Film > Disney
Segui la storia  |       
Autore: rora02L    18/05/2016    1 recensioni
Salve ! Dopo aver visto in inglese (con sottotitoli) il nuovo film della Disney "Descendants", ho pensato che avrei voluto una storia un tantino differente. Così ho iniziato a scriverla, prendendomi sempre di più. Alcuni personaggi sono presi dal film sopra citati, altri sono inventati totalmente da me, ma la storia è completamente diversa ... Parlerò dunque dei figli dei personaggi Disney che più amiamo. Questo è il mio primo testo in questo fandom. (Non serve aver visto il film in questione per leggere la storia, basta sapere qualcosa del classico mondo Disney)
Tratto dal testo: " Mal ha sedici anni e non vede l’ora di spiccare il volo, via dal suo castello diroccato, come può fare ad esempio il corvo di sua madre, librandosi nel cielo oscuro. "
- Mal: figlia di Malefica;
- Evi: la figlia di Grimilde ;
- Unique: la figlia di Ursula;
- Jamal: il figlio di Jafar ;
- Melody: la figlia di Ariel;
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Melody: la figlia di Ariel.

 

Ben vomita per l’ennesima volta. Odia le navi, sono gli unici mezzi di trasporto che non sopporta. Ed odia soprattutto le notti sulle navi, quando si ritrova solo nella sua cabina e gli incubi vengono a tormentarlo. C’è Mal nei suoi sogni. Lo guarda con i suoi occhi ormai vitrei, di quel colore verde brillante che tanto ama. Gli dice che non ha mai provato nulla per lui e che non avrò alcuna difficoltà ad ucciderlo, pur di compiere la sua vendetta.
La mattina, Ben si sveglia con la fronte imperlata di sudore ed il fiatone. Poi scoppia a piangere, trattenendo i singhiozzi grazie alla coperta ed il cuscino. Non ce la fa più, ma ormai la sua agonia sta per finire.
Vede dalla poppa della nave reale il castello del re Eric, circondato dalle onde dell’oceano e da uno stormo di gabbiani gracchianti. A Benjamin, il mare piace. Ma quando guarda le onde blu scontrarsi contro gli scogli rocciosi, ripensa a Mal. Ed al fatto che lei non ha mai visto l’oceano. Né qualsiasi altra cosa che non fosse la foresta incenerita in cui lei e la madre vivono, rilegate e confinate, perché malvagie e pericolose. Si scosta allora il più in fretta possibile, pregando di arrivare presto a destinazione. Probabilmente, non scenderà mai in mare.
Gli farebbe troppo male, perché penserebbe a lei. Persino il rumore delle onde marine, lo fa pensare a lei. Ben ha voglia di piangere ancora, quando si rintana nella sua cabina, a leggere un libro sui pirati. Lì almeno è sicuro non ci sarà spazio per l’amore ed il romanticismo.

