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Autore: FABRIZX    14/05/2016    1 recensioni
Due ragazzi e due sogni. Un solo viaggio. Tom vuole diventare un Capopalestra di Tipo Veleno. Fabrizio vuole diventare un Maestro di Pokémon per potersi confrontare col Pokémon Drago che ha visto da bambino. Uniranno le loro forze per affrontare le Palestre e la Lega di Kanto e Johto. Sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Sembrerebbe una storia come tante altre nel mondo dei Pokémon... ma ogni Allenatore sa che ogni viaggio è diverso e l'avventura di Fabrizio e Tom sarà un viaggio alla scoperta di segreti incredibili ed emozioni mai provate prima. Sarà un viaggio come quelli di tanti altri... e un' avventura come nessun'altra! Perchè per diventare dei veri Maestri Pokémon, e conquistare un posto a fianco dei grandi, Fabrizio e Tom dovranno combattere al fianco dei propri Pokémon fino alla fine e contare non solo sulla loro abilità, ma anche e soprattutto sulle loro amicizie, i loro sentimenti e la guida del loro cuore!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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 Puntata 10- Doppia emergenza, parte 2

 

 

 

 

Il caos si era scatenato contemporaneamente in quasi tutta l'Arena.
Durante la pausa precedente la semifinale di Fuori dal Ring, i Pokémon vincitori delle finali di specialità precedenti si erano radunati intorno a tre podi per le premiazioni, e i giudici di gara erano scesi per consegnare le medaglie...
Per poi fermarsi stupiti e dubbiosi quando per un paio di secondi l'immagine dei megaschermi di tutto la stadio aveva crepitato e lampeggiato per un paio di secondi prima di tornare normale. Cameramen e commentatori vociavano tra loro perplessi, cercando di capire cosa avesse causato il disturbo.
In quel momento, tre persone avevano fatto un cenno con la mano.
Quando l'Arbok classificato nella specialità Corsostacoli aveva improvvisamente eseguito un attacco Nube, ricoprendo il podio di fumo nero, nessuno era stato in grado di reagire con altro che un sussulto di sorpresa e nervosismo, e di certo nessuno si era aspettato di dover temere altro...
Finchè il Parasect al secondo posto nella gara di Spingicerchio, dal podio accanto, non aveva usato a tradimento Spora contro i due Pokémon sul podio con lui, addormentandoli e proseguendo ad attaccare intorno a sè. Intanto la nube nera si era espansa dopo che Arbok aveva attaccato di nuovo.
A quel punto, qualcuno aveva finalmente gridato, e parecchie persone sulle gradinate avevano provato ad alzarsi in piedi contemporaneamente, non facendo altro che intralciarsi a vicenda.
Per qualche secondo lo stadio era stato un sisma di voci discordanti, domande e grida.
Poi, un'intero stormo di Murkrow, Wingull e Swablu era comparso calando in volo dal tetto aperto, e usando Nebbia e Nube tutti insieme.
Un paio di Stunky mischiati tra la folla lanciarono più volte Muro di Fumo, mentre al centro dello stadio, Parasect e Arbok colpivano ancora.
In pochi, fatali istanti, l'attacco aveva trasformato l'Arena in una trappola di oscurità e fumo, in cui echeggiavano grida confuse e spaventate. Uomini, donne, famiglie con nonni e nipoti, tutti quanti sbandavano nella nebbia tentando di uscire o anche solo di capire dove si trovassero. Svariati bambini piangevano, coperti ogni tanto dall'urlo di qualche ragazza.
Nel caos, alcune grida più determinate si levarono per qualche istante dal centro dell'Arena, dove i Pokémon ancora svegli e i loro Allenatori tentavano di opporre resistenza.
Durò circa mezzo minuto, poi i loro avversari ebbero la meglio, avvantaggiati dalla capacità di muoversi tra le coltri grigio-nerastre. L'ultimo ad andare al tappeto fu lo Steelix che aveva gareggiato in Spaccalastra, colpito da un attacco Bruciatutto che non aveva potuto vedere arrivare.
Il boato dell'esplosione echeggiò fino al corridoio dei bagni...
dove Tom fronteggiava i suoi avversari.

 

“Zubat, Supersuono su Murkrow!! Nidoran, Doppiocalcio contro Houndour!!” gridò Tom, il sudore che cominciava a imperlargli la fronte, dopo che i suoi Pokémon avevano schivato il primo attacco e lui stesso ne era stato quasi colpito al posto loro.
“Contraccate!!” gridarono all'unisono i due del Team Vuoto. Tom ricordava il racconto di Fabrizio dopo le Rovine d'Alfa, ma non avrebbe certo immaginato di ritrovarseli davanti in così poco tempo.
Il Pokémon Pipistrello e il Pokémon Velenago obbedirono prontamente all'ordine, e si lanciarono all'attacco. Zubat lanciò le sue onde stordenti contro il Pokémon Oscurità, che riuscì a schivare di misura, e lo attaccò alle spalle, avvolto da un'aura oscura.
L'attacco Inseguimento fece oscillare pericolosamente Zubat mezz'aria, mentre vicino a loro Houndour venne colpito dal primo calcio di Nidoran e spedito all'indietro.
Al secondo calciò, scartò di lato e afferrò l'avversario con Morso, lanciandolo via contro una parete. Nidoran atterrò digrignando i denti, mentre Houndour si lanciava per proseguire l'attacco.
Tom aspirò a fondo, cercando di seguire contemporaneamente i due fronti della lotta:
“Velenospina, Nidoran! Zubat, Sanguisuga!”
“Houndour, Braciere!!” gridò il suo Allenatore, mentre l'altra recluta ordinava: “Vai con Attacco d'Ala!”
Questa volta Tom fu più fortunato, e il morso di Zubat raggiunse l'avversario alle spalle, assorbendo parte della sua energia ed evitandone il contrattacco.
Nidoran rilasciò la raffica di aculei velenosi, che andarono cozzare contro i proiettili infuocati dell'avversario, esplodendo a mezz'aria.
Houndour fece per proseguire l'attacco, ma d'un tratto ringhiò e sussultò sulle zampe, sofferente.
“Houndour! Che cosa...?” ringhiò una recluta.
Tom spalancò gli occhi, colpito dalla gradita sorpresa.
Perfetto! È stato avvelenato da Velenopunto dopo aver morso Nidoran!
“Continua a tenerlo lontano con Velenospina! Zubat, Supersuono!” ordinò con foga.
Ancora una volta, Velenospina cozzò con Braciere senza produrre risultati, mentre il veleno
continuava ad indebolire Houndour.
Contemporaneamente, Zubat inseguì Murkrow che tentava di manovrare nello spazio stretto per evitarlo, e riuscì a raggiungerlo con Supersuono. Gli occhi del Pokémon Buio/Volante sembrarono andare fuori fuoco per alcuni secondi e Murkrow stridette incoerentemente, tentando di attaccare Zubat e finendo invece per cozzare contro una parete, perdendo penne.
Per la prima volta dall'inizio della lotta, Tom tirò veramente il fiato.
Aveva riguadagnato il vantaggio, ma non era sicuro di che cosa fare ora. Avrebbe voluto sconfiggerli, ma aveva il dubbio che fosse meglio approffittare del vantaggio per fuggire e riflettere sulla situazione.
Non era molto nel suo stile, ma avrebbe potuto essere la mossa più adatta...
Una delle reclute nemiche saltò all'indietro, afferrando una radio e gridando nel ricevitore:
“Abbiamo un seccatore, quaggiù! Potrebbero servire rinforzi!”
“Siete già in due contro uno!!” non potè trattenersi Tom, indignato.
Se loro giocano così sporco, se la sono cercata!
“Zubat, usa Supersuono contro gli Allenatori!!” gridò.
Zubat stridette perplesso, ma Tom confermò l'ordine con foga.
Le due reclute fecero un passo indietro, trasalendo: “Ehi, che cosa diavolo hai in mente...?”
È il momento!!
Tom si lanciò di corsa nel corridoio, verso l'interno dell'edificio, gridando ai suoi Pokémon di seguirlo.
I suoi avversari impiegarono un paio di secondi per riprendersi dallo shock e gli gridarono dietro furiosi: “ATTACCATE!!!”
“Velenospina!!” urlò a Tom a Nidoran, senza voltarsi.
Il Pokémon Velenago si voltò in corsa e saltò, scivolando all'indietro e lanciando una raffica di aculei che fermò il Braciere in arrivo. Murkrow, ancora una volta, non era riuscito ad attaccare.
Il ragazzo continuò a correre, voltandosi ancora una volta per richiamare Nidoran nella Poké Ball, nel dubbio che non riuscisse a tenere il passo bene quanto Zubat.
Non cercò di vedere se lo stessero inseguendo, e ad un certo punto smise di sentire grida alle sue spalle.
Corse senza badare troppo a dove andava, cercando di allontanarsi da qualunque cosa stesse succedendo là fuori e trovare un punto dove riflettere sulla situazione.
Un misto di paura e rabbia lo pervadeva, mentre la sua corsa proseguiva.
Una porta, un corridoio, gradini, una svolta...
e fu al piano terra, ai piedi delle scale oltre la reception.
Si fermò di botto, udendo delle voci.
Un altro gruppo di uomini con la stessa uniforme nera striata d'oro occupavano il bancone, dietro il quale erano legati insieme tre inservienti e due impiegate.
Ogni tanto, qualcuno di loro tentava invano di dire qualcosa o di lamentarsi, ma il bavaglio lasciava uscire solo gemiti soffocati.
Tom non potè impedirsi di sudare freddo.
Anche gli ostaggi, ora? Fino a che punto sono arrivati? Possibile che sia l'unico che non hanno ancora preso?
Trattenne il fiato, cercando di conservare la calma.
Doveva capire la gravità della situazione, e trovare un punto da cui chiamare aiuto, magari la Polizia locale tramite Pokégear. Da lì l'avrebbero sentito, quindi non aveva intenzione di provarci subito, ma diede comunque un'occhiata allo schermo...
inorridendo quando non riuscì a vedere null'altro che disturbi statici.
Si sentì più furioso che spaventato. Non era mai successo che il Pokégear lo abbandonasse in quel modo...
E se loro stessero disturbando le comunicazioni?
Tom scosse la testa. Aveva sentito parlare tante volte di organizzazioni simili, e aveva seguito con preoccupazione l'attacco alla Torre Radio di Fiordoropoli da parte del Team Rocket anni prima, ma trovarsi in mezzo a una situazione forse anche peggiore era tutt'altra cosa.
Non aveva mai sentito il suo cuore battere così forte.
Tirò il fiato un'altra volta, cercando di ascoltare che cosa dicessero le reclute al bancone, senza uscire dal suo nascondiglio. Non parlavano troppo forte, per cui colse solo parti della conversazione.
“Qualcuno ha notizie del Capo?”
“Ancora nulla di preciso. Dovrebbe essere qui tra poco.”
“...molto tranquillo riguardo la situazione, voi invece?”
“No, nulla di cui... L'organizzazione è stata impeccabile. Comun... tra poco, ormai.”
“Vero, è solo... lche decina di mi...”
Una voce femminile si aggiunse al dialogo: “Avete sentito la chiamata dei... sopra? Sul... bagno?”
“Oh, sì... a questo punto non c'è da... l'avra...”
Tom cercava di non tremare. Parlavano di lui.
Fortunatamente, sembrava che considerandolo in trappola non lo stessero inseguendo con troppa dedizione.
“Se invece non...?”
“Se anche fosse, ci siamo noi. E anche l'uscita è sorv... si tratta so... ttendere in posizione.”
“E sbrigarsi col traferimento.” aggiunse una seconda voce femminile: “Ma ci pensate? Nessun altro Team è mai riuscito a...”
“Io aspetterei a cantare vittoria. Abbiamo fatto tutto perfett... ma è comunque...”
“Quel che è. Quanto ci stanno mettendo quelli del piano di sotto?”
“Dagli tempo, avevano un bel po' di Pokémon da portare giù.”
“Ma per quale motivo li stiamo portando nel seminterrato, se poi dovre...?”
“Idiota, non ci arrivi? Non saremmo mai riusciti a far passare i container sulle gradinate. Invece,
infiltrarli un po' alla volta nel magazzino... appena arrive... sigilleremo del tutto le gradi... dopo aver radu... rsone, caricheremo al volo... via alla base!”

Una serie di mormorii soddisfatti seguì l'ultima frase, mentre il cervello di Tom lavorava freneticamente.
Pokémon portati nel sotterraneo per caricarli in un secondo momento verso la loro base...
devono essere i Pokémon degli atleti!! E forse anche quelli lasciati a riposare mentre i compagni di squadra gareggiano. Hanno rubato tutti i Pokémon dello stadio!!
Strinse il pugno, furibondo. Avrebbe voluto irrompere fuori dal suo angolo sicuro e dar loro una lezione, specialmente a quelle due oche piene di sè, ma con uno sforzo immane si trattenne. Aveva due Pokémon già feriti, e dopo aver faticato contro due avversari non poteva affrontarne così tanti, qualunque fosse il loro livello. Non aveva semplicemente abbastanza Pokémon per tenergli testa.
No... ma se li avessi potrei...aspetta. IO non ho abbastanza Pokémon, ma...
Un'idea folle aveva cominciato a farsi strada nella sua testa.
In effetti c'erano abbastanza Pokémon per aiutarlo.
Doveva soltanto riuscire farsi strada per raggiungerli.
Come se fosse facile.
Cercò di sporgersi il più discretamente possibile, per osservare i dintorni...
Altri passi e altre voci ruppero la quiete tesa e minacciosa della reception.
“Oh, finalmente! Sono tornati!” esclamò una delle due giovani.
La squadra del seminterrato aveva finito di depositare i container, e stava per tornare al piano superiore.

