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Autore: Blofeld and The Collector    10/05/2016    1 recensioni
Lara si sentiva osservata.
Da qualche settimana ormai aveva la costante sensazione che qualcuno la seguisse. Se lo sentiva alla base della nuca, quando la sottile peluria chiarissima si rizzava e le diceva che qualcosa non andava. Erano le undici del mattino, spesse nuvole grigie coprivano l'azzurro. Avrebbe piovuto da un momento all'altro.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Siamo vive! Siamo tornate! Amiche lettrici, scusate l'assenza. La vita si prende il tempo in modo silenzioso, e in un attimo sono passati mesi.

Questa piccola one-shot è nata in una fredda mattina di aprile, è arrivata all'improvviso e non potevo non farla uscire dalla mia testa. Come sempre, spero vi piaccia.

Ringrazio la mia socia Fede che ha corretto egregiamente tutti gli errori di battitura che una come me, che scrive alla velocità della luce, fa puntualmente.

Buona lettura e buona vita.

 

Franz

 

 

 

 

 

 

                                                  SPOTLIGHT

 

 

 

Lara si sentiva osservata.

Da qualche settimana ormai aveva la costante sensazione che qualcuno la seguisse. Se lo sentiva alla base della nuca, quando la sottile peluria chiarissima si rizzava e le diceva che qualcosa non andava. Erano le undici del mattino, spesse nuvole grigie coprivano l'azzurro. Avrebbe piovuto da un momento all'altro. Si fermò in mezzo alla tranquilla via e prese lo smartphone dalla tasca per controllare l'ora per la millesima volta. Le undici e dieci. Fece un rapido calcolo a mente. Ancora troppo presto. Sua figlia si voltò a guardarla dal basso seduta sul suo triciclo blu e fece il suo versetto abituale, quello che la intimava di muoversi e continuare a spingerla perché si stava annoiando. Aveva un anno e un mese e aveva già capito come funzionava la vita. Lara si scrollò di dosso i cattivi presentimenti e riprese a camminare in direzione della sua casa.

Il paese dove viveva fin da bambina era piccolo e tranquillo ma sufficientemente discreto perché nessuno si impicciasse, Lara voleva restare anonima. Una folata di vento le passò attraversò i capelli lunghi, lisci e neri, e le spettinò la corta frangetta che portava ormai da anni. Si strinse nella giacca di pelle e continuò a camminare. Giunta davanti alla piccola villetta aprì rapida il cancello, attraversò il giardino e in pochi secondi fu in casa. Al sicuro.

Impegnata con la sua bambina si scordò per qualche ora delle brutte sensazioni che l'avevano accompagnata durante la sua passeggiata abituale. Alle due e mezza, finalmente, riuscì a metterla a dormire e decise di concedersi del sano relax.

Era immersa nella lettura di un capitolo particolarmente avvincente quando squillò il cellulare, che ovviamente aveva dimenticato di silenziare. Corse velocemente in giardino per non svegliare la piccola teppista e rispose senza guardare chi la stava chiamando. Fuori aveva iniziato a piovere forte.

-Pronto?-

-Lara sono io.-

La voce profonda che proveniva dall'altro capo la riscaldò all'istante, la prese in braccio e la portò lontano da quell'erba bagnata e da quelle siepi alte che impedivano la visuale ai più curiosi. Sorrise. -Ciao amore...-

-Ciao piccola.- La voce sorrise a sua volta. -Come stai?-

Lara sospirò. -Mi manchi. Oggi sono esattamente due mesi che sei partito.-

-Lo so... Scusami la rapidità ma c'è un piccolo problema. Potresti per favore accendere il portatile e guardare cosa sto per dirti?-

La ragazza si bloccò a bocca aperta. E poi si allarmò. -E' successo qualcosa?-

-Preferirei che vedessi con i tuoi occhi.-

Il tono era serio.

Lara tornò in salotto e aprì il Mac. -Okay ci sono. Adesso?-

-Vai nella tua casella di posta, ti ho appena mandato una e-mail con un link.-

Fece come gli aveva detto, trovò il messaggio e cliccò sull'indirizzo. In pochi istanti si aprì una pagina di People in cui troneggiava a tutto campo una foto. Una sua foto. Assieme a sua figlia. Mentre passeggiavano. Il cellulare le sfuggì di mano ma fu svelta abbastanza da non farlo cadere a terra.

