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Autore: MauraLCohen    21/05/2016    3 recensioni
“I love you truly” è la mia personale revisione della serie Saint Seiya dopo la battaglia contro Apollo. La storia è interamente concentrata sull'amore di Seiya e Saori e dai problemi che questo comporta.
La storia è formata da 60 capitoli (sono pazza, lo so.) e riprende alcune parti della serie classica e di Omega, altre del film ma sopratutto degli “OAV”.
ultimo avvertimento: la storia verrà corretta dopo la pubblicazione dell'ultimo capitolo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amor profano, amor proibito '
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Epilogo

XVI Capitolo

Un nuovo inizio

 

Atene era pregna di un profumo dolciastro e indigesto, segno che la Primavera era chiaramente alle porte. Il Sole cocente era ormai alto da diverse ore, caratterizzando quella giornata con un'elevata afa.

Tutti erano sopraggiunti alla Tredicesima Casa per assistere all'investitura dei Saints, sistemati uno vicino all'altro su diverse file come nella falange; più vicini ai piedi della statua di Athena vi erano i Gold Saints e futuri tali, mentre alle loro spalle si ergevano, nel seguente ordine, i Silver e Bronze Saints.

La folla rimaneva in silenzio mentre si attendeva l'arrivo della reincarnazione di Athena e del Gran Pope.

Quel giorno avrebbe segnato un nuovo inizio per tutti.

L'attesa stava cominciando a farsi estenuate e lo stesso Pegasus non riuscì più a rimanere immobile in quella muraglia umana che si era formata e fece per spostarsi, tentativo che fu bloccato da Sirio.

<< Cosa stai facendo? >> lo canzonò, senza nemmeno guardarlo << Mantieni l'ordine! >>

<< Avanti Sirio, >> obbiettò il Cavallo Alato scompigliandosi i capelli << sembriamo statue così fermi! >> Lo sguardo impassibile di Sirio fece risistemare Pegasus senza ulteriori polemiche e sotto il chiacchiericcio incessante degli abitanti di Rodorio, ecco che dall'interno della Tredicesima fuoriuscirono sia Lady Isabel che Saga, il quale riportò tutti all'ordine, mentre la Dea si sistemava al suo fianco.

 

<< Cavalieri, Sacerdotesse e cittadini, siamo qui riuniti oggi per onorare i compagni caduti nella guerra contro Zeus sull'Olimpo; ahimè, non sono stata in grado di riportare tutti i miei guerrieri nuovamente a casa: tutti loro hanno dato la vita per una causa che ai tempi del mito lo stesso Prometeo portò avanti: la salvaguardia della razza umana. Onorare e ricordare questi valorosi soldati è un desiderio che ci accomuna tutti e la necessità di affidare le loro case e le protezioni che da esse scaturiscono ci porta qui oggi! >> Lady Isabel continuava a guardare tra la folla l'unica persona in grado di darle forza in quel momento, Pegasus. Lo aveva individuato, tra Sirio e Andromeda, distratto e con gli occhi lucidi. La giovane sapeva che il suo amato non aveva seguito una parola di ciò che aveva detto, ma la commozione nello sguardo del ragazzo non lasciava dubbi del suo coinvolgimento emotivo. << Gli stessi Gold Saints caduti hanno espressamente chiesto che i loro successori fossero coloro che oggi siedono ai piedi della mia statua. Quelli che per tanto tempo hanno rivestito i panni di Bronze Saints, dimostrando però sempre più valore di ciò che veniva richiesto dalla loro posizione! >> Saga fece cenno agli interpellati di fare un passo avanti e questi obbedirono.

Tra la folla il silenzio cadde come una forma di rispetto.

Crystal spostò lievemente lo sguardo verso Andromeda che era rimasto immobile, come impietrito.

<< Andromeda! >> lo chiamò a bassa voce, ma questi non diede cenno di risposta. << Andromeda, andiamo... >> Crystal fu costretto ad indietreggiare per aiutare il compagno che osservava un punto fisso nel vuoto. << Sono morti, Crystal! Sono morti davvero... >> il cavaliere prese a farfugliare a bassa voce, mentre tra il pubblico cominciavano a fioccare domande e curiosità.

<< Siamo qui per ricordare questo, Andromeda, non è il momento di avere cedimenti! >> il Cigno fu spietato nell'afferrargli il braccio e trascinarlo avanti con sé. << Ci saremmo dovuti essere noi al loro posto, era nostro compito difendere Athena dalle avversità dell'Olimpo! >> il neo Gold Saint continuava a farneticare frasi scollegate che Crystal fu costretto a far cessare con una stretta ancor più forte attorno al suo braccio. << Difendere Athena è il nostro compito; i Gold si sono sacrificati per continuare a permetterci di fare ciò per cui siamo stati addestrati! Nessuno è morto invano e nessuno ha colpe per le morti dei nostri amici! >> Andromeda sembrò non ascoltare l'amico, ma riuscì comunque a tranquillizzarsi.

