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Autore: Kind_of_Magic    11/05/2016    0 recensioni
Giulio Cesare, Bruto/Cassio
Storia nata da un prompt sul gruppo Facebook "We are out for prompt"
Donami il tuo cuore, e ti assicuro che lo pugnalerò.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Donami il tuo cuore, e ti assicuro che lo pugnalerò.

---Pugnalato---

«Donami il tuo cuore, Marco, e ti assicuro che lo pugnalerò»
Bruto si sente gelare a quelle parole. Ha cercato di far ritornare Cassio alla ragione durante il litigio rinnovando le promesse di amore che li legano, ma questa è la risposta che riceve. Anche Cassio si accorge di aver esagerato, lo vede nella luce che sparisce dagli occhi di Bruto, e cerca di chiedere scusa, ma quella volta è stato veramente troppo. Bruto vorrebbe uscire dalla tenda, correre via e non rivedere mai più quell’uomo per tutta la vita, ma le vite dei suoi soldati dipendono da lui e così si trattiene. Però non può impedirsi di allontanarsi da Cassio quanto più possibile, come farebbe un uomo chiuso in una gabbia con una belva feroce, e guardare da un’altra parte.
Cassio cerca di avvicinarglisi, chiede scusa in tutti i modi, ma Bruto sfugge sempre e si rifiuta di ascoltare quelle parole vuote. Cassio lo sa. Sa bene che dall’assassinio di Cesare non bisogna menzionare pugnali davanti a Bruto. E forse è anche per quello che l’ha fatto, perché la rabbia lo ha spinto a cercare il modo migliore per ferirlo. Eppure ora sa con certezza che avrebbe preferito dire qualunque altra cosa. E mentre la sua mente cerca disperatamente qualcosa da dire per riparare al danno fatto, sente la voce di Bruto. All’inizio sembra che lo stia volutamente ignorando, poi Cassio capisce che sta parlando con lui.
«È proprio vero che diciamo il vero su noi stessi solo quando siamo preda di forti emozioni. È anche vero che molto spesso questa verità arriva tardi. Come tutte le verità. Se tu mi avessi detto questo anni fa, probabilmente non ti avrei dato ascolto. Non lo avrei creduto possibile. Importava solo l’amore, quella dolcissima scoperta che avevamo fatto insieme, te lo ricordi?»
Cassio vorrebbe rispondere, dire qualcosa, ma sa che è meglio tacere. Ha già parlato troppo.
«Ma sarebbe stata una profezia veritiera» continua Bruto «Io ti ho donato il mio cuore. Ti ho donato tutto me stesso, come hai fatto anche tu, o almeno così credo. E tu l’hai pugnalato. Avevi avvicinato il coltello al mio cuore da giorni, ti stavi preparando a vibrare il colpo, ma proprio ora, con queste tue parole velenose, lo hai affondato e l’hai estratto sanguinante. Come hai già fatto con Cesare. Vuoi dunque uccidere il figlio allo stesso modo del padre?»
Bruto si volta di scatto verso Cassio e lo vede inginocchiato, quasi supplicante, il volto distorto dal disgusto di se stesso.
«Sapevi cosa stavi dicendo» non è una domanda, Cassio lo sa, ma annuisce lo stesso, come se volesse confermargli che ne è consapevole «Eppure lo hai detto lo stesso, perché?»
Sarebbe il momento giusto per parlare. Per spiegare. Per chiedere scusa. Invece Cassio ha finito le parole. Gli sono scivolate via dalla mente e dalla lingua da qualche parte in mezzo all’accusa di Bruto. Allora si alza, si avvicina a Bruto e gli prende le mani. Per un momento si guardano negli occhi e dolore e rabbia dell’uno sembrano sfidare quelli dell’altro per vedere quali siano i più distruttivi, poi Bruto distoglie lo sguardo.
Cassio non può sopportare che l’altro provi quella rabbia nei suoi confronti: afferra il viso di Bruto tra le proprie mani e preme le labbra sulle sue. Non sa che cos’altro fare, è disperato.
Ma Bruto lo spinge via, in un gesto colmo d’ira. Il suo sguardo è freddo.

(One-shot, 571 parole)



No, ecco, io volevo solo dire che scrivere questa roba mi ha fatto stare un po' male e rileggerla ora per pubblicarla anche.
Ma comunque la ragazza che me l'ha promptata è un tesoro *.*

   
 
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