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Autore: Alex995    19/05/2016    15 recensioni
-Scusate, Tommy e Laurel non vi hanno mai parlato della tutela legale di Sophie?-
-No.- diciamo all'uniscono Oliver ed io.
-Beh.... stilando il loro testamento, chiesi chi si sarebbe dovuto occupare di Sophie nell'ipotesi di un loro prematuro decesso e loro alla fine... nominarono voi. Voi due.-
Oliver e Felicity sono migliori amici: lui è il CEO dell'azienda di famiglia, lei è la sua fidata assistente. Sin dal loro primo incontro, Oliver è rimasto affascinato dalla giovane informatica, invitandola ripetutamente a cena ricevendo però sempre la solita risposta: NO.
Quando le cose sembrano andare per il verso giusto, Felicity viene a conoscenza di una verità che non riesce a tollerare e si allontana da lui.
Dopo ripetuti tentativi a riavvicinarli, è il decesso prematuro di Laurel e Tommy Merlyn, che lasciano la piccola Sophie di solo un anno, orfana di entrambi i genitori.
E nel giro di poco tempo, Oliver e Felicity si ritrovano a crescere una figlia, che fino ad allora avevano considerato solo una nipote.
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Sono tornataaaaaa!
Spero di avervi incuriosito. La storia si ispira al film "Life as we know it" cui regista è il nostro produttore preferito: Greg Berlanti.
E' una fanfiction AU. Spero vi piaccia ;)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                            Capitolo 18




-Buongiorno….. la signorina Smoak?-
E’ venerdi mattina, e sono da poco passate le 11. Sophie sta giocando tranquillamente nel suo girello, con una serie di giochini che le hanno regalato gli zii.
-Si.. sono io.- dico accennando un sorrisetto falso quando apro la porta e mi ritrovo davanti il fioraio.
-Questi sono per lei.- dice gentilmente l’uomo porgendomi una composizione floreale enorme con un vaso di cristallo.
Oliver. So già che sono da parte sua.
E’ già la quarta composizione che mi manda nell’arco della settimana. E questa come le altre, finirà  in cucina sul davanzale della finestra che affaccia sul giardino di casa.
Per quanto apprezzi il gesto… non ho bisogno di questo. Dei fiori non riusciranno a risolvere i nostri problemi di coppia.
Ormai è una settimana che siamo distanti. Lui cerca di avere un contatto con me, ma da parte mia riceve solo porte in faccia. Sono profondamente ferita e delusa dal suo comportamento. Mi ha chiesto di sposarlo, perché dice di amarmi e di volere una vita con me. Quando gli confesso di avere un ritardo, lui scappa via a gambe elevate e mi lascia sola a fare un test di gravidanza che dopo si rivela essere negativo.
Lui non c’era.
Dice di essere pronto ad avere una famiglia, ma in realtà considera Sophie e me ancora una situazione di passaggio.
-Grazie.- dico chiudendo la porta di casa andando in cucina. Percorro il corridoio, scendo i gradini che mi porteranno a destinazione e subito Sophie cammina verso di me, blaterando qualcosa con la bocca di incomprensibile.
-Altri fiori Sophie… hai visto?- domando parlando da sola.
-Bababa…- dice muovendo energicamente le mani la piccolina.
-Cosa?- chiedo abbassandomi alla sua altezza. -Stai chiamando me? Dì Fe-li-ci-ty.-
-Bababa..- ripete sorridendomi.
Forse Felicity è un nome troppo difficile da pronunciare per una bimba di quasi 15 mesi. Forse dovrei cominciare con qualcosa di più semplice come zia o Fel…. o forse Lis. Mia madre mi chiamava spesso Lis quand’ero più piccola.
-Ti piace di più Lis? Sai che la mia mamma mi chiamava sempre Lis quand’ero piccola? – chiedo sottovoce accarezzandole la testolina.
Sophie sporge le labbra in fuori come se volesse darmi un bacino , e allora io non ci penso due volte a congiungere le nostre labbra facendola ridere come una matta.
Per fortuna che c’è lei a rallegrarmi la giornata.
Quando vedo che è molto distratta, mi rialzo da terra e metto un po’ in ordine la cucina, svuotando la lavastoviglie con i piatti di ieri sera. Mi basta aprire lo sportello, e subito vengo colpita dall’aroma del detersivo al gusto aromi, che mi fa ritornare di nuovo la nausea.
Ormai sono giorni che va avanti questa storia. Oliver se n'è accorto, per questo motivo  ha chiesto di poter comprare un ulteriore test di gravidanza per un secondo accertamento. Ma io gli ho detto di stare tranquillo, perché per sua fortuna non aspettavo nessun bambino.
E’ come se una parte di me volesse ferirlo. Lui ha ferito me, e ora io voglio ferire lui.
Forse sotto sotto voglio solo fargli capire che ho bisogno di un uomo al mio fianco. Prima di questo ritardo, le cose andavano alla grande.
Ma…. era davvero cosi? Stavamo davvero bene? Siamo pronti a sposarci se al primo problema lui scappa via?
Ignoro la nausea, e metto a posto i vari piatti, anche perché stasera come tutti i venerdi, i ragazzi verranno a farci visita. Non ho ancora pensato a cosa cucinare, ma il frigo è pieno quindi non mi creo molti problemi.
Vorrei uscire visto che è una bella giornata, ma… ho paura di sentirmi di nuovo male. Quindi, opto per portare fuori Sophie nel giardino di casa, facendola giocare un po’ nella casetta che qualcuno le regalò per il suo primo compleanno.
-Sophie?- la chiamo attirando la sua attenzione. –Hai voglia di un po’ di thè?-


