Serie TV > Violetta
Ricorda la storia  |      
Autore: Tinucha    11/05/2016    3 recensioni
"Papà non potrebbe mai fare un'azione del genere Angie, e sai perché? Perché ti ama, con tutto se stesso. È vero, ha sbagliato, ha fatto tanti errori, fino a portare il vostro amore sull'orlo di un precipizio. Avete resistito a tutto, non saranno due fedi ed un "per sempre" a farvi cambiare idea, perché nel cuore voi siete sposati già da moltissimi anni. Sposarsi non sono né gli anelli, né le promesse. Sposarsi è amare, zia. E voi, vi amate." rimasi immobile ed interdetto, dinanzi a quelle parole. Non potevo crederci. Violetta era cresciuta trasformandosi in adulta nell'arco di pochissimi mesi, qualcosa l'aveva cambiata. Si abbracciarono, stringendosi bisognose, e volendosi bene.
|...|
E se Antonio fosse riuscito ad assistere al matrimonio di German ad Angie?
Se i Leonetta si fossero lasciati tempo prima per rincontrarsi dopo le vacanze estive?
Come sarebbe andata?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arrivai salutando immediatamente i miei amici con una stretta di mano e baciando le ragazze sulla guancia. << Come avete passato l'Estate? >> domandai sgranchiendomi le gambe ancora intorpidite dal sonno. << Musica, ragazze e ancora musica. Direi perfettamente. >> annunciò Diego beccandosi un'occhiataccia da Francesca e scatenando una risata di gruppo. Mi morsi il labbro, guardandomi attorno. 'Violetta non c'è, probabilmente è partita con suo padre' pensai a malincuore maledicendomi per quella cotta che aveva occupato i miei pensieri per tutto il periodo estivo e che continuava a tormentarmi. << Guarda che se cerchi Vilu, dovrebbe arrivare a momenti. Stamattina era in ritardo e mi ha detto di andare e che ci avrebbe raggiunti. >> sorrise Federico dandomi una pacca sulla spalla. << RAGAZZI! >> il mio cuore perse un battito, forse mille. Il suono della sua voce, la mia melodia preferita. Mi voltai e per poco non smisi di respirare. Il cuore stava per perforarmi il petto tanto forte aveva ripreso a battere. Era bellissima. Una di quelle bellezze eteree, innate. La sua pelle bronzea che metteva in risalto i suoi occhi castani, i suoi capelli oramai biondi lasciati mossi sulle piccole spalle nude, il suo bianco sorriso che faceva risplendere il suo sguardo. Avanzava verso di noi con una gonnellina verde militare che evidenziava le sue gambe lunghe e snelle, la canotta bianca che le scopriva l'ombelico. Ero ammaliato, innamorato, dipendente da quella splendida ed innocente creatura. << Leon >> mi richiamò sorridente stringendo le braccia intorno al mio collo così forte da indurmi a sorridere come uno sciocco, la strinsi forte anch'io respirando il suo profumo. Sapeva di cioccolato, di vaniglia e di fragola. Era così appetitosa. Risi dei miei pensieri godendomi ancora quel momento e quando si allontanò giocai con i suoi capelli continuando a tenerla stretta a me. Non aveva funzionato tra noi due, ma l'idea di non poterla più baciare, assaporare, o anche solo sfiorare era davvero straziante. Attorcigliai una sua ciocca di capelli intorno al mio indice mentre il suo sorriso si accendeva sempre di più. Continuai a guardarla, era cresciuta davvero. Le curve del suo corpo si erano stabilizzate perfettamente rendendola più strabiliante di quanto già non fosse, il suo seno era cresciuto diventando misteriosamente prosperoso ed attirando involontariamente la mia attenzione. << Mi sei mancato >> sussurrò contro il lobo del mio orecchio e solo in quel momento mi resi conto che non avevo più aperto bocca dopo averla vista arrivare << Credo che sia mancata di più tu a me, Violetta >> le risposi di rimando sollevando l'angolo delle labbra. << Sei bello abbronzato >> pensai a quanto si somigliassero i nostri pensieri e le sorrisi divertito << Stai dicendo che solitamente durante l'anno faccio schifo? >> scrollò le spalle ridacchiando dolcemente. La sua risata, amavo la sua risata. Probabilmente, amavo di più lei però. << Sei sempre bello, Leon >> ammise passandomi una mano tra i capelli ed in quel momento mi resi conto che i nostri amici si erano volatilizzati. 