Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
Ricorda la storia  |      
Autore: Ziggyssia    14/05/2016    3 recensioni
[Missing Moment di Harmony Honopura, una delle protagoniste della storia Mermaid Melody - Pearls Of Destiny scritta da Crazy Chick Kelly_chan ed Elsira]
L'incontro tra due bambine provenienti da mondi diversi e la nascita di un'amicizia indissolubile tra le due.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Nota bene: I personaggi qua presenti sono due miei OC che compaiono nella storia Mermaid Melody - Pearls Of Destiny scritta a quattro mani da Crazy Chick Kelly_chan ed Elsira ( che ringrazio anche per tutte le correzioni <3 )

I fatti narrati in questa storia avvengono prima dell'incontro tra le principesse e fa parte di una raccolta di Missing Moments dedicati ai vari personaggi che compariranno nella saga principale . Se non avete letto la storia principale vi consiglio di farlo!!!
Colgo l'occasione di ringraziare dal profondo del cuore le due autrici che hanno tenuta viva la mia ispirazione per tutto il tempo. Grazie mille <3

 

 Image and video hosting by TinyPic

 

In una parte imprecisata dell'oceano pacifico del nord stava avvenendo una calamità di proporzioni gigantesche che sicuramente avrebbe rovinato la vita alla giovanissima sirena che era coinvolta.

«PERCHÉ DOBBIAMO ANDARCENE DI NUOVO, SONO STUFA!» La giovane creatura dai capelli rossi fiammeggianti interruppe le sue urla dovuto all'arrivo incontrollato di singhiozzo e lacrime.

Moni era davvero su tutte le furie con la madre, ogni volta la madre prometteva che sarebbe stato l'ultimo spostamento, dunque lei senza rimorsi iniziava una nuova vita a scuola stringendo amicizie con tutti i compagnucci, esplorando tutti i fondali della zona e trovando i posti più speciali nella quale ritornare i giorni in cui voleva stare da sola e puntualmente arriva il giorno in cui trovava la casa spoglia e delle borse piene della loro roba ad attenderle.

La madre prese la bambina tra le sue braccia e inizio a cullarla mentre le tirava dolci pacche sulla coda.

«Bambina mia calmati, so che due traslochi in un mese sono troppi. Ma come ti ho spiegato tante volte il lavoro della mamma è molto importante per tutti gli abitanti del mondo subacqueo e non posso sottrarmi a questa responsabilità. Sai cosa vuol dire responsabilità vero?»

«Si me lo hai spiegato un sacco di volte! Ma avevi promesso che ci saremmo fermate qua» la voce le morì in gola mentre pronunciava l'ultima parola. Si lasciò cullare dalla madre lasciandosi trasportare dal dolce movimento che iniziava a lenire il profondo dolore che stava provando in quel momento.

Iniziò a pensare perché una bambina di 8 anni come lei dovesse essere così sfortunata: solo il giorno prima finalmente era riuscita a far vedere a Lisia la sua imitazione delle maestre e lei aveva finito di avere i crampi alla pancia, per Moni fu una grande soddisfazione che la motivò a cercare il prossimo bersaglio per ripetere la sua esibizione privata all'amica.

Mentre la madre continuava a confortarla con parole e discorsi “super noiosi” su responsabilità lavoro, regina di qual e di là ecc… Il pensiero di Moni si concentrò sul padre, un umano che da quanto si ricordava viveva nei pressi della costa azzurra, o era di un altro colore ? Era da molto che non aveva sue notizie. La comunicazione tra mondo subacqueo e terrestre non era molto semplice, inoltre la madre la rendeva ancora più complicata a causa del suo cattivo rapporto con l'ex marito. L'unica che le portava notizie era la delfina rosa Aqua che andava regolarmente a trovarlo portando indietro pensierini e cartoline dal mondo terrestre.

Interruppe la madre nel bel mezzo di un discorso su tutti gli animali che doveva prendere in cura e domandò alla madre : «Senti Ma', potrei andare a trovare Jerry! Per qualche giorno mentre tu sistemi la situazione nell'altro regno e poi potremmo tornare a stare qua»

La madre Philomena sbarrò gli occhi: «E come ti sarebbe venuta questa brillante idea?» chiese ironica mentre sorrideva.

Moni spiegò alla madre che era da tanto tempo che non vedeva il padre e gli mancava.

La donna smise di cullare la bambina e delicatamente la lasciò galleggiare davanti a sé.

Emise sospirò in modo sconsolato e parlò: «OK, penserò a questa possibilità»

«OK!……... fatto?»

La risata cristallina di Philomena irradiò la stanza.

