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Autore: _Lillian_    11/05/2016    3 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Chapter 20
 
 
POV ANTHONY
Il detto “quando il buongiorno si vede dal mattino” è stato infallibile per secoli e secoli.
Poi arrivo io, credo di essere bello e di scampare alla funesta ira di questo detto ma, faccio solo una gran figura di merda.
Preso com’ero dall’osservare la situazione venutasi a creare nel cortile scolastico tra Lilian, Nicholas e  papà Cullen, non mi ero reso conto della ragazza dietro di me.
Pessima mossa.
“Dio, scusami non ti avevo vista!” mi affannai a dire rimanendo a guardare fermo come un coglione, la studentessa che con non poca mal grazia avevo scaraventato nel fango melmoso davanti a tutti.
Bravo Anthony, giorni e giorni ti ci sono voluti per costruire l’immagine da duro davanti ad Edward e ti basta un gesto per vanificare ogni tuo sforzo.
Ottimo.
“Beh nemmeno io ti avevo visto, ma sai campione se mi aiutassi sarebbe davvero gradito” disse cercando di alzarsi più volte ma scivolando sul terriccio bagnato altrettante.
Ci misi un po’ di tempo a connettere lo ammetto, ma appena i miei neuroni fecero rotta di collisione fra loro, decisi finalmente di darle una mano.
“Mi dispiace davvero, non ti avevo vista”.
“Lo hai già detto” constatò lei con un mezzo sorriso del tutto diverso da quello omicida che mi avrebbe riservato Lilian se solo, Dio grazie per avermi scansato dalla sua ira, fosse stata al posto della vittima qui presente.
“Oh vero, scusa” dissi nuovamente grattandomi il capo con fare molto imbarazzato.
Sentivo lo sguardo di Edward perforarmi la schiena.
Dio che odio verso me stesso.
P.s. Oggi il comandamento ‘non nominare il nome di Dio invano’ lo sto rispettando alla grande.
Se avessi potuto mi sarei preso a calci nel culo da solo o avrei chiesto a Ness, ero sicuro che non si sarebbe lamentata, la mia dolce gemellina.
“Anche questo lo hai già detto” sorrise la ragazza in uno sbuffo districando i capelli castani ora appiccicati dal fango.
Congratulazioni Anthony, un’altra delle tue uscite geniali e riceverai il premio Nobel per la loquacità!
“Ehm…”.
Premio vinto!
“Sei sempre così logorroico?” chiese guardando il mio petto, cosa che mise me ancor più in difficoltà.
Sfacciata? Abbastanza.
“Di solito si” risposi secco cercando di sbarazzarmi di lei.
Non ero mai stato arrogante o cattivo con il gentil sesso, per come mi aveva educato la mamma e per un mio personale codice etico, sarebbe stato impossibile il contrario.
Ma in una situazione come quella in cui mi ero venuto a trovare, diversamente non riuscii a fare.
“Beh allora i tuoi amici saranno davvero felici di conversare con te” rise leggermente battendo le mani sui jeans infangati e volgendo lo sguardo verso i presenti alle mie spalle.
Udii risatine mascherate davvero molto male da colpi di tosse, altre invece non mascherate affatto.
“Credo che quelle macchie non verranno via solo con le mani sai? Mi dispiace tanto” dissi cercando di ignorare la mia dolcissima famiglia e dirottare l’attenzione della sconosciuta su altro.
Ci mancava solo che capisse quanto i tizi dietro di me fossero strani.
E non ci voleva poi molto!
Tra l’altro mi dispiaceva davvero, con quattro donne in giro per casa e molte altre a fare da contorno nella mia vita, avevo pur imparato la sacralità del vestiario e la megalomania ossessivo compulsiva nel voler essere sempre al meglio.
La ragazza fece un sorriso tirato e parve incupirsi.
“Non è un problema, magari per una volta noteranno qualcosa di diverso”.
Ok, ora due erano le cose: o io di primo mattino non riesco proprio a connettere i neuroni, o la ragazza formula frasi ambigue dalla dubbia facilità comprensiva.
“Perdonami ma non ti seguo”.
“Davvero non lo hai notato? Vivi su un altro pianeta?” mi schernì quasi offesa, come se si sentisse presa in giro.
Panico.
“Continuo davvero a non seguirti”.
Tutte a me!
“Anthony…” chiamò incerto mio pad…Edward alle mie spalle.
Non molto allegramente e senza neanche preoccuparmi di nasconderlo, voltai lo sguardo verso il viso dell’uomo.
 Lo vidi indicare la sconosciuta e poi toccare i propri occhi.
Cosa!? Gli era entrata la polvere negli occhi e voleva che gliela togliessi? Beh paparino scordatelo!
“Ma è stupido?” sentii sussurrare Renesmee alla mia destra ad un interlocutore sconosciuto.
Edward nel contempo continuava a guardarmi allucinato e fu così che l’illuminazione arrivò.
OH CAZZO.
“Sono cieca” sentenziò piatta sorridendo mellifluamente.
“Allora io sono un cretino” risposi prontamente fregandomene della figura barbina che io solo mi stavo facendo fare.
“Beh, se ti fa piacere sentirtelo dire anche da me, va bene, sei un cretino” rise lei come se niente fosse successo.
“Io, mi dispiace davvero, non mi ero reso conto che…”.
Venni bloccato da un suo dito sulle mie labbra.
“Non importa, forse sei l’unico che nota altro, che riesca a vedere al di la di ciò che è semplice e ovvio constatare. Non è una cosa cattiva”.
“In realtà dolcezza, anche io avevo notato il tuo bellissimo incarnato” attaccò prontamente Daniel già dimentico dell’incazzatura di Aria, tornando a fare il solito marpione.
La ragazza rise.
“Mi chiamo Demetria Tomilson” sorrise gentile lei come se Daniel non avesse proprio aperto becco, perché di becco si parlava, allungando la mano dinanzi a lei, verso di me.
“Io sono Anthony Cullen” risposi prendendola fra la mia e stringendola leggermente.
Leggera fu la stretta, ma non lo fu la scarica elettrica che sentii invadere il mio corpo.
Lasciai la mano scottato e la guardai stranito.
Demetria invece fece un sorriso sinistro.
“Beh ora io devo proprio andare, è stato un piacere Cullen”.
Non risposi.
Non appena Demetria iniziò ad allontanarsi da noi per poi scomparire nell’edificio di mattoni rossi mi resi conto di un peso attaccato al mio braccio sinistro.
Volsi lo sguardo verso mia sorella modalità piovra.
“Nessie staccati dal mio braccio”.
“Quanto sei coglione da uno a cento?” rise lei facendomi sentire ancora più stupido e in imbarazzo.
Cosa avrebbe pensato ora Edward di me?
Un momento, ma cosa me ne fregava?!
Io potevo fare quello che volevo, quando volevo e come volevo.
Lui o il suo parere non contavano nulla!
Nulla!
“Andiamo a lezione!” sentenziai freddo scaraventando mia sorella tra le braccia di Kein e marciando verso l’edificio a passo di carica.
“Ha il ciclo, come la mamma”.
 
