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Autore: piratatommy    17/05/2016    1 recensioni
Classico ritorno a casa dopo una giornata fuori...o quasi.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Correvo sotto una fredda pioggerellina per andare a casa.
 Avevo solo un'ora di pausa pranzo ed ero già stanco: al lavoro era stata una mattinata campale che neanche in guerra. Arrivato vidi l’acqua scorrere dai torrioni, e attraversato il ponte levatoio ed aperti i cancelli fui dentro.
“A posto” pensai ironicamente.
Ma non avevo tempo, e nel corridoio non feci neanche caso alle torce appese alle pareti, ero troppo di corsa per curarmi di essere stato catapultato nel medioevo.
Scorsi ai lati gli alloggi del fedele scudiero del saladino, e quelli dell’onorevole guerriero del libero popolo dei Pitti.
Giunsi alle cucine per ceder alla lavandaia meccanica incantata la mia vestaglia e le tuniche sozze “perfetto, anche i vestiti trasformati in tuniche”, quando venni assalito alle spalle dal conte Alexandro che con vili e false accuse inveiva contro di me!
Fortunatamente la cotta di maglia fermò i suoi fendenti (e io nel frattempo ero sorpreso di aver addosso una cotta di maglia), così riuscii a ritirarmi onorevolmente, dovendo tornare in fretta in battaglia, cioè, al lavoro.
“Ma che cazzo” pensavo tra me e me mentre ancora scosso camminavo per strada, “questa casa mi farà a pezzi il cervello”.
È risaputo che il conte mi ritiene un invasore di quello che crede essere il suo castello, ma un tale attacco era eccessivo!
Il pomeriggio proseguì abbastanza liscio e la sera, sperando di chiarire ed eliminare la minaccia che ero sicuro essere ancora latente, decisi di andare a parlamentare. Arrivato vidi ancora presenti torrioni e tutto. "Niente" pensai, "oggi si va a medioevo".
Salii presso gli alloggi del conte e dopo aver bussato al suo portone gli porsi la pergamena della pace. (Mi chiesi per un attimo da dove saltasse fuori la pergamena visto che pensavo di fare due parole semplici semplici, ma con un sospiro ci rinunciai subito).
Con orrore la risposta fu terribile: strappata la pergamena davanti ai miei occhi si scagliò con furia all’attacco!
Ma io indossavo il mantello dell’onore e la spada della giustizia - "eccavolo, almeno qualcosa di utile è apparso”-, così riuscii a schivare e parare i suoi colpi di Calunnia e Maldicenza, ingaggiando un onorevole combattimento.
Alla fine il conte rinunciò ad ogni genere di dialogo, e si asserragliò nei suoi alloggi ringhiando minacce.
 Io ero ferito nell’anima e nel corpo, e soprattutto non ero riuscito a capire il motivo che in origine aveva scatenato quell’aggressione. Sapevo che non sarebbe finita lì, ma almeno ci avevo provato.
Mi chiusi la porta borchiata della camera alle spalle e mi gettai sul giaciglio di paglia con cotta, spada, scudo e mantello sbrindellato.
 Fanculo al conte, fanculo al medioevo e fanculo a tutto, persino ai castelli turriti che in realtà non sono mai esistiti.
Avvilito mi ricordai che mi ero pure dimenticato di strigliare il cavallo, ma subito scacciai il pensiero dicendomi che ci avrebbe pensato il paggio la mattina seguente.
Così mi addormentai di botto, senza neanche rendermi conto che non possedevo né il primo né il secondo.

  
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