 
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-Da quanto tempo siamo amici?-
-Tanto tempo.-
-E quante volte hai chiesto un mio consiglio?-
-Troppe volte.- ammetto schietto.
-Allora com'è possibile che ti cacci sempre in queste situazioni di merda?- 
John Diggle, autista/psicologo/migliore amico, sbuffa rumorosamente prendendo poi posto di fronte a me sulla sedia nel mio ufficio.
-L’hai combinata grossa.-
-Lo so…- dico sincero. –Ho sbagliato a correre via….-
-Lei ti dice che potrebbe essere incinta e tu scappi come un codardo?- aggiunge rigirando il coltello nella piaga.
Ma lui da che parte sta? Capisco di aver sbagliato, ma insultandomi non cambierà niente.
-E’ normale che non ti parli… anch’io se fossi una donna non ti parlerei. Per molto tempo.-
-Grazie… questo mi rassicura molto.-sussurro facendo dell’ironia.
John resta in silenzio per alcuni secondi, forse pensando a quale sia la cosa più giusta da fare, quando mi dice che è disposto a parlare con Felicity al più presto per capire cosa le passa per la testa.
-Non credo che sia una buona idea…. non vorrei peggiorare le cose.-
-Questa settimana hai chiamato il fioraio già 4 volte…. peggio di cosi si muore.-
 

 
 
Smonto da lavoro prima rispetto agli altri giorni, visto che ho intenzione di passare in gelateria per prendere un po’ di gelato per Felicity.
John ha ragione: non posso pretendere che le cose cambino solo regalandole degli stupidi fiori.
Devo dimostrarle che ho capito di aver sbagliato. E posso farlo solo parlando con lei. Raccontandole come mi sono sentito quando mi ha detto del ritardo, come mi sono sentito quando ho visto il risultato del test….
Sono giorni che ci penso. Più lei sta male , più io mi convinco del fatto che potrebbe aspettare un bambino.
Mio figlio.
Più volte ho provato a dirle di andare dal ginecologo, rifare il test ma lei niente. Mi ignora completamente.
Dopo aver preso delle vaschette da portar via (visto che è venerdi sera e abbiamo ospiti a cena), torno in macchina da John che come sempre mi accompagna a casa restando però stranamente in silenzio.
Lui non condivide il mio carattere di merda. Odia quando faccio il coglione con le persone a cui tiene, soprattutto se si tratta di Felicity Smoak che è quasi come una sorella per lui.
-Hai intenzione di non parlarmi più?-
-Tecnicamente sei il mio capo quindi non posso non parlarti più.- dice tranquillo continuando a guidare.
-Quindi mi rivolgi la parola solo perché pago il tuo stipendio?- chiedo retorico.
-E anche perché sei mio amico….. ma non dimentico ciò che le hai fatto. Quindi risolvete questa cosa, e non fate i bambini.-
Bene. Perfino John mi da degli ultimatum. In certe occasioni, dimentico davvero chi è il capo qui.
 

