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Autore: MorriganNik    15/05/2016    2 recensioni
La casa di cura "Midfort" gestita dai fratelli Elizabeth e Edward è una casa dove si ospitano ragazzi e adulti con diversi problemi. Un giorno arriva un ragazzo caduto in depressione da un anno: non mangia, non parla... sembra uno zombie in piena regola.
Riuscirà Elizabeth ad aiutarlo? O avrà bisogno di una mano?
|Storia partecipante al contest Take a picture and never forget indetto da Sethmentecontorta sul forum di EFP|
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Autore: Sasha_98
Titolo: What kind of colour are you?
Fandom: Kuroshitsuji/Black Butler
Genere: Malinconico, Sentimentale
Personaggi: Altri, Ciel Phantomhive, Elizabeth Midford, Sebastian Michaelis
Rating: giallo
Avvertimenti: Tematiche delicate
Introduzione: La casa di cura "Midfort" gestita dai fratelli Elizabeth e Edward è una casa dove si ospitano ragazzi e adulti con diversi problemi. Un giorno arriva un ragazzo caduto in depressione da un anno: non mangia, non parla... sembra uno zombie in piena regola.
Riuscirà Elizabeth ad aiutarlo? O avrà bisogno di una mano? 
Note dell’autore: Benvenuti nella mia seconda fan fiction di questo fandom! :)
Tanto per iniziare vi ringrazio anche solo di aver aperto la mia storia, ma con moi ci vediamo alla fine della storia. Giusto una o due cosine prima di iniziare:
-Il titolo significa Che colore sei?
-I System of a down sono una band rock che vi consiglio assolutamente (Psycho è la mia preferita)
-non esiste questo punto lol

_WHAT KIND OF COLOUR ARE YOU?_


La casa di cura “Midford” sorgeva su una piccola collina vicino al mare, in una zona al sud dell’Inghilterra. In questa struttura si ospitavano persone di età e problematiche diverse, da ragazzini di dieci anni ad anziani di quaranta, da drogati a depressi. 
Ma non era solo questa la sua funzione: la casa di cura cercava di far reintegrare queste persone nella società.
Elizabeth Midford era la nuova proprietaria della casa insieme a suo fratello Edward, anche se lei avrebbe dovuto continuare gli studi.
«Lizzy, devi concentrarti sulla scuola o non avrai mai un futuro!» si ostinava a dire suo fratello, ma lei tutte le volte rispondeva «Il mio futuro è qui, Ed. Insieme a te e a tutti i pazienti della casa.»
Quel giorno suonarono alla porta di mattino presto. Elizabeth, ancora in vestaglia, si affrettò ad andare ad aprire e sulla soglia vi trovò un uomo anziano che, a giudicare dall’abbigliamento, doveva essere un maggiordomo. Vicino a lui un ragazzino della stessa età della ragazza, i vestiti stropicciati, occhiaie ben evidenti e un aspetto spettrale.
«Salve- disse l’anziano appena la ragazza ebbe posato di nuovo i suoi magnetici occhi smeraldo su di lui- mi chiamo Tanaka e sono il tutore del signorino qui presente.» 
«Buongiorno. Prego venite dentro, vi preparo un buon tè.»
Appena entrati in casa, il ragazzo pareva ancora più magro di quanto già apparisse. Elizabeth portò gli ospiti in cucina dove mise a bollire l’acqua per il tè, dopo di ché porse al ragazzo dei biscotti che rifiutò volgendo il capo dall’altra parte.
«Signorina, questo è Ciel Phantomhive. È orfano da ormai un anno, non ha superato bene la morte dei genitori ed è caduto in depressione: mangia a mala pena, non dorme per gli incubi e non ha detto una parola dal giorno della morte dei signori.»
Elizabeth guardò il ragazzo e capì il perché del suo aspetto così deprimente e malsano.
«Ciel… Ciel, giusto? Ti va di venire a conoscere gli altri ospiti della casa?» chiese la bionda al ragazzo che, per tutta risposta, abbassò lo sguardo annuendo debolmente. Elizabeth lo prese per mano e lo portò a fare il giro della casa, mostrandogli la stanza delle sedute (a cui avrebbe preso parte quello stesso giorno), il bagno, la sua stanza e la sala da pranzo.
«Ora ti lascio solo, così ti prepari per venire giù e conoscere gli altri» e, con un debole sorriso, richiuse la porta della camera di Ciel. Gli occhi blu di Ciel si riempirono di lacrime e la stanza si riempì di un debole sussurro: «Non voglio stare solo.»