 

 

 

 

“FATE SILENZIO!!” tuonò la voce dell'uomo col megafono, in mezzo alla coltre di nebbia.
Ci vollero alcuni secondi prima che la folla isterica sulle gradinate smettesse quasi completamente di vociare, o almeno perchè le voci si abbassasero ad un livello che consentisse allo sconosciuto di parlare.
Una quiete terrorizzata e nervosa, fatta di rabbia, paranoia e panico, calò sullo stadio.
Non c'era spettatore che non si guardasse intorno convulsamente nella muraglia gassosa, cercando di stringersi a chi gli stava vicino, sussurrando e temendo quello che poteva accadere. Le sagome scure di svariati Pokémon volanti sfrecciavano avanti e indietro nel grigiore, e ogni tanto emettevano sbuffi oscuri e vaporosi che addensavano la coltre.
L'uomo col megafono parlò ancora: “Vorrei dirvi di non preoccuparvi, signore e signori, ma ora come ora temo di non poterlo fare. Quanto ancora durerà questa spiacevole situazione, e quali conseguenze ci saranno, dipende esclusivamente da voi.”
Mormorii si diffusero tra la folla, mentre l'uomo aspettava che le sue parole facessero effetto. Avanzò in un punto in cui la nebbia era più rada, verso il centro dello stadio, dove il pubblico potesse vederlo. Un Hypno e uno Swalot lo affiancavano, mentre osservava la folla dall'alto in basso.
Riprese: “Radunatevi al centro dello stadio, e consegnate tutti i Pokémon che ancora tenete nascosti!”
Le voci della gente erano spaventate e riluttanti. Pochi trovarono il coraggio di rifiutare, gridandogli contro con indignazione, ma le loro voci erano alte e forti, e ogni tanto qualcuno timidamente gli faceva eco. Il mormorio iniziò a crescere di intensità, diventando momentaneamente un ronzio nervoso.
Lo sguardo grigio dell'uomo si fece duro. Alzò un braccio, scandendo lentamente una sola parola:
“Velenogas.”
Swalot aspirò, Hypno roteò il pendolo, che si illuminò di viola... e mentre il primo spalancava la bocca sporgendosi rapidamente in avanti, il secondo schioccò il pendolo davanti a sè come una frusta. Due masse di gas violaceo vennero disperse intorno ai Pokémon mentre l'uomo e tutte le altre reclute del Team Vuoto nascoste nella nebbia indossavano delle maschere antigas.
Swalot e Hypno continuarono ad emettere il loro attacco, aiutati da altri Pokémon del Team Vuoto... e lo stormo di Murkrow e Swablu plasmò la massa tossica col vento prodotto dalle ali, creando un anello intorno alla folla terrorizzata, e iniziando a restringerlo.
Senza altra scelta, gli ostaggi si ritirarono verso il centro dello stadio, cedendo i loro Pokémon al Team Vuoto, tra lacrime e gemiti.
Da dietro la maschera, l'uomo rise. Un suono basso, quasi meccanico.
Osservò l'orologio che portava al polso.
Non mancava troppo, e stava andando tutto secondo i piani.

 

In tutta l'arena e negli spazi circostanti, ogni membro del Team Vuoto occupava precisamente la sua posizione e ogni ingranaggio del macchinario girava come doveva. Piccole squadre che andavano da tre a sei unità pattugliavano l'esterno dello stadio e un gruppo più nutrito stava di guardia al viale che portava al Parco Nazionale.
Gli sguardi delle Reclute variavano dall'attento all'arrogante, fino al leggermente annoiato.
Quelli della pattuglia all'ingresso Sud dell'Arena, invece, vibrarono di sgomento e sopresa quando di fronte a loro si materializzò un'alta figura vestita di grigio, comparsa dal nulla in un piccolo fuoco d'artificio di scintille colorate.
Ci fu qualche secondo di teso silenzio, e sguardi circospetti.
Poi qualcuno sbiancò e gridò un nome...
a cui seguirono altre grida, di stupore ed allarme.

 

 

 

 

 

Con il cuore in gola, Tom scavalcò il bancone più velocemente possibile, trattenendo il fiato.
Strinse gli occhi quasi con disperazione e contrasse tutti i muscoli nel momento dell'atterraggio, pregando di non aver fatto rumore, e sentendo dolore un po' dappertutto.
Rimase immobile, respirando a malapena. Dietro di lui, le voci non si erano interrotte, nè avevano cambiato tono.
Fortuna... solo fortuna.
Avrebbe voluto tirare un grosso sospiro di sollievo, ma si costrinse ad espirare piano e gradualmente per non farsi sentire.
Ancora non si capacitava del tutto di essere in quella situazione.
La squadra emersa dal piano sotterraneo non si era diretta immediatamente verso le scale mobili bloccate dove era nascosto Tom, fermandosi invece a parlare con la squadra che teneva in ostaggio i dipendenti dell'Arena. Non aveva neanche tentato di sentire di che cosa parlassero, temendo di perdere l'occasione e venire scoperto. Si era sporto dal nascondiglio per assicurarsi che assolutamente nessuno degli sguardi puntasse verso di lui. Fortunatamente, erano tutti quanti rivolti verso i poveracci legati e imbavagliati dietro il bancone di sinistra, dove erano radunati tutti i membri del Team.
Non c'era momento migliore... e Tom non l'aveva perso.
In un disperato tentativo di essere insieme veloce e silenzioso, era uscito dal suo nascondiglio tenendosi più basso che poteva, a passo rapido ma senza correre, con le ginocchia che già iniziavano a dolergli per lo sforzo, fuori dall'angolo sicuro, attaccandosi al muro, praticamente strisciando contro la parete dietro la grossa pianta accanto al bancone centrale... e poi aveva scavalcato.
A un certo punto, gli era sembrato di udire uno scoppio di voci alle sue spalle, ma nessuno era venuto a catturarlo.
Probabilmente, gli ostaggi si erano lamentati o divincolati più rumorosamente del solito, e le reclute avevano reagito aspramente.
Per un attimo, si domandò se non fossero stati proprio gli ostaggi a sentirlo o ad accorgersi in qualunque modo di lui prima delle reclute... e in quel caso il rumore che avevano fatto...
Ma era improbabile. Da dove si trovavano era difficile che lo avessero visto, e per fortuna nessuno degli schermi o delle telecamere di sorveglianza sembrava funzionare.
Si mosse piano, per un tempo dilatato che sembrava oscillare come un pendolo inquietante, tenendosi basso fino all'altro lato del bancone centrale. Scavalcare anche questo sarebbe stato rischioso, ma doveva tentare.
Aveva considerato di passare dal cancelletto frontale usato dagli atleti dopo l'iscrizione, ma probabilmente era bloccato, oltre ad essere un passaggio più lento e probabilmente più rumoroso.
Si appoggiò all'ostacolo da superare, tendendo l'orecchio.
La squadra di guardia agli ostaggi stava finendo di consultarsi con quella dei sotterranei. Venne dato l'appuntamento a dopo. Si stavano per muovere, tra poco si sarebbero girati... e se gli altri li avessero guardati andar via probabilmente ci sarebbe voluto un bel po' prima che ci fosse un'altra finestra di tempo utile per muoversi.
Poi una delle reclute scoppiò a ridere rumorosamente, e due alzarono la voce per interromperla, sovrastando tutto il resto...
Come colpito da un fulmine, un fiotto d'adrenalina che passò in un sol colpo dai recessi del cervello alle gambe, Tom agì.
Si issò sul bancone rotolando al contempo oltre il bordo e atterò, indelicatamente ma in silenzio, ammortizzandosi con le mani e la punta dei piedi.
I muscoli gli si contrassero in modo poco gradevole, e le dita in particolare dolevano parecchio, ma si concesse un impercettibile sospiro.
Ce l'ho... fatta...
Le reclute della squadra container si mossero, e lo stesso fece anche lui. Mentre quelli salivano per le scale per andare a raccogliere gli ultimi carichi di Pokémon rubati, Tom, ormai fuori vista, imboccò e scese le scale mobili spente a destra del bancone centrale... e attraversò la porta del piano inferiore.

 