 
-Sono tornato!- urlo chiudendo la porta di casa, togliendomi il cappotto posando le chiavi nell’apposito contenitore.
Subito sento la voce di Sophie mentre cerca di chiamarmi (e dico cerca perché non riesce ancora a parlare), e prima che debba cercarla, la vedo comparire nel girello , mentre si muove freneticamente come una matta.
-Ciao amore.- dico andando verso di lei. Poso la busta del gelato sull’isola della cucina e poi la prendo dal girello, per abbracciarla un po’. –Lo sai che mi sei mancata?-
-Sei già tornato?-
Mi giro verso il divano, e noto che Felicity sta lavorando a computer. Capisco subito dalla faccia, che non dev’essere stata una giornata facile. Anche senza trucco è sempre bella, ma si vede che non si sente bene.
-Si… non avevo molto da fare. Stai bene?- chiedo apprensivo.
-Hai preso il gelato? Ma i ragazzi di solito portano il dolce e il vino.- dice cambiando discorso alzandosi dal divano solo per mettere il gelato nel freazzer.
-Non è per stasera infatti… è per te.-ammetto dolcemente.
-Con la nausea che ho, non posso mangiarlo.- dice fredda, prendendo i vari contenitori per  poi metterli a posto. Apre lo sportello del frigo e noto subito che il diamante che le ho regalato non sta brillando sul suo dito.
Dove diavolo è l’anello?
-Dov’è?- chiedo curioso cercando di nascondere la tristezza in questo suo gesto.
Felicity mi osserva perplessa, poi quando le indico con un cenno della testa, la sua mano sinistra, capisce subito a cosa mi sto riferendo.
-L’ho tolto perché dovevo lavare i piatti… non voglio che si rovini.- dice scrollando le spalle.
Le cose vanno di male in peggio. Si è perfino tolta l’anello.
Avrà cambiato idea riguardo al matrimonio?
 
 
 

