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Autore: FairLady    10/05/2016    3 recensioni
[Daisy|Hive] o [Skyward]
A volte, Hive avrebbe voluto aver avuto la forza di scegliere qualcun altro, chiunque, ma non lei. Non Skye.
Ci sono fiori talmente forti da poter sopravvivere anche nel deserto;
così come certi sentimenti, che possono continuare a fiorire anche nel terreno arido di un essere senza cuore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viaggiavano ormai da giorni, alla ricerca di quanti più Inumani possibile da reclutare, da convertire alla verità assoluta che possedeva, che gli avrebbe consegnato il mondo nelle mani.
Loro due, da soli.
Quasi ci si stava abituando a quello scricciolo dagli occhi felini che gli ronzava sempre attorno, cercando un contatto a cui non era abituato, ma che aveva sempre associato a quel loro ormai essere un individuo solo, e niente più.
Il più delle volte non c’era nemmeno stato bisogno del suo intervento, e lui – Hive… o Grant, non riusciva bene a comprenderlo – la osservava con ammirazione crescente; la sua fierezza, la sicurezza in se stessa, il talento. La forza. La passione.
Era così diversa da quel ricordo sbiadito che leggeva nel fondo della mente consumata e malata che aveva risucchiato, eppure la sentiva così familiare, così vicina. Così parte di se stesso.
Hive, non sono pensieri tuoi.
Chi l’avrebbe mai detto che quel Ward, quell’uomo totalmente inaridito da anni di soprusi fisici e psicologici, da anni di dottrine disumane, inette, piene di insulse necessità di un potere che vero potere non era, avrebbe potuto tenere tanto a un altro essere umano?
Cos’aveva Skye – Daisy, già… ora si chiamava così – di tanto speciale da meritare la sua considerazione? Il suo amore.

Un sentimento che Hive non aveva mai nemmeno lontanamente provato.
Un sentimento che per Hive non era mai nemmeno esistito.

Eppure, ora sì, mentre la vedeva scatenare il suo potere contro l’ennesimo Inumano ribelle, sentiva che qualcosa in lei lo scuoteva nel profondo – qualcosa che non lo aveva mai toccato prima.
E in zone di quel corpo, che era carne e ossa e sangue – che era del tutto umano, seppur abitato da un essere che di umano non aveva niente – avvertì delle vibrazioni nuove, dei brividi, sì… brividi.
Ti rendono vulnerabile, Hive; ti rendono disarmato, scoperto, come un nervo malato che deve essere reciso.
Ma era così difficile ignorarli.
È Grant, non sei tu.
È Hive, ormai. Non solo Grant.
 
Era il tramonto ormai; erano tornati su quelle colline, quelle dove Skye era solita rifugiarsi.
«È bella questa cosa, questo – Daisy fece una pausa e abbozzò un mezzo sorriso imbarazzato – questo nostro venire qui ogni sera a guardare il tramonto. So, io, beh, so che non c’è niente di romantico, ma è come tornare a casa dopo una giornata di duro lavoro.»
«In un certo senso è così Sk… Daisy», si corresse immediatamente.
«È, è così strano tutto questo», sputò infine l’Inumana, con una flebile incertezza nella voce bassa.
«Cosa?», si volse a guardarla, interessato, quasi curioso di scoprire quello che avrebbe detto. 
«Mi rendo conto che di Ward hai ereditato solo i ricordi, ma… oh, no lascia stare, è stupido», scosse la testa, come a voler cacciare via pensieri idioti che l’avrebbero fatta pentire di aver aperto bocca.
«Con me, Daisy, puoi sentirti libera di esprimere quello che pensi. Siamo connessi, lo sento che c’è qualcosa che ti tormenta», Hive sapeva che avrebbe dovuto impedirle di dire quello che stava per dire, ma non fu capace di evitarlo. Ormai, se era lui o Grant – o se erano entrambi a desiderare quel qualcosa talmente reale che quasi potevano toccarlo – non gli importava poi molto.
«Beh, è buffo, ma a volte mi sembra di rivedere il Grant Ward del quale mi ero innamorata»
 
A volte, Hive avrebbe voluto aver avuto la forza di scegliere qualcun altro, chiunque, ma non lei.
Ma la sensazione della testa di Daisy appoggiata alla sua spalla, felice e rinfrancata da quel legame ormai indissolubile, era così piacevole da toglierli la forza e la volontà di respingere qualsiasi cosa di Ward albergasse dentro se stesso.




Ringrazio Chara e Little RedBird per avermi dato i prompt che hanno ispirato questa storia durante il Drabble Event del gruppo facebook We are out for prompt.
   
 
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