Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    15/05/2016    4 recensioni
Lupin e Goemon danno degli ordini precisi a Jigen, prima di andare a compiere un furto: di tenere Fujiko chiusa in casa, per evitare che li segua e possa ingannarli per l'ennesima volta. Il pistolero segue perfettamente gli ordini ricevuti: Fujiko non uscirà di casa. Ci vorrà molto tempo prima che Lupin e Goemon tornino e i due non possono fare a meno di litigare. E non solo quello. Brano da ascoltare, verso la fine della lettura: "Ancora ancora" di Mina
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Jigen Daisuke, Lupin III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ti odio, ma ti voglio'
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Barcellona, 1978

-Allora noi andiamo, eh?- disse Lupin a Jigen – Goemon si è sottoposto a un duro allenamento per questo colpo e conto moltissimo su di lui-

-E tu puoi contare su di me- rispose Jigen –Non la lascerò uscire di casa-

Lupin e Jigen si erano accordati per un furto al quale quest’ultimo non avrebbe partecipato, per impedire a Fujiko di muoversi di casa, per evitare che potesse partecipare al colpo e, come spesso accadeva, appropriarsi del bottino, ingannando il resto della banda. Fujiko era appena rientrata, dopo aver fatto un po’ di spesa, ed era intenzionata a cucinare per tutti loro. Vedendo Lupin e Goemon andare via si domandò il perché.

-Vanno a fare il colpo- le disse Jigen.

-Oggi? Ma non doveva essere domani? E noi due?-

-Non andiamo-

-E no, io voglio andarci-

-Ho chiuso la porta di casa e nascosto le chiavi: ora siamo bloccati qui-

-Mi spieghi per quale motivo?-

Fujiko si stava agitando e Jigen la fissava, con aria sorniona.

-Ti dà fastidio restare qui con me?-

-Dimmi immediatamente per quale motivo noi due non possiamo partecipare al furto!-

-Io potrei, sei tu quella che non deve assolutamente prenderne parte. Lupin questa volta mi ha ascoltato e ha deciso di tenerti fuori, per evitare che ci freghi per l’ennesima volta, visto che si tratta sia di soldi sia di diamanti-

Fujiko ci rimase male e non seppe replicare, in quel momento. Si premurò di conservare tutto ciò che aveva comprato, lasciando fuori solo ciò che serviva per il pranzo.  Tirò fuori una pentola, ma poi esitò, come se le fosse passata la voglia di cucinare. Successivamente, aprì il cassetto in cui erano conservate delle pirofile e ne estrasse una, titubante. Jigen la osservava e lei non sapeva se sentirsi in imbarazzo o infastidita. Sembrava come se l’uomo la fissasse per non farle commettere mosse false. Che cosa poteva esserci di losco nel voler mettersi a cucinare? Fujiko lasciò perdere tutto, per un attimo, e andò in bagno. Jigen la seguì.

-Nemmeno in bagno posso più andare, eh? Lasciami in pace, per favore. Aspettami in cucina-

-Chissà che piano stai studiando…-

-In bagno? Ma piantala!-

Jigen la lasciò perdere e tornò in cucina, come Fujiko gli aveva indicato. Quest’ultima si chiuse in bagno, si guardò allo specchio e non riuscì a trattenere le lacrime, che timidamente le rigarono il volto. Cercò di asciugarle, facendo in modo di non rovinare il trucco. “Non si fidano più di me”, pensò.  Uscì dal bagno, tornò in cucina e vide Jigen rovistare tra gli ingredienti.

-Ma insomma, mi state facendo uno scherzo, vero? Lupin, Goemon, dove vi siete nascosti?-

-Ci sono solo io…perdonami, ma devo controllare che non metta nulla di strano nel nostro cibo. Non è la prima volta che versi del sonnifero nei nostri piatti-

-La sai una cosa, Daisuke? Che io non ho intenzione di mettere nulla nei vostri piatti, semplicemente perché…non cucinerò nulla per voi! Arrangiatevi! E ti dirò di più: appena finirete il colpo, me ne andrò di qui o in Francia o in Giappone; anche in Australia, pur di star lontano da voi!-

Jigen non parlò, sembrò come se si fosse reso conto di star esagerando con gli eccessivi controlli sulle azioni della donna. Le si avvicinò, come se volesse scusarsi, ma lei lo respinse con uno schiaffo. Lui non reagì e si toccò la guancia.