Si fermò a bocca aperta, indignato.
Il piano inferiore dell'Arena Pokéathlon era composto di 4 sale consecutive dedicate a celebrare in vari modi gli atleti Pokémon e le loro vittorie. Si trattava di un ambiente elegante, semplice e di grande impatto per Tom e per ogni altro appassionato, uno spazio dedicato all'onore e al talento, alla storia passata e recente del Pokéathlon.
Sale da rispettare e curare.
Non certo da usare come magazzino di ladri.
E purtroppo, era esattamente ciò che aveva fatto il Team Vuoto: lungo le pareti della Sala Solidarietà, in un paio di casi perfino danneggiando gli espositori di medaglie e trofei, erano appoggiati svariati container metallici dall'aspetto freddo e in qualche modo truce, chiusi da meccanismi complessi e sgraziati.
I Pokémon rubati!
Tom si avvicinò ad uno dei container e tentò per qualche secondo di armeggiare con i meccanismi ma non aveva nemmeno idea di dove cominciare per aprirli. Lasciò andare un gemito scoraggiato, e diede un altra occhiata alla stanza, prima di proseguire nella Sala Fiducia.
Trovò più o meno lo stesso spettacolo, sebbene con appena due o tre container e molti meno danni alla sala. Anche qui, nulla da fare.
La Sala Potenziale aveva uno strano macchinario collegato alla sorta di teca cilindrica centrale, che emetteva una serie di pigolii intermittenti. Tom lo ispezionò per un po', ma decise che prima di osservarlo più da vicino avrebbe indagato la Sala Amicizia, ultima e più maestosa delle quattro, in un certo senso.
Tom entrò con un lieve senso di riverenza per un luogo che finora aveva solo visto in qualche servizio.
Il pavimento decorato con geometrie dorate, lo stemma del pugno che usciva dalla Pokéball sul motivo rosso e vermiglio della parete di fondo, il triangolo di piedistalli scintillanti con un quarto al centro... quasi tutto come doveva essere.
Tutto, tranne forse la grata leggermente fuori posto di una bocchetta di areazione,apparentemente sporca di qualcosa di scuro e lucido, e le gabbie appoggiate vicino al piedistallo centrale.
Si trattava di strutture cubiche o parallelepipedi, che tuttavia non avevano vere e proprie sbarre o pareti rinforzate, ma piuttosto un telaio formato esclusivamente dalla faccia inferiore, superiore e dagli spigoli del solido, con un meccanismo simile ad una manopola in alto.
Il ragazzo si avvicinò per osservarle da vicino... e si fermò ancora una volta di botto, sbattendo le palpebre: a quanto pareva, una era piena.
Dentro una gabbia di forma cubica, alta circa un metro, confinato da quelli che parevano iridescenti e traslucidi, si agitava irritato e dubbioso un esemplare di Grimer.
Perplesso, Tom si chinò da vicino a guardare il Pokémon, che picchiettava con un braccio melmoso le “pareti” della sua angusta cella. A ogni tocco, la superficie luminosa sembrava ronzare e tremolare come se non fosse del tutto concreta.
Co... gabbie con campi di forza? E poi... che ci fa proprio qui un solo Grimer?
Al vedere l'aspirante Capopalestra, il Pokémon Melma cominciò a sbracciarsi da dentro la sua prigione, emettendo una sorta di lamento basso e annoiato, che in Tom causò un'espressione piuttosto infelice.
Lo fissò dispiaciuto, e Grimer ricambiò curioso il suo sguardo, con espressione perplessa.
Quel Pokémon... come era finito lì?
E soprattutto, come avrebbe potuto aiutarlo?
“Aspetta, Grimer!” proruppe infine, ancora a voce abbastanza bassa, non del tutto tranquillo: “Ti aiuterò ad uscire da lì, in qualche modo... contaci! Devo solo capire...”
Si guardò intorno, nervosamente, senza trovare nulla.
Scosse la testa. In che situazione si era cacciato?
Rimase per qualche secondo con le mani premute sulle tempie, cercando di ragionare, fissando invano la grata sporca di... melma violacea?
Un momento... quella melma sul condotto dell'aria! Ecco da dove arriva... ed ecco che ci fa in gabbia... è uscito da lì proprio mentre radunavano le gabbie in questa sala!
Certo, restava comunque bizzarro che tra le fogne e scarichi e depositi dei rifiuti che sicuramente si trovavano nel territorio dell'Arena, un Grimer fosse finito a gironzolare proprio nei condotti dell'areazione in un momento simile. Probabilmente, i movimenti del Team Vuoto al di fuori dallo stadio lo avevano spinto a rifugiarsi in uno dei tubi di scarico, e a quel punto il Pokémon si era semplicemente addentrato più che poteva, e sfortunatamente era sbucato fuori al momento peggiore per lui...
Tom fece un respiro profondo, una parte di lui che ribolliva.
Era tutto al contempo assurdo, inquietante, e assolutamente insopportabile...
Guardò il Grimer, che lo stava fissando apparentemente a braccia incrociate, anche se i due arti sembravano mescolarsi continuamente l'uno con l'altro, l'aria curiosa e lievemente malinconica.
Proprio un Tipo Veleno, ora che ci penso.
Staccò le Pokéball dalla cinta, lanciandole entrambe in contemporanea.
Beh, non poteva esserci coincidenza migliore!!
“Zubat, Nidoran, venite fuori! Abbiamo un Pokémon da liberare!”
I due Pokémon osservarono il loro Allenatore, mentre il Grimer imprigionato, comicamente sorpreso, sembrava rimbalzare senza risultato contro le pareti del campo di forza, purchè piuttosto afflitto.
A quanto pareva, non aveva intenzione di lasciarsi scoraggiare facilmente, e incitava i suoi aspiranti salvatori con foga.
Nonostante la situazione, Tom fece un largo sorriso. Era decisamente un bel tipo, quel Grimer.
“Siete pronti? Nidoran, Velenospina contro la gabbia, forza!” ordinò.
Il Pokémon Velenago puntò il corno verso il campo di forza ed emise la raffica di spine luminose, ottenendo un tremolio concentrico, come onde in uno stagno colpito da un sasso, ma alla fine l'attacco si concluse in uno scoppio rumoroso ma inefficace.
Tom sbuffò frustato, mentre Grimer scuoteva il capo melmoso, sconsolatamente.
“Zubat, prova con Spennata in un punto diverso!” tentò ancora il ragazzo.
Con un colpo d'ala e la bocca spalancata, Zubat si lanciò a volo in avanti, serrando le zanne contro un angolo della gabbia, che si inclinò per un istante di lato e ricadde senza danni visibili, mentre Zubat si ritirava scuotendo il capo. Ma per un attimo, solo per un attimo, il campo di forza aveva tremato, come un'immagine televisiva mal ricevuta. Tom trattenne il fiato: “Zubat, puoi indicarmi il punto che hai colpito?”
Il Pokémon Pipistrello fece una giravolta a mezz'aria e svolazzò sopra l'angolo che aveva attaccato, cercando di non ostruire la vista a Tom, che si avvicinò per osservare meglio.
Alla congiunzione degli spigoli, il telaio della gabbia era più spesso, e decorato da una placca traslucida di plastica rossa molto resistente.
Visto lo spessore dell'angolo, quel poco che intravedeva oltre la barriera di energia e la reazione precedente, Tom immaginò che il campo di forza venisse emesso dagli angoli del dispositivo, con gli emettitori protetti esternamente dal campo stesso e internamente da un rinforzo dello stesso materiale dello spessore sugli angoli. Al contempo, non riusciva a capire da dove cominciare per disattivarlo. Sospettò che servisse qualche tipo di chiave che probabilmente aveva la squadra del Team Vuoto.
Forse continuando a colpire in questo punto riusciremo a disattivarlo... spero. Altrimenti non so proprio che altro tentare.
Prese fiato. Il tempo stringeva: “Grimer, mi senti?”
Il Pokémon annuì, incuriosito. Sollevato, Tom proseguì: “Spostati dall'altro lato della gabbia. E scusa, potrebbe agitarsi molto.”
Grimer spalancò notevolmente i grossi occhi rotondi dalla pupilla stretta, e in qualche modo si ammassò nell'angolo opposto a quello indicato da Tom.
L'aspirante Capopalestra annuì soddisfatto, prima di rivolgersi ai suoi Pokémon: “Zubat, Nidoran, disintegrate quell'angolo della gabbia! Non importa con quale attacco, ma fate in fretta!!”
I due annuirono all'unisono, e Nidoran corse contro la gabbia, sferrando un Doppiocalcio contro l'angolo e facendola quasi rintoccare, ma senza danneggiarla. Zubat seguì con Morso, serrando denti luminescenti sulla sporgenza, apparentemente invano.
“Continuate!!” esortò Tom, piuttosto nervoso. Certo, a forza di colpi prima o poi ce l'avrebbero fatta... ma in quanto tempo? E cosa avrebbero rischiato nell'attesa?
L'assalto proseguiva. Spine velenose, morsi, calci, cariche si abbatterono su qualsiasi materiale formasse il telaio della gabbia, in una pioggia incessante, frustrante, infruttuosa.
Dopo un minuto e mezzo, scintille cominciarono a sprizzare dal punto d'impatto, e i due Pokémon iniziarono a sembrare affaticati. Tom li esortò ancora, e Nidoran proseguì, mentre Zubat non sembrava più tanto convinto dell'utilità del tentativo, attaccando pigramente ogni tanto.
Tom fu sul punto di infuriarsi con lui, ma il rimprovero finì solo per distrarre Nidoran, e il ragazzo allora si concentrò sull'incitamento. Altri trenta secondi e sbuffi di fumo nero, grigio e bianco si unirono alle scintille, mentre il campo di forza tremava sempre di più. Tra uno sballottamento e l'altro, Grimer li incitava agitando vigorosamente un braccio. Tom non riusciva a non sorridere guardandolo, ma al contempo aveva il cuore in gola. E se il Team Vuoto fosse tornato ora?
“Zubat, visto che non stai facendo nulla, torna indietro e nasconditi per controllare se arrivano!” ordinò seccato. Il Pokémon Veleno/Volante stridette un paio di volte, indisposto, e poi svolazzò di malavoglia oltre la porta. Sembrò quasi che borbottasse.
Tom fu sul punto di fare lo stesso, ma sebbene Zubat lo facesse impazzire, non era proprio il momento. Nidoran sembrava cominciare ad avere il fiatone, e faceva pause più lunghe tra un attacco e l'altro.
Tuttavia, il campo di forza ormai tremava e sembrava percorso da disturbi e irregolarità anche quando non era sotto attacco, e il generatore nell'angolo era ammaccato e fumante. Ogni tanto, sputacchiava scintille. Tom annuì tra sè, insicuro se essere soddisfatto di averlo già ridotto in quello stato o frustrato perchè nonostante tutto ancora non aveva smesso di funzionare.
Si rivolse a Nidoran: “Ok, amico... Vai con una raffica di Velenospina, finchè non cede!!!”
Nidoran lanciò un grido acuto di battaglia e caricò il colpo: la luce violacea avvolse il corno, e una volta presa la mira, la pioggia di aghi bombardò il bersaglio senza pietà...
Dieci secondi, poi quindici, venti... e il generatore all'angolo esplose come un petardo, riecheggiando per svariati secondi tra le pareti della Sala Amicizia. Tom esultò selvaggiamente nella propria testa, tutto il corpo in tensione...
Ma la barriera non aveva ceduto.
Nel momento in cui il generatore era andato, le placche traslucide sugli altri angoli del macchinario avevano lampeggiato di rosso, e con un misto fra un ronzio e un sibilo la barriera compatta era stata sostituita da una serie di sbarre luminose verticali aranciate emesse dal telaio: la gabbia aveva compensato la perdita di un generatore passando ad un tipo diverso di barriera energetica, meno compatto, ma altrettanto efficace.
“NO!” si lasciò andare Tom, agitando violentemente un braccio. Non era servito a nulla... pur essendoci dello spazio tra le sbarre, nessun Pokémon sarebbe riuscito a passare.
A quanto pareva, invece, Grimer la pensava diversamente.
Nel momento dell'esplosione si era appiattito dal lato opposto, coprendosi gli occhi. Scosse la testa e sollevò le braccia a bocca spalancata, in un'espressione di esultanza assolutamente ridicola, per poi infilare un braccio in uno spazio tra due sbarre, finendo per sfiorarle.
Lo ritrasse con un lamento stupito quando le sbarre lo scottarono, e si soffiò sul braccio agitandolo dolorosamente.
Tom si fermò sospirando. Adesso erano anche roventi?
Ecco perchè hanno cambiato colore... queste maledette gabbie sono geniali.
Un gorgoglio esultante interruppe i suoi pensieri. A giudicare dall'espressione, Grimer aveva in mente qualcosa. Si concentrò intensamente e venne avvolto da luminose ondulare verde acceso, mentre il suo corpo sembrava tremolare... e diventare decisamente più piccolo.
Co... aspetta, ho capito! Sta usando Minimizzato!
Grimer fece una sorta di largo sorriso compiaciuto, e semplicemente si deformò attraverso lo spazio tra due sbarre, scivolando progressivamente fuori sotto forma di una lunga e stretta striscia di melma viola.
La combinazione tra il suo corpo semiliquido e la riduzione di volume causata dalla mossa gli permise di passare quasi senza problemi dall'altra parte.
Quasi.
Non riuscì comunque ad evitare del tutto di sfiorare le sbarre, e un paio di volte si contorse violentemente come risultato. Una volta ripresa la forma abituale all'esterno della gabbia, aveva un'espressione abbastanza sofferente, ma decisamente soddisfatta.
Si voltò verso Tom, osservandolo per qualche secondo... e di colpo gli scivolò sulle gambe, in una sorta di fangoso abbraccio di gratitudine.
D'istinto Tom sussultò, con le mani fra i capelli corti: non era per niente preparato all'idea... e portava dei pantaloncini.
Tuttavia, quando pochi secondi dopo Grimer si staccò agitando felice le braccia, Tom notò che non sembrava avere l'odore terribile che si sarebbe aspettato, pur emettendone comunque uno abbastanza forte e dolciastro.
Apparentemente, non gli aveva neanche lasciato troppa melma sulle gambe.
L'aspirante Capopalestra Veleno sorrise compiaciuto: “Ehi, Grimer... sai che sei proprio un bel tipo? Che ne diresti di unirti a noi? Con un Pokémon Veleno come te potremmo fare grandi cose, me lo sento!”
Il Pokémon Melma inclinò la testa di lato, e gorgoliò curioso... poi alzò di colpo un braccio, come se colpito da una folgorazione, e indicò ripetutamente l'ingresso della sala, cominciando a scivolare in quella direzione.
Oh... giusto. Immagino che prima dovremmo uscire da qui.
Nella Sala Potenziale si riunirono a Zubat, che ancora non aveva visto segni del Team Vuoto e svolazzava intorno a uno dei macchinari collegati alla grossa teca cilindrica.
Tom si avvicinò, seguito dai suoi tre compagni e ispezionò attentamente il congegno, cercando di non toccare nulla. Un piccolo schermo riportava la stabilità di un segnale elettromagnetico, e lo stato di una lista di telecamere e schermi, tutti “neutralizzati con successo”.
Un'altra finestra riferiva lo stato del segnale diversivo trasmesso alle emittenti televisive, una schermata identica a quella ufficiale del canale che avvertiva di problemi tecnici che avevano portato all'interruzione momentanea della diretta.
Ecco con cosa hanno disturbato le comunicazioni!! Evidentemente da qui potevano nascondere il congegno e collegarlo al computer centrale.
Tom considerò per un attimo se spegnere o distruggere il congegno. Probabilmente sarebbe stata la cosa giusta da fare, e avrebbe permesso all'allarme di diffondersi più velocemente. Il Team Vuoto sarebbe stato filmato e forse la Polizia sarebbe riuscita ad intervenire in tempo.
Ma se il segnale si fosse interrotto di colpo, probabilmente sarebberosubito venuti a prenderlo. E in quattro non avevano speranza di difendersi contro tutte quelle reclute.
Avrebbe dovuto aspettare ancora un po' per lanciare l'allarme... ma non aveva intenzione di passare quel tempo con le mani in mano. Se volevano venire a catturarlo, che facessero pure.
Avrebbe fatto di tutto per preparargli una degna sorpresa.
Si diresse di corsa alla Sala Fiducia, con Grimer e gli altri al seguito.
Non c'era un secondo da perdere.
 