-Lara, amore, sei ancora lì?-

Deglutì a fatica. -Sì, ci sono...- rispose flebile, quasi impercettibile. -Non capisco...- aggiunse sentendo l'ondata di panico farsi strada.

La pagina, dopo la foto, esordiva con queste parole a lettere cubitali:

 

ESCLUSIVO: NON E' DECISAMENTE SINGLE!

 

E più sotto:

 

LA RAGAZZA E LA BAMBINA NELLE FOTO SONO LA MOGLIE E LA FIGLIA DELL'ATTORE INGLESE. PERCHE' SONO RIMASTE NELL'OMBRA SINO AD ORA? COSA CI NASCONDE IL DIO DEGLI INGANNI?

L'articolo continuava con altri dettagli abbastanza superficiali, ma invasivi quel tanto che bastava per capire che "qualcuno" aveva parlato di cose di cui, assolutamente, non aveva competenza, tanto meno diritto.

Lara rilesse quelle parole altre tre volte con la stupida illusione che sparisse davanti ai suoi occhi come per magia.

-Tom... perché?-

-Non lo so. Ero convinto che nessuno sapesse... hai parlato con qualcuno nei giorni scorsi?- Il tono aveva una lieve nota accusatoria.

-No. Nella maniera più assoluta.-

-Ne sei sicura?-

-Tom. Sono quasi quattro anni che vivo praticamente nascosta, so come fare. Non ho parlato con nessuno e se l'ho fatto, di certo non gli ho detto la verità.- Dall'altra parte ci fu silenzio. -Adesso cosa facciamo?- Aggiunse a bassa voce.

-Sono in aeroporto, sto per imbarcarmi. Arriverò stanotte, non aspettarmi sveglia. Domani cercheremo di capire come affrontare questa cosa insieme.-

Il tono di suo marito si fece più dolce.

A Lara venne il magone. Troppi mesi lontani, troppo tempo passato a contare i giorni che li tenevano separati. Crescere la loro bambina praticamente da sola... Si sentiva sopraffatta. -Mi dispiace amore, so che è colpa mia...- disse iniziando a piangere.

-No, tu sei l'ultima ad aver causato tutto questo. Ascolta, devo spegnere il cellulare. La prossima volta che ci vedremo sarò lì accanto a te. Cerca di stare tranquilla.-

Lara tirò su con il naso. -D'accordo, posso provarci... Ti amo.-

Tom sospirò. -E io ti adoro piccola mia.-

Il clic di fine chiamata e poi il silenzio. Fuori aveva smesso di piovere. Lara si alzò e andò a chiudere la porta della veranda.

 

***

 

-Signore, mi scusi ma ora dovrebbe veramente spegnere il cellulare.-

Una hostess era apparsa al suo fianco e Tom non se ne era nemmeno accorto. Il tono era quasi sgarbato. E meno male che gli assistenti di volo dovrebbero essere cordiali.

-Sì, sì, d'accordo...- rispose con altrettanto poco garbo alzando la testa.

La ragazza era giovane, una bionda troppo truccata e dalla carnagione troppo abbronzata per essere naturale. Non appena lo vide arrossì violentemente, o così gli parve di vedere sotto quella maschera. Lo aveva chiaramente riconosciuto.

-Oh... Mi scusi io non...- abbozzò balbettando e sorridendo a mille denti. -Non avevo idea che lei fosse...- continuò.

-Non si preoccupi, succede.- tagliò corto Tom.

Non aveva voglia di ascoltarla. Di solito era sempre gentile e affabile con tutti ma quel giorno no, non dopo la tempesta che stava per scatenarsi nella sua vita che aveva gelosamente e morbosamente cercato di tenere privata. Era ormai chiaro che aveva fallito. O qualcuno lo aveva tradito.

Si sentiva offeso nel profondo per quella invasione. La sua immagine pubblica era alla mercanzia di tutti certo, ma quello che avveniva una volta spenti i riflettori erano solo affaracci suoi, non doveva spiegazioni a nessuno. Più volte il suo publicist e i suoi manager gli avevano suggerito di rendere nota la cosa, ora che non solo aveva una moglie ma anche una figlia, ma lui si era sempre ostinatamente rifiutato, e aveva tenuto nascosto tutto. Lara era stata il balsamo che aveva lenito le sue ferite, così lontana e reale, e Olivia, la sua peste dai capelli rossi, il suo piccolo miracolo, e avrebbe fatto tutto il possibile per tenerle lontane dalla fama. Erano la sua isola sicura in cui rifugiarsi e poter vivere veramente e ora il robusto castello che aveva creato si stava sgretolando. Non aveva la minima idea di come affrontare la situazione.