~

Melody sbuca dall’acqua salata, sistemandosi i lunghi capelli corvini. Adora nuotare, non ha mai smesso di farlo e mai smetterà. Controlla la sua borsetta di tela, ormai fradicia: ha tutte le conchiglie che è riuscita a raccogliere per mare e qualche oggetto perso da navi passeggere. Alza poi il capo e la sua attenzione viene catturata da una bandiera mai vista prima, appesa all’albero maestro di un veliero sconosciuto, dalle vele nere ricoperte da polvere d’oro. La bandiera è nera, con sopra un teschio e due ossa bianche incrociate.
Melody inizia ad avvicinarsi cautamente, incuriosita, ma viene prontamente fermata dal granchio Sebastian, che con una chela la prende per la tracolla della borsa: “Melody, dove pensi di andare, signorinella?! Quella non è una nave qualsiasi… quella… è una nave pirata ! Dobbiamo immediatamente avvertire tua madre e tuo padre, prima che –“ Il povero granchio si accorge solo allora che la ragazza lo ha già lasciato da solo sullo scoglio, partendo a tutta velocità verso la nave. Non aveva mai visto un pirata ed era curiosa.
Non sapeva nemmeno chi fossero. Arrivata alla nave, si arrampica per vedere l’equipaggio. C’era un mozzo anziano dai capelli bianchi, che porta un berretto rosso quanto il suo naso ed una maglietta bianca a righe blu.
Poi vi è un uomo con un occhio bendato, basso, con una camicia bianca e logora addosso, che si mette ad urlare a squarcia gola: “Vele spiegate, capitano! Siamo arrivati!”
Melody allunga il collo, fino a scorgere un ragazzo dai corti capelli neri e dalla pelle chiara, con uno strano sorriso sghembo sul volto ed una cicatrice che attraversa il suo occhio destro. Indossa degli strani abiti tutti neri e le sue mani sono impreziosite da anelli di varie dimensioni, con pietre multicolori. Il giovane moro grida in risposta: “Molto bene, Mano Rossa! Finalmente siamo lontani da quella dannata isola… - si rivolge poi al mozzo, sempre strillando minaccioso – Spugna, piantala di bighellonare!”
L’uomo sobbalza: “Agli ordini, capitano!”
Melody ridacchia per lo strano spettacolo a cui sta assistendo, finché non nota che il capitano si sta pericolosamente avvicinando a lei. Prontamente si nasconde, per non essere vista, ma così ha la possibilità di studiare meglio il giovane straniero.
Il pirata ha gli occhi di un colore azzurro gelido, i suoi corti capelli corvini sono spettinati dal vento di mare e porta al collo una bussola d’oro che sembra essere molto vecchia. Quel giovane pirata la affascina … lo trova, in un certo qual modo, attraente e la incuriosisce.
Ma non ha il tempo per fare altro, si rende conto che deve immediatamente tornare a casa ad avvisare i suoi genitori.

~

“Questo è impossibile! – esclama re Eric, alzandosi dal suo trono – Ho scacciato tutti i pirati di questo regno da prima che tu nascessi, Melody! Sei sicura di ciò che hai visto?”
La giovane annuisce, affiancata da Sebastian, che conferma il tutto. Ariel sospira preoccupata e chiede alla figlia di andarsi a cambiare per l’arrivo degli ospiti, dato che indossa ancora i suoi vestiti zuppi e la sua pelle sa di salsedine. La ragazza obbedisce, lasciando i due sovrani da soli. La regina si rivolge al marito: “Caro, e se fossero dei nuovi pirati, magari provenienti da terre lontane?”
Lui annuisce: “Dev’essere l’unica cosa possibile, nel nostro regno non si vedevano dei pirati da ben vent’anni… me ne occuperò io, sta tranquilla, amore mio… - la prende per mano, guardandola negli occhi – non permetterò a quei criminali di distruggere la pace nel nostro regno.” La donna annuisce, dando un dolce bacio sulla guancia al marito.

~

Re Filippo rimane a riflettere, accartocciato sul suo trono. Sente che qualcosa non va in quel ragazzo dai modi fin troppo eleganti e dalla lingua lunga, che lui associa sempre di più ad un rettile, pronto a divorare tutto ciò che è a lui più caro, cominciando dalla sua adorata figlia.
Audrey è in estasi per il suo amato, lo adora, e così anche sua madre Aurora. L’unico che nutre dei sospetti è lui e non sa come convincere la figlia a non partire assolutamente per quel viaggio ad Aghabrah. Perché sa, glielo dice il suo istinto, che potrebbe anche essere l’ultimo viaggio di sua figlia. Ma Aurora non capisce il pericolo che incombe sulla principessa, appoggia la giovane, aggiungendo anche che là sarebbe al sicuro dalle grinfie di Mal e Malefica. “Meglio sotto il mio tetto e con un pericolo che conosciamo, piuttosto che in un paese sconosciuto con un perfetto sconosciuto, di cui non mi fido.”
Il re si alza risoluto dal suo trono, pronto a fare anche l’impossibile per impedire alla figlia di andarsene. Si reca nel suo studio, dove scrive frettolosamente con la sua penna d’oca una missiva, per poi legarla alla zampa di un piccione viaggiatore, che parte immediatamente. Il piccolo volatile giunge ad una dimora in stile asiatico, dalle porte scorrevoli in bambù ed i giardini curati.
Una giovane fanciulla dai corti capelli scuri e gli occhi a mandorla si sta esercitando con la spada, all’ombra di un albero di ciliegio. I suoi affondi sono precisi, la respirazione regolare e sente l’adrenalina pervaderle il giovane corpo snello e flessibile. Copia l’aria, l’acqua che scorre ed il fuoco che arde nel suo cuore.
Si ferma appena sente il verso del piccione, appollaiato su uno de bassi rami del ciliegio. Recupera allora la piccola lettera del re e la legge in fretta, memorizzando le informazioni necessarie. Il nome di questa ragazza è Mei, figlia di Shang e Fa Mulan. I suoi genitori sono ancora al servizio dell’Imperatore, mentre lei… è entrata a far parte delle spie del re Filippo, sparse in tutte le terre conosciute.
Ora ha una missione, di vitale importanza per il regno: salvare la principessa Audrey. Stringe il foglietto e si reca in fretta in casa, dopo aver recuperato la spada, appartenuta precedentemente a sua madre. Prepara i bagagli, legando i suoi corti capelli nella tipica acconciatura maschile cinese, con un nastro verde scuro. Pronta, sale sul suo fedele cavallo dal manto nero, diretta al porto più vicino, dove si imbarcherà per Aghabrah.

