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Autore: n3rieko    14/05/2016    2 recensioni
Le lunghe ciglia di Tadashi sembravano intrappolare la polvere della notte e le sue iridi olivastre si dipingevano di galassie, le sue lentiggini diventavano costellazioni e le sue labbra, dolci come il bagliore candido della luna, si schiudevano nello stupore.
Lo stava guardando, Tsukishima. Non poteva farne a meno.

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One shot breve e piena di stelline :3
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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--> Tsukishima x Yamaguchi - Non ci sono spoiler <3

 

✮ Starry eyed 


«Sicuri che non ci siano orsi qui?»

«O-orsi?! C-ci sono orsi?? QUI?!»

«È un campeggio attrezzato, non ci sono orsi» li tranquillizzò Tsukishima, più per far stare in silenzio Hinata che per amor loro.

Kageyama si limitò a prendere un colorito ceruleo senza aggiungere altro.

Erano appena usciti dai bagni ed Ennoshita li stava aspettando fuori dalla struttura, l'asciugamano attorno al collo ed i capelli ancora fradici. L'ultimo bagliore azzurro del tramonto stava scomparendo lasciando il posto ad una notte serena.

Il capitano della Karasuno indicò una scalinata che si inoltrava tra gli arbusti e scendeva fino ad uno spiazzo illuminato su cui davano diverse piazzole: «Secondo anno, tende cinquatadue e cinquanta tre. Avete una torcia vero?»

«Si siamo a posto, grazie.» Tadashi estrasse dalla tasca dei pantaloncini la torcia e la passò a Tsukishima, silenziosamente eletto capocordata dagli altri tre. Le luci degli stabilimenti ed i lampioni rischiaravano a malapena il persorso.

«Allora buona notte, la colazione è alle otto, vi verremo a svegliare noi» Ennoshita sorrise e l'unico a rispondere fu Yamaguchi, Hinata era ancora palesemente terrorizzato ed anche Tobio non sembrava aver ripreso una sfumatura salutare. Tsukishima aveva già iniziato a scendere.

I gradini erano irregolari ed erano costruiti con pietre e pezzi di legno. Alcuni erano franati, altri nascosti da arbusti. Kei aveva lasciato la luce a Tadashi, precedendo tutti e scendendo con inaspettata disinvoltura.

«Cos'è stato? Hinata idiota che stai facendo?!»
«Niente! Non ho fatto niente giuro!»

«Sarà stato un topo, non vi preoccupate» la voce e la presenza di Yamaguchi riuscivano in qualche modo a contenere le reazioni della coppia.

«Tanto il primo ad essere sbranato saresti tu» borbottò Tobio all'orecchio del rosso.

«Ehh!? Sei tu l'ultimo della fila, perché dovrebbero sbranare me??»

«Perché fiutano la tua stupidità»

«Allora sareste entrambi già morti» concluse Tsukishima, l'espressione seccata e le mani in tasca.

Probabilmente avrebbe avuto una risposta pronta anche per Bigfoot, pensò Hinata raggiungendo l'ultimo gradino con un balzo.

Le tende erano due e non vi furono particolari dubbi sulla divisione delle coppie, non che qualcuno si fosse posto il problema in primo luogo.

Tadashi si gettò sul sacco a pelo con un sorriso sereno che non mostrava nemmeno un poco della stanchezza che aveva in corpo.

«Sbrigati Tsukki, o entreranno gli insetti»

«Ah, hai ragione, Yamaguchi» fece il biondo rivolto ad Hinata e Kageyama che già si erano fiondati sui loro giacigli. «Non vorrei mai che entrassero serpenti o tarantole.»

L'altra tenda si scosse imporvvisamente:

«CHE?!?!»

«Hinata idiota, smettila!»

«Tsukki...» Kei non se lo fece ripete ed entrò anche lui sdraiandosi accanto a Yamaguchi.

Attorno a loro i grilli frinivano senza sosta ed il vento leggero faceva ondeggiare gli alberi. Il fruscio delle foglie in lontananza si avvicinava come un'onda, finché l'aria non colpiva anche le loro piccole tende facendone scuotere il telo esterno. Se i due con cui condividevano la piazzola fossero stati più silenziosi sarebbe stato perfetto, pensò Tsukishima, gli occhi fissi su Yamaguchi, la cui espressione sembrava in pace con la terra e l'universo intero.

Tadashi si alzò a sedere. Il suo viso era a malapena illuminato dal bagliore della notte attorno a loro; un lampione dalla luce fioca poco distante, la mezzaluna alta in cielo, le migliaia e migliaia di stelle la cui esistenza era sconosciuta a chi abitava in città. Cercò la cerniera del sacco a pelo tastando nell'oscurità e sfiorando la pelle del biondo che lo osservava placidamente, troppo stanco per spostarsi.

«C-che c'è?» chiese una volta accortosi dello sguardo. Si toccò i vestiti e si passò una mano tra i capelli nel tentativo di trovare una spiegazione.

«Niente.»

