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Autore: SanjitaSwan    14/05/2016    3 recensioni
Due coinquilini.
Novanta giorni di astinenza da appuntamenti.
Novanta giorni senza incontrare nuove possibili fidanzate
Novanta giorni per conoscersi meglio.
Come andrà a finire?
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Sei silenzioso stamattina, marimo” commenta acidamente quello stupido damerino a colazione, il mattino dopo quello schifoso appuntamento con la ninfomane.
“Per una volta che Rufy non c’è e si sta in silenzio” commento, finendo il caffè.
È una delle poche volte che riesco a fare colazione senza dover stare attento che quel pozzo senza fondo di Rufy si mangi quello che c’è nel mio piatto, e intendo godermi questo momento.
Inoltre, dopo la magnifica serata di ieri sera, non ho proprio voglia di parlare, specie con Sanji.
Se sapesse quello che è successo ieri sera mi sfotterebbe fino alla fine dei miei giorni.
Però anche lui non ha una bella cera, e stanotte l’ho sentito rientrare verso le quattro del mattino.
“E tu invece che hai fatto stanotte? Hai due occhiaie che ti arrivano fino al collo… e perché sei tornato così tardi?”
Lui mi guarda, e resta zitto per qualche secondo.
“Te l’ho detto che tornavo tardi ieri sera… io e i colleghi ci siamo trattenuti fino a tardi”
Dal tono di voce frettoloso e ansioso di cambiare argomento capisco che si sta inventando tutto di sana pianta, e che ha passato una nottata d’inferno, forse peggio della mia.
Ma sinceramente non mi interessa sapere cosa ha fatto. Insomma, è qui ed è vivo, no?
“Ieri sera come è andata con quella ragazza?” chiede, tornando a guardarmi.
Cazzo! Mi conviene cambiare argomento alla svelta, sicuramente non gli andrò a dire “Niente male, ho scopato nella cameretta d’infanzia di una ninfomane divorziata con l’alito di un topo di fogna e ho schizzato su un poster di Foxy deformandolo”.
“Non male… me l’ha data” taglio corto, dando a intendere che non ho voglia di parlarne.
Fortunatamente lui coglie il segnale, e torniamo a mangiare in silenzio.
“Ogni tanto è bello fare colazione tranquillamente, senza Rufy tra le palle” commenta quando finisce, stiracchiandosi sulla sedia.
Rispondo con un grugnito.
È imbarazzante stare qui seduto in silenzio con il ricciolo, ma non riesco a capire perché.
Non ci siamo mai cagati più di troppo, e non ci ho mai dato troppa rilevanza, ma ora che siamo qui, soli in questa stanza, nel silenzio più assoluto, mi rendo conto di quanto sia imbarazzante.
“Vado a farmi una doccia” annuncio infine, avviandomi verso il bagno.
Qualcuno doveva pur rompere quel dannato silenzio!
La mattinata trascorre lenta, e a pranzo Rufy non è ancora tornato.
È evidente che sia io che Sanji iniziamo a essere in pensiero: Rufy che salta il pranzo è un evento a cui mai avrei pensato di assistere.
“Pensi che dovrei chiamarlo?” mi chiede Sanji mentre fa saltare le verdure in padella.
“Ma figurati” rispondo io seccamente, giocherellando con una forchetta. “Era con Ace, no? Magari ha deciso di pranzare con lui”.
Non riesco a finire la frase che il campanello inizia a suonare insistentemente.
“Tempismo perfetto” dice Sanji tirando una boccata alla sua inseparabile sigaretta e andando ad aprire.
“Ciao amici!” è l’allegro saluto di Rufy appena la porta si apre.
Entra in cucina con un sorriso che va da un orecchio all’altro, e un grosso sacco di iuta in una mano.
Stranamente la prima cosa che fa appena entra non è sedersi a tavola e reclamare il pranzo a squarciagola battendo forchetta e coltello sul piatto come un bambino, scatenando l’ira di Sanji, e appena Sanji ci raggiunge, scopro che ha un importante annuncio da fare.
“Ho delle notizie bellissime per voi! Come sapete sono stato a trovare mio fratello… vi ricordate Sabo, il suo coinquilino?”
Io e Sanji annuiamo, senza riuscire a capire dove vuole arrivare. 
“Beh, Sabo studia petologia… esologia… ortologia”
“Etologia, Rufy!” lo corregge Sanji. “Insomma, dove vuoi arrivare? Muoviti, che non ho tempo per le tue chiacchiere”
“Eh sì, quella roba lì che studia gli animali… comunque ieri sera abbiamo parlato molto di un suo progetto che ha appena finito e ne è molto soddisfatto…”
Mentre dice ciò alza il sacco, che per un attimo mi pare muoversi.
Anzi, ne sono sicuro.
“Rufy, che diavolo è quella roba?” chiedo, indietreggiando di mezzo passo.