~

Davanti al caminetto della casetta nel bosco dei sette nani, c’è una ragazza dai corti capelli neri, intenta a guardare le fiammelle scoppiettanti. Nell’aria c’è profumo di biscotti alla cannella e torta al cioccolato, ma nessuno a mangiarla.
Bianca, la figlia di Biancaneve, è preoccupata per i suoi migliori amici, che ancora non tornano dalla miniera. Ormai è ora di cena, ma nessuno dei sette è ritornato alla dimora nel bosco, nemmeno Cucciolo, che è ancora il più piccolo del gruppo. Intanto la torta si sta raffreddando, insieme ad i biscotti ed il focolare. Fuori cadono leggiadri dei fiocchi di neve fini come granelli di sabbia, ma che pian piano coprono il bosco di bianco.
La principessa guarda per l’ennesima volta l’orologio a pendolo posto accanto al camino: ormai è quasi mezza notte. Preoccupata ed arrabbiata con i suoi amici, decide di uscire ed andare alla miniera, per vedere che fine hanno fatto i nani. Indossa un paio di stivali neri, lunghi fino al ginocchio, ed una mantella blu scuro per ripararsi dal gelo ed esce. Non si fa intimorire dalla neve, che pian piano si alza.
Una volta arrivata alla miniera, abbassa il cappuccio del mantello e si guarda intorno circospetta. L’unica cosa che sente è il silenzio. Ma i nani non fanno mai silenzio, nessuno meglio di lei lo sa, dato che sono i suoi migliori amici, con cui è praticamente cresciuta. Eolo starnutisce spesso, Brontolo borbotta e digrigna i denti ad ogni frase troppo allegra di Gongolo e Dotto non perde mai occasione per sfoggiare le sue conoscenze in ogni materia. Per non parlare di Cucciolo, che non fa altro che giocare e combinare guai a destra ed a manca. Ma Bianca è circondata dal silenzio, avrebbe molta più paura di quel luogo se non lo conoscesse come le sue tasche… e se le lanterne fossero spente. Un soffio di vento e la luce scompare, lasciandola nel buio.
Bianca intuisce che c’è qualcuno e che quella è sicuramente una trappola per lei. Ma ormai è troppo tardi. Una mano arriva da dietro e la imbavaglia. Non serve a nulla scalciare e dimenarsi: una nube viola la avvolge, facendole perdere i sensi.