La stanza delle sedute era abbastanza grande da poter contenere una decina di persone. Al suo interno c’erano ragazzi e adulti seduti su delle sedie disposte a cerchio. 
«Ma dov’è Lizzy?» chiese una donna dai capelli rossi. Portava un vestito in stile vittoriano del medesimo colore di questi.
«Ih ih ih, non lo so mia cara Angelina» rispose un uomo dai lunghi capelli grigi e vestito di nero. La diretta interessata del discorso fece il suo ingresso con i soliti documenti e fogli bianchi per appuntarsi le cose in mano.
«Scusate il ritardo, ma è arrivato un ragazzo nuovo» disse sfoggiando il suo solito sorriso.
«Uh, la famiglia si allarga!» esclamò un ragazzino dai capelli platino e occhi azzurri, seduto vicino ad un ragazzo decisamente più grande di lui con occhi dorati e capelli neri.
Toc toc.
Dalla porta si vide la figura di un ragazzo dai capelli color antracite e occhi blu, portava una camicia bianca e pantaloni neri, entrambi stropicciati.
«Prego, Ciel, entra pure» disse invitandolo a sedersi su una sedia accanto a lei.
Il ragazzo si portò timidamente sulla sedia tenendo lo sguardo chino a terra, mentre la bionda lo presentò agli altri.
«Ciel, loro sono Angelina, Michele detto Undertaker, Alois, Claude, Grell e Seb- dov’è finito Sebastian?!» chiese la ragazza guardandosi intorno esasperata.
«Sono quassù» rispose una voce dal soffitto. Alzarono tutti lo sguardo, compreso Ciel, e quello che vide fu un ragazzo con jeans neri stretti e una felpa nera come la pece sdraiato sulla trave del soffitto.
«Sebastian, scendi da lì e vieni che iniziamo… E magari ti presenti come si deve» disse la ragazza sospirando.
Il diretto interessato si calo giù e atterrò con la stessa grazia di un gatto, anche se mentre stava lassù a Ciel pareva più un corvo appollaiato.
Sotto la felpa portava una maglietta dei System of a down, anch’essa nera con le scritte bianche e All stars nere. Ma quello che più colpi Ciel non erano i vestiti o i capelli anch’essi neri, ma gli occhi: due occhi rossi come il sangue che Ciel aveva visto colare dalle mani dei suoi genitori un anno prima.
«Che hai da guardare?» chiese in modo arrogante il corvino, guardandolo dall’alto in basso.
«Sebastian! Ah… non so proprio cosa fare con te… Va bene, iniziamo- Elizabeth prese dei fogli e porse la domanda giornaliera ai suoi ospiti- se poteste scegliere, quale colore vorreste essere? O quale colore vi rappresenta di più?» chiese guardando tutti uno alla volta.
«Inizio io!» esclamò il ragazzo dai lunghi capelli rossi «io sarei il rosso!» e tutti scoppiarono in una risata generale.
«Ahah non avevamo dubbi Grell, ma per quale motivo proprio il rosso? Non ce lo hai mai detto, questa potrebbe essere l’occasione buona per parlarne» disse incoraggiando il rosso.
«Per i miei capelli ovvio, ma principalmente perché è il colore del sangue» disse.
«Puoi spiegarti meglio, per favore?»
«Il sangue che ti circola nelle vene è rosso, questo ti fa ricordare che sei vivo. Ecco perché adoro il rosso: mi ricorda che sono vivo.»
Ci fu un silenzio generale: Grell era sempre stato la persona più esuberante per gruppo, quello più spiritoso, e sentirgli dire una cosa del genere lasciò tutti senza parole.