Poco prima di andare in aeroporto, nella sua lussuosa suite, aveva discusso via Skype con il suo publicist sul da farsi e in un lampo aveva cancellato tutti i suoi impegni e aveva prenotato un volo per casa.

L'aereo iniziò le manovre di decollo. Tom si calò il cappello da baseball sulla fronte e si sistemò meglio sul comodo sedile della prima classe. Con la coda dell'occhio vide passare la hostess di prima, che superò velocemente il suo sedile e si diresse alla sua postazione con aria infastidita. Probabilmente aveva sperato in una foto assieme e un autografo. Tom non se ne preoccupò e cercò di concentrarsi sull'appagante sensazione che una volta salito sul secondo aereo, nessuno si sarebbe più preoccupato di chi fosse.

 

***

 

Lara si alzò dal letto e andò a controllare Olivia nella sua cameretta. La trovò come l'aveva lasciata l'ultima volta che aveva messo piede nella stanza, circa un'ora prima.

Ovviamente non riusciva a dormire. Sperava soltanto che Tom arrivasse da un momento all'altro per rifugiarsi tra le sue braccia e provare a calmarsi. Erano quasi le cinque del mattino.

Non aveva nessuna voglia di tornare a letto. Si diresse in cucina, sentiva il bisogno di un bicchiere di latte. O qualcosa di decisamente più alcolico. L'alba non era il momento migliore per farsi un sorso di scotch.

-Al diavolo...- disse più a se stessa che al silenzio.

Uscì dalla cucina e piegò in soggiorno alla ricerca del tabacco. Trovò il kit per rollare le sigarette nella sua borsa. Con mani esperte e veloci se ne preparò una, frugò più a fondo e le sue dita si posarono sull'accendino. Prese una vecchia maglia abbandonata sul divano e uscì in giardino.

Una volta fuori si accese la sigaretta e aspirò avidamente una boccata di fumo. Una brutta abitudine che, negli anni, aveva cercato più volte di abbandonare, fallendo ogni volta, tranne nel periodo in cui era incinta di sua figlia e nei primi 6 mesi dopo il parto.

Il rumore di una chiave nella toppa del cancello esterno la strappò ai pensieri. Per una frazione di secondo trattenne il fiato, dandosi subito dopo della stupida: difficilmente i malviventi entrano con le chiavi.

La testa biondo scuro di suo marito fece capolino tra le siepi, seguita dal resto del suo fisico statuario. Il cuore di Lara mancò un battito, questa volta non per la paura ma per l'emozione. Lui le sorrise illuminando tutto il giardino. Sembrava diverso, aveva l'aria stanca, ma restava comunque l'uomo più bello dell'universo.

Il pesante borsone che aveva con sé cadde sull'erba. In poche lunghe falcate fu da lei, le labbra sottili sulle sue ancora prima che le braccia arrivassero a stringerla forte. Lara ricambiò il bacio avidamente, immergendosi nel suo odore di uomo misto ad acqua di colonia e alla pelle della prima classe dell'aereo.

Si staccarono quasi a fatica.

-Promettimi che la prossima volta mi porterai con te...- gli disse guardandolo negli occhi. Nella scarsa luce del mattino riuscivano comunque ad essere più azzurri del cielo.

Tom le sorrise e affondò il viso tra i suoi capelli tenendola stretta. -Andiamo a letto, ho bisogno di almeno tre ore di sonno, poi parleremo.-

La voce di suo marito arrivò ovattata da qualche parte in mezzo all'abbraccio. Lara si staccò e annuì, lo prese per mano e fece per entrare. Tom la lasciò solo per recuperare il bagaglio. In pochi istanti furono dentro, salirono le scale e arrivarono in camera da letto. Lei lo aiutò a spogliarsi con mani veloci ed esperte.

-Olly?- Chiese lui.

-Dorme serena, tra qualche ora avrà una meravigliosa sorpresa. Anche lei ha sentito la tua mancanza sai?-

Tom chiuse gli occhi, un'ombra di tristezza gli passò sui bei lineamenti. Lara gli posò entrambe le mani sul viso e poi depositò un leggero bacio sulle sue labbra.