Non c'era davvero niente di sbagliato in Yamaguchi, era solo... solo piacevole da osservare.

 

Quando Tsukishima controllò l'orario era da poco passata l'una e mezza, il suoi piedi erano gelidi e non appena si muoveva l'aria fredda entrava nel sacco a pelo facendolo rabbrividire. Il materassino che lo divideva dal suolo era così sottile che era riuscito a fare una mappatura completa delle cunette del terreno su cui era sdraiato e, cosa più spaventosa di tutte, Yamaguchi, Hinata e Kageyama sembravano dormire come sassi.

Si alzò cercando di non far rumore, dopotutto sapeva che Tadashi non aveva il sonno pesante e quella sera doveva essere veramente stravolto.

L'aria della notte si era rinfrescata e la t-shirt ed i pantaloncini non erano di certo abbastanza pesanti per starsene in giro. Ciò nonostante, Kei si avviò comunque lungo la scalinata. I bagni erano vuoti e l'unico suono all'interno della struttura era il ronzio delle plafoniere al neon.

Non che le cavallette gli avessero mai dato fastidio, ma quella che era piombata sull'orinatoio non meritava certo una gran simpatia. Era verde e lunga quanto il suo pollice, un essere con cui ebbe un' intenso contatto visivo per gli interminabili quaranta secondi che impiegò per far pipì, terrorizzato potesse saltargli addosso da un momento all'altro.

Quando tornò alla piazzola trovò qualcuno seduto sulla staccionata avvolto in una coperta.

«Tsukki!» sussurrò Tadashi facendogli segno di avvicinarsi. «Ci sono le stelle cadenti!»

«Io vado a letto.»

«No aspetta! Dieci minuti e poi dormiamo. Promesso.»

Nè Hinata né Tobio sembravano essersi svegliati.

Kei sospirò ed andò a sedersi accanto a Yamaguchi che lo accolse sotto la coperta come un uccellino che apre l'ala per offrire riparo. Il tepore era piacevole e le loro braccia si sfioravano delicatamente. Entrambi rivolti verso l'immensa volta celeste, si ritrovarono presto in silenzio, i loro respiri calmi che si perdevano tra le stelle.

Tadashi non si accorse di come ormai la sua guancia si fosse avvicinata alla spalla di Kei, e quando vi si appoggiò nessuno dei due disse nulla. Era quell'ora in cui il tempo sembra scorrere in modo diverso, in cui i granelli nella clessidra fluttuano senza un sopra ed un sotto, in cui le stelle sembrano bruciare come piccole fiammelle al vento ed in cui la realtà appare come un sogno. Le lunghe ciglia di Tadashi sembravano intrappolare la polvere della notte e le sue iridi olivastre si dipingevano di galassie, le sue lentiggini diventavano costellazioni e le sue labbra, dolci come il bagliore candido della luna, si schiudevano nello stupore.

Lo stava guardando, Tsukishima. Non poteva farne a meno.

«L'ho vista! Tsukki l'hai... » il giovane si interruppe nello scoprire di essere il solo a cercare le stelle cadenti. «Tsukki...?»

«Mh?»

La mano di Tadashi era fredda, le sue dita sottili e femminee erano delicate come fiori. Kei le prese e le strinse senza alcuna apparente ragione, era semplicemente la cosa giusta da fare in quel momento.

Appena visibile, un rossore iniziò a colorare le gote di Yamaguchi e gli occhi, grandi e confusi come quelli di un cerbiatto, si perdevano nello sguardo con cui Kei ne accarezzava ogni sfumatura.

Si dimenticarono delle stelle e dei mille desideri inespressi, dimenticarono la pallavolo, la tenda alle loro spalle e la stanchezza nei loro arti.

Tsukishima si sporse in avanti, quanto bastava perché la distanza che li divideva svanisse in un bacio timido.

Yamaguchi si sentì rabbrividire, gli occhi chiusi e lo stomaco popolato da farfalle leggere come le labbra che lo accarezzavano. Si allontanarono e si ripresero, si rincorrevano e si ritrovavano in piccoli baci casti, caldi come le fiammelle che bruciavano in cielo e vellutati come petali.

Yamaguchi sorrise e Kei non poté fare a meno di stringerlo a sé.

 

Fu una notte lontana dalla realtà che svanì lasciandoli addormentati nello stesso sacco a pelo, la coperta che avevano usato come mantello ancora sulla staccionata a raccogliere le ultime stelle prima dell'alba.




Note: Non sapevo che farmene. Inizio ad ascoltare un certo tipo di musica e mi parte la necessità di scrivere di stelline, vento e luci. No, non lo so nemmeno io che genere di droga sia. In ogni caso, è breve, inconcludente e fluff (?) Si può definire così? Faaatemi sapere ù3ù 
In genere non riesco mai a scrivere di getto quindi il tutto suona macchinoso e poco fluido, comunque grazie di essere arrivati fin qui o semplicemente per aver aperto la pagina :3 
Alla prossima 

  
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