«B-Bene, chi vuole essere il prossimo?» chiese Lizzy a tutti gli altri.
«Io, io!» disse il biondo, nonché il più piccolo di loro.
«Dicci Alois!» esclamò Grell.
«Io vorrei essere un verde scuro» disse convinto.
«Avrei detto un rosa shocking» disse ironico il corvino di fianco a lui.
«Sfortunatamente per te, non ho scelto il rosa shocking solo perché è passato di moda. Vorrei essere il verde scuro degli occhi di Luka, il mio fratellino, per essere sempre con lui e accompagnarlo ovunque.»
«È molto dolce quello che hai detto Alois, adesso come sta tuo fratello?» chiese Lizzy al biondo.
«Molto bene, grazie. Ha detto che la sua nuova famiglia è fantastica e che il padre, che si fa chiamare Joker, è un tipo che scherza e che ride sempre. La mamma invece, Beast, anche se vuole sembrare una dura ha un cuore dolce. Invece non riesce a capire se l’altro è un bambino o una bambina» ci fu un’altra risata generale, ovviamente tranne Ciel.
«Al contrario di Alois- iniziò Undertaker- io vorrei essere un verde smeraldo» disse.
«Come mai proprio smeraldo?» chiese Angelina.
Come risposta, l’uomo si scostò i capelli grigi, che al sole sembravano più argento, per mostrare i suoi occhi verdi smeraldo che avrebbero fatto sciogliere anche un gelato nel congelatore.
Si sentì un “wow” da parte di Angelina e Grell, mentre Alois si limitò a tenere la bocca aperta per lo stupore.
«Bene, Angelina?»
«Io… vorrei essere… celeste» disse convinta, dicendo poi che le sarebbe piaciuto confondersi nel cielo e vedere cose che mai si sarebbe sognata di vedere.
Claude si limitò a dire “niente” perché non voleva fare “cose per bambini” come le chiamava lui.
«Per me saresti oro» disse Alois.
«Per quale assurdo motivo, di grazia?» chiese Claude guardandolo dall’alto in basso.
«Non per i tuoi occhi, come starai sicuramente pensando, ma perché nonostante tu voglia far credere di essere un duro hai un cuore d’oro.»
Per tutta risposta Claude prese tra le mani il volto di Alois e fece combaciare le sue labbra con quelle del biondo: un bacio a fior di labbra che si trasformò in un vero e proprio bacio passionale, in cui entrambi esprimevano quello che provavano l’uno per l’altro.
Ciel era lì che li guardava, guardava e ammirava come il loro bacio non desse fastidio ai presenti e come erano liberi di esprimere i loro sentimenti. Ad un certo punto si sentì osservato, alzò leggermente lo sguardo e vide Sebastian che lo stava guardando.
«Tsk» disse il corvino prima di distogliere lo sguardo e volgerlo al soffitto, sulla stessa trave dove prima era sdraiato.
«E tu, Sebastian?» chiese Lizzy.
«Nero- disse- nero e basta, come la mia anima.» 
Elizabeth si mise una mano sulla fronte sospirando, dopo di che guardò Ciel.
«Tu che colore vorresti essere?» ma lui non rispose. Continuò a tenere lo sguardo basso. Sebastian lo guardava e la cosa lo metteva in soggezione fino a quando non si sentì un driiiiin segno che l’ora di seduta era terminata.
«Bene, la seduta è finita- annunciò la bionda con un sorriso- sapete cosa dovete fare, no? Sebastian tu og-» ma appena si voltò vide la porta richiudersi e un dito medio alzato.
«Se… ba… STIAAAAAAAAN!!!»