-Ora dormiamo, penseremo a tutto dopo.-

 

Erano le nove quando un leggero lamento di sua figlia svegliò Lara. Tom si mosse sotto le coperte e aprì gli occhi.

-Ciao...- Le disse con voce roca.

-Ciao amore. Resta a letto, vado io a controllare la piccola.-

-No, voglio andare io.- Le rispose Tom alzandosi.

Indossò un paio di pantaloni da running e uscì dalla stanza. Lara non resistette e si alzò a sua volta seguendolo. Quando sentì gli strilli di gioia di Olivia e la risata di Tom capì che si era svegliata. Entrò nella cameretta e li trovò abbracciati stretti, i piedini della loro bambina che si muovevano furiosamente. Una lacrima, una sola, le rigò la guancia. Rimase appoggiata allo stipite della porta a godersi lo spettacolo. Tom si accorse della sua presenza e si voltò verso di lei, sorridendo.

-Dada! – Disse Olivia all'improvviso.

-Piccola traditrice...! Una settimana che provo a farle dire “Mama” senza risultati, arrivi tu e in un secondo inizia a parlare... Incredibile.-

Tom scoppiò a ridere.

-Daaaaaaaaaaada!- Ripeté ancora la piccola abbracciando il suo papà. Tom la lanciò in aria e poi la riprese scatenando le risate di sua figlia.

Lara si avvicinò e accarezzò il braccio di Tom, che la baciò teneramente sulle labbra.

-Basta restare nascoste...- Disse Lara.

Tom la guardò serio. -Nei sei sicura?-

Sua moglie annuì. -Ci ho pensato tutto il giorno. Dopo il panico ho capito, non ha più senso restare qui.-

-Sai vero che se accadrà la tua vita, la nostra vita, cambierà radicalmente?-

-Lo so Tom, ma la mia faccia ormai avrà fatto il giro della rete.-

-Non me lo aspettavo, sono sincero.-

-Pensavi che ti avrei fatto una scenata isterica e ti avrei obbligato a cambiare nome e abbandonare la tua carriera?-

Tom rispose con un tipico gesto italiano della mano che voleva dire “più o meno”.

Lara gli diede un leggero pugno sulla spalla. Era sempre stata così soda e muscolosa? Si distrasse qualche secondo ad ammirare le braccia possenti di suo marito che era ancora a petto nudo davanti a lei. Un'ondata di desiderio calda e prepotente arrivò a lambirle il basso ventre. Si leccò il labbro superiore. Il bacio di Tom la riportò sulla Terra, ma non fece che peggiorare la situazione.

-Colazione?- Chiese con voce roca.

-Colazione!- Rispose Tom sollevando Olivia sopra la sua testa e mettendola a sedere sulle spalle.

-Tom?-

-Dimmi amore mio.-

-Mettiti una maglietta per cortesia.-

-Agli ordini!- Le rispose mettendo la bambina a terra. Quando le passò accanto le diede una leggera sculacciata sul sedere e le sussurrò all'orecchio, -Più tardi non mi scappi...-

 

Pochi minuti dopo erano seduti al tavolo della cucina davanti ad una tazza di caffè fumante, Olivia giocava tranquilla seduta sul suo seggiolone, sazia dopo l'abituale biberon di latte.

Tom osservava Lara con aria pensosa. -Tra due settimane c'è la première del mio ultimo film, perché non vieni con me?-

Lara lo guardò seria. -Così, all'improvviso? Spunto dal nulla ed è fatta?-

-Non è necessario indire una conferenza stampa, tanto meno fare dichiarazioni inutili. Ci facciamo vedere un po' in giro e alla première farai il tuo debutto. Sempre che tu lo voglia ancora...-

-E poi cosa succede, come funziona?-

-Poi starete con me per il tempo della promozione in giro, e finito tutto potremmo decidere cosa fare. Per esempio potremmo vendere questa casa e stabilirci definitivamente a Londra. Poi quando Olivia sarà più grande e dovrà andare a scuola magari potrai venire meno assieme a me, ma a quello ci penseremo più avanti. Per il momento so che non voglio più stare lontano nemmeno un secondo da voi due, e se il prezzo da pagare è quello di rendere la vostra faccia pubblica, va bene. Sono stanco di sentire la vostra mancanza.- Concluse Tom serio.