'Begli amici' << Anche tu, piccola Castillo >> indietreggiò di qualche passo invitandomi a seguirla sul muretto << Hai conosciuto qualcuno quest'estate? >> << Un paio di amici >> scrollai le spalle << Intendo..hai conosciuto 'qualcuna'? >> << No >> poi tirai un lungo e profondo respiro prima di porle la domanda tanto agognata << ..e tu? Tu hai conosciuto qualcuno? >> rise << Beh, segregata in casa con mio padre..mm..non credo, no >> << Come mai sei bionda? >> si toccò velocemente i capelli, ansiosa << Le ragazze mi hanno portata ad una festa il mese scorso e dovevamo imbrattarci i capelli con del colore. Credevano che andasse via con dell'acqua ma non era così, poi quando sono corse a comprarmi la tinta hanno preso per sbaglio il biondo e beh..eccomi qui >> fece un piccolo gesto di presentazione ed in quell'istante pensai che non sarebbe mai più potuta risultare bellissima ed imbranata ai miei occhi, come ci era riuscita in quel momento. La campanella suonò in quell'istante. << Andiamo? >> le porsi la mano alzandomi. La guardò e sorrise stringendola. << Andiamo. >> morii nel rivedere lo Studio, era tutto così perfetto, mi erano mancate le giornate con i miei amici, i canti durante l'intervallo, le facce agitate agli esami. Antonio ci salutava calorosamente seguito da Pablo e dal resto dei professori. Non avrei mai potuto farne a meno di quel posto. Incontrai lo sguardo di Angie che aveva gli occhi posati sulle mani mie e di Violetta ancora strette ed intrecciate. Ritornò a guardarci ed io avvampai all'improvviso quando lei sorrise dolcemente. Avanzò verso di noi raggiungendoci ed abbracciandomi. << Ciao Leon, Dio da quanto tempo che non ti vedo. Non pensare di sparire, vogliamo vederti di nuovo gironzolare in casa io e German >> aggrottai la fronte guardando Violetta che sorrideva. Un sorriso vivo, acceso, gigantesco, accompagnato dai suoi occhi luminosi che si posavano su di me. << Papà ed Angie si sposano il mese prossimo >> esultò abbracciando la bionda sempre con quel suo modo di fare eccentrico << Beh, congratulazioni >> mi complimentai << Ovviamente tu e tutto il resto dei ragazzi siete invitati. Le farai da accompagnatore, vero? >> indicò Violetta che stava arrossendo << Si..uhm..si >> annuii imbarazzato guardandola. << Sarò il suo accompagnatore >> la donna sorrise allontanandosi ad abbracciare il restante dei suoi alunni ed io e Violetta creammo una bolla tutta nostra interrotta dall'arrivo di Pablo e Beto che cadde rovinosamente sul pavimento. Scoppiammo tutti a ridere guardandolo, più imbranato e tenero del solito. E con il consenso di tutti quanti i professori ci posizionammo al centro della stanza cominciando a cantare 'En gira', prese tutto vita attorno a noi, in quel momento. La musica, era ciò che più ci teneva in vita, ciò che ci rendeva forti, ciò che ci faceva crescere. 




Quel mese fu alquanto strano e passò velocemente. Antonio era diventato molto più affettuoso, Gregorio, dopo aver conosciuto realmente suo figlio Diego aveva dato una possibilità alle persone che lo circondavano amando Priscilla, (la madre di Ludimilla), Pablo si era innamorato di una discografica di nome Brenda, e Beto aveva rincontrato Jackie conquistandola. Tutto andava alla perfezione ed il giorno del matrimonio di German ed Angie era arrivato. Ero agitato come mai lo ero stato, mentre con le mani provavo ad annodarmi la cravatta dello smoking. Guardai il mio riflesso nello specchio intravedendo alle mie spalle mia madre vestita elegantemente con le braccia incrociate al petto ed un sorriso furbo e dolce al tempo stesso. << Dai vieni qui Vargas junior >> arrossii rimproverandola e avanzando nella sua direzione, mentre lei sorrise cominciando a fare il nodo a quel pezzo di stoffa, a parer mio inutile << Neanche tuo padre sa fare il nodo alla cravatta, deve essere un vizio degli uomini Vargas, di questa famiglia >> le rivolsi un'occhiata truce che accese il divertimento nei suoi occhi facendola ridere in modo quasi sguaiato ed inusuale << È per Violetta? Sei agitato perché le farai da accompagnatore? >> domandò facendosi di colpo seria << No, certo che no >> << Io credo di si >> << LUCIA SMETTILA DI ASSILLARE LEON IMPICCIANDOTI DELLA SUA VITA E VENITE CHE SIAMO GIÀ IN RITARDO >> roteò gli occhi << Non ne posso più di quell'uomo, ripetimi perché l'ho sposato?! >> << Semplicemente perché lo amavi, mamma >> annuì rassegnata << E nonostante sia così petulante figliolo, lo amo ancora >> ammise scompigliandomi i capelli << Sei carino con i capelli arruffati e spettinati >> << Grazie, mamma e tu sei bellissima >> << Non dire sciocchezze >> arrossì vistosamente << Non sto dicendo sciocchezze, sei la mamma più bella che esista al mondo >> << E tu il figlio più ruffiano >> mi fece una tenera linguaccia ridendo e donandomi una carezza mentre raggiungevano mio padre in auto. 