 
-Scommetto 100$ che quest’anno perdiamo il campionato.-
Come da tradizione, Ray, Kendra, Barry e Caitlin sono venuti a cenare da noi. Dopo averli fatti accomodare, abbiamo lasciato le ragazze  in cucina a preparare qualcosa per la cena, mentre noi ragazzi ci siamo spostati in salotto per vedere una partita di baseball.
-Sei troppo negativo amico.- dice Barry rispondendo all’insinuazione di Ray.
Negativo. Come il test di gravidanza di Felicity.
-Troppo negativo?- chiede retorico Palmer. –Siamo sotto di 15 punti e ci mancano ancora 3 partite.-
Io sono troppo negativo. Ma con lei.
Come posso sempre sbagliare? Ho per caso studiato per questo e non me ne sono accorto? Riesco sempre a ferirla.
Anche se oggi è stata lei a ferire me: si è tolta l’anello di fidanzamento e chissà.. forse se non gliel’avessi fatto notare lei non l’avrebbe mai rimesso.
E’ cosi fredda con me. Non si lascia toccare neanche più. L’ultima volta che abbiamo fatto sesso è stato 10 giorni fa.
E noi di solito risolviamo sempre tutto con il sesso.
Solo con Sophie riesce ad essere se stessa…. dopo aver riorganizzato i miei appuntamenti, dedica ogni sua energia alla piccola.
Quasi come se si sentisse in colpa per qualcosa.
-Mai dire mai….vero Oliver?-
Quando mi sento tirato in causa, riporto l’attenzione sui miei amici , annuendo un semplice si con la testa.
-Sei con noi amico?- domanda Ray vedendomi cosi strano.
-Si… solo dei pensieri che mi frullano in testa.- dico scrollando le spalle. –Che stavamo dicendo?-
-Parlavamo del campionato…. sicuro di stare bene?- chiede Barry poco convinto.
-Sto alla gran……-
-Felicity!- sento urlare Caitlin dalla cucina interrompendomi cosi dal continuare la frase. –Felicity stai bene?-
Mi alzo di scatto dal divano, quando capisco che c’è qualcosa che non va, e con il cuore in gola raggiungo le ragazze:  Kendra ha tra le braccia Sophie che spaventata da qualcosa ha iniziato a piangere; Caitlin al di là dell’isola della cucina, tiene i capelli di Felicity, che nel frattempo è abbassata verso il contenitore della spazzatura, vomitando anche l’anima.
-Felicity!- urlo precipitandomi da lei.
E’ da giorni che va avanti questa storia. Mangia, vomita tutto, poi ha di nuovo fame. Si ingozza delle cose più strane e poi corre in bagno a svuotare lo stomaco. Per giunta il ciclo non le è ancora arrivato, e questo non fa altro che aumentare ancora di più i miei sospetti: potrebbe essere incinta.
Ma lei evita anche di toccare l’argomento. Da quando abbiamo litigato, ogni qual volta cerco di rifarle fare il test, lei mi mette a posto con la solita frase: Sto bene non preoccuparti, per tua fortuna non sono incinta.
Ma lei non sta bene. E tutta questa negazione verso la cosa, non mi fa promettere niente di buono.
Sabato scorso ha pianto come una bambina perché il test era negativo. L’ho sentita anche se ero dall’altro lato della porta della nostra camera da letto. Sapevo che un figlio non era nei nostri programmi ma … sentirla piangere è stata dura.
Poi ho iniziato ad osservarla. Sono innamorato di lei da sempre, morivo dalla voglia di avere una famiglia con lei…  ho iniziato ad immaginarla incinta di mio figlio. Le cose pian piano hanno assunto una forma totalmente diversa.
Ho sbagliato. Ho mi sono comportato come un cretino e non gliel’ho detto.
La raggiungo, mettendole la mano sulla fronte, mentre lei continua a liberarsi senza sosta.
-Tieni questo.- dice Caitlin porgendole un panno della cucina.
Felicity ansima, scuote il capo , alzandosi lentamente con il busto rimettendosi all’in piedi.
-Che è successo?- chiedo preoccupato.
-Stava cucinando…. e ad un certo punto ha iniziato a vomitare.- dice Kendra cullando Sophie tra le braccia.
Felicity si muove lentamente, raggiungendo il lavello aggrappandosi al bordo di marmo quasi come se non riuscisse a stare in piedi.
-Dobbiamo andare in ospedale.- ammetto risoluto.
Ci stiamo comportando come due bambini. Potrebbe essere incinta, e stiamo negando l’evidenza.
-Cosa? L’ospedale?- chiede Barry confuso. –Oliver non starai esagerando…-
-E’ da giorni che sta cosi..- dico interrompendolo guardando però Caitlin sperando che mi aiuti a convincerla.
Mi rivolgo a Caitlin perché lei ha studiato medicina. E’ tecnicamente un medico. Inoltre lei e Felicity sono grandi amiche. La guardo, ma lei sembra essere troppo tranquilla.
-Niente ospedale.- sussurra Felicity aprendo il rubinetto per sciacquarsi la bocca.
-Fel … stai prendendo le pillole che ti ha prescritto il ginecologo vero?- domanda Caitlin avvicinandosi alla mia ragazza.
Pillole? Quali pillole? Quelle anticoncezionali?
-Stamattina me ne sono dimenticata.- sussurra quasi come se non volesse essere sentita.
-Ehilà?!- chiamo attirando l’attenzione su di me. –Qualcuno mi spiega che sta succedendo?-
-Niente..- dice Caitlin dopo essersi scambiata uno sguardo complice con Felicity.
-Niente? Questo lo decideranno i medici.- dico autoritario avvicinandomi a Felicity prendendola per il gomito.
-Niente ospedale.- ripete Felicity più sicura divincolandosi dalla mia presa.
-Niente ospedale?- domando perplesso alzando il tono di voce. – Perché?-
-Perché mi direbbero qualcosa che so già.- dice lei sicura di se.
-Ovvero?- domando confuso corrucciando lo sguardo.
Sa già cos’ha e non me l’ha detto? Ha fatto delle analisi e mi ha tenuto all’oscuro di tutto?
E’ malata?
-Che sono incinta!- sbotta facendomi cadere un secchio d’acqua gelata addosso.
 