POV NICHOLAS
 
“Lilian forse dovresti andare più lentamente se non vuoi che la tua ira investa qualcuno” sospirai tenendo senza problemi il passo della ragazza che, come un tornado, correva a passo spedito dinanzi a me.
“ Non riesco a crederci! Ti ha dato dell’assassino!” sbottò spiattellando un povero ragazzo contro gli armadietti.
Il tipo non riuscì a capire se fosse prioritario il dolore alla schiena o la felicità di essere stato spiaccicato contro una parete dalla bellissima Lilian Cullen.
Chiesi lui scusa con lo sguardo in ogni caso.
“Ma è quello che sono Lils e abbassa la voce quando dici certe cose, non mi va di finire in prigione”.
Per tutta risposta accelerò ancora di più il passo.
Sapendo che con quel suo modo di fare, non avrei cavato alcun ragno dal buco decisi di passare alle maniere forti.
A velocità vampira, facendo attenzione a che nessuno badasse a noi in quel momento, afferrai Lilian per le spalle e la condussi nello sgabuzzino dei bidelli chiudendo a chiave, la porta alle nostre spalle.
Appena resasi conto di ciò che effettivamente era successo l’espressione della mia compagna passò da arrabbiato, a frustrato, a incazzato fino ad arrivare all’inorridito.
“Nello sgabuzzino!? Sei serio!? Questo posto puzza di germi!” urlò inviperita.
Le tappai la boccuccia rosea con la mano destra, facendole segno con la sinistra di fare silenzio.
“Ti prego piccola, promettimi che non urlerai ed io toglierò la mano” le sussurrai trattenendo le risate.
Sapevo benissimo cosa quegli occhi di fuoco stessero celando, anzi preannunciando.
La mia morte era ormai imminente.
Ma almeno, sarebbe avvenuta per mano di una Dea, la settimana scorsa stava per andarmi decisamente peggio.
La sentii rilassarsi e solo allora, dopo una manciata di minuti, decisi di lasciarla andare.
“Non ti uccido ora solo perché siamo isolati da tutti, sai quanto mi piace essere teatrale” sibilò satanica non sorridendo per nulla.
Un brivido mi percorse la schiena.
Effettivamente non era famosa per la discrezione nell’uccidere.
Sissi tendeva ad essere sempre un tantino sopra le righe quando si trattava di marcare la linea che rendeva lei comandante e noi sottomessi.
“Va bene, però se tu potessi uccidermi con i capelli sciolti te ne sarei grato” sussurrai al suo orecchio facendola chiaramente, e con mio sommo piacere, rabbrividire.
“Perché con i capelli sciolti!?” chiese tenendo ancora in alto il suo orgoglio di donna ferito e incazzato.
“Non immagini nemmeno quanto tu possa essere sexy quando uccidi al naturale” le soffiai nell’orecchio ora, facendola arrossire.
Mi spinse leggermente lontano da lei a disagio.
“Smettila stupido!” sentenziò trattenendo un sorriso.
Finalmente.
“Ora che ti sei calmata, si spera, potremmo ragionare su quello che è appena successo da persone civili?” le chiesi alzando entrambe le mani in segno di pace e poi di resa quando rividi le sue iridi infuocarsi.
“Ti prego…”.
“Cosa ci sarà mai da discutere!? Mio padre…”.
“Che ha appena scoperto di avere quattro figli” aggiunsi io interrompendola.
“Ha sentito Nessie dire…”.
“Ho voglia di fare del sano sesso con Jacob”.
“Un ragazzo che lui già conosceva in passato…”.
“Che aveva cercato di soffiargli tua madre e che a conti fatti dovrebbe avere cento anni e passa” sorrisi io interrompendola di nuovo.
“Poi ha visto noi due…”
“Baciarci” sorrisi.
“E constatare che…”.
“L’altra sua bambina flirta con un assassino seriale” dissi ovviamente.
“Si ma lui non poteva permettersi di…”.
“Fare il padre e preoccuparsi per la vita di sua figlia, no no”.
“Senti un po’ tu, ma da che parte stai!?” sbottò ormai con le spalle al muro.
Sapevo di averla in pugno.
 