Arrivammo poco prima della cerimonia, Violetta sembrava sparita nel nulla. << Come non si trova Violetta? >> guardai sconvolto Federico che attirava a se per la vita Camilla. Non ero ancora abituato a vederli insieme, ma sembravano davvero belli ed innamorati. << Non sappiamo dove si sia cacciata >> si morse nervosamente il labbro la rossa circondando con le braccia il collo dell'italiano. Da lontano intravidi la sagoma di German e velocemente lo raggiunsi. << German, non troviamo Violetta. >> ansimai a causa della corsa veloce, facendogli aggrottare la fronte << Olga non te l'ha detto? >> << Cosa? >> domandai confuso << Quella donna mi sentirà >> imprecò a voce bassa << ..le avevo chiesto tempo fa di chiederti se volessi cantare al matrimonio con Violetta >> il mio cuore perse un battito, poi due, poi tre << Certo, certo che canto con lei, ma dov'è adesso? >> << Credo sia nella sala ricevimenti sola con Angie per darle manforte >> << Corro >> sbottai fermandomi a metà strada e richiamandolo << Angie è davvero una donna fortunata >> sorrise << Violetta non è da meno >> scossi il capo arrossendo ed entrando in casa fino alla sala. Intravidi Angie fare nervosamente avanti e dietro nella stanza. << Zia che ti prende? >> come ogni volta la sua voce mi fece battere forte il cuore, anche se ancora non riuscivo a vederla << E se si tira indietro? Lo sai com'è imprevedibile tuo padre. Oh mio Dio non ci avevo proprio pensato a questo. Io che faccio? Cosa faccio se mi lascia? >> fu un secondo quello in cui una figura angelica affiancò la bionda. Violetta. Indossava un abitino bianco, lo scollo a cuore che risaltava il suo seno prosperoso, stretto fino in vita che si allargava fino a metà coscia. I tacchi alti che la rendevano donna, le labbra ricoperte da un rossetto rosso e i capelli biondi sciolti sulle spalle. Prese le mani di Angie tra le sue guardandola negli occhi, un brivido mi percorse tutto guardando il loro modo di parlarsi con gli occhi. Avevano un legame inimitabile. Indissolubile. Un legame come pochi. << Papà non potrebbe mai fare un'azione del genere Angie, e sai perché? Perché ti ama, con tutto se stesso. È vero, ha sbagliato, ha fatto tanti errori, fino a portare il vostro amore sull'orlo di un precipizio. Avete resistito a tutto, non saranno due fedi ed un "per sempre" a farvi cambiare idea, perché nel cuore voi siete sposati già da moltissimi anni. Sposarsi non sono né gli anelli, né le promesse. Sposarsi è amare, zia. E voi, vi amate. >> rimasi immobile ed interdetto, dinanzi a quelle parole. Non potevo credere a quelle parole. Violetta era cresciuta trasformandosi in adulta nell'arco di pochissimi mesi, qualcosa in lei l'aveva cambiata. Si abbracciarono, stringendosi bisognose, e volendosi bene. Si accorsero solo poco dopo della mia presenza. Angie sorrise, ed anche Violetta lo fece titubante. << Ehi >> salutai avanzando verso di loro e baciandole. << Come vi sentite? >> << Ho voglia di gridare e di spaccare tutto >> << Anche io a dire il vero. Zia, sono agitata per colpa tua >> rise facendo una smorfia adorabile ed arricciando dolcemente il naso. Era davvero carina quando lo faceva. << Non devi, ci sarò io a cantare con te >> le presi la mano stringendogliela << Canterai con me? >> << Si..ti dispiace? >> scosse il capo frettolosamente << Certo che no, Leon. Meno male che ci sei, non saprei dove sbattere la testa altrimenti >> ricordai la presenza di Angie in quella stanza, rendendomi conto che tutte le volte che ero con Violetta, mi dimenticavo di tutto quello che ci girava intorno. Ed era una sensazione davvero unica e rara. Le presi la mano e lei carezzò delicatamente la spalla ad Angie. << Andrà tutto bene zia, fidati di me >> Roberto fece irruzione nella stanza e noi ci dirigemmo fuori verso il pianoforte ed il microfono. << Cosa canteremo? >> i suoi occhi profondi scesero a guardare i miei fino a perdercisi dentro. << Nuestro camino >> sussurrò flebilmente mentre io annuii sedendomi al piano e cominciando a suonare. Tutti gli invitati si sedettero guardando in direzione di Angie sottobraccio a Roberto ed io e Violetta cominciammo a cantare. Per un attimo rivolsi la mia attenzione a German, i suoi occhi luccicavano di una di quelle luci rare, il suo sorriso era quasi abbagliante ed il suo corpo sembrava fremere e tremare accompagnato dalle sue mani che non riuscivano a stare ferme. Scossi il capo ridestandomi dai miei pensieri e ritornando con l'attenzione al piano mentre Violetta avanzando verso di me mi invitò a poggiare il capo in corrispondenza del suo ventre piatto. Lo feci rilassandomi. Sentendomi di nuovo bambino, protetto e continuai a cantare insieme a lei. La cerimonia fu veloce, probabilmente perché io continuai ad invidiare il modo in cui si guardavano Angie e German voltandomi di tanto in tanto a guardare Violetta. Non ci fu niente di sfarzoso, una cosa semplice con le persone più care, l'amore regnò in quella giornata. Salirono tutti (o quasi) sul palco a fare un emozionante discorso. Quello più toccante però fu quello di Antonio. << Pensavo di essere preparato a tutto questo, ma mi sbagliavo. Vedere come l'amore può riempire una giornata intera mi riempie il cuore di gioia, credo di essere il più vecchio tra di voi, e credetemi che qui, al vostro fianco, mi sono sentito più amato che mai. Avete cambiato radicalmente la mia vita, il mio modo di fare o di essere, quando ho fondato lo Studio all'inizio pensavo solo fosse un lavoro, nonostante il mio amore per la musica, una fatica, poi siete arrivati tutti voi. Gregorio e Pablo continuamente a battibeccare, Beto perennemente maldestro ed Angie con la sua dolcezza infinita dannatamente uguale a quella di Maria. Due sorelle, una sola anima. Erano sempre insieme, un qualcosa di impossibile staccarle per anche solo cinque minuti di seguito. Angela ha sempre avuto un dono, un talento, quello di capire le persone e di innamorarsi di qualunque cosa la circondasse. Riuscirebbe ad innamorarsi persino di una coreografia, o di una canzone. Ha un qualcosa di speciale, qualcosa che tu, German, sei riuscito a leggere subito ed io te ne sono grato. Per questo fa' attenzione a quella biondina, che è la mia bambina. >> quando scese dal palco i suoi occhi trattennero miliardi di lacrime quando lo circondammo con le braccia fino a fargli mancare il respiro. Sembrava felice, ed al tempo stesso così triste. Capii fin da subito che qualcosa non quadrava, ma rimasi in silenzio forse per rispettare un suo volere che neanche aveva espresso. 
Quando la serata passò e vedemmo German ed Angie salire in auto, pronti alla loro luna di miele, li salutammo. Non ci fu nemmeno il tempo di dire qualcosa dopo che la loro auto aveva girato l'angolo. Antonio era steso per terra, bianco come un cadavere, freddo e privo di vita.