Apro la bocca per dire qualcosa ma in realtà non riesco a far uscire niente se non aria. Non so cosa dirle.
 
Merda.
 
Sento tutti gli occhi puntati su di me, ma non me ne curo.
E’ incinta? Ne è sicura? Ha fatto un altro test? Domanda più importante : perché non me l’ha detto prima?
-E’ una notizia fantastica!- esclama Ray entusiasta, ricevendo una gomitata da Kendra facendo ridere Sophie che nel frattempo si è calmata.
-Da…. da quanto… tempo?- chiedo guardandola negli occhi.
-L’ho saputo solo oggi….- sussurra con aria colpevole capendo di avermi ferito profondamente. –Ho chiesto a Caitlin di fare delle analisi del sangue e….-
-Non hai trovato cinque minuti per dirmi che aspetti un bambino?- domando incredulo urlandole contro visto che non ci posso credere.
-Forse sarà meglio lasciarli soli….- dice Barry notando la tensione che c’è nell’aria.
-Perché avrei dovuto dirtelo? Tu non lo vuoi.- dice pungente facendomi gelare il sangue.
-Io non lo voglio? Ma ti stai sentendo?- domando confuso.
-Te ne sei scappato quando ti ho detto che avevo un ritardo! Ho fatto il test da sola perché eri troppo spaventato per tenermi la mano! E io come sempre ho dovuto affrontare tutto da sola!- dice mentre gli occhi le si velano di lacrime. –Bel modo di dimostrarmi di volere un figlio!-
-Kendra porteresti di là Sophie?- chiede Caitlin alla nostra amica vista la situazione spiacevole.
-Quindi qual’era il tuo piano?- chiedo retorico. –Nascondere la cosa fin quando la pancia non sarebbe stata più evid…….?-
Ma  mi blocco di colpo quando la verità mi colpisce come uno schiaffo in pieno viso.
Felicity abbassa il capo colpevole, quasi come se avessi appena toccato un tasto dolente o avessi appena detto una cosa assurda.
-Ho già preso appuntamento con il medico.- dice seria senza guardarmi.
Sbatte sull’isola lo strofinaccio che aveva tra le mani e poi mi supera, andando forse al piano di sopra per fare chissà cosa.
Non ci sarà nessun bambino. Perchè Felicity ha intenzione di abortire.


