiene davvero a te. Forse è l’unico. Ne avete passate così tante insieme
che probabilmente ti conosce meglio di chiunque altro. Ma dopo tanto dolore,
dopo aver perso ogni cosa dopo la guerra, speravi almeno in un briciolo di
serenità. Forse, in fondo, hai creduto di potertela meritare anche tu. Una vita
finalmente normale, dopo tanto, troppo orrore.
E ora lei non c’è più.
- Credimi Draco se ti dico che sembri l’ombra di te stesso. Non ti
puoi ridurre così. Per Salazar, devi reagire! – Lo sai anche tu che Blaise ha perfettamente ragione e godi del lieve tepore che
la sua mano sulla tua spalla sta emanando. Ma quel sollievo per l’anima dura
solo un battito di ciglia. Purtroppo ti rendi conto che stai inaridendo sempre
più.
Vorresti alzarti ed
urlare, sfogarti, arrabbiarti con questo destino crudele che ha reso la tua
vita uno schifo. Ma non hai più voce e nemmeno più lacrime.
Narcissa
se ne è andata, e lei era l’unico appiglio alla realtà che ti rimaneva per non
impazzire. Per non lasciarti cadere in quel baratro che si era ormai aperto di
fronte ai tuoi piedi, il giorno stesso che sei stato marchiato come carne da
macello. Quel giorno, hai capito che per te vivere o morire non avrebbe avuto
più importanza, perché nessuno ti avrebbe più guardato per quello che sei, ma
solo per quello che rappresentavi. E chiunque ti avrebbe sempre e solo visto
come il Mangiamorte.
*
Blaise
è riuscito a farti uscire per una sera.
Pansy
deve averlo minacciato davvero questa volta, perché nella sua voce, quando ti
ha quasi supplicato di uscire a cena, sembrava scorgersi un lieve tono
terrorizzato. Poco male. In fondo avevi davvero bisogno di distarti un po’,
anche se sai già che è solo una mera illusione. Non potrà mai cambiare nulla e
lo sconforto che ogni notte ti attanaglia il petto tornerà anche stasera,
puntuale, non appena Blaise e Pansy
saranno tornati alle loro case e tu, ti sarai disteso sul letto.
Fa molto freddo e
raggiungere il ristorante è quasi una sofferenza. Ok ci sarà modo di scaldarsi
poi ingurgitando tutti gli alcolici di cui sarai capace. I tuoi pensieri però, per
un attimo, si perdono quando incroci una coppia di ragazzi che stanno
passeggiando sul marciapiede. Si abbracciano stretti, probabilmente per
scaldarsi a vicenda e ridono. La loro risata è melodia per le tue orecchie e ne
resti rapito. Ti entra dentro fino al cuore, fino all’anima e non sai perché, o
forse sì, ma ti fa male. Senti le loro voci cristalline e vedi i loro occhi
innamorati e ti chiedi, per un secondo, se mai ci sarà qualcuno che riderà così
con te e ti guarderà con altrettanta passione.
*
Cosa diavolo ci fai
nella sala d’attesa di uno dei migliori psicomaghi in
circolazione, Merlino solo lo sa!
Ti ricordi solo Pansy piangere disperata nel tuo salotto e Blaise che recitava come un mantra una serie di motivazioni
per cui dovevi accettare l’aiuto di uno specialista per poter uscire dalla tua
depressione.
Hai acconsentito
probabilmente solo per fare loro un piacere e per non vederli ogni giorno tormentarsi
per te a quel modo. Vuoi loro bene alla tua maniera, anche se dimostrarlo ormai
ti è quasi impossibile. Sono rari persino i sorrisi che riescono a strapparti.
E soffri anche tu nel vederli così preoccupati e vorresti solo che tutto questo
dolore finisse per sempre. Per tutti.
Il medimago
è in ritardo. Osservi l’orologio sulla parete che scandisce gli appuntamenti e
vedi la lancetta che oscilla pericolosamente su “paziente in attesa”. Immagini
di dover essere tu “quello”. Ti stai innervosendo, ma non hai nemmeno più la
voglia di arrabbiarti od offenderti. Un tempo avresti fatto il diavolo a
quattro con la segretaria dello studio perché “nessuno fa aspettare un Malfoy”! Ma ora che quel nome non incute più né timore né rispetto
e che persino tu sai di non meritare un trattamento di favore, te ne stai lì
seduto sulla poltroncina sfogliando l’ultima copia del Profeta attendendo il
tuo turno.
Che diavolo ci fai lì,
Merlino solo lo sa!
Senti la porta dello
studio aprirsi, ma non hai né voglia né intenzione di alzare lo sguardo su quel
poveraccio che, come te, ha dovuto ricorrere alle cure di uno psicomago per poter vivere una vita quantomeno dignitosa.
Appena se ne sarà
uscito ti alzerai. Questo è quello che tu vuoi fare, ma il destino, quel
bastardo, che conosce benissimo chi sei e che cosa hai fatto, sembra voler
continuare a giocare con la tua vita, torturandoti, umiliandoti e facendoti
soffrire ancora ed ancora.
Aspetti quasi ansioso,
e non poco spazientito dall’attesa, che lui o lei se ne vada così da finire
questa farsa e passare l’ora più noiosa della tua vita con lo strizzacervelli.
Senti finalmente i suoi
passi, quasi incerti diresti, che si dirigono verso la porta, un profumo
intenso ed allo stesso tempo dolce ti solletica e ti fa inspirare più
profondamente di quanto vorresti, ma nonostante tu ti senta per un attimo
imbarazzato da questo tuo gesto, stranamente ti senti bene e ti sembra quasi di
essere a casa.
E’
questione di un secondo, senti un sospiro alla tua sinistra ed è più forte di
te, ma qualcosa ti dice di voltarti.
Non dovresti, ma lo
fai.
E il tuo respiro si
blocca.
*
Non capisci cosa sia
questo martellare assordante che invade le tue orecchie mentre ti trovi, tuo
malgrado, a fissare un imbarazzatissimo Harry Potter che con una mano già sulla
maniglia della porta ti sta guardando, altrettanto a disagio.
E’
cambiato davvero molto negli ultimi mesi e non ha più, noti, quell’aria da
ragazzino imbranato. Ha sempre però quell’espressione indecifrabile sul volto,
quello sguardo disarmante e intenso che sembra voglia leggerti dentro, ma allo
stesso tempo rassicurante e forte.
Il tuo cuore sta
ancora battendo all’impazzata e non sai cosa dire per toglierti da questa
situazione a dir poco surreale. Lo rivedi dopo i processi, dopo mesi in cui non
si è saputo più nulla dell’Eroe del mondo magico… e tutto quello che esce dalle
tue labbra come un sussurro è “Potter”.
Ti alzi rapido e non gli
lasci nemmeno il tempo di rispondere o dire qualcosa, sempre che avesse avuto
la voglia di rispondere proprio a te, che hai contribuito a rendere un inferno
la sua vita già abbastanza dolorosa.
Quindi, entri
velocemente nello studio dello psicomago e ti chiudi
la porta alle spalle. Ti siedi ancora sottosopra, cercando di mantenere il
respiro regolare e speri di riacquistare in fretta il tuo solito aplomb. Vuoi
che il tempo lì dentro passi il più in fretta possibile. La tua vita sembra una
commedia ai tuoi occhi, ma non vuoi che anche il mago di fronte a te se ne
renda conto.
Soprattutto non vuoi
assolutamente pensare a Potter. Ma, ahimè, il suo profumo è ancora presente in
quella stanza.