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Autore: Cassandra Sventura    20/05/2016    9 recensioni
Un capolavoro, un'opera d'arte di estrema bellezza.
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Masterpiece


Fisso il corpo davanti a me con un sorrisetto sulla faccia. Sono stato io.
Io, Elijah, ho privato quest'uomo della vita. Gli ho strappato il suo ultimo respiro.
E non posso non ridere, non riesco a non gioire di questa impresa che sono finalmente riuscito a compiere.

Sono così schifosamente felice.

Credo di non essermi mai sentito tanto vivo, mentre fisso le orbite vuote dell'uomo, guardo la sua pelle biancastra e osservo le sue membra immobili. Se ne sta fermo lì, tanto bello da sembrare un'opera d'arte. Trasuda bellezza da ogni parte di quel corpo, la morte lo rende perfetto e così dannatamente ammaliante. Non mi stancherei mai di fissare quel corpo in ogni suo dettaglio, che la morte ha fissato, rendendolo perfetto.

E sono stato io a dipingerlo, a plasmarlo con le mie mani.

Stringo ancora tra le dita il coltello che ho utilizzato, la lama rossa di sangue. Non mi libererò mai di questo oggetto, quasi un trofeo. La ferita sul collo dell'uomo pare un ornamento, una collana. Non ho mai visto niente di così bello. Ricordo la sua espressione persa, i suoi occhi che si fissavano nei miei, una muta domanda che vibrava dietro di essi.
“Perché?”
Non esiste spiegazione. L'ho fatto per il gusto di farlo, l'ho fatto per provare una sensazione nuova.

Non sono mai stato così fiero di me stesso.

Non è stata una decisione improvvisa, pregustavo da settimane questo momento, che ora, finalmente, è arrivato.
Una scarica di adrenalina potente mi ha pervaso, mille volte più intensa di un orgasmo. Ho sentito il mio corpo pervaso da una sensazione paradisiaca, la consapevolezza di avere fatto qualcosa di dannatamente giusto.

Non ho mai goduto così tanto.

Penso alla disperazione dei tuoi cari quando vedranno che non torni a casa. Ti cercheranno, si dispereranno e al pensiero rido ancora di gusto, quasi saltello dalla contentezza.

Adoro creare disperazione.

Mi avvicino al tuo corpo muto con le gambe che tremano, intimorito dalla magnificenza del tuo corpo immoto. Poso ancora una volta il mio sguardo su di te, sugli occhi sbarrati dal terrore. Non posso toccarti, ho paura di rovinare questa muta bellezza.
La cantina della mia casa è lo scenario adatto, l'aria umida e fredda si poggia sulla pelle e par quasi incollarsi addosso.
Prendo il cellulare e scatto una foto, con un timore reverenziale.
Ho quasi paura che il flash rovini tutto, che la bellezza di quel corpo senza vita, senza più moto, venga alterata.
Ma no, per fortuna non succede. Questa fotografia sarà un perpetuo ricordo di questo momento celestiale. Perché mai niente arriverà a sfiorarne la perfezione e la malsana bellezza.

Sono un artista ora.

Mi avvicino ancora un poco, giusto quel tanto da poter soffiare nel tuo orecchio queste ultime parole.

Riposa in pace, papà.”









Note dell'autrice: Si tratta di un esperimento, non ho mai scritto niente del genere, ma dopo aver chiesto l'opinione di un paio di brave e gentilissime scrittrici ho deciso di pubblicarla. È un esperimento, l'ho scritta d'impulso, quindi mi farebbe davvero piacere sapere che ne pensate, sia in positivo che in negativo!
Grazie a tutti quelli che leggeranno!

-Cass.

   
 
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