-Fujiko, io…senti, non volevo farti nulla, ma solo chiederti che cosa stavi per cucinare. Ero solo curioso-

-Intendi, quindi, dire che devo prepararti da mangiare?-

-Scusa, ma prima non volevi fare questo? Magari potrei darti una mano-

-Toh…controlla tutto, ti accorgerai che non ho messo nulla nel cibo. Questo è un pezzo di carne per preparare il filet mignon, queste sono delle cavolo di patate ancora da sbucciare, questa è una torta di mele e questo è il vino, ancora sigillato. Questo è per Goemon… Va bene? Ho superato tutti i controlli? Ma perché non vai a lavorare alla dogana?-

-Uhm, l’avrei fatto volentieri, solo che ho la fedina penale più sporca di un cesso di una stazione-

-Ah, che finezza!-

Jigen abbozzò un sorriso e si avvicinò alla donna. Voleva davvero aiutarla a cucinare. Si mise a sbucciare le patate e a parlarle del colpo. Lei ascoltava, ogni tanto sorrideva e la bellezza del suo profilo impedì al pistolero di continuare a pelare le patate: la fissava, incantato, cercava di non farsene accorgere e, non appena riprese il suo compito, si tagliò leggermente un dito.

-Ehi, ma stai attento!-

-Scusami, mi sono distratto e…-

Fujiko corse a prendere un disinfettante, del cotone idrofilo e un cerotto, per medicargli il taglio.

-Stai tranquillo, non è niente…lo so che per voi uomini è come essere in punto di morte: zero sopportazione del dolore-

-E io non sopporto te-

-Se non mi sopporti, allora perché non ti siedi sul divano a leggere il giornale? Ancora con la storia di dover controllare quello che faccio?-

-No, io…oh, il taglio non mi fa più male...grazie, Fujiko. Comunque, no, volevo solo aiutarti a preparare il pranzo-

A Fujiko fece piacere poter ricevere un aiuto costante da Jigen, in cucina. Ma tra i due non vi era dialogo, entrambi sembravano bloccati, forse perché intenti a stare ai fornelli. La donna, poi, si mise a preparare il pranzo a parte per Goemon, che voleva stare leggero. Jigen si accomodò sul divano, non a leggere il giornale, ma a riposarsi, col cappello calato sugli occhi.

-Eccolo, il re dello svacco!- esclamò Fujiko ridendo.

Sembrava essersi assopito. La donna si chinò per accertarsi che dormisse. “E tu volevi sorvegliarmi?”, mormorò tra sé e sé. Gli tolse il cappello, inizialmente lui non se ne accorse, ma poi, quando lei era pronta a rimetterglielo, si svegliò di colpo e le afferrò un polso.

-Che cavolo fai?-

-Volevo capire se stessi dormendo: non sarebbe un buon modo per evitare che io scappi-

-Non stavo dormendo, riposavo solo un po’. E poi non sono fatti tuoi-

Fujiko rise e, non appena Jigen si rimise il cappello, lei per dispetto glielo fece volare e lui iniziò a imprecare.

-Che noia, sempre con quel cappello!- affermò Fujiko, lanciandogli un sorriso malizioso –mi fai dimenticare come sono i tuoi occhi-

-Beh, ora li hai visti-

- Non pensi che a una donna faccia piacere vederli più spesso?-

-Non mi interessa quello che vogliono le donne da me-

Jigen sembrava essersi incupito e si mise su un fianco, per non dare retta a Fujiko, che si stava per annoiare e si era seduta accanto a lui. Aveva preparato il pranzo, non le restava altro che aspettare il ritorno di Lupin e Goemon, ma ci voleva ancora tempo. Voleva che Jigen le parlasse, per farle un po’ di compagnia, ma lui aveva nuovamente chiuso gli occhi e si era assopito. Lo osservava e pensava che, in fondo, era un bell’uomo e le piaceva. Cercò di svegliarlo, accarezzandogli un braccio, ma temeva una sua reazione brusca.  Prese la rivista che era sul tavolino e iniziò a sfogliarla, svogliatamente.

-Guarda che sono sveglio- disse all’improvviso Jigen e Fujiko trasalì nell’udire il suo tono di voce basso e caldo.

Lui era ancora sdraiato sul divano, lei era seduta sul bordo di quest’ultimo, mentre il silenzio si era impossessato di loro. Si guardarono, poi distolsero lo sguardo, fino a quando i loro occhi non si incrociarono di nuovo.

-Ascolta, io mi sto annoiando a stare così, il pranzo lo abbiamo preparato, non vedo perché dovrei starmene qui, intrappolata, mentre fingi di dormire e mi guardi. Potremmo uscire, fare due passi, magari comprare altre cose da mangiare, se ti va. Insomma, non ti stai annoiando anche tu?-

Jigen si alzò in piedi, Fujiko lo seguì, convinta che avesse accettato la sua proposta, ma si sbagliava di grosso.