 

 

 

 

 

 

Nello stadio, la folla assembrata sul campo di gioco era in condizioni sempre peggiori.
Già una dozzina di persone avevano avuto un malore, e chi poteva tentava di prestare un minimo di assistenza cercando di evitare la pressione circostante. Su tutti i lati, reclute del Team Vuoto circondavano il campo affiancate da Pokémon in atteggiamento minaccioso. La coltre di fumo si stava diradando, ma ciò significava semplicemente più caldo per la maggior parte dei presenti.
L'ufficiale del Team Vuoto era rimasto praticamente impassibile per tutto il tempo, limitandosi a rispondere laconicamente a qualche messaggio radio, e occasionalmente ad ordinare seccamente qualcosa, e in un'altra occasione rivolgendosi alla folla: “È un piacere vedere che siate giunti tutti a più miti consigli, gentili signori. Come ho già detto, questa situazione spiacevole si concluderà presto.
Ci tengo a ricordarvi che tutto questo è dovuto alla tragica ottusità dimostrata da innumerevoli individui, tesi ad ostacolare il progresso dell'umanità.
Se le nostre guide non fossero in preda a un diabolico torpore tutto ciò non sarebbe necessario, ma a volte soltanto uno schiaffo può risvegliare da un sonno profondo.
Credetemi... non provo alcun piacere in ciò che siamo costretti a fare oggi...”
proclamò, con un sorriso che non sembrava troppo d'accordo.
“...ciònondimeno, se volete una vita più che libera, vi conviene ascoltarci. Abbiamo dovuto imporci bruscamente, perchè la nostra voce era soffocata da ciò che vi hanno abituato a credere... ma se vi unirete a noi dopo oggi, avrete finalmente ciò che per tanto tempo vi è stato negato!
Mi riferisco...”
Si interruppe, irritato. Una recluta gli si era avvicinata di corsa, richiamando insistemente la sua attenzione, a voce e gesticolando.
Ringhiò per un secondo tra i denti, ma non perse la calma: “Spero per te che ne valga la pena.”
L'altro impiegò un paio di secondi per riprendere fiato, poi si rivolse a bassa voce al suo superiore:
“L'intruso nei bagni... non è stato intercettato dalle squadre al piano inferiore, ma non è più presente sul corridoio. A quanto pare l'abbiamo perso!”
La reclutà potè quasi vedere il sangue scaldarsi sotto la pelle dell'ufficiale: “Come ne siete stati in grado? Mi avevate detto che era un ragazzino!”
L'uomo non rispose, piuttosto nervoso.
L'ufficiale proseguì: “Da ordine di rafforzare la sorveglianza all'ingresso e bloccarlo. Portate giù in fretta l'ultimo container e trasportate subito tutto fuori per il trasferimento. Il Capo è in arrivo. Scollegate il disturbatore di segnale solo all'ultimo momento. Non possiamo permetterci fughe di informazioni. E ora...”
Si interruppe ancora, impallidendo, con una goccia di sudore che scendeva sulla fronte.
Il ragazzo non era stato intercettato... i sotterranei...
“MANDA UNA SQUADRA AI SOTTERRANEI, SUBITO!! ABBATTETE OGNI RESISTENZA CHE INCONTRATE E CATTURATE L'INTRUSO!!!”
Il respiro dell'ufficiale si era fatto affannoso.
Non ora... non proprio adesso...
Un suono acuto lo distrasse, e l'uomo attivò un pulsante sull'auricolare, rispondendo alla chiamata.
Il Capo non sarebbe mai arrivato abbastanza presto.

 

 

Il grosso velivolo aveva coperto metà della distanza che lo separava dall'Arena Pokéathlon e stava cominciando ad accelerare in maniera leggera ma inesorabile. La quota a cui volava lo rendeva fuori portata di qualunque radar e la velocità era regolata in modo da raggiungere il bersaglio esattamente al momento del trasferimento, esponendosi per il tempo più breve possibile.
Il Capo del Team Vuoto contemplò con orgoglio il paesaggio che scorreva davanti ai suoi occhi: la quantità di tempo e preparazione del colpo aveva finora pagato con un esecuzione perfetta, e presto avrebbe fruttato ancora di più. Probabilmente, non avrebbero più avuto bisogno di grosse azioni per un bel pezzo, una volta avuto successo, fino a poco prima della vittoria finale.
Tuttavia, nulla andava mai perfettamente secondo i piani, e il suo tenente avrebbe dovuto sistemare un disturbo dell'ultimo momento prima che tutto filasse di nuovo liscio.
Non che la cosa turbasse troppo il Capo: anzi, aveva decisamente apprezzato che l'occasione si fosse presentata proprio in quel momento, con tutte le carte a loro favore.
L'ufficiale rispose, chiedendo di fare rapporto.
La voce fredda e tagliente del Capo replicò: “Obbedisci prima, riferisci poi. Il nostro carissimo amico si è ripresentato all'ingresso. Devi occupartene di persona, e catturarlo prima del mio arrivo.”
“Vedete, mi trovo in una posizione delicata...”
Una mano del Capo picchiò elegante ma secca sul quadro comandi posto di fronte, producendo un suono simile al martello di un giudice, sebbene di volume molto più basso.
L'altra continuò a tormentare uno dei due lunghi orecchini pendenti.
“Lasciala. La sua presenza mi renderà parecchio seccata se non rimediamo in fretta, e sei il più adatto ad impedirgli efficacemente di scappare. Hai venti secondi per riferirmi qualsiasi urgenza degna di questo nome, poi muoviti.”
Qualcosa a metà tra un ringhio e un gemito impotente precedette la risposta dell'ufficiale: “Capisco... Abbiamo un'altra intrusione. Un ragazzo è sfuggito alla sorveglianza nascondendosi nei bagni e ha eluso le guardie al piano superiore. Ho mandato una squadra a fermarlo. Credo abbia cercato di entrare nei sotterranei...”
“Annientatelo.”
“Sissignora! Comunque, non potrebbe far nulla. Non è possibile aprire i container e liberare i Pokémon contenuti nelle Pokéball senza le chiavi, e il ragazzo non...”
Una serie di urla e comandi praticamente abbaiati interruppe la frase.
La donna nella sala di comando del velivolo chiuse gli occhi per qualche secondo, ogni singolo lineamento che vibrava leggermente di rabbia: “Tenente... cosa è appena successo?”
Ci fu una lunga pausa, riempita da uno scambio incomprensibile di frasi nervose.
Poi la voce del tenente tornò in linea, tra il furioso e il disperato: “Abbiamo una fuga di Pokémon dal piano sotterraneo. La situazione...”
“Esegui i tuoi ordini. Manda rinforzi ai sotterranei. Sto arrivando.”
La donna sbattè il pugno sul quadro comandi e si alzò di scatto, furiosa ma composta: “Accelerate. Assetto d'attacco, alla massima velocità possibile!”
Lo sguardo del Capo del Team Vuoto era al contempo vitreo e rovente. Respirò profondamente e riguadagnò la concentrazione, mentre i rotori acceleravano furiosamente e i reattori stabilizzanti cambiavano angolazione, lanciando la macchina in avanti, contro l'obbiettivo.
Scrutò l'orizzonte, aspettando di vedere l'Arena avvicinarsi abbastanza.
Aveva sperato in una supervisione pulita... ma ora come ora, Halldis si sarebbe sporcata le mani con immenso piacere.

 

 

 

 

Tom correva in mezzo al caos del piano terra, affiancato da Grimer, Zubat e Nidoran evitando attacchi, Pokémon e reclute del Team Vuoto. Aveva il cuore a mille e la pelle d'oca, un vortice di adrenalina in circolo. Fu quasi sfiorato dal Lanciafiamme di un Quilava e rischiò di cadere per evitare il Fangobomba di risposta da un Seviper del Team Vuoto. Schegge e scintille volavano via dagli arredi mandati in pezzi nella grande sala, mentre il Team Vuoto cercava di contenere i Pokémon fuggiti, e Tom cercava di orientarsi in mezzo al caos, indeciso tra raggiungere l'uscita o tentare di tornare all'indietro dello stadio.
Diciamo che il piano è riuscito... a metà.
Perfino ora, nel fumo dello scontro, gli sembrava di rivivere le emozioni di pochi istanti prima.
L'eccitazione palpabile quando Grimer aveva usato un braccio semiliquido per forzare i meccanismi di chiusura del primo container, per poi passare i successivi ventidue secondi ad esultare scivolando di qua e di là mentre Tom liberava i Pokémon dalle Pokéball rotolate fuori prima di passare ai seguenti.
La tristezza nel vedere che alcuni Pokémon erano esausti, mandati KO poco prima di richiuderli nelle Ball e stiparli nei container, e una volta liberati si accasciavano tristemente sul pavimento, respirando affannosamente, deboli e spaesati.
Il momento di sgomento terrorizzato quando ad uscire svenuto da una Peso Ball era stato lo Steelix della gara di Spaccalastra, che avrebbe travolto Tom rovinandogli addosso se non fosse stato per il salvataggio di Nidoran.
La paura quando aveva sentito i passi delle reclute del Team Vuoto lungo le scale...
e l'esaltazione selvaggia quando erano stati accolti dai gridi di guerra furiosi di decine di Pokémon
liberati, lanciati in corsa contro di loro.

I Pokémon della prima squadra erano finiti a terra prima di sapere che cosa li avesse colpiti, e l'orda si era lanciata su per le scale invadendo il piano terra, con Tom che tentava di gridare qualcosa dietro di loro.
Aveva sperato di rimanere nei sotterranei abbastanza da distruggere il macchinario che disturbava il segnale, con la protezione dei Pokémon che aveva liberato, e poi di guidarli di nuovo allo stadio per ricongiungerli ai loro Allenatori...
Prevedibilmente, però, i Pokémon avevano agito d'istinto, fuggendo quasi ognuno di testa propria, e disperdendosi in svariati gruppi isolati. Da un lato questo aveva mandato il Team Vuoto del tutto in confusione, creando sicuramente una grossa falla nella loro strategia e mettendo in pericolo il loro piano. Dall'altro non era certo la soluzione più pratica, e avrebbe potuto finire per condurre soltando ad uno scontro più violento. Dopo aver gridato a vuoto ancora un paio di volte, e aver rischiato di nuovo di essere colpito da tre attacchi diversi, Tom si arrese definitivamente riguardo al cercare di far ragionare i Pokémon liberati e cercò di decidere come sfruttare il diversivo.
A questo punto, la cosa più utile da fare sarebbe stata tornare indietro con Zubat e gli altri e sabotare il segnale di disturbo, a costo di mettersi lui stesso a percuotere il macchinario con qualsiasi cosa avesse trovato.
Si voltò verso le scale del seminterrato, tentando di farsi sentire dai suoi Pokémon, ma si bloccò subito. Un gruppo di reclute del Team Vuoto, ciascuna scortata da tre o quattro Pokémon, aveva guadagnato l'ingresso del seminterrato e si era schierata a proteggerlo, lanciando attacchi contro i Pokémon fuggiaschi dalla formazione.
Non avrebbe mai potuto sfondare una difesa simile... ormai aveva perso la sua occasione.
Indietreggiò, continuando a guardarsi intorno nel caos che non riusciva a credere di aver scatenato, con un misto di orgoglio e paura che gli si agitava in testa.
Fu allora che un urlo terrorizzato gli ricordò degli ostaggi.
D'istinto corse verso il bancone, gridando: “Zubat, presto, taglia le corde che li legano con Morso!!”
Il Pokémon Pipistrello fece qualche giro a vuoto, disorientato dai rumori forti tutto intorno, e non molto sicuro di chi dovesse aiutare. Tom rimase immobile per un attimo prima di capire quale fosse il problema, poi si riscosse: “Oh, scusami... Nidoran, puoi guidarlo?”
Il Pokémon Velenago stridette affermativamente e cominciò a correre lanciando un richiamo, che Zubat seguì nonostante una certa difficoltà. Tom gli tenne dietro finchè...
“ECCOLO!! FERMATE QUEL RAGAZZINO!!” Una voce di donna dal centro della sala richiamò l'attenzione delle altre reclute.
Era una di quelle che Tom aveva visto fare la guardia agli ostaggi poco prima, e cominciò a correre verso di lui, seguita da un Poochyena ed un Granbull, oltre che da un altro paio di reclute. Tom impallidì e si lanciò di corsa verso l'uscita, chiamando a gran voce i suoi due Pokémon.
Grimer scivolava veloce al suo fianco, e rallentò per un attimo, voltandosi per lanciare un attacco Pantanobomba contro gli aggressori. Colpì soltanto Poochyena, mandandolo a rotolare per terra, ma costrinse gli altri a rallentare.
Evitando un Palla Ombra uscito da chissà dove, che invece disintegrò una grossa pianta in vaso, l'aspirante Capopalestra si avvicinò sempre di più all'uscita e fu raggiunto da Zubat.
Il Pokémon Pipistrello volava in modo stranamente lineare, puntando dritto verso Tom... e caricando un Attacco d'Ala.
Cosa... ma Zubat non conosce quella mossa!!
Stridendo furiosamente, il vero Zubat di Tom calò dall'alto sull'aggressore del Team Vuoto, raggiungendolo alla nuca con Morso, roteò su sè stesso a mezz'aria e lo scagliò con violenza a terra, riunendosi poi al suo Allenatore e sputando un pezzetto di corda masticata.
L'unico ostaggio che aveva fatto in tempo a liberare prima di giungere al soccorso di un commosso Tom stava sciogliendo più rapido che poteva le corde degli altri mentre il Team Vuoto era occupato ad attaccare il ragazzo.
Nidoran arrivò poco dopo, sventagliando Velenospina alle loro spalle insieme ad un'altra salva di Pantanobomba scagliata da Grimer.
Con i suoi compagni a coprirgli le spalle, Tom guadagnò finalmente l'uscita, e corse libero alla luce del sole, lasciandosi la battaglia alle spalle...