~

Eris esce dalla sua cabina, stanca di studiare le mappe di quella nuova terra in cui sono appena atterrati, grazie alla polvere di fata. Respira a pieni polmoni quell’aria nuova e salmastra, ascoltando il canto dei gabbiani.
Il sole è appena sorto e lei non vede l’ora di portare la sua ciurma al loro primo arrembaggio in questo nuovo mondo. Odia l’Isola che non c’è, l’ha sempre odiata. Era una gabbia, sia per lei che per suo fratello gemello Percy.
Loro due erano gli unici adolescenti in quella terra dimenticata ed abbandonata, dove esistevano solo bambini che non volevano crescere ed adulti che non volevano invecchiare. Come il loro padre, Capitan Uncino, il fiero capo della banda di pirati che combatteva da millenni contro il bamboccio vestito di verde di nome Peter Pan. Tutti odiavano Peter Pan. Ma Eris più di tutti. Perché le aveva spezzato il cuore.
“Ben svegliata, sorella!” esclama Percy, il capitano della nave. O meglio, colui che aveva ideato la prima fuga ben riuscita dall’Isola, divenendo così il capo di quei quattro pirati che erano stufi dell’immortalità e delle lotte contro Pan. La ragazza guarda il fratello, così simile e diverso da lei: “Buon giorno, fratello mio. Noto con piacere che il vento è a nostro favore. Fremo dalla voglia di sgozzare qualche testa e depredare una bella nave, fratello.”
L’altro ridacchia, compiaciuto: “Lo so, sorella mia… finalmente siamo liberi dalla monotonia di quel dannato posto… e dalla fissazione di nostro padre per il bamboccio ed il coccodrillo. Ora… - guarda l’orizzonte, sistemandosi i capelli neri ribelli ed ondulati come le onde del mare – possiamo costruirci un futuro. Il nostro futuro.”
Eris annuisce ed indica con un dito il palazzo reale: “Quella sarà la nostra meta finale, fratello. Questa terra diverrà nostra … tutti conosceranno Percy ed Eris Hook, i figli di capitan Uncino… saremo i pirati più temuti di questo mondo.”
La ragazza sorride compiaciuta, allargando la sua bocca scarlatta, in contrasto con la pelle rossa da indigena. Una raffica di vento sposta la sua treccia corvina dalla spalla, facendola ondeggiare in aria. Percy ed Eris sono fratelli gemelli, ma diversi. Lui ha la pelle candida del padre ed i suoi modi raffinati, mentre Eris è identica a sua madre, una indiana che aveva fatto perdere la testa al capitano senza mano.
Si chiamava Aylen e partorì i suoi gemelli, figli non riconosciuti dalla tribù che abita l’Isola. Ma nemmeno dai pirati presenti sulla Jolly Roger, che iniziavano a detestare il loro capitano per quella unione. Avevano sempre combattuto contro i pellerossa, eppure Uncino si era innamorato di una di loro… e ci aveva fatto due figli. La dolce indiana aveva la pelle ambrata ed i capelli lisci legati in una treccia adornata da piume colorate ed i suoi occhi scuri da cerbiatta avevano ammaliato il capitano, ancora giovane e con due mani. Ma il loro amore non era visto di buon occhio dal resto dei pirati, che tentarono più volte di uccidere la donna, ancora incinta.
Uncino allora l’aveva cacciata davanti ai suoi pirati, mettendo in scena una finta per salvare la sua amata, che si era poi rifugiata dalle fate. Lì aveva cresciuto i suoi figli, aiutata dalle creature alate. Eris e Percy erano i nomi che Uncino aveva scelto per i suoi figli, in onore della dea della discordia e del dio del mare. Aylen aveva rispettato questo suo desiderio, nella speranza di ricongiungersi con lui a tempo debito.
Ma gli anni passavano ed Uncino veniva a trovare lei ed i bambini sempre più raramente. Era troppo preso dalla sua vendetta e non si sentiva adatto a fare il padre, ancor di meno dopo aver perso una mano. Finché un giorno un gruppo di pirati non la ritrovò e la uccisero a sangue freddo, sgozzandola, in nome dell’odio che provavano per il loro capitano, che li aveva costretti ad una vita immortale in quella maledetta isola. Per fortuna i due gemelli, oramai di cinque anni, erano a giocare con i bimbi sperduti, gli unici che li avevano accolti nella loro diversità.
Non erano indiani né pirati, erano figli di nessuno. E poi orfani, come tutti i bimbi sperduti. Entrarono a far parte del gruppo, capitanato da Pan. Non ci volle molto prima che Eris si innamorasse di Peter Pan.
Si erano scambiati il primo bacio in una notte di luna piena, circondati da lucciole danzanti e fate lucenti. Eris però voleva un futuro con il ragazzo. E voleva crescere. Peter si arrabbiò, era furioso con lei e non capiva perché non potevano continuare a giocare, fingendo di essere marito e moglie. Questo ferì molto la ragazza, che gli gridò contro tra le lacrime: “Sono stanca di giocare, Peter! Io non sono come te. Io voglio crescere ! Voglio andarmene da quest’isola maledetta! Voglio diventare adulta, Peter! E vorrei diventare la madre dei tuoi figli!”
Dopo quelle parole, il giovane le rispose: “Allora vai! Non c’è posto per i grandi all’Isola che non c’è!”
Eris aveva pianto, quella notte, mentre lei ed il fratello prendevano le loro cose ed andavano dall’unico parente che era loro rimasto: il Capitano Uncino.
L’uomo aveva riconosciuto subito i due ragazzi come i suoi figli, smarriti da dieci anni ormai. In Eris aveva visto gli occhi neri ed i lineamenti dolci di Aylen, anche se nel suo sguardo vedeva dolore e rabbia. Percy, invece, aveva la sua stessa carnagione chiara ed i suoi stessi capelli mori ondulati, mentre gli occhi color ghiaccio li aveva ereditati dalla nonna paterna. Li aveva accolti entrambi, scoprendo così la fine della sua amata Aylen, che aveva cercato invano per tutti quegli anni. Gli squali, quel giorno, mangiarono i traditori. Uncino crebbe i due gemelli, facendoli diventare dei veri pirati e fomentando l’odio di Eris verso Peter Pan.
I due ragazzi crescevano, ma non diventavano mai degli adulti. Restavano giovani, la loro crescita si bloccò ai sedici anni.

