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Autore: Freya_Melyor    10/05/2016    3 recensioni
Crossover parodistico, completamente folle e un po' demenziale delle fiabe della nostra infanzia (e non).
Chi dice che l'eroe della situazione debba spiccare per forza d'intelligenza?
Siamo sicuri che i "cattivi" siano veramente cattivi?
E se i "buoni" cambiassero idea?
Se i ruoli si invertissero, che accadrebbe?
Ecco un'ottica del tutto alternativa del classico ...e vissero per sempre felici e contenti!
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla mia Melz,

che sopporta e supporta le mie storie pazze.

A lei,

che mi ha fornito l'input per terminare questa robetta completamente demenziale.

 

 

 

 

Di Cacciatori, Lupi e Finali Alternativi...

 

- Di Cacciatore ce n'è uno solo! -


 

 

 

C'era una volta, in un paese lontano lontano, un piccolo villaggio pacifico ed accogliente, i cui abitanti vivevano in armonia tra loro, grati per la quiete che aleggiava nel loro abitato grazie alle tangenti che pagavano in silenzio ai BossBriganti della zona.

La figura più rispettata ed ammirata del villaggio, era quella del Cacciatore, un avvenente uomo tutto muscoli e niente cervello, l'eroe di ogni bambino ed il sogno proibito di qualunque donna. Alto, palestrato, occhi scintillanti e chioma corvina degna di fare swish, bastava l'accenno di un suo sorriso o una melliflua parola uscita da quelle labbra tutte da mordere per far sì che anche la pigra Aurora si risvegliasse dal sonno profondo impostale dal sortilegio della strega Malefica.

Il Cacciatore, che avrebbe potuto avere ogni donna del proprio villaggio (ed anche quelle dei villaggi limitrofi) con un solo schioccare di dita, non spiccava certo d'intelligenza e, al posto di darsi alla bella vita tra sottane e corpetti, non aveva altro interesse all'infuori dell'ossessione che nutriva per il suo mezzo di trasporto: un purosangue Mustang dal manto corvino – che si abbinava perfettamente alla sua chioma lucente – fatto arrivare appositamente dall'America nord-occidentale.

Il cacciatore andava molto fiero del suo nuovo cavallo, il quale era stato domato appositamente per lui e, di conseguenza, non aveva ancora chilometri.

Ogni giorno lo passava nella stalla, in compagnia del purosangue, accudendolo meglio di come una madre possa accudire il proprio figlio: gli spazzolava il manto per rendendolo lucido, gli pettinava i crini in modo che potessero anch'essi fare swish e si assicurava che la coda fosse liscia e senza nodi. In più, il giovanotto si serviva dal miglior maniscalco della zona e, non appena cambiava la moda, lo chiamava per far ferrare il cavallo con i ferri di tendenza del momento.

Arrivati alla conta del settimo giorno, quando tutti gli abitanti del villaggio si riposavano dalle consuete mansioni, il Cacciatore saliva in groppa al proprio destriero e passeggiava per le strade dell'abitato esibendo se stesso ed il cavallo.

Le donne, che durante i sei giorni precedenti non facevano altro che bramare quella bollente mattinata, aspettavano impazienti davanti alle finestre della propria casa o sull'uscio della porta, fingendo di conversare in attesa che l'attraente giovane passasse loro davanti.

Gli uomini, dal canto proprio, aspettavano insieme alle mogli la comparsa del Cacciatore ma – dal momento che gli abitanti di quel villaggio non erano di certo tra i soggetti più intelligenti del pianeta – erano troppo impegnati a sbavare sul purosangue del ragazzo piuttosto che rendersi conto di come le proprie moglie sbavassero esplicitamente sul ragazzo stesso, con le mani nascoste tra le gonne, gli occhi lucidi e le gote arrossate.

Dopo aver fatto il giro del villaggio per tre o quattro volte ed aver procurato innumerevoli spasmi tra le giovani e le meno giovani, il Cacciatore era solito fermarsi alla taverna, “parcheggiare” il Mustang in mezzo agli altri cavalli (tanto per far crepare ancor di più d'invidia i meno fortunati) ed entrare a bere un boccale di sidro d'annata.

La taverna del villaggio, che era il posto preferito del Cacciatore, esibiva al proprio interno tutti quelli che erano i trofei del giovane: teste impagliate di ogni tipo di creatura, dalla più innocua alla più pericolosa; persino la testa di un giovane uomo faceva bella mostra in mezzo a quelle delle altre belve.

Osservandola, al Cacciatore tornò alla mente l'intera vicenda, di come – da vero eroe qual era, aveva giustiziato quel malfattore.

 

Si trattava del capo di un povero sventurato che, un giorno di qualche anno prima, trovandosi in viaggio diretto verso il regno della Regina Grimilde, aveva deciso di far sosta alla taverna.

Una volta entrato per domandare se vi fosse una camera libera, il proprietario della baracca gli chiese la pergamena d'identità dal momento che era un uomo molto fiscale sui propri affari e non teneva affatto ad essere multato ulteriormente dai BossBriganti.

Il viandante, da onesta persona qual era, consegnò all'anziano la propria pergamena; ma quest'ultimo, dopo aver letto che la mansione del giovane era quella di “cacciatore”, mandò a chiamare il Cacciatore del villaggio poiché di cacciatore poteva esisterne uno solo.

Il povero ragazzo, che cominciava a sospettare della sanità mentale di tutti all'interno di quel villaggio, cercò di spiegare loro che non voleva affatto prendere il posto del Cacciatore, che era solamente di passaggio e che sarebbe andato via seduta stante pur di non creare scompiglio di alcun tipo.