O così credeva.
Neanche una ventina di metri oltre l'ingresso, mentre si voltava per fronteggiare i suoi eventuali inseguitori. Apparentemente erano rimasti dentro a combattere i Pokémon in fuga e proteggere il sotterraneo.
Un'altra serie di impatti e piccole esplosioni risuonò tutto intorno. Tom cercò la fonte di quell'ulteriore caos, credendo di trovarsi davanti qualcuno dei Pokémon liberati... e per l'ennesima volta nella giornata, rimase a bocca aperta.

 

Un ragazzo alto e silenzioso con uno zaino scuro, avvolto in una lunga giacca grigia, capelli castano chiaro corti e regolari, stava in piedi a braccia incrociate di fronte a tre reclute del Team Vuoto, accompagnate da un Archen e due Murkrow. Una di loro, la ragazza con l'Archen, gridò un ordine.
Il Pokémon Paleouccello si alzò di poco e lanciò un attacco Sassata contro il ragazzo, seguito a ruota da un doppio Palla Ombra dei Murkrow.
È assurdo! Se quegli attacchi lo colpiscono...
Non lo colpirono.
In una sorta di sprazzo di luce iridescente, il ragazzo semplicemente si dissolse e riapparve per tre volte di fila, ogni volta a poco meno di mezzo metro dalla zona dell'impatto che avrebbe dovuto colpirlo. Tre crateri fumanti in miniatura testimoniavano il colpo mancato.
Le tre reclute ringhiarono di frustrazione: “Combatti almeno, maledetto!!”
Il ragazzo diede un rapido sguardo alle sue spalle, osservando un paio di Pokémon fuggire dall'ingresso e ascoltando i rumori che provenivano da dentro il primo piano dello stadio.
“Se volete... forse avete problemi più gravi.” fece notare, quasi timidamente. Una Pokéball sbucò fuori nelle mani del ragazzo da una manica della giacca, fu lanciata di pochi centimetri in aria e si aprì rivelando un Nincada.
“Attacco d'Ala!” ordinarono tutte e tre le reclute con furia, e i tre Pokémon Volante si scagliarono sul bersaglio, con una scia luminosa d'aria che emanava dalle ali.
“Introforza.” rispose laconico il ragazzo.
Una serie di sfere luminose ocra apparvero roteando intorno a Nincada. L'anello si strinse fino a toccare il corpo del Pokémon che lampeggiò per un istante, scagliando poi le sfere di luce verso l'esterno e colpendo in pieno tutti e tre i bersagli a distanza ravvicinata e scagliandoli a terra.
Un Murkrow era esausto, e gli altri due Pokémon erano in seria dificoltà.
Di qualunque tipo fosse quell'Introforza, probabilmente era superefficace sul Tipo Volante.
Tom sbattè le palpebre, ammirato.
Questo sì che è un Allenatore... chissà cosa ne direbbe Fabrizio!
“Ehi! Ti serve aiuto?” non potè fare a meno di chiedere Tom, correndo al fianco del nuovo arrivato.
La recluta allenatrice del Murkrow ancora in piedi ringhiò: “Non ti ci mettere anche tu!! Abbiamo già abbastanza da far pagare a lui! Ekans, Baltoy, andate!”
Il terzo membro del Team Vuoto ritirò il Murkrow esausto e schierò Cacnea ed Elgyem, mentre la ragazza con Archen mandò in campo Staravia e Houndour. Grimer, Zubat e Nidoran si schierarono davanti a Tom, pronti a combattere.
“Devo occuparmene io. Non c'è bisogno che tu rimanga coinvolto.” fece il ragazzo con tono neutro, rivolto a Tom, che non credeva alle proprie orecchie.
“Cos... come sarebbe? No, col cavolo, li affronterò anche io! Non so cosa vogliono, ma hanno passato il segno!”
L'altro aprì bocca un paio di volte come se non sapesse cosa rispondere ma fu la recluta con Archen a farlo: “Noi abbiamo passato il segno? Se proprio dovete, combattete invece di parlare! Non ci tireremo indietro! ATTACCATE!!”
I nove Pokémon del Team Vuoto si mossero quasi all'unisono, con una raffica di attacchi di vari tipi che colse Tom di sorpresa. Chiuse gli occhi, già immaginando di subire l'attacco come i suoi Pokémon, ma il mondo sembrò andare fuori fuoco per un istante, e il colpo non venne.
Quando Tom riprese l'orientamento, lui e i suoi Pokémon, insieme al ragazzo col Nincada, si trovavano a una ventina di metri buoni da dove nove mosse diverse avevano bombardato il terreno a vuoto.
L'aspirante Capopalestra osservò il suo misterioso compagno, sudando freddo per un momento.
Lui parve quasi in imbarazzo nel rispondere alla domanda inespressa: “Te... Teletrasporto. Se non sei abituato è... strano.”
Tom annuì senza riuscire a dire altro mentre un urlo di frustrazione segnalava che le tre reclute si preparavano ad attaccare di nuovo.
“Questa volta contrattacchiamo!!” fu deciso Tom.
“Io... d'accordo.” esitò per un momento l'altro. “Nincada, Protezione.”
“Nidoran, Grimer, copriteci! Zubat, vai con Supersuono!!” gridò Tom.
Non si fermò a pensare al perchè avesse dato con tanta naturalezza un ordine a Grimer come fosse già un Pokémon della sua squadra. Gli era semplicemente venuto automatico.
Grimer fermò un Braciere con Pantanobomba e Nidoran intercettò due raffiche di Missilspillo con Velenospina. Altri due attacchi a distanza si infransero insieme sulla cupola di energia verde emessa da Nincada.
Zubat si piazzò davanti agli altri, ma invece di emettere l'attacco sonoro che Tom si aspettava stridette rabbiosamente e sei globi di luce intermittente comparvero fluttuando intorno alla sua testa. Poi, il Pokémon Pipistrello prese la mira e scagliò i globi contro Archen raggiungendolo in pieno. Gli occhi del Pokémon andarono fuori fuoco per un attimo e il successivo attacco Forzantica venne scagliato contro i suoi compagni, spedendone vari al suolo.
Tom esitò per qualche secondo, fissando Zubat come folgorato, poi capì: “Hai imparato Stordiraggio! E nel mezzo della battaglia, per di più! Sei un grande, Zubat!!”
Certo, sapeva che poteva succedere, ma non gli era mai capitato di vederlo su un suo Pokémon. Ora capiva come si era sentito Fabrizio quando Torchic aveva imparato Beccata lottando contro Valerio, poco prima di evolversi.
“Bel colpo!” si complimentò il ragazzo alto, sinceramente sorpreso: “Hai fatto abbastanza, ora posso occuparmene io. Cerca di dare l'allarme, se puoi.”
Di nuovo, Tom scosse la testa: “Senti, non so chi sei, ma non posso lasciarti da solo contro quei tre...”
“Contro quei sette!” lo interruppe una voce aspra, facendolo sussultare.
Un uomo alto e massiccio, accompagnato da altri tre membri del Team Vuoto era giunto a dare manforte alle tre reclute e gli chiudeva la fuga. Ciascuno dei nuovi arrivati aveva tre Pokémon, tra cui due Poochyena, un Myghtiena, tre Houndour, un Misdreavus, due Nuzleaf e un Duskull.
Erano completamente circondati.
L'uomo fece scrocchiare le nocche con un sogghigno minaccioso.
“E adesso ci divertiamo...” sibilò.
“State più vicini.” avvertì il ragazzo misterioso a bassa voce, facendo un passo verso Tom e i suoi Pokémon, che d'istinto si strinsero a lui.
Diverse voci ordinarono un attacco... e ancora una volta Tom, il ragazzo e i loro Pokémon scomparvero per rimaterializzarsi a qualche decina di metri, mentre le mosse che avrebbero dovuto colpirli si scatenavano in mezzo all'accerchiamento colpendo i Pokémon che si trovavano dal lato opposto.
Il ragazzo alto e taciturno tirò il fiato per un attimo, cercando di capire se Tom stesse bene...
“Inibitore!!” tuonò una voce secca e gelida.
Il pendolo di un Hypno roteò fulmineo e una serie di onde azzurrine investì lo zaino del giovane misterioso, da cui si udì un gemito acuto.
“No!!” gemette il ragazzo, mentre una risata fredda si diffondeva nell'aria aperta.
“Il gioco è finito, Gabriele...niente più giochetti del tuo piccolo amico.” sogghignò l'ufficiale biondo dagli occhi grigi, avanzando verso di lui al fianco di un Hypno lievemente ferito dallo scontro con alcuni Pokémon liberati, mentre le sette reclute e i loro Pokémon li accerchiavano di nuovo rapidamente.
Lontano, si udì un'esplosione.
Gabriele? Il ragazzo che Fabrizio ha incontrato alle Rovine d'Alfa? Cosa ci fa qui? ... perchè lo conoscono?
La testa di Tom era sul punto di esplodere. A impedirglielo soltanto la gravità estrema della situazione.
“Tenente... non mi arrenderò comunque!” fu di colpo deciso Gabriele. Estrasse una Minor Ball dalla tasca e si preparò a lanciarla. Lo zaino tremò di nuovo, e Tom si chiese che Pokémon ci fosse nascosto dentro e per quale motivo non si mostrasse. Di certo, il suo teletrasporto non poteva più aiutarli.
“Molto coraggioso. Ma siete in pesante inferiorità numerica. E i miei Pokémon da soli potrebbero mettervi in difficoltà. Tu, ragazzo...” si rivolse a Tom: “Ci hai sorpreso. Davvero una persona ha quasi fatto la differenza. Che ne diresti di farla dalla parte giusta?”
Boati e grida si fecero più vicini. Una piccola squadra di reclute corse oltre l'accerchiamento, verso i chioschi e l'ingresso del Parco Nazionale, rivolgendo appena un cenno al tenente.
Gabriele sbottò: “Non tentate di coinvolgere anche lui!!”
Il tenente rise: “Preferisci coinvolgerlo tu?”
“Io... non avevo intenzione. Lasciatelo andare. Non è la sua lotta.” tentò Gabriele.
“Lo è diventata quando si è messo in mezzo.” fu secca una recluta.
Un'ultima esplosione risuonò a breve distanza.
Il tenente rise ancora, avanzando di un passo: “Sagge parole, direi. E ora...”
“Pronti all'attacco!!”
L'ufficiale sussultò.
Non era stata la sua voce a dare l'ordine.
Per una frazione di secondo, tutto parve fermarsi.
Poi, si scatenò l'inferno.
Un grosso sasso sfrecciò in volo da chissà dove e raggiunse Hypno alla nuca, schiantandolo a terra.
Il tenente del Team Vuoto fece per voltarsi verso l'origine dell'attacco Sassata.
Gabriele trasalì di sorpresa, mentre Tom si sentì avvolgere dall'adrenalina e sogghignò compiaciuto.
Sette reclute del Team Vuoto e ventuno Pokémon si mossero per fronteggiare la minaccia...
“CARICA!!!” gridò Fabrizio, dando il segnale con un braccio mentre Deino e Combusken gridavano battagliere al suo fianco e Geodude agitava i pugni.
Otto concorrenti della Gara Pigliamosche lanciarono all'assalto i loro Pokémon, travolgendo completamente la resistenza impreparata. Una decina andarono KO nei primi dieci secondi dall'attacco e subito dopo fu battaglia. Dal centro dell'accerchiamento, Tom e Gabriele non persero tempo e cominciarono a combattere a loro volta. Il Team Vuoto non cercava neanche di sconfiggere gli avversari, coprendosi piuttosto la ritirata dagli attacchi.
Grazie agli ordini del tenente, le reclute riuscirono finalmente a guadagnare spazio e cominciare a difendersi. Una decina di reclute si diresse a dare manforte ai compagni, ma furono intercettati da altri sette concorrenti della Gara che gli sbarrarono la strada pronti a combattere. Ai richiami del Team Vuoto, uno stormo immenso di Murkrow e Swablu emerse dallo stadio e calò su quello che ormai era un campo di battaglia.
Fabrizio gridò più forte che poteva, tentando di farsi sentire sopra il caos:
“È UNA SERIE DI DOPPIOTEAM, COME POCO FA! LA MAGGIOR PARTE SONO ILLUSIONI!”
Una serie di grida di assenso gli rispose dagli altri concorrenti, e lo Zangoose di una ragazza spazzò la nuvola di Pokémon volanti con un Geloraggio, facendone scomparire buona parte. Colpì anche un paio di Pokémon autentici, provocando la sparizione di una ventina buona di copie illusorie in un solo attacco.
Fabrizio sogghignò.
Come volevasi dimostrare...
Non era neanche sicuro che il cuore gli avrebbe retto. Scoppiava letteralmente di adrenalina e nervi e stomaco sembravano lampeggiare.

La situazione in cui si trovava al momento era insieme la più terrificante ed esaltante che avesse mai vissuto... specie considerando come ci si era trovato.