Assicuratasi che l'ordine si fosse ristabilito, Athena proseguì con la cerimonia. La dea che in quel momento deteneva il controllo sul corpo non poteva lasciar trasparire alcuna pena per il suo cavaliere, ma la donna che giaceva dormiente da qualche parte piangeva lacrime amare per il suo amico.

Saga offrì il braccio alla giovane per scendere le scale che la separavano dalla folla ed ella ci si accinse. Scesero la breve scalinata insieme come a voler simboleggiare l'importanza che la loro alleanza aveva per il Grande Tempio.

Gli scrigni dei Gold Cloth posti uno di fianco all'altro davanti ai nuovi proprietari riflettevano la luce del Sole di quella giornata, mentre attraevano a sé tutti gli sguardi incuriositi delle reclute.

Athena intanto prese nuovamente la parola, mentre poggiava la sua mano sullo scrigno dello Scorpione e, complice, sorrideva a Marin, il cui viso era nascosto dalla fedele maschera; anche se Lady Isabel era certa che il proprio sorriso fosse ricambiato dall'Aquila.

Questo scrigno attenderà il suo padrone” si disse la ragazza, per poi concentrarsi su coloro che aveva dinanzi a sé.

<< Se Athena vuole cominciare... >> la incitò Saga, facendosi indietro.

Lady Isabel annuì. << Sono passati due anni, due lunghi ed estenuanti anni, durante i quali tutti i Saints hanno seguito duri programmi di allenamento tenuti dai Gold sopravvissuti >> con un gesto lento della mano indicò i tre cavalieri chiamati in causa: Aldebaran, Death e Aiolia. << Grazie a voi, oggi, quelli che un tempo erano ragazzi, ora sono uomini pronti a sostenere il peso che questa carica comporta! >> I tre Gold fecero un cenno con la testa in segno di riverenza.

Pegasus accennò un sorriso: quell'infinito monologo stava diventando estenuante... << Eppure Isabel di solito non è così logorroica >> sussurrò il giovane.

La velocità con cui proseguì l'investitura faceva sorgere il dubbio che la ragazza avesse udito la frase proferita dal Cavallo Alato, ma questi non parve dare importanza alla cosa. […]

Il primo ad avanzare per ricevere la nuova armatura fu Kiki, ormai tredicenne, al quale spettò l'armatura del fratello.

Gli occhi pieni di commozione dell'adolescente suscitarono un breve brivido tra tutti i presenti, come se tra quel luccichio ci fosse lo sguardo di Mur... E forse era così; per Kiki sicuramente lo era.

[…]

Arrivò poi il turno di Kanon per l'armatura di Gemini e qui Athena si fece da parte, lasciando spazio a Saga che con sommo orgoglio porse lo scrigno della propria armatura al fratello: << So che la onorerai... Mi fido di te, ora! >>

<< Stavolta ne sarò degno! >>

I due si strinsero la mano e Kanon indietreggiò.

[...]

Ora l'armatura di Virgo attendeva Shun e Lady Isabel si avvicinò lentamente al giovane. << Non dubitare mai della volontà di Shaka, lui sapeva che tu ne saresti stato degno, e lo so pure io! >> Shun sorrise, ma i suoi occhi erano spenti. << Shaka avrebbe dovuto ricoprire questo ruolo per più tempo. >>

<< Lo so, Shun, lo so! >>

[…]

Si susseguirono in ordine: Shiryu per Libra, Ben per Capricorn, Hyoga per Acquarius e Asterione per Fish.

Il cloth dello Scorpione, invece, giaceva ancora ai piedi della statua e Lady Isabel fece cenno a Marin di avvicinarsi col fagotto che aveva tra le braccia. Ella, a passo lento, raggiunse la sua Dea e le porse tra le mani il corpicino di un bimbo di appena un anno e mezzo che, con entrambe le mani usate a mo' di ciuccio, sorrideva dolcemente alle giovani donne che lo osservavano compiaciute.

Athena lo avvicinò al suo petto, mentre lo mostrava alla folla.

<< Lui, Alexis, il figlio di Aiolia di Leo e Marin dell'Aquila, sarà il futuro Saint dello Scorpione; il suo cloth lo attenderà fino a che il piccolo non sarà pronto. Fino ad allora sarà Tisifone ad occuparsi della sicurezza dell'Ottava Casa. >> La folla parve intenerita dalla dolcezza di quel bimbo che era un perfetto incontro del padre con la madre. Un bambino di inestimabile bellezza, tanto quanto la sorella gemella, Aria, che invece sonnecchiava tra le braccia del papà.

[…]

L'ultimo a ricevere il Gold Cloth fu Pegasus e Lady Isabel non riuscì nemmeno a guardarlo negli occhi mentre gli parlava. Non voleva vederlo lì, pronto a giurarle totale fedeltà... Lei lo voleva lontano da quel luogo, felice, vivendosi la sua vita; ma lui era cocciuto: avevano discusso, litigato, erano arrivati a non parlarsi, ma Pegasus era irremovibile: aveva preso la sua decisione! Non voleva trovarsi altrove, voleva stare lì con lei, al fianco della donna che aveva giurato di amare e proteggere, pronto ad immolarsi per lei senza alcun ripensamento. Inutili erano le obiezioni della giovane dea. << La mia vita appartiene soltanto a te... >> lo aveva ripetuto anche quella volta, il Cavallo Alato. Lo ripeteva in continuazione. E Lady Isabel cosa poteva replicare? Nulla. Alla fine, dunque, aveva vinto lui anche quella volta... Ed ora eccoli lì, lui pronto a ricevere l'armatura del Sagittario, lei pronta a dargliela, col dolore negli occhi.