Accadde tutto davanti ai nostri occhi, troppo giovani per conoscere una realtà così cruda. Non seppi nemmeno io perché ero l'unico a non piangere, forse perché sarei crollato e non potevo permettermelo, serviva qualcuno che rimanesse sveglio, attivo e forte e quel qualcuno dovevo essere io. Violetta tremava come una foglia allontanando chiunque provasse ad avvicinarsi ai suoi occhi pieni di terrore, iniettati di sangue e di dolore. Ludmilla si strinse al petto di Marco spaventata guardandola, e quando Federico stringendo Camilla le si avvicinò lei lo spinse via indietreggiando per poi correre via. Via a cercare un po' di aria nonostante fossimo all'aperto. Corse fregandosene di tutto ed io la rincorsi per tutto il tempo. Inciampò poco dopo per fortuna in un giardino e scoppiò a piangere ed a gridare. Mi avvicinai cauto sedendomi ed attirandola a me, mi respinse all'inizio continuando a riempirmi il petto di pugni e ripetendomi quanto mi odiasse. << Se fosse stato facile per me, Violetta, giuro che avrei smesso di amarti ancor prima di innamorarmi anche con l'anima. >> le sussurrai sentendola singhiozzare e stringermi forte. Lentamente con la mano libera, presi a toglierle quelle scarpe a parer mio davvero scomode, avvertendo il suo dolce respiro irregolare sul mio collo. << Ti ho amato mentendoti, Leon. Tomas non c'entrava nulla, avevo paura di quanto forte fosse quel sentimento capace di indurmi a volerti dentro di me. Dentro le mie vene, sotto le mie unghie. >>  e solo allora capii quando fossimo stati stupidi. Entrambi innamorati, ma spaventati di una cosa grande quanto l'amore. Carezzai dolcemente la sua coscia quando avvertii le sue unghie affilate conficcarsi nella mia mano. << Giuro, che Antonio era diventato come un secondo padre per me, e penso anche per tutti voi. Mi ci stavo affezionando sempre di più, il modo in cui gli brillavano gli occhi e gli si accendevano i sorrisi quando parlava della musica. Probabilmente ce l'avevo nel sangue, ma lui è riuscita a farmela entrare sempre più dentro la musica. >> avvertii una sua lacrima inumidirmi la camicia e lei tremare probabilmente per il freddo così velocemente mi apprestai a togliermi la giacca ed a posarla sulle sue spalle nude. Avrebbe obiettato se solo ne avesse avuto la forza. << Ssh >> mormorai tra i suoi capelli quando riprese a singhiozzare << Antonio era un grand uomo, Violetta. Era il padre di tutti noi, si ma non possiamo crollare, almeno non possiamo farlo tutti assieme. Se uno di noi non crolla rimaniamo in piedi >> le sussurrai tra i capelli e quando alzò gli occhi lucidi e sperduti su di me, un senso di protezione si instaurò nel mio corpo. << Non reggerai ancora, Leon. Sei stato uno dei primi a conoscere Antonio e me lo ricordo il tuo sguardo di ammirazione. Mi ricordo l'orgoglio nei tuoi occhi. Non facevi un passo agli inizi senza di lui, poi ti ha fatto capire che dovevi proseguire da solo. Ricordo io le passeggiate che facevamo verso il fiume mentre tu ne parlavi quasi ammaliato. Ricordo io come raccontavi che era lui a rendere quel posto, (lo Studio), magico. Ricordo io.. >> ma non ebbe il tempo di finire che quella morsa mi prese allo stomaco e scoppiai a piangere stringendola forte, fino a farle mancare il respiro per quanto la necessitassi. Piansi versando me stesso ed il mio dolore in ogni singola lacrima. Piansi perché realizzai che Antonio non era partito per uno stupido e breve viaggio. Piansi perché quell'uomo dai capelli bianchi, gli occhiali sul naso ed il sorriso smagliante non sarebbe più tornato. Vedevo tutto offuscato. Anche Violetta. Ed era così bella. Così donna. Mi sorrise mentre le lacrime tornarono a scorrere sul suo viso candido e mi abbracciò. Baciai lei, le sue labbra e le sue lacrime. E la sua bocca ricambiò quel bacio e quelle attenzioni baciando ogni singolo lembo di pelle del mio viso. Continuammo a ripeterci quanto ci amavamo, perché Antonio ci aveva involontariamente insegnato che la vita era una sola ed andava vissuta fino all'ultimo secondo, avevamo imparato la lezione, forse perché per quanto testardi fossimo eravamo degli ottimi apprendisti. La sollevai tra le braccia, tenendola stretta mentre lei tenne i tacchi in una mano e con l'altra prese a carezzarmi il volto. Camminammo così senza sosta. E fosse stato per noi avremmo camminato così anche per tutta la vita.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Tinucha