 

 

Bel colpo, ragazzino... ma ora levati di torno e lascia quel Scyther a chi gioca lealmente!”
Il ragazzo fissava Fabrizio minaccioso e quasi indignato.
Sguardi simili puntavano su di lui da tutti i lati, qualcuno con una sorta di ammirazione risentita per
il ragazzino che li aveva giocati.

Ciascuno di quei sentimenti si era fatto più intenso quando Fabrizio aveva semplicemente sospirato e sorriso, rivolgendosi a Geodude:
Come volete. Lascialo andare.”
Il Pokémon Roccia si era ritirato, e Scyther si era rialzato di scatto, facendo un mezzo balzo in avanti... e bloccandosi all'istante, ringhiando contro tutti gli Allenatori che lo circondavano e i loro Pokémon pronti all'attacco.
Ognuno di loro aveva un viso agguerrito, pronto a non lasciargli via di fuga.
Fabrizio sorrideva.
Sei libero, Scyther. Va' pure dove ti senti più al sicuro.”
Fece una pausa, osservando il suo Pokémon.
Geodude... coprigli le spalle.”
Il Pokémon Roccia aveva fronteggiato gli altri Allenatori, con i pugni alzati e minacciosi, osservando Scyther con la coda dell'occhio. Qualcuno era sbiancato, altri avevano protestato ancora.
Dopo lunghi secondi di ringhi sommessi e vociare furioso, Scyther aveva chiuso gli occhi e tirato un profondo respiro.
Per poi fare un balzo indietro, schierandosi al fianco di Fabrizio.
Il ragazzo gli aveva appoggiato una mano su una spalla levigata, una luce allegra negli occhi.
Ottima scelta, amico.”

 

Deino abbattè un Dustox avversario con Dragospiro, schivando di misura il Semitraglia di un Nuzleaf, mentre Combusken e Geodude affrontavano uno Swablu e un Houndour.
Il Pokémon Alidicotone venne investito dal Turbofuoco di Combusken, mentre Sassata mancò ampiamente Houndour.
Un getto di liquame violaceo colpì di striscio Geodude, facendolo rotolare a terra.
Un attacco Acidobomba! Da dove...?
Fabriziò si fermò. Il tenente biondo del Team Vuoto fronteggiava lui e lui soltanto, affiancato da Swalot, Victreebel e Cranidos: “Non so chi tu sia o cosa sia preso a tutti gli adolescenti di Johto stamattina... ma temo che questa piccola tempesta di ormoni non vi porterà nulla di buono.”
Il ragazzo dalla chioma caotica si morse il labbro.
“Preferirei non conoscervi anch'io. Dovervi ridicolizzare due volte in tre giorni è già diventato seccante.”
Se l'uomo era irritato, non lo diede a vedere. Semplicemente, il lampo nei suoi occhi si fece lievemente più violento per un attimo: “È odioso dovertelo dire, ma... dopo quello che hai fatto non ti aspetterai che giochi pulito, vero?”
Fabrizio sospirò, scuotendo la testa: “No di certo. Ma da chi attacca in questo modo un luogo pubblico non mi aspetto nemmeno che sappia cosa vuol dire “pulito”...”
Il tenente sembrò soffiare per il fastidio: “Mi stai facendo la morale, ragazzino?”
Il quattordicenne sorrise, sistemandosi la bandana.
La Gara Ball che stringeva nel pugno tremava sempre di più.
Non credeva di riuscire a trattenerla ancora per molto... ma non ne aveva nemmeno intenzione.
È più forte di te, vero? Come vuoi, allora... è il tuo momento.
“In fondo, ora come ora non posso giocare pulito neanch'io.” concluse il ragazzo.
Il tenente lo inchiodò con lo sguardo, facendo un ampio gesto con la mano rivolto ai suoi Pokémon:
“Swalot, Velenogas! Cranidos, rallentali con Visotruce!!”
È decisamente più pericoloso degli altri.Vuole incapacitare la mia squadra per poi finirci...
ma noi faremo altrettanto!
“Geodude, anticipa Cranidos con Magnitudo! Combusken, Turbofuoco per...”
L'uomo sorrise malignamente: “Victrebeel... prendi il ragazzo!”
Fabrizò impallidì, balzando d'istinto all'indietro, una scarica mista di paura e rabbia nelle vene, mentre il grosso Pokémon Erba/Veleno balzava verso di lui rimbalzando sul ventre cavo: “Vieni a prendermi, allora!!”
Col viso rosso e un leggero sudore freddo, lanciò la Gara Ball e mandò in campo Scyther.

 

 

 

 

 

 

La gara si era conclusa una decina di minuti più tardi.
Dopo la premiazione Fabrizio aveva cercato invano di dire qualcosa ad Hannibal, il ragazzo castano con il Phanpy che per primo aveva abboccato al bluff, ma l'altro l'aveva semplicemente ignorato, andandosene con gli altri concorrenti, e così il quattordicenne era rimasto indietro con Scyther, per farlo stare ancora un po' all'aria aperta, e presentargli i suoi altri Pokémon.
Massaggiandosi il braccio ferito, aveva chiesto al Pokémon Mantide se avesse davvero intenzione di venire con loro.
Avrebbe capito, altrimenti. Non voleva costringerlo.
Scyther si era limitato a ringhiare distrattamente, guardando da un'altra parte, e dandogli quasi le spalle.
Fabrizio aveva sospirato e fatto per andarsene, ma prima che potesse aprir bocca per dire qualcosa, Scyther era balzato lievemente in avanti cominciando a seguirlo.
Il ragazzo si era voltato, intenzionato a parlare... ma il Pokémon aveva sgranato gli occhi di colpo, assumendo un atteggiamento ostile, fissando una direzione alle spalle del giovane Allenatore.
Seguendo il suo sguardo, Fabrizio aveva notato un assembramento all'ingresso da cui si stavano alzando voci sempre più nervose.
Aveva raggiunto la piccola folla, cercando di capire quale fosse il problema.
La sua statura non lo aveva aiutato granchè e si era dovuto accontentare di mettersi in disparte tentando di ascoltare... finchè non era stato tutto fin troppo chiaro.
Una squadra del Team Vuoto bloccava l'ingresso del Parco Nazionale, insieme a svariate decine di Swablu, Murkrow e sei o sette Sneasel, intimando ai concorrenti di consegnare tutti i loro Pokémon.

 

Scyther uscì ringhiando dalla Ball, e prima ancora che Fabrizio potesse parlare, si scagliò in avanti investendo Victreebell con un Attacco d'Ala. Il Pokémon Moschivoro atterrò malamente e gorgogliò ostile, mentre Geodude eseguiva Magnitudo, accelerato da una Lucidatura eseguita in precedenza. La scossa si rivelò piuttosto debole, appena Magnitudo 4, ma ebbe comunque il suo effetto.
Deino e Victreebel barcollarono riportando qualche danno, Cranidos cadde a terra senza riuscire ad attaccare, e Combusken saltò via in ritardo, perdendo l'equilibro e atterrando in ginocchio, sebbene evitando comunque buona parte del danno. Scyther rimase incolume e Swalot accusò il colpo ma riuscì comunque ad attaccare con Velenogas.
“Deino, intercettalo con Dragospiro!” fu rapido Fabrizio, e il Pokémon Impeto scagliò la sua fiammata verde, incenerendo la nuvola velenosa.
L'Houndour che Geodude stava affrontando in precedenza tornò alla carica, puntando su Deino...
e fu investito dal Pantanobomba di Grimer, mentre un Introforza di Nincada abbatteva uno Swablu, forse lo stesso di poco prima.
“Se combatti contro un mio amico, combatti contro di me!” proclamò Tom, un pugno puntato verso il tenente, sorridendo a Fabrizio, che annuì deciso.
“Tenente Arvo... lascia che sia io il tuo avversario.” intervenne Gabriele, lo sguardo fisso in quello dell'uomo, che gli rise in faccia.
“Scordatelo, ragazzo. Con te farò i conti più tardi. Prima, lascia che mi rifaccia su chi sta tentando di rovinarmi la giornata!”
“Se ha intenzione di regolare conti, allora...” cominciò Fabrizio, ma Scyther lo interruppe con un urlo feroce.
Sembrava aver perso il controllo nel momento in cui Arvo aveva parlato, spalancando gli occhi in uno sguardo vitreo e terrificante, e aveva scagliato un Attacco Rapido contro Swalot, seguito da un Attacco d'Ala contro Victreebel, mandando definitivamente KO entrambi.
Cranidos caricò con Riduttore, ma Scyther incrociò al petto le braccia falcate, rivolgendo l'interno di ogni lama verso l'altra, e poi le roteò di colpo verso l'esterno.
L'aria stessa di fronte a Scyther sembrò tremare come se una bolla incorporea fosse stata scagliata in avanti, esplodendo contro Cranidos, che roteò a mezz'aria prima di volare a terra esausto.
Fabrizio aprì e chiuse la bocca un paio di volte, pallido, senza sapere cosa dire, mentre il tenente Arvo quasi tremava di rabbia.
Che... mossa era quella? Ma soprattutto...
“Scyther...” tentò, con voce piuttosto esitante.
Il Pokémon Mantide scosse la testa e gridò ancora, con lo stesso sguardo furioso... per poi scagliarsi direttamente contro Arvo.
Fabrizio rimase come paralizzato, mentre il Poochyena di un'altra recluta attaccava Scyther.
Gabriele sembrò realizzare qualcosa e annuì a se stesso, mentre il Pokémon Coleottero abbatteva il nuovo avversario, per poi puntare ancora il tenente...
fu allora che il ragazzo silenzioso si smaterializzò di nuovo, apparendo a fianco di Arvo e venendo avvolto dalla luminosa cupola verde di Protezione, che respinse l'attacco di Scyther. Il Pokémon Mantide ringhiò ferocemente, tentando di attaccare ancora... ma fu raggiunto dal raggio rosso della sua Gara Ball, che lo richiamò all'interno, spegnendone le grida rabbiose.
Fabrizio tenne chiusa con forza la Ball, che smise di agitarsi dopo qualche secondo.
Si rese conto di sudare freddo più di prima.
Forse non era stata una buona idea.

 

I concorrenti erano bloccati sul posto, frustrati e furiosi ma in netta inferiorità numerica rispetto al Team Vuoto, quando Scyther si era lanciato in avanti, balzando oltre la piccola folla aiutato dalle ali e abbattendo un'attacco Tagliofuria contro uno Swablu... che si era dissolto nell'aria, svanendo del tutto. Al che il Pokémon era balzato all'indietro, confuso e minaccioso.
Fabrizio era sbucato fuori in prima fila, facendosi largo quasi a forza per chiamare a gran voce Scyther, e non aveva visto la scena, sentendo unicamente una ridda di voci confuse.
Geodude si era piazzato fronte a Scyther, facendolo indietreggiare.
Non provateci neanche!” esclamò una recluta del Team Vuoto: “Richiama il tuo Scyther e consegnacelo, moccioso. E voi fate lo stesso, o vi attaccheremo tutti insieme!”
I sette Sneasel erano avanzati tutti insieme, appoggiando minacciosamente un piede in avanti.
Fabrizio aveva puntato la Gara Ball verso Scyther, pensando comunque di dover valutare la situazione prima di tentare qualcosa... ma poi aveva visto.
Dei sette Pokémon Lamartigli, sei avevano un'ombra meno netta del settimo, e sembravano fin troppo identici.
Frammenti di frase su uno Swablu “svanito”...
Aveva osservato gli Swablu in aria, di cui alcuni battevano le ali all'unisono.
Dei Murkrow, alcuni erano posati sul prato... ma solo due o tre avevano dell'erba piegata intorno.
Stanno usando Doppioteam!! Hanno molti meno Pokémon di quanto sembra! Possiamo affrontarli!!”
aveva gridato.
Per qualche secondo, c'era stata solo confusione.
Esitazione e incredulità tra i concorrenti, frustrazione e rabbia nel Team Vuoto.
Una delle reclute aveva aperto bocca per minacciarli e i Pokémon erano avanzati, sebbene meno minacciosi di poco prima.
Geodude ancora tratteneva Scyther, sempre più a fatica.
Inaspettatamente, era stato Hannibal a rompere lo stallo: “Che diavolo aspettate tutti?? Volete arrendervi o ascoltarlo? DECIDETEVI!!”
Fabrizio quasi non ci aveva creduto, mentre una recluta iniziava: “Non vi azzarda...”
Phanpy, Rotolamento!!” aveva gridato Hannibal, per poi guardare Fabrizio: “Hai preso l'iniziativa, adesso datti da fare! Io e te prendiamo il comando, ok?”
Il ragazzo aveva sogghignato: “Con piacere.”
E la battaglia era cominciata.