~

“PIRATI ! PIRATI ! PIRATI !”
Quest’urlo sveglia Benjamin, che stava ancora riposando nella sua cabina. Il ragazzo si alza di scatto, infila le scarpe, ed esce a vedere coi suoi stessi occhi la nave pirata, che si avvicina sempre più velocemente alla loro. Sgrana gli occhi, incredulo. Non si vedevano i pirati da più di vent’anni, erano ormai diventati quasi una leggenda ed esistevano solo nei libri di storia.
“Alle armi!” ordina Adam e tutto l’equipaggio si prepara alla battaglia, puntando i cannoni contro il nemico ed armandosi con fucili e spade. Ben corre a prendere la sua spada, mentre sua madre viene scortata al sicuro da un gruppo di marinai, che scappano con l’unica bagnarola rimasta. Inizia la battaglia, con i primi colpi di cannone da parte dei fuorilegge.
Colpiscono in pieno la nave, facendola barcollare. Rispondono al fuoco, ma la Jolly Roger è troppo veloce e schiva ogni palla di cannone con rapide virate. Infatti Percy è un ottimo marinaio, abilissimo nella navigazione e che sa sfruttare i venti e le correnti a suo favore. La nave nemica si avvicina sempre di più, Ben e gli altri si preparano alla battaglia corpo a corpo.
“ALL’AREMBAGGIO !” grida Eris con rabbia, alzando fiera la sua spada e saltando sulla nave reale. Tutti i pirati la seguono, iniziando così a combattere contro i marinai, rimasti in pochi. Ben e suo padre combattono valorosamente, parando i colpi e rispondendo. Ma la loro nave sta lentamente calando a picco ed i loro uomini vengono decimati lentamente.
Quando stanno per perdere la speranza, si sente il rumore di una specie di tromba e di acqua smossa: l’esercito del mare sta correndo il loro soccorso, salvando gli uomini caduti in mare e colpendo la nave pirata. Percy digrigna i denti, rendendosi conto che la cosa migliore è la ritirata. Guarda la sorella per avere conferma e lei annuisce con decisione, sparando poi un ultimo colpo al malcapitato marinaio che si era messo contro di lei. Il capitano grida allora ai suoi uomini: “Ritirata! Ritirata!”
Lentamente i pirati tornano sulla loro nave e si allontanano a tutta velocità. Ben sospira sollevato e si rivolge poi a suo padre: “Ci siamo riusciti, padre!”
Solo allora si rende conto che Adam è rimasto ferito nello scontro, infatti ha un profondo taglio al braccio destro, da cui fuoriesce del sangue. Come lui, molti altri uomini sono feriti. L’adrenalina lascia pian piano il corpo del giovane, facendogli così sentire la ferita che ha riportato alla spalla, di cui prima si era poco curato. Il popolo del mare porta a riva la loro nave, ormai quasi a pezzi, e la fa evacuare, permettendo agli uomini di salvarsi. Ben si lascia cadere sulla sabbia della spiaggia, distrutto e ferito. Chiude gli occhi. Si addormenta profondamente, stremato.
Sogna Mal, china su di lui, che gli accarezza i capelli e lo guarda, sorridente, per poi chinarsi e baciargli dolcemente le labbra.
Mal …