«Moni devi darmi un po' più di tempo, devo chiedere anche a tuo padre se va bene e poi-»
«Quanto tempo ti serve? 1 minuto? 30 secondi?» La piccola Moni la interruppe e continuò: «Tu inizia a pensare e io conto!».

Philomena prese ad accarezzare la testa della piccola sorridendo bonariamente: «Ah piccola mia si vede che sei mia figlia! Determinata come non mai! Che ne dici se ci dormo su?»

«OK, concesso!» rispose allegramente la bimba.

La madre si mise a ridere, nessuno si sarebbe aspettato che quella bambina appena un minuto prima era urlante in lacrime.

Era davvero strano come sua figlia riuscisse a cambiare stato d'animo così in fretta, forse si disse era per via della giovane età. Era comunque davvero felice di avere una bambina tanto speciale con sé e l'idea che andasse dal padre anche per un breve periodo la rattristava. Pensò a Jerry e tutto quello che avevano passato prima di addormentarsi con Moni abbracciata a lei e con tutti i suoi capelli rossi che le facevano il solletico al viso.

 

Nell'oscurità degli abissi, mentre tutto il mondo sottomarino era addormentato, la piccola sirena rosa con una borsetta fatta di rete e corallo stava risalendo la superficie in modo furtivo. Esatto perché per scappare di casa serviva una certa modus operandi.

Aveva già organizzato da molto tempo questa fuga, circa tutte le volte che la madre le passava tutti vari borsoni con dentro la loro roba e le diceva il nome della prossima città in cui sarebbero state. Lei ogni volta aveva i cinque minuti di crisi e poi a capo chino seguiva la madre. Ma questa volta finalmente aveva trovato il coraggio.

Ho fatto bene a lasciare il mio kit di emergenza fuga intatto, mai credere alle promesse di un genitore!” pensò tra sé e sé.

Chiamò un paio di volte con gli ultrasuoni la sua amica delfina, ma non rispose neanche all'ennesima chiamata. Possibile che si fosse dimenticata del piano. Voleva che le indicasse per bene la strada che avrebbe dovuto fare per arrivare alla sua meta. Non voleva ammetterlo ma aveva continuato ad avere ripensamenti per tutto il tragitto.

Arrivata finalmente alla superficie del mare tirò fuori dalla sua sacca una piccolo talismano di conchiglia: << Ormai è fatta; non si torna indietro>>.

Arrivata alla superficie del mare tirò fuori dalla sua sacca una piccolo talismano di conchiglia, lo portò in alto con il braccio e esclamò il nome di quella che molto probabilmente era la città dove viveva il padre.

Spero solo di ricordarmi bene, altrimenti saranno guai!”

Un luminoso portale rosa si aprì proprio davanti a lei e Moni esitò un momento prima di essere inghiottita da esso.

 

Aprì gli occhi lentamente, si trovava ancora immersa nel suo elemento, l'acqua, ma notò subito la luce prepotente del giorno che arrivava dalla superficie e riusciva a vedere senza problemi il fondale. Decise di risalire e con grande sorpresa vide di essere in un fiume su cui lati vi erano numerose abitazioni.

Successo!” Fu il primo pensiero di Moni, adesso doveva solo trovare l'abitazione del padre, che da quanto ricordava era situata alla foce di un fiume, simile a quello in cui era finita.

Mentre nuotava seguendo il corso del fiume improvvisamente vide qualcosa di pesante cadere in acqua davanti a lei.

Si sporse oltre il pelo dell'acqua e subito fu inondata dallo schiamazzo provocato da alcuni bambini sulla riva. Urlavano e gesticolavano in modo agitato, Moni vide che alcuni stavano cercando un qualcosa dalla riva del fiume, dopo un momento uno di questi si eresse in tutta la sua altezza, mostrando vittorioso un pietra nella sua mano.

Era davvero incantata a vedere dei bambini terrestri giocare tra di loro, erano così curiosi e sprizzavano vivacità da tutti i pori.

Si chiese se anche lei tra poco sarebbe stata parte della combriccola, ma il suo filmino mentale fu interrotto da l'acuirsi delle urla dei bimbi. Moni rivolse loro l'attenzione e finalmente notò che i bambini urlavano nella sua direzione. Urlavano troppo. In modo aggressivo.

Il battito del suo cuore iniziò ad aumentare, mentre un nodo allo stomaco le contorceva le budella.