Lara rifletté sulle parole di suo marito. Era davvero sicura di “scendere in campo”? Forse non poteva essere poi così male con le giuste accortezze. E avrebbe potuto partecipare solo agli eventi importanti, o a quelli in cui Tom la voleva accanto a sé. C'era tanto da fare: trovare una tata per Olivia, trasferirsi, vendere la casa. Era titubante. Ma poi alzò lo sguardo sull'uomo che stava seduto accanto lei.

Tom.

Il suo meraviglioso marito che l'aveva scelta in mezzo alle migliaia di donne che avrebbe potuto avere alzando solamente il sopracciglio destro. E decise.

-Sì.- disse solamente.

-Sì?-

Lara annuì.

Tom alzò le braccia in aria esultando e strillando con un pazzo. Olivia scoppiò a ridere dal seggiolone battendo le mani.

-Bene, benissimo! Devo chiamare Luke, organizzare tutto, trovarti un meraviglioso abito e predisporre ogni cosa!-

Disse tutto alzandosi e iniziando a correre per la cucina in preda all'agitazione.

Lara sorrise e continuò a sorseggiare il caffè beatamente.

-Mama?- la chiamò Olivia.

-Dimmi tatina.-

-Dada!- disse la piccola alzando un ditino cicciotto in direzione di Tom.

-Sì bambina mia, Dada è un pazzo, ma noi lo amiamo da impazzire.-

 

***

 

Lara controllò il trucco nel piccolo specchietto portatile per la centesima volta. Si schiarì la gola, era tesissima.

-Sei splendida amore mio...- Le disse Tom tranquillo.

Erano dentro la limousine che li stava portando alla première, erano passate esattamente due settimane. Quindici giorni in cui Lara si era tagliata i capelli in un elegante caschetto alla Valentina, aveva girato qualche decina di negozi con la stylist di Tom per trovare un vestito adatto e dato una sistemata generale al suo look da il fu mamma di Olivia.

E ora, con un bellissimo abito verde smeraldo senza spalline e tacchi vertiginosi, si apprestava ad uscire allo scoperto. Tom, seduto accanto a lei, era rilassato e suo agio, ovviamente, per lui era una passeggiata. Indossava un meraviglioso completo blu scuro ed era come sempre impeccabile.

L'auto si fermò all'improvviso, il panico si fece strada in Lara, che iniziò a respirare velocemente.

Tom le strinse forte la mano, che non aveva lasciato nemmeno per un istante.

-Calma piccola, stai tranquilla. E' molto meno peggio di quanto immagini, ci sono io con te, non ti lascio.-

Il suo sorriso le regalò un pochino di sicurezza in più.

La portiera alla destra di Tom venne aperta e furono invasi da centinaia di flash. Suo marito scese dalla macchina e, contrariamente a quanto di solito faceva, ovvero chiudere la portiera, si chinò e le tese la mano aiutandola a scendere. Quando Lara fu uscita il tempo si fermò letteralmente. Nessuno sapeva che ci sarebbe stata anche lei. Si fermarono le urla dei fans, i giornalisti, i fotografi, tutti. Tom le prese la mano, le diede un delicato bacio sulla guancia e si incamminò. Il tempo riprese a scorrere normalmente e ci fu un boato, Lara venne travolta. Cercò di mantenere la calma e assumere un'espressione neutrale e rilassata.

Arrivati più o meno a metà del tappeto rosso Tom dovette lasciarle la mano per essere intervistato dai vari giornalisti presenti, così lei ne approfittò per arretrare di qualche passo e raggiungere Luke, che la aiutò a procedere tenendo sempre d'occhio Tom. In meno di dieci minuti era tutto finito ed erano arrivati all'ingresso del cinema. Tom posò per qualche ultima foto, fino a che, qualcuno, non pronunciò la temutissima domanda: -Tom, chi è la bellezza che ti accompagna?-

A Lara si gelò il sangue.

Suo marito si voltò verso di lei, le sorrise e le fece segno di raggiungerlo.

“Ora o mai più. Te ne torni nel paesello nascosto. FORZA.”

Lara esitò, ma poi si mosse e raggiunse Tom. Lui la baciò leggero sulle labbra e le passò il braccio attorno alla vita, prestando bene attenzione a mostrare la fede che portava all'anulare sinistro.

-Mia moglie.-

   
 
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