 
 
POV EDWARD
 
In una sola mattina ero stato capace di parlare con Bella senza ottenere risultati sperati, far arrabbiare Lilian a causa di una gelosia potente nata in me dopo aver visto la faccia di bronzo del Killer e allontanare di nuovo Anthony.
La vita del padre era dura, certo, ma non mi aspettavo così tanto.
Vedere le mani del ricciolino sulla mia bambina mi aveva scaraventato in uno stato di ansia e tristezza al contempo.
Tristezza perché avevo già perso la vita sentimentale di Renesmee con il cane e ora mi ero accorto di aver perso anche la sua.
Ansia per ovvie ragioni, ma la prima e forse anche quella che le spiegava tutte era il suo passato.
Insomma un assassino è pur sempre un assassino.
Anche io ho ucciso e continuerei volentieri a farlo se avessi quel Robert, il sacco di pulci e Terminator dinanzi, ma la mia bambina meritava di meglio! No!?
Avrei tanto voluto avere più tempo…
In ogni caso, dopo lo strano episodio avvenuto in cortile, non avevo avuto nessun’ora scolastica in comune con uno dei gemelli accontentandomi di tenere sotto controllo le menti di tutti coloro che avevano parlato con uno di loro o li aveva anche solo visti.
Potevo sembrare paranoico ma per ora era l’unico modo a mia disposizione per capire qualcosa delle loro vite.
Finalmente poi, alla terza ora le mie preghiere furono esaudite da chissà quale dio che ancora non mi aveva rinnegato.
Vidi varcare la soglia dell’aula di inglese ( materia che da allora avrei amato tanto) da Renesmee, Deliah e Grace.
La stanza era ancora semi vuota ma nonostante tutto la mia piccola Ren venne a sedersi al mio fianco mentre le altre due prendevano posto in quello dinanzi.
“Ciao” sorrise gioviale.
Rimasi incantato.
Bellissima.
Ecco cos’era.
“Ciao Renesmee” sorrisi di rimando per poi accarezzare la mano di Deliah appoggiata sul mio banco.
“Ciao papà” sussurrò piano riempendomi il cuore di gioia.
Mi aveva chiamato papà anche lei.
Non riuscivo a crederci.
“Signor Cullen” mi apostrofò l’altra ragazza con la mano.
“Ciao Grace” sorrisi cordialmente troppo felice per poter far altro.
Sentii una testolina poggiarsi contro la mia spalla e una cascata di capelli bronzei solleticarmi il braccio.
“Se mamma non la smette di svegliarci urlando giuro che le recido le corde vocali” sbadigliò facendomi ridere.
Non riuscivo proprio ad immaginare Bella così, ma solo sentirne parlare era aria per i miei polmoni morti.
Erano informazioni, erano vita, erano momenti che avrei voluto passare con loro e che speravo sarebbero arrivati  presto.
Posai un bacio sul capo di mia figlia e lei lo prese come un invito ad accoccolarsi meglio contro di me.
“Se non stai attenta a quello che fai, le voci gireranno presto Ness” disse Grace facendoci  cadere tutti dalle nuvole.
“Eh?” sbadigliò ancora una volta Renesmee.
“Edward Cullen e Renesmee Black, nuova coppia dell’anno” rise Grace capendo l’assurdità della questione semmai si fosse davvero divulgata un pettegolezzo del genere.
“Oh beh, sarebbe solo invidia la loro, è figo e anche comodo, cosa vorrebbe una ragazza di più dalla vita” rispose con non chalance.
“Forse stare lontana mille miglia anche solo dall’idea di uscire con il proprio padre?” chiesi io consapevole di quanto gli adolescenti odierni facessero fatica a farsi vedere in giro con un genitore.
