Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Romantico, Tremendamente!Angst  
Avvertimenti: Flashfic
Rating: Verde
N/A - Note dell'Autrice: Il mio primo approdo in questo fandom. Eh, sì, purtroppo dovrete sorbirmi anche qua. Che posso dire, ho quasi 21 anni, ho sempre amato film, telefilm e libri di ogni genere e da qualche anno, proprio grazie a Naruto, ho scoperto cosa sono i manga e gli anime – che per me erano sempre stati solo cartoni animati. Sono una romantica d’Angst – sì, ho appena inventato una nuova categoria LOL – per cui non potevo non innamorarmi follemente di Obito e Rin. Davvero, dopo aver letto e visto di loro, sono lì che urlo come Obito: “Non c’è più niente nel mio cuore!”. Non vi tedio oltre, spero che questa piccola flash vi piaccia.

Vostra,

Ale

P.S.: Non so voi, ma io sono ancora in stato di shock e in denial per via del primo capitolo del nuovo manga “Boruto”.







 

Clothed in light

With golden string
our universe was clothed in light.
Pulling at the seams,
our once barren world now brims with life,
that we may fall in love
every time we open up our eyes.
I guess space, and time,
takes violent things, angry things
and makes them kind.
(Sun, Sleeping At Last)

 
Era così splendente che a volte neanche la sua mascherina riusciva proteggere i suoi occhi, e cominciava a lacrimare, come se stesse piangendo – e forse lo erano davvero, lacrime di gioia.
Non aveva mai visto nulla di simile fino a quel momento: era come essere stati ciechi per tutta la vita, vedendo solo ombre in spazi neri e grigi, immobili e senza tempo, tutte uguali, macchie d’inchiostro che andavano sbiadendo – e poi era arrivata, all’improvviso, squarciando le tenebre con forza e dolcezza, quasi con impeto, entrando con raggi di sole ad illuminare il mondo, mostrandogli grazia e bellezza intorno a lui, che mai prima aveva notato.
Obito ne era rimasto folgorato, nel modo più doloroso e irreversibile – quello in cui tutto di lui veniva plasmato da quella folgore, creta modellata dalla mano di una dea, che diventava sole, sostegno, casa, sogno.
E dalle ceneri risorgeva sempre, con un suo sorriso.

«Rin era l’unica luce nella mia vita.»