Era paura quella che stava provando. La conferma della loro ostilità fu un grande sasso lanciato nella sua direzione, le urla contro lei continuavano, ma lei non riusciva a darle un senso, sentiva solo strani rumori. Il tempo iniziò a scorrere velocemente e non sapendo cosa fare la piccola sirena come primo impulso fu guizzare velocemente in acqua, il più vicino possibile al fondale del fiume e nuotare alla velocità della luce. Il cuore le martellava dentro al petto, la paura nei confronti della reazioni di quei mocciosi l'aveva davvero scossa.

Quando finalmente riuscì a ritrovare la calma, rallentò e tirò fuori la testa dall'acqua. Se prima non era molto certa di dove si trovava, adesso la situazione era peggiorata notevolmente.

Si era ufficialmente persa.

Decise di mettere piede sulla terraferma per cercare qualche indizio sulla sua attuale posizione, tirò fuori il solito talismano a forma di conchiglia e al posto della coda comparvero due gambette minute. Dalla sacca in rete tirò fuori un vestitino tutto bagnato e lo indossò.

I primi passi furono incerti ma poi il suo corpo iniziò ad abituarsi a quella strana posizione e a ricordarsi i movimenti basilari per camminare.

Mentre passeggiava fu subito incuriosita dalle molteplici case coloratissime che vedeva e dalle persone che le passavano affianco, lanciando di quando in quando occhiate stranite alla bimba particolare che non smetteva di sorridere a trentadue denti.

Ad un certo punto il suo ottimo udito captò una melodia molto delicata, che le fece venire piccoli brividi. Incuriosita cercò di identificarne la fonte e questo la portò un po' fuori dal paese.

Arrivata ad un certo punto del suo percorso, rimase estasiata dalla visione di un bellissimo giardino; vi erano una miriade di piante coloratissime che non credeva mai potessero esistere sulla terraferma. Alberi con fiori minuscoli raccolti in grappoli di accesi colori, piccole piante con fiori bianchi come la candida neve tutti in fiore che facevano ombra a cespugli compatti di un verde brillante.

Inoltre la melodia si fece sempre più intensa, dunque doveva venire proprio da lì!

Peccato che il giardino fosse circondato da un'alta recinzione ben rifinita.

La voglia di attraversare la recinzione si impossessò di lei, e questa aumentò a dismisura quando vide un piccolo animale buffo piccolo quanto un topo con una grande coda vaporosa attraversare velocemente per arrampicarsi sul tronco di un albero lì vicino. Prima che se ne rendesse conto le gambe della piccola stavano già cercando una via tra le sbarre di ferro.

Grazie alla sua corporatura minuta riuscì ad attraversare sforzandosi poco le sbarre, ma la parte critica arrivò quando cercò di far passare la testa. Si rese conto troppo tardi di essersi incastrata.

Le lacrime le inumidirono subito gli occhi sia per il dolore alle orecchie compresse tra il freddo ferro sia per la scomoda posizione forzata che doveva tenere.

Fece un profondo respiro e dopodiché provò ancora una volta con uno strattone a far passare la testa o da una parte o dall'altra non le importava più, ma non ottenne successo. Lo sconforto si impossessò di lei: aveva fame, sete , in più era stanca perché non aveva dormito tutta la notte per aspettare il momento migliore per la fuga. Grandi gocciolone iniziarono a caderle dagli occhi e un basso mugolio le salì fino in gola.

«Perché mi caccio sempre nei guai?!»

Ormai il pianto era incontrollato e il mugolio era notevolmente aumentato di volume.

Quando Moni era nella più totale della disperazione sentì una voce di bambina chiederle chi fosse.

La rossa non riusciva a voltarsi dunque non la vide in faccia, rispose solo «Mi sono incastrata! Ti prego aiutami!»

una leggera risata fu la risposta a quella richiesta.

«Lo vedo che ti sei cacciata in un bel pasticcio! Aspetta un attimo che chiamo la mia tata, troverà sicuramente una soluzione.»

Forse la rossa si era sbagliata credendo che quella fosse una bambina come lei, la sua voce era cambiata e aveva assunto un tono molto rassicurante e calmo. Le sembrava quasi sua mamma, nei suoi momenti buoni.

Sentì una grossa presenza dietro le sue spalle e subito dopo la voce un po' roca di una donna le disse di stare calma. Sentì che le applicava qualcosa di freddo e viscido vicino alle orecchie e dopo con gesti decisi e precisi spinse la testa oltre la recinzione.

«Libera finalmente!» Fu subito l'esclamazione della piccola sirena. Adesso poteva vedere bene in volto le sue salvatrici: quella che aveva dubbi se fosse o meno una bambina, era effettivamente una bambina di circa la sua età. Aveva lunghi capelli color ebano raccolti in una coda, molto minutina, ma la cosa che la affascinò quasi subito furono i suoi occhi di un intenso color nocciola con una piccola particolarità: nell'occhio destro aveva una pagliuzza chiara.

