14/05/2016
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Storia di un supereroe che salva un quasi-aspirante suicida
Questi non erano i piani. Questi decisamente non erano i piani. Voleva scattare una foto al suo supereroe preferito che evitava un incidente automobilistico? Sì. Voleva essere salvato dal suo supereroe preferito? Sì. Voleva fare entrambe le cose nello stesso momento? Assolutamente no. Stiles si ritrovò a penzolare dalla ringhiera del ponte di Beacon Hills senza rendersene conto: stava correndo per riuscire ad inquadrare alla perfezione quel magnifico viso che aveva salvato migliaia di vite, quando inciampò sul marciapiede – “scusate se ero troppo impegnato a sbavare per quel figone” continua a ripetere il ragazzo tutt’oggi ai suoi amici – finendo a testa in giù, con un primo piano in HD dell’unico fiume che scorreva nella contea di Beacon. Fortunatamente Derek Hale, il suddetto supereroe, riuscì prontamente (o casualmente, nessuno ancora sa dirlo con certezza) ad afferrarlo per la caviglia salvandogli la vita – o evitandogli un trauma cranico. Derek rimase immobile per qualche secondo, con lo sguardo abbassato sul ragazzo, non sapendo cosa fare. Quel ragazzo voleva suicidarsi oppure aveva soltanto avuto un incontro ravvicinato con i suoi insidiosi piedi? Gli aveva impedito di morire o di fare bungee jumping? Troppe domande in troppo poco tempo, perché il ragazzo, con il respiro affannato, disse: «Ehm… vuoi rimanere così tutto il tempo? Voglio dire, so che ho un fondoschiena da paura, ma in questo momento tutto il sangue che ho nel corpo si sta concentrando nel mio centrello e temo che prima o poi esploderà.» Derek tirò su la gamba del ragazzo con la stessa facilità con cui alzerebbe una lattina di Coca-Cola e lo aiutò a mettersi in piedi. «Di nulla, comunque» disse infine sorridente mentre studiava gli studiava il viso con curiosità, convinto di averlo già visto da qualche parte. «Oh, grazie…» rispose lui non sapendo cosa dire. «Scusa, è che-oh cazzo, sto davvero parlando con Derek Hale! L’unica volta in cui mi hai guardato in faccia è stata quando ho dato quasi fuoco alla tua tuta perché… non mi ricordo, credo fosse perché stavo accendendo la sigaretta ad un mio amico, poi gli ho tirato una spallata e la bottiglia di vodka che aveva in mano è andata a finire, insieme alla sua sigaretta, sopra di te.» Gli angoli delle labbra di Derek si allargarono in un sorriso. «A questo punto dovrei dire qualcosa come: “dovremmo smetterla di incontrarci con te che cerchi di uccidere uno di noi”.» Il ragazzo scoppiò a ridere: «Credo tu abbia ragione.» Un silenzio imbarazzante calò tra loro nel momento in cui si accorsero che tutta quella scena era stata ripresa prontamente da un giornalista che si trovava lì per caso. Derek stava per controbattere quando il suo orologio – o almeno era quello che Stiles pensava che fosse – iniziò a suonare. «C’è una rapina alla Banca Centrale. Dovrei andare…» disse come per chiedergli il permesso. «Oh, certo» rispose Stiles sorridendo, felice di aver finalmente avuto occasione di parlare con – parole sue – “il supereroe più figo e simpatico di sempre”. Nel momento in cui Derek si girò e iniziò a correre verso la Banca urlò un “La prossima volta cercherò di non fare del male a nessuno!” e il supereroe, invece, si ritrovò a sperare in un incontro proprio come i due precedenti. |