<< E' una mia scelta... >> sussurrò lui.

<< Spero solo che ne valga la pena... >> replicò lei.

<< Io non ne ho mai dubitato... >> E anche Pegasus indietreggiò.

La cerimonia andò avanti per un'altra ora, tra complimenti, congratulazioni e festeggiamenti vari.

Sembravano così lontani i tempi di guerra, eppure erano a causa di quegli stessi giorni che ora ci si ritrovava lì.

[…]

In quella stessa giornata avevano avuto tutti modo di rincontrarsi. Le cose erano molto cambiate dopo l'ultima battaglia combattuta: quasi tutti avevano avuto dei figli: Sirio e Fiore di Luna avevano dato alla luce un maschio; anche Phoenix aveva avuto una bambina con una giovane donna di Rodorio. La piccola era di una bellezza inenarrabile, gli occhi verdi e i capelli castani come la mamma. Phoenix non aveva resistito a chiamarla Esmeralda.

Di Crystal e Andromeda, invece, si erano perse le tracce per troppo tempo: il Cigno si era recato nella terra d'origine, dove aveva dimorato per diversi mesi; mentre Andromeda aveva cominciato a viaggiare nel tentativo di capire cosa gli servisse per colmare quel vuoto che sentiva dentro.

Tale fu lo stupore dei loro compagni quando, qualche sera prima del giorno dell'investitura, li video arrivare insieme... Molti se lo aspettavano, pochi ci avrebbero scommesso.

Ripensandoci, si disse Lady Isabel, gli unici che effettivamente non erano cambiato risultavano essere proprio lei e Pegasus. C'era da aspettarselo: il Cavallo Alato sapeva che la reincarnazione di Athena non avrebbe mai potuto mettere le basi per tirar su famiglia, non lei, non la dea della guerra.

Si erano scontrati diverse volte su quell'argomento, perché la giovane ereditiera non riusciva a liberarsi dal suo senso di colpa e Pegasus... Lui era stanco, ormai, di doverla rassicurare: aveva compreso che doveva capirlo lei da sola, inutili risultavano le proprie parole.

Ma quella sera, qualcosa sarebbe cambiata e avrebbe cambiato anche loro.

Un'ancella era corsa nelle stanze di Lady Isabel, tra le braccia stringeva un cumulo di fasce che avvolgeva un corpicino urlante. Appena ella si trovò al cospetto della donna, lo sguardo di questa si fece duro: aveva avvertito un cosmo che non preludeva nulla di positivo.

<< Mia dea >> affannò l'ancella, inchinandosi in segno di riverenza. << A piè della scalinata ho trovato questo bambino. >> La dea lo avvicinò a sé, osservandolo con riluttanza, intanto anche Saga era giunto nelle stanze di Athena, incuriosito da quella forte presenza cosmica. I due si scambiarono un cenno di intesa, lasciando sullo sfondo l'ancella che si stava congedando per andar via.

<< Va' pure! >> acconsentì Saga, ridando poi la sua attenzione a Lady Isabel.

<< E'... >>

<< E' un semidio >> soggiunse la giovane. << Nessun uomo, neanche predestinato ad essere un Saint, gode di tale cosmo! >>

<< Cosa ci fa al Grande Tempio un semidio? >> La perplessità di Saga era più che giustificata e pertanto aveva deciso di vederci chiaro; cercò di prendere il bambino dalle braccia di Lady Isabel, ma questa lo fece indietreggiare. << Voglio occuparmene io, Saga! Se è qui, come dici tu, certamente c'è un motivo. Voglio accertarmi personalmente dei rischi che corriamo. Per il momento, quindi, vorrei che il bambino rimanesse con me. >> Il gran pope era riluttante nei confronti della richiesta avanzatagli dalla sua dea, ma non volle darlo a vedere. Acconsentì e la esortò a dare un nome alla creatura avvolta tra le fasce.

<< Kouga! >> affermò Lady Isabel, dopo aver riflettuto per qualche istante.

 


Note dell'Autrice:

Habemus epilogo.
Dopo un anno e qualche mese, la prima parte di questa storia arriva al termine.
Non è bello salutarsi né mettere la parola fine a questa fanfiction; ma ormai anche lei ha fatto il suo tempo.
Ci sono voluti tanti mesi per trasformarla in qualcosa di “buono” e mi dispiace chiudere con questo capitolo che non mi soddisfa per niente. Ahimè, però, so che meglio di così or ora non posso fare.
Tra impegni e stress, la testa per redigere un buon capitolo – o almeno il capitolo che avrei voluto io – è del tutto assente.

In ogni caso, questo è già qualcosa.
Noi ci risentiamo prossimamente con il sequel. 


 

   
 
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