La bambina le sorrise dolcemente e Moni le rispose di rimando con un sorrisone entusiasta.

Vicino a lei c'era una donnona con le mani sui fianchi prominenti anche lei capelli neri folti e raccolti in trecce, occhi e capelli scuri. Indossava abiti morbidi dai colori scuri.

Prese subito parola:

«Allora piccolina come sei finita nel Giardino privato della famiglia Hunterstein , non sai leggere i cartelli appesi fuori ? Dicono vietato oltrepassare la recinzione. Sei in guai molto grossi!»

Il sorrisone svanì di colpo dalle labbra della rossa che pronunciò un leggero «Oops».

 

Moni continuò circa trenta minuti a scusarsi per la sua ragazzata, ammettendo candidamente che voleva solo scoprire da dove veniva quella bella melodia che aveva sentito.

«Ero io che mi stavo esercitando con il violino» affermò la bruna prendendo da terra lo strumento, che forse aveva posato per soccorrere l'altra bambina.

Gli occhi di Moni si ingrandirono per l'entusiasmo, non aveva mai visto uno strumento del genere, lei suonava solo la piccola lira quando si rilassava sugli scogli come buona tradizione sottomarina.

«Potresti ancora suonare per me?» chiese timidamente.

«N-ne sarei onorata!» le gote della brunetta si colorarono leggermente di rosso.

Iniziò da capo il pezzo su cui si esercitava da giorni, il suono soave invase l'aria e diede vita alla natura intorno a loro. (per l'atmosfera ecco la musica https://www.youtube.com/watch?v=LjmMdQaQkHM)

Moni si fece trasportare dalla melodia e iniziò ad ondeggiare con il proprio corpo seguendo la musica, venne fuori una specie di balletto. Vocalizzò anche alcune note insieme alla bimba accompagnandola fino alla fine del pezzo.

«hai una voce davvero stupenda! Mi è arrivata dritta all'anima» subito dopo aver pronunciato quelle parole la brunetta si rese conto dell'imbarazzate frase formulata e per fermare la vampata alle gote, cambiò argomento dicendo: «Scusa le mie maniere sgarbate, non mi sono ancora presentata: Mi chiamo Renée Huntstein e questa e la casa dove vivo con la mia famiglia. Al mio fianco c'è Irin la mia tata.» le porse la mano e l'altra la strinse subito.

«Ciao, io sono Harmony ma puoi chiamarmi Moni, sono qua per cercare mio padre come ti ho spiegato prima. Scusa ancora per la mia irruzione qui» il suo sguardo si spostò sulla massiccia tata all'ultima parola che le fece un cenno con la testa, segno che aveva finalmente accettato la profusione di scuse da parte sua.

Dopo aver risposto in modo tattico riguardo la sua città natale, Moni chiese informazioni sul padre. Se avesse avuto fortuna entro la fine della giornata avrebbe potuto abbracciarlo.

La risposta fu data da Irin che sentendo pronunciare il nome di Jerome Wizmon inarcò un sopracciglio seguito subito da: «Jerry, l'inventore pazzoide? Non sapevo che avesse una figlia! Abita nel paesino vicino, la sua casa è nei pressi della riva del fiume»

«Ti portiamo da lui» Disse prontamente la mora, seguita da un'occhiata perplessa della tata.

Durante il tragitto in macchina le due non smisero di parlare e ridere un attimo, era davvero incredibile come avessero creato un legame in così poco tempo.

Non riusciva a spiegarsi neanche Moni come mai riusciva a parlare con tanta facilità ad una bambina terrestre che non aveva mai visto. Erano come due strumenti che insieme suonavano in perfetta sincronia, producendo una bellissima melodia, nonostante i suoni fossero molto diversi tra di loro.

La piccola sirena diede anche sfoggio del suo talento da imitatrice, cercando di mostrare a Moni le persone che popolavano la sua vita e Renée non mancò di apprezzare con genuine risate.

Arrivate finalmente davanti alla casetta del padre, la combriccola scese dalla macchinona super lussuosa in cui avevano viaggiato.

Moni andò a bussare alla porta con grande vigore. Non credeva che fosse vero, non si ricordava neanche la voce del padre. Improvvisamente le prese il panico: era da davvero tanto che non vedeva suo padre e i dubbi sulla sua fuga che si era assopiti si risvegliarono di colpo.

Ad aprire fu una giovane donna dai capelli castano chiaro, vestita in modo sporitvo. Moni si specchiò in occhi verde acqua uguale ai suoi ed esclamò: «Mamma?! Cosa ci fa qui?!», Philomena si mise sulle ginocchia e con le lacrime agli occhi abbracciò la figlia.
«Ero preoccupata per te sciocchina..» le sussurrò all'orecchio, stringendola fino a farle male.