-Ah, ecco che facevi seduta lì, prima: studiavi il tuo piano. Certo che possiamo uscire, poi tu mi tramortisci con uno spray e magari te ne scappi, per raggiungere Lupin e Goemon e fregarli, vero? Sei diventata prevedibile, ma io non ci casco. Non mi chiamo Arsene Lupin III!-
 
-E se, invece, fossi tu quello pronto a tramortirmi, appena usciti di qui, per riportarmi in casa e magari imprigionarmi? Ti conosco e so che potresti farlo. Se tu potessi, mi uccideresti, ma non lo fai per non far torto a Lupin e Goemon, che sono innamorati di me. Di’ la verità-

Jigen le afferrò i polsi e la avvicinò a sé con forza.

-Tu non mi conosci ancora oppure fai finta, per costringermi a dire cose che non mi interessa rivelarti-

-Hai qualcosa da rivelarmi? Sono curiosa!-

-Che non ti sopporto!-

-Ma questo lo sapevo già…come sei scontato!-

-In effetti hai ragione: sarei io a tramortirti, ma senza uscire di qui-

-Ah, si? E come lo faresti?-

Jigen non rispose, ma le afferrò il viso per baciarla. Nessuna opposizione, da parte della donna, che si abbandonò alle labbra di quell’uomo per lei così contraddittorio e, proprio per questo, di grande fascino.

-Non è la prima volta che rimaniamo soli- disse Jigen, mentre Fujiko era rimasta abbracciata a lui –finisce sempre che…-

-Lo so. E tu vorresti proseguire, giusto?-

-No, è che…hai detto che ti stavi annoiando e, quindi, invece di uscire…-

Fujiko, di colpo, si allontanò.

-Ma...dove vai? Ti chiedo scusa, non vorrei che pensassi che…-

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Image: credits to owner High 187

-Vado a mettermi un po’ in ordine per te, pistolero-

Ogni volta  che rimanevano soli, Fujiko e Jigen erano soliti litigare, per poi finire a letto insieme e, anche questa volta, non vi fu eccezione. Si chiusero in camera di lei, senza fretta di concludere: c’era ancora tempo, prima che Lupin e Goemon tornassero dal furto. Al contrario della maggior parte degli uomini che Fujiko aveva avuto, Jigen era quello che sapeva amare i preliminari, durante i quali c’era una certa dolcezza che non era proprio tale, ma un modo che riusciva a preparare ogni donna ad apprezzare tutto il resto. Sapeva farci con le donne, Jigen, non aveva l’egoistico pensiero di essere l’unico a dover arrivare al massimo godimento e questo Fujiko lo sapeva e ci pensava, anche nel momento in cui l’uomo era dentro di lei, intrappolata dal piacere che lui non smetteva di darle. Per quello non gli diceva mai di no, anche se, inizialmente, ci teneva a stuzzicarlo, a tenerlo sulle spine per accertarsi che davvero volesse sedurla. Non voleva che Daisuke Jigen potesse rifiutarla: una donna orgogliosa può nascondere sempre lievi e implicite insicurezze e Fujiko non voleva affatto che emergessero. Quando ebbero finito, Jigen andò in bagno e, quanto tornò nella camera della donna, la trovò semiaddormentata, su un fianco, vestita solo della sua morbida pelle, che l’uomo iniziò a baciare e ad accarezzare.

-Perché non riusciamo ad andare d’accordo, tu ed io?- domandò Fujiko.

-Non lo so- rispose Jigen, mentre le baciava un fianco e le accarezzava una gamba –forse perché abbiamo caratteri incompatibili-

-Anche Goemon ha un carattere incompatibile con il mio, eppure…-

-…pende dalle tue labbra. Io non lo faccio, per questo noi due litighiamo. Ti prego, ora non parlarmi di Goemon né di Lupin né di altri ancora-

-Noi due non possiamo parlare, più di tanto. Non mi va di discutere né litigare, voglio farlo di nuovo, prima che tornino gli altri. L’unico dialogo che funziona è quello tra i nostri corpi-

-Ed è per questo che non mi sceglierai mai, vero? Non apprezzeresti un uomo che non deve parlare per non litigare. Ma il litigio è importante, per conoscersi, per migliorarsi. Non credi?-

-Io ho scelto me stessa, da sempre. Siete voi, ad aver scelto me ed è per questo che non posso fare a meno della vostra presenza, anche quando credete che agisca per i miei interessi. Quello è un mio difetto: nessuno è perfetto-

Fujiko si girò, poi, verso Jigen. E si amarono, ancora una volta.
 
© 2016 by Fujikofran
https://www.youtube.com/watch?v=ua9u_AoKxgo
   
 
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