“Vi presento il nostro nuovo cucciolo!” annuncia soddisfatto indicando il sacco. “Volete vederlo? È bellissimo!”
“Rufy, ancora?!” sbotta Sanji. “Ti avevo già detto che non possiamo tenere animali, il marimo è allergico ai cani, e io non voglio star dietro anche a lui, non voglio pulire anche il casino che lascia in giro, non voglio lamentele da parte dei vicini per il rumore e non voglio portarlo fuori!”
“Ma non c’è bisogno di tutto questo! Lui è bravissimo! Non sporca, non fa rumore e non va portato a spasso. Guardate, adesso ve lo mostro… però non stategli addosso perché è un cucciolo, e si spaventa”
Detto ciò, Rufy infila una mano nel sacco, e ciò che ne tira fuori è tutto tranne che quello che mi aspettavo.
“CHE SCHIFO!” strilla Sanji appena lo vede.
Anche io indietreggio di istinto, mentre Rufy sembra assolutamente a suo agio.
Dal sacco, infatti, Rufy estrae un piccolo serpente che si attorciglia sulla sua mano e su parte del polso.
È un esemplare di pitone tutto completamente bianco come la neve, e con gli occhi blu.
Devo ammettere che è uno dei più bei serpenti che abbia mai visto, e sicuramente costerà una fortuna… ma cazzo, cosa gli è saltato in mente di portare a casa un animale del genere?
“Rufy… q-quel mostro se ne ritorna immediatamente da dove è venuto, non esiste che vivrà qui! È fuori discussione!” grida Sanji, indicando il rettile con mano tremante.
“Non gridare così, che lo spaventi!” si lamenta Rufy, accarezzando l’animale, che resta fermo immobile. Evidentemente è più spaventato di quel cacasotto del sopracciglio a ricciolo, e da che Rufy l’ha tirato fuori dal sacco non si è ancora mosso. Tant’è che comincio a chiedermi se sia vero o meno.
“Non me ne frega un cazzo! Adesso lo riporti immediatamente da Sabo, oppure ti spedisco fuori di qui a calci!” insiste Sanji irremovibile.
“Ma guardalo, è così carino! È tutto bianco! E poi Sabo me l’ha regalato… era parte del suo progetto sui rettili, e aveva otto serpenti… adesso che il progetto è finito doveva dare i serpenti a qualcuno, e questo era il più bello che aveva. Ti prego! Mi occupo io di lui”
“E dove pensi di metterlo? E cosa gli darai da mangiare? Questo coso non vivrà mai qui!”
“Un serpente ha bisogno di molte cure, non è mica come un cane o un gatto!” aggiungo io, anche se l’idea di tenere questo pitone non mi fa così ribrezzo.
Mi preoccupa solo come lo terrà Rufy. Se è vero che se ne prenderà cura lui quel povero animale tenterà il suicidio se sopravvivrà più di una settimana.
Il serpente, intanto, continua a restare immobile, se non per tirare fuori la lingua ogni tanto e muovere leggermente la testa.
“Ma mi sono già organizzato con Ace per comprargli la teca oggi pomeriggio! Per favore! Lo tratterò benissimo, e non verrò mai a disturbarti, Sanji, lo prometto! Però fammelo tenere! Per favore!”
Segue una lite sul teniamolo-non teniamolo, alla quale mi guardo bene dal prenderne parte, e infine, come sempre, vince Rufy, che tutto soddisfatto porta il serpente in camera sua saltellando da una parte all’altra e scordandosi completamente del pranzo.
“Allegro, amico! Resti a vivere con noi! Ti chiamerò Fiocco di Neve!” lo sento urlare, mentre Sanji si strappa via il grembiule ed esce di casa sbattendo la porta e sibilando “Un giorno me la leverò la soddisfazione di prendervi a calci sulle gengive”.
Mezz’ora dopo, Rufy e Ace escono a comprare la nuova casetta per Fiocco di Neve (che comunque penso che sia il nome più idiota che si possa dare a un serpente), e io rimango solo.
Decido di mettere su un porno, giusto per riprendermi un po’ dalla drammatica serata di ieri.
Anche junior ha bisogno di riprendersi (anzi, direi soprattutto lui, che dopo il trattamento subito ieri ha un disperato bisogno di pronto soccorso), e ora che non ho scocciatori in giro per casa, posso dedicarmi completamente a me stesso.
Ma non passano nemmeno cinque minuti che qualche idiota inizia a suonare insistentemente alla porta.
Impreco sonoramente, mi rialzo la patta dei pantaloni e vado a vedere chi è.
È impossibile che Rufy sia già tornato, quindi questo deve essere sicuramente Sanji.
E sicuramente è ancora incazzato per la storia del serpente, quindi l’idea è quella di aprire e poi ritirarsi immediatamente a continuare quello che stavo facendo, sperando che non venga a rompere ulteriormente i coglioni.