 

«Dunque torni da tua mamma...» gli occhi di Renée si abbassarono al suolo, si poteva capire la tristezza della bambina dal tono della voce basso e tenue.

«Si.» Rispose Moni con lo stesso tono guardando verso il mare che si stava tingendo dei colori del tramonto.

«Jerry si trasferirà in Giappone la prossima settimana. Ha detto che per lui sarà molto impegnativo e che per il momento non posso stare con lui.» disse con tono leggermente deluso e amareggiato.

«Capisco, dunque non tornerai più da queste parti...» Ora anche Renée fissava il mare come la sua amica.

La rossa si voltò di scatto verso di lei e le rivolse un sorriso raggiante: «Ovviamente verrò a incastrarmi di nuovo nella tua recinzione il più presto possibile!» la mora si voltò a sua volta verso di lei e scoppiarono insieme a ridere. Quando la risata scemò Reneè le prese la mano e con tono risoluto le disse che voleva restare in contatto con lei a qualunque costo, che se si sarebbero chiamate per telefono.

La rossa però le lasciò la mano e fece qualche passo in avanti: «Credo che sarà difficile, purtroppo da dove vengo io non ci sono i telefoni»

«Allora ci scriveremo delle lettere!»
Moni scosse leggermente la testa e poi chiuse un attimo gli occhi. Stava per prendere una decisione avventata. Si girò verso Renée e le disse, tendendogli la mano: «Andiamo a fare un bagno»

Arrivate alla riva Moni si immerse senza indugio mentre Reneè si fermò sulla riva.

«Moni aspetta, io non so nuotare»

«Vorrà dire che ti insegnerò io» nel frattempo la coda rosa confetto prese il posto delle gambe minute, cosa che sconvolse non poco Renée. La fissò con gli occhi sbarrati ma non si mosse dalla sua posizione. Moni le sorrise timidamente, sollevando le spalle in segno di scuse.

«Io vengo dal regno sottomarino, sono una creatura ibrida nata un membro della specie sottomarina e uno della specie terrestre. Volevo essere sincera con te al cento per cento prima che ci lasciassimo»

Reneè ascoltò con molta attenzione tutto il discorso, assumendo un'espressione molto riflessiva. A Moni sembrava che la bimba mora avesse acquisito dieci anni in pochi secondi.

Vide che iniziò a camminare da lei e quando la raggiunse la prima cosa che fece su toccargli la coda e iniziare a ridere.

La rossa non si aspettava minimamente una reazione del genere e fu davvero grata alla sua nuova amica di aver preso una confessione del genere con quello spirito.

Passarono ancora un paio di ore in acqua dove Moni cercò di insegnare a Renée come nuotare e a rispondere alle mille domande della mora sul mondo sottomarino.

I loro nomi pronunciati a voce alta da Philomena furono il segnale che quella giornata insieme stava per volgere al termine. Le due bambine si salutarono con la promessa di trovare un modo per comunicare il più presto possibile.

 

In un pomeriggio primaverile irradiato dal sole, Renée stava compiendo gli esercizi abituali per migliorare la sua paura dell'acqua e la sua tecnica di nuoto. In lontananza vide una delfina rosa avvicinarsi molto lentamente. Come prima reazione spontanea sfuggì dalle sue labbra un “ah” ma un secondo dopo le riaffiorò alla mente i racconti della sua amica sirena riguardo il suo delfino rosa e la raggiunse.

Aqua dal canto suo cercò di mantenere le distanze dalla bimba terrestre, lasciando una piccola sfera rosa che teneva nella mascella e andandosene subito dopo.

Quando Renée prese in mano la sfera, quella si illuminò e iniziò a fuoriuscire la voce di Moni, che la salutava e le raccontava cosa stava facendo nel mondo sottomarino in quel momento.

Questa fu la prima sfera di molte altre che le due continuarono a scambiarsi per i successivi anni finché finalmente dopo che Renée compì sedici anni si trasferì nella città di Niijima in Giappone dove viveva attualmente la sua amica con suo padre, frequentando la stessa scuola e finalmente condividendo tutti i momenti quotidiani.

 

 

FINE

 

NdA: Ovviamente non ci si poteva aspettare niente di meno bizzarro da Moni :P
Ho fatto anche una cover per la storia:) vi allego il link -->  <3
 

Spero vi sia piaciuto!

 

Ziggyssia

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch / Vai alla pagina dell'autore: Ziggyssia