Ognuno era impegnato nei propri compiti: Angelina cucinava, Grell e Undertaker pulivano, Alois e Claude apparecchiavano tavola.
Sebastian era solito uscire, ma nessuno sapeva dove. Ciel se ne stava seduto sul divano a guardare quel via vai di gente indaffarata, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. 
«Vieni.»
Sebastian lo stava invitando ad andare con lui, ma dove? Dove lo avrebbe portato quel ragazzo che tendeva sempre a fare lo spaccone?
Ciel questo non lo sapeva, ma si alzò lo stesso dal divano e lo seguì. Sebastian lo prese per mano e lo portò alla porta, dove trovò Edward dietro un bancone su cui erano appoggiati vari documenti.
«Ed, esco un attimo- disse, per poi aggiungere guardando il ragazzino che teneva ancora per mano- e porto anche lui.»
«Va bene, ma fate attenzione» rispose il biondo guardandolo in modo severo.
«Come sempre, my lord» rispose il corvino prima di chiudersi alle spalle la porta d’ingresso.

Dopo quindici minuti buoni percorsi su per una collina, Sebastian annunciò il loro arrivo alla meta: Ciel rimase a bocca aperta quando davanti a sé vide uno steccato che si affacciava sul mare.
Un’esplosione di colori caldi gli dipinsero gli occhi dell’azzurro del cielo, verde smeraldo e verde scuro mischiati al turchese e all’acqua marina del mare, l’oro e il rosso del sole e qualche spruzzo di grigio sulle nuvole. 
Ciel guardava quel paesaggio incantato mentre la sua mente viaggiava verso luoghi lontani, luoghi in cui quel mare avrebbe potuto portarlo.
Il suono delle onde che, piano piano, si sdraiavano sulla sabbia, il bagnasciuga che rendeva quella sabbia quasi bianca color oro e il mormorio dei gabbiani davano un tocco di magia a quel posto meraviglioso, quasi fosse ultraterreno.
«Prima- iniziò il corvino rompendo il silenzio tra loro- Lizzy ti ha chiesto che colore vorresti essere. Beh, io penso che il colore che ti rispecchia di più sia proprio quello del mare.» 
Ciel lo guardò con uno sguardo tra il confuso e lo sbalordito.
«I tuoi occhi sono dello stesso colore del mare, no? Ma sai, un grande filosofo una volta disse “gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Mai prima d’ora avevo pensato che avesse ragione. Un blu che all’inizio sembra farti capire tutto, ma che più continui a guardarlo più capisci che nel profondo si nascondono sofferenze e dolori che nessuno ha mai provato.»
Il minore continuava a guardarlo, impressionato da come quelle iridi scarlatte lo avevano letto nel profondo. 
«Rosso» disse ad un certo punto il ragazzino. Sebastian lo guardò con gli occhi sbarrati: non immaginava che la voce di quel ragazzo fosse così dolce.
«Non ho capito» disse.
«Tu sei il rosso: rappresenti la passione, come quella incisa nei tuoi occhi.»
Il corvino colse di sorpresa Ciel: lo abbracciò. Ciel non riceveva un abbraccio da quando erano morti i suoi genitori e, al contrario, il corvino non regalava un abbraccio da quando aveva iniziato a comportarsi da ribelle.
Il ragazzo dagli occhi blu sentì le lacrime rigargli le guance: tutto poteva aspettarsi, ma mai che un ribelle ragazzo dark sarebbe riuscito a sciogliere quel nodo che si portava nel cuore da un anno. Ora Ciel lo sapeva. Sapeva che non era solo.

ANCORA NOTE DELL'AUTRICE: 
Salve salvino a voi~
Allora, in questa storia vediamo un Sebby un poco arrogante ma che non perde la sua punta filosofica, composta e intelligente, Ciel che (poverino) è caduto in depressione peggio dell'autrice che deve studiare tedesco T.T  e Alois e Claude sempre affiatati e.e
Grell sempre XP, Undy secsci u.u e Angelina che... boh.
Vi ringrazio davvero per aver letto, spero che vi sia piaciuta :)
Vi auguro sogni d'oro (o di qualunque altro colore vogliate 😙),
Sasha

 
   
 
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