“Ehm, dimentichi che il mio genitore ha la mia stessa età fisica e gli addominali scolpiti da far paura” rispose di sana pianta facendomi ridere.
Vidi Grace pensarci su e poi alzare le spalle.
“Mica ha tutti i torti”.
Il suono di una melodiosa risata fece posare i miei occhi sull’altra piccola Cullen.
Deliah guardava la sorella scuotendo la testa e le sue deliziose labbra rosee erano rivolte all’insù.
Quanto era bella la mia bambina.
Frettolosamente vidi entrare anche Nicholas nell’aula e il mio corpo si irrigidii di colpo facendo mugolare di disapprovazione Ren.
Le carezzai i capelli in segno di scusa tenendo i miei occhi fissi sulla figura dell’uomo e successivamente, una volta accortosi di noi, nei suoi.
Oro contro blu.
Blu contro oro.
Lo avrei disintegrato volentieri, lui e quella sua faccia da schiaffi.
Lo vidi avanzare verso di noi e sedersi sul banco di Deliah.
Ora non mi guardava più.
“Allora, il Gorbaciov si è calmato?” chiese Grace facendo sicuramente riferimento alla mia Lilian.
Avrei dovuto in qualche modo riconquistarla e anche alla svelta.
“Direi che potrebbe ancora fare qualche vittima, la giudicherei ancora potenzialmente pericolosa” rispose lui sorridendo pacifico.
Lilian avrebbe davvero ucciso qualcuno solo per nervosismo?
No, ma che andavo a pensare!
Però effettivamente non la conoscevo così bene…
Mi sarei forse dovuto preoccupare di correre da mia figlia e salvarle la coscienza e la fedina penale?
“Quella ragazza è impossibile! Bella deve aver sbagliato latte quando era neonata” disse Grace riavviando la folta ed indomabile chioma.
“Si calmerà presto, vedrete” sospirò Deliah gentile.
Un angelo.
“Ah lo spero, sennò chi la sopporta stasera a casa! Tra lei e mamma ciclata non so chi sia peggio oggi” sbuffò Renesmee mettendosi dritta e sbuffando nuovamente.
“Io dico Anthony” sentenziò Terminator.
Attirò subito la mia attenzione.
Renesmee sporse la sua mano verso la guancia del ragazzo che dal canto suo l’accetto di buon grado.
Il suo potere…
Che cosa affascinante.
“Beh, si è rincoglionito Anthony, ed io non c’ero. Stupendo!” borbottò il ragazzo ora sicuramente al corrente di ciò che quella mattina era successo dopo la sua uscita di scena.
“Avete visto come Demetria lo abbia messo in difficoltà? Non so voi ma quella ragazza mi puzza di strano” sussurrò Deliah.
Ora non so come prendere la situazione ma, se Deliah, ragazza dolcissima e premurosa verso tutti, fa cattivi pensieri su una persona, si sta scatenando l’apocalisse o cosa?
“Credete che lei…”
 
 
Angolo Autrice:
Beh cosa dire, perdono.
Sono mancata davvero per tanto tempo ma ho avuto i miei, purtroppo, buoni motivi.
Sono successe tante cose in questo periodo tanto lungo e la maggior parte non sono state assolutamente belle.
Credo però che dopo un tunnel tanto lungo, la luce in qualche modo debba sempre sbucare.
E forse anche la mia è venuta fuori.
Il capitolo è introduttivo ad una seconda fase della storia.
Spero vi sia piaciuto.
Al prossimo appuntamento, molto presto, promesso.
Vostra Lilian ♥
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                             
                                                                                                                                      
   
 
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