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Autore: MissMisteryy    17/05/2016    2 recensioni
Kazemaru stufo di vedere i suoi amici sposati o con dei figli decide di adottare una ragazza ma colei che sceglierà non sarà una semplice ragazza di dodici anni, ma una ragazza che in passato è stata vittima da parte di alcuni scienziati americani che l'hanno sottoposta ad una puntura che le ha conferito poteri disumani che, per paura del mondo che la circonda, nasconde dietro ad una maschera di dolce ragazza indifesa.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nives

Mi sveglio quando il sole tramonta, non riconosco inizialmente il posto in cui mi trovo ma dopo svariati tentativi di aprire del tutto i miei occhi capisco dove sono, la mia casa è lontana...intendo...la mia VERA casa! Sono in un orfanotrofio e sono esausta come del resto tutti gli altri giorni, il tempo scorre come sabbia in una clessidra e man mano i battiti cardiaci rallentano, le assi del pavimento scricchiolano al mio passaggio e i miei coetanei non hanno paura perchè quando cala la notte i demoni dormono e perciò possono stare tranquilli, nessuno può fargli del male. Quando mi ritrovo da sola nel cuore della notte nel mio letto, tutto ciò che riesco a sentire è il mio respiro pesante, trattengo il fiato per un attimo rimanendo in silenzio e ascolto...riesco ancora a sentirlo, riesco ancora a percepire quel respiro affannoso, lui è lì e ora sa che anche io posso sentirlo ma non dice nulla, mi scruta dalla porta e poi come è entrato se ne và chiudendo la cella. Non riesco ad addormentarmi dato che mi sono appena svegliata ma loro vogliono che io dorma perciò mando giù tre pasticche trovate nel comodino accanto al letto e in meno di cinque minuti gli occhi mi si chiudono. Mi risveglio al mattino sola come sempre, la grande porta in cemento aperta da cui si intravede un debole raggio di luce, decido di vestirmi ed esco dalla cella passando davanti alle camere degli altri ragazzi che come me si vestono di abiti e di malinconia anche se in alcuni di essi si può notare una scintilla di speranza nelle loro pupille, oggi è il giorno delle adozioni e alcuni sono convinti di andarsene mentre altri come me si rassegnano a guardare gli altri andare via con quei maledetti sorrisi stampati sul volto. Vado a rifugiarmi nel mio piccolo angolo di serenità, le scuderie vicino alla fattoria del complesso, sto strigliando il mio cavallo quando sento la presenza di qualcuno alle mie spalle e voltandomi mi trovo di fronte ad un uomo sulla ventina, slanciato e con lunghi capelli azzurri che spezzano con le sue iridi marroncine rendendolo uno degli uomini più affascinanti che abbia mai incontrato. Mi porge la lunghina del mio cavallo.

-Credo che questa sia tua.- io la afferro facendo attenzione a prendere l'oggetto senza toccare l'uomo ricambiando il sorriso che mi ha rivolto.

-Grazie mille.- gli dico prima di voltarmi e tornare a pulire l'equino, non ho bisogno della lunghina dato che Calcifer conoscendomi bene non si muove di un passo, ma l'uomo dietro di me non è a conoscienza di ciò.

-Non ne hai bisogno?-

-Non proprio.-

-E' da tanto tempo che vi conoscete?- domanda diventando improvvisamente serio.

-Si abbastanza.-

L'uomo resta in silenzio ad osservarmi prima di essere chiamato da una delle maestre che mi scruta da lontano con fare spaventato, come ad aspettare una mia possibile reazione che però non arriva, intanto lo sconosciuto si è avvicinato alla donna per andarsene ma proprio sul punto di incamminarsi si volta nuovamente verso di me.