 
                                                                                 ******************************************* 
 
 
Non volevo che lo scoprisse cosi. Non volevo che lo sapesse e basta. Avrei abortito senza dirgli niente. Anche se non se lo merita, l’avrei fatto.
Lui non lo vuole questo bambino. E io non posso crescerlo da sola. Anche se mi ha chiesto di sposarlo, come dovrei farlo?  Abbiamo già una figlia insieme e sarebbe   difficile crescere Sophie separati. Figuriamoci portare avanti una gravidanza che il mio futuro marito non desidera.
Farà male. Già ora fa male pensare che sto portando dentro di me un esserino minuscolo che la settimana prossima non ci sarà più.
Ho mollato tutti di sotto e sono salita in bagno, stanca di dover dare spettacolo.
Avrei bisogno di una doccia, ma sono cosi stanca che voglio solo mettermi a letto. Mi lavo velocemente i denti, poi vado in camera mia  e mi stendo sotto le coperte pronta a controllare tra le braccia di Morfeo.
Ma la mente sta ancora lavorando, produce idee per le successive due ore. Al piano di sotto sento i nostri amici andare via, Sophie starà sicuramente dormendo visto che sono passate le 10 di sera.
Spero tanto che Oliver decida di restare di sotto, perché se decidesse di raggiungermi, so che litigheremo.
E io non ho voglia di litigare.
Sperando che un po’ di televisione possa distrarmi, prendo il telecomando dal comodino e accendo il dispositivo girando a caso i canali alla ricerca di un film.
La mia attenzione viene attirata, da una scena in particolare del film “What to expect when you’re expecting.”
Un film che racconta l’esperienze di 5 donne che affrontano i problemi della gravidanza e i rapporti con i propri partners.
-Quello che mi serve…- sussurro facendo dell’ironia.
Pian piano, la comicità e la bravura degli attori, riesce a rallegrarmi un po’ la serata. Mi distrae a tal punto da non farmi sentire Oliver che nel frattempo è salito al piano di sopra.
Mi accorgo della sua presenza, solo quando noto sottocchio la porta della camera aprirsi. Mi giro di poco verso di lui, trovandolo concentrato ad osservare la televisione nonostante si trovi a metri di distanza.
Quando lo vedo, il mio umore cambia irrimediabilmente. Mi metto seduta, poggiando la schiena contro la testiera del letto e mi copro il corpo con la coperta fin sopra la pancia. Anche se non è ancora evidente il rigonfiamento, non voglio che mi veda il ventre.
Forse per questo motivo ho evitato qualunque contatto fisico con lui in questi giorni.
Oliver entra in camera, si schiarisce la voce e si mette le mani dietro al collo quasi come se stesse facendo stretching.
Si siede sul bordo del letto, e io istintivamente mi faccio più distante volendogli fare un po’ di spazio in più.
-Possiamo parlare?-
-Non ne ho voglia Oliver … - dico tranquilla.
-Senti so che…. sono stato un coglione. Un emerito coglione….E so anche che non ci sono scuse per giustificare il mio comportamento…-
Iniziano sempre cosi le sue scuse. Ormai mi ripete sempre le stesse cose. E io sono cosi stufa.
-Oliver lascia perder…-
-No lasciami finire.- dice interrompendomi spiazzandomi. Mi prende per mano avvicinandosi di più a me. –Ti amo.-
Alzo il viso verso di lui quando sento queste due paroline che mi fanno riscaldare il cuore. Non me le diceva da un po’. Una parte di me credeva fortemente che lui volesse lasciarmi. So che è stupido perché mi ha chiesto di sposarlo ma…. le cose tra di noi in questa settimana sono state difficili.
-Ti amo con tutto me stesso e  amo Sophie. Amo quel mostriciattolo più della mia stessa vita… perché è nostra figlia. E questo non cambierà mai. Anche quando crescerà, deciderà di andare al college o di sposarsi…. -
Sta divagando o mi sbaglio? Forse non sa cosa vuole dirmi? O forse è d’accordo con me circa l’aborto e non sa come dirmelo?
-Cosa stai cercando di dirmi?- domando perplessa.
-Non voglio che tu abortisca…- sussurra spostandomi delle ciocche di capelli dal viso. –Voglio che tu tenga questo bambino, perché voglio che tu mi renda padre di nuovo.-
Ora sono confusa. Cos’è cambiato in due ore? Avrà parlato con Caitlin per avere un consiglio? Si sarà fatto consigliare anche dai ragazzi?
-Mi stai dicendo questo perché hai paura che possa odiarti in futuro se decidessi di andare avanti con la storia dell’aborto?-
-Io…..-