 

 

Tra i chioschi, la squadra guidata da Hannibal teneva testa a svariate reclute, conservando il vantaggio nonostante la fatica. Una volta eliminate le copie illusorie il vantaggio numerico del Team Vuoto, purchè concreto, faceva molta meno paura.
Più vicino all'ingresso, il gruppo di concorrenti di Fabrizio aveva già quasi fatto piazza pulita avendo meno avversari e il vantaggio della sorpresa, ma in compenso erano agli sgoccioli, con la maggior parte dei Pokémon quasi esausti.
I rinforzi del Team Vuoto li avrebbero messi in seria difficoltà se non fossero stati impegnati a tentare di arginare il caos totale scatenato dai Pokémon liberati da Tom.
Ora come ora, sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa.
Di fronte a Tom e Fabrizio, Arvo spinse via Gabriele, mandandolo quasi a terra, e fu raggiunto da due reclute accompagnate da un Duskull e un Venonat: “Molte grazie, ma non credere che questo ti procurerà un trattamento di favore da parte del Capo. Impeditegli di scappare!”
Gabriele si alzò, con espressione indecifrabile mentre la recluta col Venonat ordinava al Pokémon di eseguire Inibitore e Duskull attaccava con Malosguardo.
Ancora una volta gli attacchi colpirono lo zaino del ragazzo, dentro cui qualcosa si agitò gemendo.
Venonat si lanciò all'attacco, ma venne centrato dal Turbofuoco di Combusken e abbattuto.
Deino scagliò a terra il Duskull con un Dragospiro, paralizzandolo.
Il Pokémon Rampollo stridette con orgoglio, mentre Fabrizio le accarezzava il ciuffo di piume: “Non so perchè Scyther fosse così poco contento di avere a che fare con voi... ma neanche noi siamo troppo felici di avervi tra i piedi.”
“Oh, non preoccuparti, ragazzo... durerà molto poco ancora.” rise l'ufficiale.
Cos...? Questo rumore...
Un rombo tempestoso, e un'ombra immensa calò dal cielo, imponente e rapida ma elegante.
Un grosso velivolo da trasporto con due rotori gemelli e una serie di razzi a sostenerlo si fermò di fronte a loro, sospeso a tre metri da terra. Eccetto il fragore delle pale e dei getti, c'era silenzio.
La sua sola apparizione improvvisa e il rumore quasi assordante dei suoi motori erano stati sufficienti ad interrompere la battaglia.
Gabriele indietreggiò, sussurrando qualcosa di impercettibile, mentre il velivolo torreggiava su di loro come una grossa bestia impassibile.
Una voce di donna, metallica e inflessibile si diffuse da potenti altoparlanti: “Team Vuoto, ripiegare immediatamente!! La Polizia sta arrivando, insieme ai Capipalestra di Violapoli e Azalina. Caricate equipaggiamento e personale di rilievo, e chi non è necessario si ritiri immediatamente!!”
L'ordine colse tutti di sorpresa, compresi gli avversari del Team Vuoto e Arvo, che sembrò non credere a quello che aveva sentito, ma fu comunque eseguito più rapidamente possibile. Una squadra di quindici reclute corse verso il grosso velivolo che atterrava spalancando il portellone, e caricò dentro quasi tutti i container e le gabbie ammassati nei sotterranei.
Tom gridò: “Non possono scappare così!! Fabrizio, fermiamoli!”
“Concordo!” rispose l'amico, rivolgendosi agli altri concorrenti nelle vicinanze: “Tratteniamoli, la Polizia è quasi arrivata! Combusken, bloccagli il cammino con Turbofuo...!”
“IPNOSI!!”
Una sorta di luminescenza rossastra riverberò negli occhi di Combusken, che incespicò e cadde addormentata, senza riuscire ad attaccare.
Fabrizio si voltò di scatto... e deglutì, orripilato.
Nel portellone dell'enorme trasporto volante, era comparsa una figura.
Una donna alta, dai lineamenti eleganti e duri, lucidi capelli neri come gli occhi, lunghi orecchini dorati pendenti e una robusta giacca pesante, nera e bianca con una striatura dorata a forma di V inclinata.
Aveva un caschetto leggermente ondulato in ciocche robuste, con una frangia frastagliata, e un'aria gelida e minacciosa. Le labbra sarebbero potute sembrare delicate, ma il modo in cui erano serrate quasi con furia non lo era affatto.
Halldis, Capo del Team Vuoto, fronteggiava i due ragazzi... accanto a lei, uno Spiritomb ghignante si guardava intorno emettendo un sibilo inquietante.
Oh cavolo...
“Non tentare la fortuna, ragazzo.” si limitò a dire.
“Halldis...” smormorò piano Gabriele.
“Quanto a te...” scandì lei: “Quanto ancora hai intenzione di scappare?”
D'istinto, Fabrizio si parò davanti a Gabriele insieme a Geodude, mentre Deino scuoteva Combusken per svegliarla. Tom e i suoi Pokémon, compreso Grimer, fecero altrettanto.
Halldis sibilò: “Ti avevo avvertito, ragazzo.”
Gabriele scosse la testa: “Lasciali fuori, Halldis.”
“Allora sii ragionevole.” ribattè lei.
Gabriele strinse i pugni, quasi tremando.
Fabrizio si voltò verso di lui e gli fece cenno di no con la testa.
Lui continuò ad esitare, e il ragazzo con la bandana lo anticipò: “Combatteremo con te anche se ci dicessi di non farlo. Arrenditi a questo, o arrenditi a lei.”
“Contaci. Se sei suo amico, sei amico mio!!” si aggiunse Tom.
Il ragazzo altò li fissò entrambi, con un'aria indecifrabile: “Io...”
“Lascia stare i teletrasporti, Gabriele.” era stata Halldis a parlare, con una strana calma: “Me ne sto andando. Non ho tempo per sistemare tutti e tre e levare le tende come si deve, stavolta non ho un mezzo armato, e ho delle priorità. Il nostro prossimo incontro sarà diverso.”
Arvo salì sulla rampa del portellone, dopo aver ritirato i suoi Pokémon esausti, e fece per parlare.
“Tu sta' zitto. Avremmo parecchio di cui parlare, più avanti.” lo fulminò lei ancora prima, iniziando ad avviarsi.
“Halldis!! È così che si chiama, giusto?”
Il Capo del Team Vuoto si voltò. Era stato Fabrizio a parlare. Lo fissò, alzando un sopracciglio.
“Cos'è che non avete trovato alle Rovine d'Alfa e cercate qui?” chiese lui.
La donna sorrise, per un attimo quasi in modo amichevole: “Oh, eri tu,allora. Non funziona così, ragazzo. Risparmiate le domande. Oppure salite. Tutti e tre.”
“Scordatelo! Non ascoltiamo ladri e vandali!!” inveì Tom, con orgoglio.
“Prima o poi dovrà dirmelo comunque.” fu sereno il ragazzo.
“E perchè mai?” parve curiosa Halldis.
“Perchè se continuerà a cercarla così, dovremmo continuare a metterci in mezzo.” rispose Fabrizio, cercando di metterci più sicurezza di quanta ne avesse.
Halldis rise di gusto, suonando bizzarramente dolce: “Puoi darmi del tu, ragazzo.”
Fece un cenno di saluto e con uno svolazzo della giacca risalì nel velivolo, il portellone che si richiudeva dietro di lei.
Nel fragore assordante di razzi e rotori, il gigantesco mezzo di trasporto si levò in aria rapido e sparì all'orizzonte proprio mentre i primi poliziotti cominciavano ad arrivare, lasciandosi alle spalle svariate reclute in fuga, il fumo della battaglia, e un vorticare di polvere e domande senza risposta.
“Fabrizio...” cominciò Tom, con tono lievemente esaltato: “Dovremmo... non hai idea di quello che è successo, devo assolutamente raccontarti tutto!! E poi tu devi fare lo stesso, insomma, quel Scyther, che è successo alla Gara,e poi...
Tom continuava a parlare come un fiume in piena, tanto che Gabriele sembrava seriamente in difficoltà solo ad ascoltarlo.
Fabrizio sospirò con aria grave,come riflettendo a fondo sugli ultimi eventi.
“Ok... ora ho ho fame.”

 

 

 

 

 

Dopo svariati minuti di silenzio, lo zaino di Gabriele si agitò lievemente, e un musetto giallo sporse fuori esitante annusando l'odore del succo di Ghicocca rosa nel Ghicomixer di Tom, posato lì vicino.
Fabrizio e Tom trattennero il respiro, senza dire una parola. La prima volta, mentre mangiavano gli era scappato un commento e il Pokémon si era ritirato immediatamente.
Dopo qualche altro secondo di attesa, Abra tirò fuori del tutto la testa e si sporse verso il Ghicomixer, col risultato di far inclinare lo zaino di lato, cadendo a terra e scivolandone fuori piuttosto indispettito.
Gabriele gli sorrise, allungandogli il Ghicomixer: “Bravo, Abra... ce l'hai fatta. Non c'è da aver paura di loro.”
Abra bevve a sorsi rapidi, con aria beata, fermandosi per scrutare circospetto i dintorni.
Fabrizio sogghignò: “È estroverso quasi quanto te...”
Gabriele sbattè le palpebre un paio di volte, poi sorrise timidamente.
Tom sembrava star lottando con se stesso per non tartassarlo di domande, e si tratteneva unicamente per non spaventare Abra.
“È sempre stato timido... forse anche perchè è più piccolo di molti Abra. Pesa comunque... e si nasconde sempre nello zaino quando non è nella sua Pokéball.” spiegò alla fine Gabriele.
“E non esce mai neanche per combattere, sembra!” annuì Tom, colpito: “Fai di sicuro una gran fatica a portartelo dietro di così.”
“Tutta ripagata...” commentò enigmatico Fabrizio.
“Da cosa?” volle sapere Gabriele.
“Dal sentirti figo e misterioso con tutti quei Teletrasporti a sorpresa.” ridacchiò: “A me e Marta ha fatto prendere un bel colpo.”
L'altro fu colto di sorpresa, e come suo solito rispose con l'accenno di un sorriso.
Tom rise: “Scommetto che piacerebbe anche a te.”
“Sei tu che l'hai provato. Che effetto fa?” ribattè Fabrizio.
L'aspirante Capopalestra ci penso su: “Strano... mi ha disorientato.”
Fabrizio annuì, riflettendo: “Ehi, Gabriele... Se Halldis non ha intenzione di dirci che cosa vuole il Team Vuoto, potresti farlo tu.”
Il ragazzo alto si rimise in piedi, con aria triste: “Non so se è la cosa giusta da fare...”
“Come no? Ma se siamo dalla tua parte! Non puoi...”
“Calma, Tom.” intervenne Fabrizio, per poi richiedere con più leggerezza: “Qual è il problema, Gabriele?”
Il tono del ragazzo era timido e amaro insieme: “In realtà non conosco del tutto le loro intenzioni precise. So solo che da un po' di tempo hanno cominciato a fare cose inaccettabili... ma non so se posso dirvi altro.”
Stavoltà anche Fabrizio si era alzato, e lo guardava negli occhi: “Di che hai paura?”
“Se ve lo dicessi, forse voi cerchereste di sconfiggerli...”
Fabrizio sbattè le palpebre, come invitandolo a proseguire: “E se fosse?”
“Sono troppo forti. Non potete affrontarli, la prossime volte saranno peggio di oggi...”
“Non vorrei dirti niente...” ora il tono di Fabrizio era lievemente più duro: “Ma neanche tu sei proprio nelle condizioni di affrontarli da solo. Non mi piace per niente ammetterlo, ma credo che Halldis avrebbe potuto davvero battere tutti e tre insieme...”
“Io però devo farlo.” fu deciso Gabriele.
“È una questione personale?” fu curioso Fabrizio. Teneva in mano il misterioso libro sigillato, rigirandoselo tra le dita.
Il ragazzo rimase silenzioso per un po', valutando cosa rispondere: “In un certo senso sì. Comunque è un peso che devo portare io.”
Fabrizio sbuffò: “Non ti sembra di esagera... aspetta, che hai detto?”
Il quattordicenne rimase a bocca aperta.

Sulla via c'è un peso grave,
e con lui la prima chiave.