-Ci rivediamo tra un po'.-

Passano circa due ore dall'incontro nelle scuderie e di questo ne ho parlato solo con il mio amico Rick, l'unico con cui sono riuscita a entrare in sintonia da quando sono arrivata, anche a lui hanno fatto lo stesso trattamento della puntura colorata...quella maledettissima puntura...è per questo che noi due siamo gli unici ad avere una cella di isolamento come "casa",gli unici ad essere evitati dai demoni e dal diavolo, gi unici ad essere temuti qui dentro. Torno alla mia cella passando nuovamente nel lungo corridoio dove la luce non arriva, dove l'odio dei demoni si scatena senza la sorveglianza di occhi indiscreti o meglio carta bianca contro chi non ha la forza di reagire. Proprio davanti alla mia porta vi è uno dei medici del complesso e il suo nervosismo rende l'aria pesante, sa bene a chi si sta rivolgendo. infatti mi guarda con le gocce di sudore che gli scendono lungo tutto il collo e gli zigomi.

-Signorina è attesa in segreteria.-

Rimango immobile a guardarlo per poi tornare sui miei passi e dirigermi di nuovo verso la porta che separa l'inferno dal paradiso, arrivo in segreteria con molta calma e con voce altrettanto pacata chiedo chi desiderasse la mia presenza qualche minuto fa, scoprendo che si trattava del turchese con cui avevo parlato precedentemente. Accanto a lui si materializza la maestra di prima che sempre con molto riguardo si rivolge a me dicendomi:

-Cara quest'uomo è Kazemaru Ichirouta, ex giocatore della squadra della Raimon, è venuto qui oggi per portarti a casa con sé.-

Rimango allibita, non credevo che lui fosse un famoso giocatore di calcio nè tantomeno che appartenesse alla squadra della Raimon e inoltre non mi aspettavo proprio che scegliesse me come sua futura "figlia", anche se non lo chiamerò mai papà come sono sicura lui voglia che io faccia. Mentre il turchese inizia a compilare i fogli di adozione gli chiedo di potermi assentare per un minuto e mi dirigo nuovamente verso il corridoio infernale per andare ad avvertire Rick, quando busso alla sua cella la porta si apre automaticamente ma non ci faccio caso dato che tra me e lui queste cose sono normali, lo trovo sdraiato sul letto che lancia una palletta verde in aria per poi fermarla col pensiero senza dare peso al fatto che qualcuno oltre a me potesse vederlo, mi siedo accanto a lui e iniziamo a parlare.

-Kazemaru Ichirouta ha deciso di adottarmi- dico per prima continuando ad osservare la pallina che volteggia nell'aria.Rick si alza di scatto rimanendo a pochi centimetri dal mio viso per guardarmi meglio come per cercare nei miei occhi la verità.

-Che hai detto?-

-Hai sentito bene.-

-Fammi capire, ti fidi ad andare via con lui?-

-Perché non dovrei?-

-Nives, con la storia che ti porti alle spalle devi considerare sempre tutte le alternative, forse vuole solamente adottarti, o forse ha intenzione di riportarti nelle mani di quei pazzi, nulla è da escludere.-

-A me sembrava più la prima e comunque saprò difendermi in caso contrario.-

-Spero solo tu abbia ragione.-

-Allora ci vediamo quando anche io me ne sarò andato via da qui.- dice Rick abbracciandomi per tornare a giocare con la sua pallina mentre io inizio a correre per il lungo corridoio e tornare alla segreteria. Lui è lì che mi guarda sorridente.

-Ho finito possiamo andare a casa ora.-

-Va bene, ancora un'ultima cosa.-

Mi volto verso la maestra di prima colorando le mie iridi di un color ambra chiaro mischiato a tanti altri colori, lei a quella visione impallidisce ma cerca di sorridere per non far notare l'accaduto al turchese che è dalla parte opposta del mio volto e quindi non può vedermi. Ci allontaniamo dal complesso e saliamo all'interno di una range rover bianca, il viaggio verso la mia nuova casa è molto silenzioso ma anche molto lungo e la noia si fa sentire,per fortuna Kazemaru lo affievolisce cominciando a conversare con me.

-Non ti chiederò nulla riguardo al tuo passato, quando sarai pronta per dirmelo ascolterò la tua storia. Ad una condizione, basta che non mi viene a raccontare le cose alle tre del mattino perché a quell'ora ho il quoziente intellettivo di un pesce rosso-

Rido a quell'affermazione, non credevo che fosse così simpatico, in genere chi ha i soldi è sempre un bastardo menefreghista pronto solo a pensare ai fatti suoi ma mi sbagliavo...o meglio... mi sbagliavo su di lui.

   
 
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