-Oliver… mi dispiace non avertelo detto. Quando Caitlin è arrivata e mi ha comunicato la notizia è stata una doccia fredda. E se da una parte ero felice dall’altra sapevo che non era quello che volevi…-
-Io voglio te. Ho sempre voluto te. Se avere un figlio ora è ciò che vuoi , io sono con te.-
- Non voglio trascinarti in qualcosa che non desideravi realmente.- ammetto schietta mentre gli occhi mi si velano di lacrime.
-Hey..- sussurra dolcemente. –Non potresti mai trascinarmi in qualcosa che non desidero realmente. Perché quello che realmente voglio è renderti felice.-
-Oliver… un figlio cambia tutto.-
-Un secondo figlio vorrai dire.- dice accennandomi un sorriso. –La nostra vita è cambiata il giorno che abbiamo deciso di adottare Sophie… e credimi quella è stata la seconda decisione migliore di tutta la mia vita.-
-Qual è stata la prima?- chiedo curiosa.
-Chiederti di sposarmi.- ammette schietto facendomi sorridere. –Ma più andremo avanti, più alla lista si aggiungeranno nuovi punti.-
Nuovi punti? Non staremo correndo un po’ troppo?
-Mmm…- dico scuotendo il capo nervosamente.
-Dedichiamoci a questo.- sussurra riferendosi al piccolino che porto dentro di me. –Poi si vedrà.-
-Tu sei sicuro vero? Perché… c’è ancora tempo per pensarci. Sono solo di  6 settimane… abbiamo ancora un po’ di tempo per decidere.-
Oliver in tutta risposta, fa incontrare le nostre labbra per un bacio non del tutto casto, e io apro subito la bocca per far incontrare le nostre lingue. Mi scopre velocemente dalla coperta, solo per stendersi sopra di me, stando attento però a non gravare sul mio corpo con il suo peso. Con non poche difficoltà, gli sfilo la maglietta che indossa, baciandogli il collo scendendo giù verso il suo torace per lasciare un bacio in prossimità del cuore.
La sua erezione pian piano inizia a premere contro la mia intimità, facendomi fremere come una quindicenne. Mi muovo, arcuando la schiena sperando che capisca che ho dei bisogni impellenti che devono essere soddisfatti.
-Sei impaziente?- chiede Oliver divertito punzecchiandomi.
-E’ colpa di tuo figlio.- sussurro facendolo ridere.
-Ah mio figlio? Sarà mio figlio quando farà qualcosa di negativo?-
-Da quando in qua il sesso è qualcosa di negativo?- domando perplessa.
-Con te non lo è mai stato..- dice alzandomi la maglietta scoprendomi i seni e la pancia. Si concentra per alcuni secondi a baciarmi il ventre, e so che in realtà, oltre a dei prelimari, sta cercando di rassicurarmi su tutte quelle che sono le mie paure.
-Se è cosi, cerca di muoverti.- dico autoritaria, accarezzandogli la schiena nuda scendendo poi verso il pantalone che indossa, solo per toccargli il sedere e spingerlo verso di me. –Ho una voglia matta di essere presa nel modo più brutale che conosci.-
-Sei incinta non posso essere brutale.- dice razionale nonostante stia praticamente gemendo nel mio orecchio.
Tutte le cellule del mio corpo, tutte le mie energie, e tutti i miei muscoli, sono concentrati sulle meravigliose strusciatine che Oliver ed io ci stiamo regalando a vicenda. Lui indossa una tuta, io il solito pantalone con le mie matrioske.
E’ come se fossimo nudi. Non ci sono tessuti a dividerci.
-Oliver, non ti fermare.- sussurro in preda alla foga, sentendo dentro di me il familiare formicolio alla spina dorsale crescere sempre di più.
Sto davvero raggiungendo l'orgasmo con delle semplici strusciatine? E' davvero possibile? 
Oliver esaudisce le mie preghiere, e continua a muoversi, sempre più veloce con il suo solito ritmo estenuante. Il letto scricchiola sotto di noi, nella stanza si sentono solo i nostri gemiti di piacere dati dallo sfregamento dei nostri corpi che sembrano essere incastrati come pezzetti di un puzzle. Continuamo cosi per un paio di minuti, e prima che me ne possa rendere conto, arrivo al culmine del piacere ed esplodo in un orgasmo ponderoso che mi bagna tutto lo slip e il pigiama.
Oliver si ferma spiazzato, visto che, tutto si aspettava tranne che riuscissi a raggiungere il piacere cosi.
-Sapevo di essere bravo…- sussurra volendomi provocare. –Ma questo non era mai successo con nessuna...-
-C'è sempre una prima volta.- dico con la voce roca rilassando i muscoli delle gambe. 
-Sei molto più sensibile perché sei incinta?-
-Non lo so…- dico con la voce roca. –Credo di si…. quello di cui sono certa è che ho sempre voglia di fare sesso.-
-Ricevuto.- dice Oliver intuendo cosa sto cercando di dirgli. –Mi rimetto subito all’opera.-
 
 
  
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