Ma quando apro la porta quello sull’uscio non è Sanji, ma un postino.
“Ehm… salve” faccio io, cercando di ricordarmi di un eventuale ordine online.
“Buongiorno. È lei Sanji Vinsmoke?”
Ok, non è per me. Evidentemente quello stupido cuoco deve aver ordinato un altro insulso strumento da cucina o qualcosa del genere, in ogni caso di dubbia utilità per il sottoscritto.
Oppure deve aver di nuovo parcheggiato nel divieto di sosta, e si è beccato una multa. Se è così sono più che felice di non entrare nel merito.
“Ehm… no, ora lui non c’è… se non è qualcosa di personale può rivolgersi a me che sono il coinquilino, se no non so quando tornerà” rispondo, aprendo un po’ di più la porta.
“No, assolutamente… lei è il coinquilino ha detto, giusto?” risponde lui, iniziando a infilare una mano nella sacca.
“Sì” 
“Beh, quando torna può consegnargli questa?” mi fa infine consegnandomi una busta.
Lo sapevo, l’idiota si è preso una multa!
Non vedo l’ora di sbattergliela sotto il naso quando torna.
“Ehm… d’accordo… grazie” rispondo, prendendo in mano la busta.
“Grazie a lei. Arrivederci” conclude lui girando i tacchi.
Richiudo la porta e mi siedo sul divano, rigirando la busta tra le mani.
C’è qualcosa che non torna. Il destinatario è sì Sanji, ma il nome del mittente, scritto a mano, è un nome femminile mai sentito in vita mia.
Ora non mi dire che l’idiota è così disperato da aver iniziato una relazione epistolare.
Se è così è veramente squallido. Voglio dire, ormai le lettere chi se le invia più?
Deve essere per forza una vecchia senza nemmeno il telefono fisso che passa la sua vita a dar da mangiare alle sue decine di gatti.
Resto con la busta in mano qualche secondo, indeciso sul da farsi.
Sanji si incazzerebbe un sacco se mi azzardassi a toccare la sua posta, ma stavolta la tentazione di leggere le vomitevoli cose che si scrive con questa ipotetica nonna Abelarda, che probabilmente in queste lettere si spaccia per una bella figa, è davvero troppo forte.
Scusa ricciolo dei miei stivali, ma questa non posso proprio perdermela.
Apro la busta già con il ghigno beffardo dipinto in faccia, ma quando ne tiro fuori il contenuto, resto allibito.
Non è affatto una squallida lettera d’amore, ma una fattura del pronto soccorso con la data della sera prima.
Ma il meglio arriva dopo.
Questa donna è davvero una signora anziana… ma è, attenzione gente, una SPOGLIARELLISTA.
Sanji che va agli spettacoli delle spogliarelliste?
Di oltre sessant’anni, per di più!
La situazione è decisamente peggiore di quanto pensassi, altro che relazione epistolare!
E si è anche inventato una cena coi colleghi pur di andare a vedere questa vecchia!
A me, personalmente, vien da vomitare al solo pensiero di una vecchia mezza nuda che balla su un palo credendosi bella e giovane.
Improvvisamente, la porta si apre, e indovinate un po’ chi fa capolino in salotto?
“Ehi, marimo, leva quei piedi disgustosi dal tavolo” è il primo, acido commento di Sanji.
Ok, ora non me ne frega più niente se ho aperto la sua posta o meno, qui urgono spiegazioni immediate.
Mi alzo e mi avvicino con fare beffardo, mettendo le mani con la busta dietro la schiena.
“Stavo proprio aspettando che tu tornassi… ieri sei andato a cena coi tuoi colleghi, giusto?” chiedo.
La sua espressione vacilla per un istante, poi mi guarda con fare intimidatorio, e mi risponde seccamente: “Sì, problemi?”
A questo punto, con un sorriso soddisfatto, gli sventolo davanti alla faccia il pezzo di carta.
“Non so, dimmelo tu”
Raramente ho visto Sanji cadere dalle nuvole, davvero.
Ma l’espressione sconvolta che in questo momento si sta dipingendo sulla sua faccia di merda, giuro, non ha eguali.








NOTE DELL'AUTRICE:
Ed eccomi quaaaa... di nuovo in ritardo!
Questo capitolo era troppo corto per essere pubblicato, quindi ci ho messo un po' di più perché ho dovuto fare delle modifiche...
dunque, Rufy ha finalmente il suo alquanto bizzarro animaletto domestico, e i nodi iniziano a venire al pettine... come andrà a finire?
Riuscirà Fiocco di neve a non annodarsi su sé stesso dopo due giorni con Rufy? E cosa si inventerà il cuoco stavolta?
Stay tuned!!!
Spero che vi piaccia, vi ringrazio per i complimenti che ho ricevuto per lo stile comico della storia e mi raccomando, recensite!
Un bacio e alla prossima! :D
SS
   
 
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