Ma tutta la popolazione dell'abitato, assuefatta probabilmente dal succo di qualche bacca selvatica che contribuiva a renderli poco assennati, si schierò (ovviamente) dalla parte del proprio Cacciatore, inveendo contro il povero sventurato peggio di come quel popolo di francesi inveì contro l'orribile Bestia che abitava in un lugubre castello nascosto tra la folta vegetazione dei boschi.

Dopo averlo accerchiato ed immobilizzato, il Cacciatore fece finalmente la propria comparsa in tutto il suo splendore, incutendo timore al povero giovanotto con la sua micidiale balestra magica, forgiata dal fuoco di Drogon – il più imponente e feroce dei tre draghi di Daenerys della Casa Targaryen, Nata dalla tempesta, prima del suo nome, regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, principessa di Roccia del Drago, Khaleesi del Grande Mare d’Erba, la Non-bruciata, Madre dei Draghi, regina di Meereen, Distruttrice di catene, Mysha e chi più ne ha più ne metta.

Ma, prima di assestare al malcapitato il colpo di grazia, si cimentò in un infinito sproloquio sulla propria persona e sulle vicende che avevano caratterizzato la propria vita.

Il viandante, la cui paura aveva ceduto il posto alla noia, rimase dapprima shockato nel notare come tutti gli abitanti pendessero dalle labbra di quell'idiota; ma, dopo quattro ore e mezza passate ad ascoltarlo, la voce tanto mielosa quanto fastidiosa del Cacciatore gli aveva così tanto dato al cervello che, impiegate le ultime forze rimastegli, si liberò dalla presa degli uomini che lo avevano immobilizzato, rubò la balestra al legittimo proprietario – che, impegnato com'era in quel discorso autobiografico, non fece in tempo a realizzare cosa stava succedendo – e si auto-inflisse un colpo al cuore pur di far cessare quella tortura per i timpani.

Il Cacciatore, a quel punto, notando che il prigioniero aveva posto fine da sé alla propria vita, disse semplicemente: «Vedete, gente? Non ho bisogno di arrivare alle armi, bastano le eroiche imprese da me compiute per metter fine alle pene di chi si crede cacciatore. Il poverino deve essersi sentito così tanto inferiore alla mia persona che è rinsavito ed ha scelto spontaneamente di abbandonare questo mondo, dove non aveva alcuno scopo se non quello di imitarmi… ed anche in malo modo, aggiungerei!»

Dopo un attimo di silenzio in cui il Cacciatore non smise neanche per un secondo di sorridere come il professore Gilderoy Allock in prima pagina su “La Gazzetta del Profeta” – mostrando così la bianca e perfetta dentatura, il popolo cominciò ad applaudirlo: gli uomini lo sollevarono da terra prendendolo sulle spalle ed acclamandolo come il più figo degli eroi, mentre le donne riempirono l'aria con innumerevoli gridolini strozzati dal desiderio, supplicandolo di ingravidarle.

 

Dopo aver rimembrato quell'eroica impresa, il Cacciatore si diresse al bancone della taverna, dove la figlia dell'oste lo stava aspettando impaziente con un boccale traboccante di fresco sidro ed i nastri del corpetto non allacciati come di dovere.

«Oh, mio Cacciatore adorato! Ecco la vostra bevanda, dissetatevi pure… e se dovesse venirvi un certo languorino – e, così dicendo, cominciò a slacciare ancor di più il corpetto per poi accarezzarsi con fare provocante fino a far scomparire la propria mano sotto la gonna – non esitate a chiamarmi. Sono a vostra completa disposizione!» concluse, mordendosi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.

Ma il Cacciatore, impegnato a controllare che nessuno stesse recando fastidio al proprio purosangue, neanche ascoltò le parole della ragazza che rimase comunque a fissarlo sconvolta dal desiderio pulsante.

All'improvviso, però, il messo dei BossBriganti fece il proprio ingresso nella taverna, suscitando un brusio generale tra i presenti.

 

 

 

 

NdA: Salve a tutti!

Perdonate questo delirio parodistico e completamente demenziale che mi ha colpita qualche giorno fa.

In principio l'idea era quella di scrivere una breve storiella dal finale alternativo creando un Crossover tra le diverse fiabe della mia infanzia (e non); ma poi, man mano che scrivevo, le dita sembravano muoversi da sole sulla tastiera e la fantasia ha ingranato la quinta senza chiedermi il permesso!

Perciò ho deciso di dar vita ad una storia breve che non avrà molti capitoli. Sintetizzare tutto in un sol capitolo mi è stato impossibile, così come pubblicare una long; sarebbe stata sfiancante da leggere.

Come avrete già notato, ho deciso di fare un mix completo, citando non solo altre fiabe, ma anche personaggi (più o meno famosi) facenti parte di altre opere letterarie: in questo capitolo abbiamo ritrovato Daenerys Targaryen – alias Khaleesi – presa dalla saga de “Il Trono di Spade” del grande George R. R. Martin; oltre Khaleesi, ritroviamo il professor Gilderoy Allock estrapolato dalla saga di “Harry Potter” di J. K. Rowling, donna completamente geniale e mio idolo indiscusso.

Per il personaggio del Cacciatore ho preso spunto da Gaston, il belloccio antipatico (che io comunque adoro!) del cartone animato “La Bella & La Bestia”.

Gli altri personaggi delle fiabe… beh, credo non abbiate avuto problemi, fin qui, ad identificarli. E per quanto riguarda i BossBriganti, quelli sono di mia completa invenzione; per loro ho preso spunto da quella che, purtroppo, è una delle realtà del mondo d'oggi.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto… spero, più che altro, che vi avvia strappato un sorriso; ripeto, sono del tutto consapevole del fatto che sia completamente demenziale!, tutta questa follia è stata voluta.

Un beso, al prossimo capitolo :*

Freya

 

   
 
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