“Che... devo portare questo peso.” rispose perplesso Gabriele.
Fabrizio lo stava fissando intensamente, e tra le sue mani la gemma violacea incastonata nel libro aveva cominciato a rilucere debolmente dall'interno, pulsando piano.
Esitò, per un attimo, poi si decise a parlare: “Gabriele... Se non vuoi dirci cosa è successo tra te e loro, la scelta è tua. E anche se ti senti in dovere di opporti personalmente al Team Vuoto. Ma questo non ti impedisce di condividere questo peso, come lo chiami. Io e Tom oggi non abbiamo agito perchè qualcuno ci ha costretto, o perchè eravamo “coinvolti”, ma perchè era la cosa giusta da fare.
Non mi importa quale sia il loro obbiettivo. Se tenteranno come oggi di aggredire Pokémon e persone e costringere gli altri a obbedirgli con la forza, faremo il possibile per fermarli, e se ci sarai combatteremo con te.”
Gabriele fece per aprir bocca di nuova, ma il giovane Allenatore lo fermò, guardandolo dal basso in alto: “Aspetta. Qualunque sia il tuo dovere, non stai venendo meno per esserti lasciato aiutare. Se lasci che i tuoi Pokémon combattano al tuo fianco, compreso Abra che ha paura perfino di farsi vedere, perchè non dovresti volere anche altre persone con te?”
La gemma viola del libro brillava sempre più forte. Tom stava per dire qualcosa, ma Fabrizio lo fermò con un cenno e uno sguardo eloquente.
“Quello che sto cercando di dirti per la terza volta... è che se potrò darti una mano a portare questo peso, non vergognarti a chiedermela, o te la darò comunque, anche tuo malgrado. Chiaro?”
Ci fu un attimo di esitazione da parte di Gabriele, che distolse lo sguardo tra il verde e il castano e deglutì. Poi, annuendo lentamente chiese: “Come... come vorreste aiutarmi, però?”
Fabrizio ci pensò: “Noi abbiamo comunque un viaggio da proseguire, come tu hai i tuoi conti da regolare... e tu sicuramente conosci il Team Vuoto molto meglio di noi, visto che di solito sai più o meno dove o quando si faranno vedere...”
“Beh, in effetti questa volta ero qui quasi per caso.” corresse lui. “Mi stavo allenando qui intorno ieri e ho incontrato Nincada... probabilmente era scappato dall'habitat dei Pokémon più rari delle Gare Pigliamosche. Sai, per quel Scyther.”
Fabrizio annuì con un sorriso, facendo di nuovo segno a Tom di aspettare: “Però alle Rovine d'Alfa lo sapevi, anche se sei arrivato più tardi. Potremmo fare così: scambiamoci i numeri del Pokégear, e ogni volta che scopri qualcosa sulle loro prossime mosse avvisaci, e vedremo cosa possiamo fare
per te. Che ne dici?”

Tese una mano a Gabriele, che sembrava poco meno che commosso, oltre che decisamente sorpreso:
“Come mai sei così pronto ad aiutarmi?”
“Qualcosa mi dice che non me ne pentirò.” rispose con un sorrisetto: “Tom?”
“Certamente!” approvò lui, alzandosi in piedi a sua volta.
“Ne sei sicuro? E poi...” esitò ancora Gabriele.
“Se non stringi questa mano entro cinque secondi diventa un pugno.” rispose amabilmente Fabrizio.
La gemma violacea sembrò spegnersi per un attimo per poi tornare a brillare. Il ragazzo gli prestò appena uno sguardo.
Stai questionando i miei metodi, per caso?
Finalmente, Gabriele tese la mano a sua volta e strinse quella di Fabrizio: “Grazie...” sussurrò, con un sorriso timido...
Poi, la sua mano cominciò a brillare.
Raggi di luce verde smeraldo emanarono in tutte le direzioni dalla stretta di mano, insieme a una sensazione improvvisa di calore, seguita da pressione e da un tocco freddo. La luce della gemma incastonata nel libro cambiò, divenendo dello stesso colore. Con un ultimo lampo verde e un rintocco simile a quello di una campana, la luce si spense... e i due ragazzi avvertirono qualcosa di solido tra i palmi.
Stupiti, sciolsero la stretta, e qualcosa cadde dalla mano di Gabriele a quella di Fabrizio.
Il quattordicenne si sistemò la bandana... e spalancò gli occhi, alla vista della gemma triangolare color verde smeraldo che teneva fra le dita.
Esattamente della forma di uno degli incavi triangolari del libro.
Tom non riuscì più a trattenersi: “Ehi, aspetta, fammi vedere!! È... pensi che siano le chiavi che diceva Mister Pokémon? Wow... come hai fatto...? Aspetta, ma lo sapevi? Io...”
“TOM!!!” sbottò Fabrizio, con una leggera risata nervosa: “Non... ne ho... idea, ok? È semplicemente... apparsa. Come se Gabriele me l'avesse data senza volerlo.”
“Io...” iniziò il ragazzo alto: “Non so se sono stato io, non so davvero cosa significhi... però, quella luce è partita dalla mia mano, e in quel momento mi sono sentito... diverso.”
“Puoi spiegarti meglio?” tentò Fabrizio.
“Non molto... stavo pensando a quello che mi hai detto.”
Allora forse avevo ragione... anche se non sono troppo sicuro di che cosa avessi in mente, in effetti.
Le prove che devo superare. La prima quindi aveva a che fare con Gabriele... ma come dovrebbe funzionare una cosa simile?
Scosse la testa. Qualsiasi deduzione potesse ottenere adesso non sarebbe stata sufficientemente accurata: “Dovremmo chiamare Mister Pokémon per capirci qualcosa.”
Si rivolse a Gabriele: “Nel frattempo... non so come sia successo, ma credo che tu mi abbia appena fatto un grosso favore. Se per caso ti sentivi in debito per qualcosa, sei a posto.”
Gabriele rise piano: “Se lo dici tu... non con Tom, però.”
“Io te lo abbono, hai ripagato Fabrizio, e può bastare.” scherzò l'altro.
Fabrizio tirò un pugno alla spalla di Tom: “Puoi evitare di mettermi in imbarazzo, grazie?”
Gabriele alzò timidamente un dito poco prima che i due cominciassero a discutere: “Ehm... non dovevamo scambiarci i numeri?”
“Oh... giusto.” ricordò Fabrizio: “Sei riuscito a interrompere una conversazione per un motivo urgente. Audace, da parte tua.” sogghignò.
Stavolta risero entrambi di gusto.

 

 

 

La gemma verde si incastrò perfettamente nel suo alloggiamento, come se fosse sempre stata lì. Fabrizio la percorse con un dito, osservandola intensamente, insieme a Tom, che rigirava tutto contento tra le mani la Mega Ball in cui Grimer si era lasciato catturare.
Perchè verde? Perchè Gabriele, e perchè in quel momento?
Pensò al colore verde, a ciò che gli faceva venire in mente, e cercò di associarlo a Gabriele, ma continuavano a sfuggirgli troppe cose.
Tom lo riportò momentaneamente alla realtà: “Ora che se n'è andato, noi che vogliamo fare?”
Fabrizio annuì: “Per prima cosa, festeggiare le nostre vittorie. Sei stato grande, Tom, se non fosse stato per te probabilmente non li avremmo fermati.”
“Ora stai esagerando, tu e gli altri avete fatto gran parte della battaglia.”
“Piantala, senza il tuo diversivo sarebbe servito a poco... comunque Gabriele è un bel tipo, vero?”
L'amico ci pensò: “Sembra una brava persona, ma davvero non lo capisco. E poi ha rifiutato la tua sfida...”
Fabrizio sorrise, sistemandosi la bandana. In effetti, aveva declinato l'offerta rimandando ad un altro momento, prima di svanire nel nulla con Abra, tanto per cambiare.
“Non mi aspettavo che accettasse. È stata una giornata lunga per tutti. Meglio così. Quando verrà il momento, saremo entrambi più forti.”
“Giusto.” approvò Tom: “La prossima città è Fiordoropoli, no?”
Fabrizio annuì. Tom riflettè un attimo, e ricordò di avere un'altra domanda: “Quindi alla fine hai vinto la Gara?”
Il ragazzo dai capelli caotici sbuffò divertito: “A pari merito. Se avessi vinto del tutto, probabilmente qualcuno mi avrebbe picchiato.”
“Pari merito?” si indignò Tom: “Com'è possibile?”
“Guarda. Mi hanno dato questa.”

 

Il Giudice di gara aveva alzato il braccio ferito di Fabrizio, proclamandolo vincitore della Gara Pigliamosche straordinaria, sotto diversi tipi sguardi, dallo sprezzante al divertito all'ammirato.
Una ragazza bionda era stata proclamata vincitrice a pari merito secondo le regole standard, avendo catturato un Pinsir effettivamente più grosso del Scyther sfregiato, e aveva ricevuto una Pietrasolare, mentre a Fabrizio era stata consegnata una Pietralunare scura e frastagliata.
Hannibal aveva ricevuto una Pietrastante come premio per un grosso Beedrill, e al terzo concorrente, un uomo con un Venonat, era andato strumento bizzarro a forma di sacca, che il Giudice aveva chiamato “Disfoguscio”.

 

Tom restituì la Pietralunare a Fabrizio, che la rimise in tasca, commentando: “È comunque un bel premio. E comunque anche quell'Hannibal era un tipo interessante, mi piacerebbe rivederlo.”
“A proposito di carattere...” si corrucciò Tom: “Sei sicuro che Scyther stia bene?”
“Immagino che sarà difficile dirlo. Credo che quella ferita gliel'abbia causata in qualche modo il Team Vuoto. Forse proprio Arvo, a giudicare dalla reazione. Sarà una sfida riuscire a trovare il giusto equilibrio con lui. Proprio perchè è così forte, non posso permettergli di perdere il controllo in quel modo.”
“Già... ha steso tutti e tre i Pokémon di quel tizio in meno di dieci secondi.”
“Erano già indeboliti.” gli ricordò Fabrizio.
“Sì, ma comunque non è da poco. E cos'era la mossa che ha usato contro quel Cranidos?”
“Secondo il Pokédex, è un attacco di tipo Lotta chiamato Vuotonda. Una mossa speciale che permette di anticipare l'attacco nemico creando il vuoto di fronte a sè. Lo shock e lo spostamento d'aria dannegggiano il bersaglio.”
“Incredibile... è normale che Scyther conosca una mossa simile?”
“Apparentemente sì. È una delle prime mosse che apprende. Piuttosto...” si interruppe Fabrizio, osservando di sfuggita le ragazze che passavano.
“Dimmi.”
“Hai visto che la polizia è arrivata in forze? E oltretutto, c'erano effettivamente Valerio e Raffaello, li abbiamo visti, per un attimo. Ora, se sono arrivati così tanti agenti, e hanno chiamato due
Capipalestra, evidentemente sapevano con cosa avrebbero avuto a che fare. Non possono essere semplicemente venuti a indagare l'interruzione delle trasmissioni.”

“Quindi?” fece Tom, cercando di capire di cosa si preoccupasse l'amico.
“Quindi qualcuno ha chiamato la polizia avvisandoli dell'attacco.”
Tom sbattè la palpebre: “Con tutta la gente che c'era... aspetta! Non potevano, c'era quel segnale di disturbo!”
Fabrizio annuì: “Appunto. E visto che la polizia è arrivata così presto, dev'essere stato interrotto.
Ma tu hai detto che non sei più tornato nei sotterranei a spegnerlo, e che c'era una squadra di reclute a bloccare l'ingresso.”
“Esatto...” Tom cominciò ad intuire: “Quel Gabriele era già fuori quando sono uscito io ed è rimasto fino alla fine.”
“E io sono arrivato dal Parco.”
“Magari è stata l'altra squadra, quella di... come si chiamava?”
“Hannibal non è entrato nell'Arena, e neanche nessuno del suo gruppo. E secondo la polizia gli spettatori erano quasi tutti ancora nel campo di gioco, sono usciti solo quando l'ultimissima squadra del Team Vuoto è scappata... Comunque erano ancora lì quando le trasmissioni sono riprese.
Anche volendo considerare tutte le ipotesi, non penso che i Pokémon che hai liberato potessero o volessero tornare ai sotterranei.”
Fabrizio guardò Tom dritto negli occhi: “Per cui la domanda è... chi è che ha sconfitto la squadra di guardia e interrotto il segnale di disturbo?”
“E io che cavolo ne so?” dovette ammettere Tom: “Credi che sia importante?”
“Probabile...” Fabrizio si alzò, incamminandosi e passando con Tom vicino a una della aiuole fiorite nella zona dei chioschi: “Se cerchiamo di rispondere ora ad ogni singola domanda ci faremo solo scoppiare la testa.”
Rise tra sè, prima di rivolgersi a Tom, a voce piuttosto alta: “Pensa se venisse fuori che è stata... che so, Marta. Come minimo dovremmo offrirle un pranzo.”
Tom reagì in maniera quasi indignata, mentre Fabrizio rideva di gusto, ed entrambi riprendevano il cammino sotto il sole di primavera.

 

 

Dietro un aiuola particolarmente rigogliosa alle spalle dei due ragazzi Kuni, la quarta Kimono Girl, sorrideva a sua volta con delicatezza sotto la luce calda. Si sentiva in pace, e soddisfatta. Salutò con un lieve inchino elegante, e un terzo sorriso lucente le rispose, incamminandosi per la sua via vestito di luce ed ombra.
Acqua, ragazzo che cerca il Drago... o forse fuochino?

 

 

 

 

Journey To Dreams: Kanto/Johto
Volume 1.- Johto
Fine Prima Parte- Sogni di fuoco

 

 

 

Alla prossima puntata, “Lampi nella sera”!
(inizio della Seconda Parte- “Sguardi nell'acqua”)
Dedicato a coloro che sognano il loro viaggio personale.

 

 

FABRIZX

 

 

Ce...
l'ho...
fatta.

 

È stato un parto. Ora mi sa che per un mese non potrò scrivere granchè, eccetto modificare lievemente la disposizione delle scene di quest'ultimo capitolo, ma comunque... grazie del supporto, questa è per voi.

The Swordmaster, dopo la tua recensione faccio il “riassestamento”, per cui fatti sentire come non mai.

Alla prossima.

 

 

   
 
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