~

Audrey rimane abbagliata dalla bellezza esotica di Aghabrah, ma anche dalla sua desolazione. La città è circondata da sabbia e nient’altro. I sobborghi sono pieni di ladri e mendicanti, mentre il palazzo reale risplende d’oro.
La principessa ha imparato da poco a viaggiare sul cammello, aiutata da Jamal, ma ancora si chiede come sia possibile che una bestia del genere esista. Arrivati alla città, il ragazzo avverte la principessa di tenere gli occhi aperti e di stargli vicino. Audrey annuisce e si affianca a lui.
Dopo alcuni metri, capisce che ad Aghabrah è giorno di mercato: la gente passa da una bancarella all’altra, comprando frutta esotica come i datteri o gioielli dalla fattura araba come collane impreziosite da grandi pietre azzurre o rosse. C’è un gran brusio, tutti parlano, facendo pubblicità alla propria mercanzia.
La principessa appare come una nota stonata in una sinfonia, coi suoi capelli biondi come oro e gli occhi di zaffiro, così simile a sua madre. Tutti la guardano con gli occhi sgranati, ma non osano proferire parola per via della presenza di Jamal.
Ma la ragazza si accorge degli sguardi sospettosi e curiosi degli abitanti della nuova città e ne è imbarazzata e spaventata. Pensava che ritrovarsi in quella città piena di leggende magiche e dai sapori orientali l’avrebbe fatta sentire come in una favola, con un lieto fine. Invece è solo una estranea in un posto che non le apparteneva.
“Tutto bene, principessa?” chiede Jamal, notando il suo sguardo pensieroso, perso in pensieri cupi. Lei scuote la testa, impedendosi di iniziare a piangere a dirotto: l’unica cosa che importa davvero è stare col suo amore. Il suo vero amore. “Sì…” risponde, con un sorriso timido.
Continuano il tour della città, finché non arrivano ad una locanda, prendendo così due stanze per la notte. Audrey si guarda introno, sentendosi completamente spaesata: persino gli arredamenti sono così diversi e nella loro bellezza spiazzanti.
Si chiede se davvero Jamal sia il tipo d’uomo che vuole sposare, perché poi la sua vita sarebbe stata lì.
“Principessa Adurey.” Si gira di scatto, ritrovandosi davanti la sua amica Mei, inginocchiata a renderle omaggio. Felicissima di vederla, le corre incontro, facendola alzare ed abbracciandola: “Che bello poter vedere un viso familiare in questo luogo, temo di avere nostalgia di casa… qui è tutto così diverso e gli abitanti mi guardano come fossi… un mostro o una specie rara. Mi sento così fuori luogo qui, Mei.”
La giovane asiatica annuisce, capendo perfettamente ciò di cui parla la sua principessa: “Accadde anche a me la prima volta che feci visita a vostro padre, mia principessa. Ma non temete, sono qui per fare in modo che non vi accada nulla. Vostro padre è molto preoccupato per voi, essendo ospite di un paese straniero che non conosciamo. Per ogni vostro bisogno, chiamatemi pure, verrò subito in vostro aiuto.”
Audrey sospira, sentendosi sollevata: “Vieni con me, voglio raccontarti tutto quello che mi è successo in questi ultimi mesi.”
Prima che Mei possa protestare, la principessa l’ha già fatta sedere sul suo letto dalle coperte ricamate in blu ed oro ed ha iniziato a raccontarle della sua disavventura al ballo del principe Ben e di come aveva conosciuto Jamal, ma anche delle sue paure e dei suoi dubbi. Mei inizia a porsi degli interrogativi: chi è questo Jamal? Come mai era stato invitato ad una festa così esclusiva, i cui partecipanti erano solo reali, mentre lui non lo era? Perché si era offerto di baciare la principessa, riuscendo persino a svegliarla? E perché l’aveva voluta portare con se in quel paese così lontano da re Filippo e dalla regina Aurora? Forse i sospetti del suo re erano fondati ed Audrey è davvero in grave pericolo.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Disney / Vai alla pagina dell'autore: rora02L