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Autore: Dihanabi    21/05/2016    3 recensioni
Questa è una raccolta di One shot su Jungkook e Taehyung, Vkook. Sono piccoli momenti di una vita insieme. Amicizia e forse di più.
Dal primo capitolo:
"Erano fredde, le notti, in Corea. Il bianco della candida neve era illuminato a tratti dalle luci dei giganteschi palazzi di Seoul. Il vento si era calmato, è vero, ma il gelo sembrava essersi intrufolato all'interno delle case. Jungkook odiava il riscaldamento troppo alto di quel luogo, e lo aveva spento. Non se ne pentì quando fu costretto a dormire stretto al suo hyung per non tremare."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cold night

(numero 1)

 

 

Le parole uscivano soffici, come nuvole a volteggiare nell'aria. I suoni lasciavano le sue labbra piano, come un sussurro, sino a diventare più forti, sempre di più.
Teneva gli occhi chiusi, abbandonato alla musica. Il collo esposto e il capo reclinato all'indietro, sul bordo del letto, quasi sospeso nel vuoto.
Era persa la sua mente; solo note musicali e silenzi da riempire. Non esisteva un mondo al di fuori.

But are we all lost stars, trying to light up the dark?

Cantò con tutta la sua anima quell'ultima strofa, scandendo quelle sillabe un'ultima volta. 
Era come se la realtà gli fosse ripiombata addosso, senza nessuna melodia a cullarlo in un'altra dimensione.
Riaprì gli occhi lentamente.
Ci furono lunghi secondi i cui percepì soltanto il proprio respiro e il battito del suo cuore.
L'oscurità lo mangiava, facendolo diventare un fantasma in uno spazio vuoto.
Smetteva di esistere e gli piaceva.

Fu un piccolo suono appena percepibile e suggerirgli di non essere completamente solo in quel nulla. Era uno di quei suoni notturni che terrorizzano i bambini e fanno credere che quei mostri sotto al letto non sono solo immaginazioni.
Lui però era un uomo, o quasi.
L'unica fonte di luce erano i piccoli punti luminosi, le vite nella città notturna, visibili dall'enorme vetrata della camera del dormitorio.
“Da quanto sei qui?” chiese in un sussurro, con la voce più roca di quanto dovrebbe.
“Un minuto, forse poco più.”
Taehyung si avvicinò a lui, passo dopo passo, sino a raggiungere il letto e sedersi accanto a lui.
“Stai piangendo.” constatò Jungkook.
“No.”
Mentiva. I suoi occhi erano rossi, così come la punta del suo naso.
“Sei stato bravo.” sviò invece, riferendosi alla canzone di prima.
Jungkook si limitò a spostarsi, posando la testa tra i cuscini e portando l'altro con se.

Non erano abituati a quel tipo di cose, nessuno dei due. Stare in silenzio, semi abbracciati, non rientrava nella loro routine. Erano molto casinisti loro. Gli piacciono i rumori, le grida e le risate. Gli piacciono le canzoni forti a volumi improponibili.
E invece ora erano lì, persi tra i loro respiri.
Poi Jungkook riprese quella canzone, stavolta senza base. Fu la sua voce a squarciare quel silenzio.
Forse un po' più lenta, con un tono leggermente più assonnato, ma ugualmente affascinante.

 

Best laid plans sometimes it’s just a one night stand
I’d be damned Cupid’s demanding back his arrow
So let’s get drunk on our tears


“Mi piace.” biascicò Taehyung, strofinando il capo sul busto di Jungkook, prima di chiudere gli occhi.
“Pensi sia così? Siamo solo stelle nel buio, incapaci di illuminare?”
“No, non lo penso.”
“Come si può davvero brillare nell'oscurità?” chiese a bassa voce, più a se stesso che all'altro ragazzo.
“Tu lo fai sempre, sul palco.” rispose pacato Taehyung, come fosse la cosa più ovvia del mondo e il maknae non ci arrivasse da solo.
“Ho freddo.” sussurrò Jungkook. Il maggiore lo sfiorò appena, sentendo come la sua pelle fosse effettivamente ghiacciata.
Non è un azione che avrebbe compiuto di solito, quella di intrufolarsi all'interno della coperta blu e stringere l'amico, me in quel momento gli parve la cosa giusta da fare.
Capì di non aver sbagliato quando il più piccolo, invece di ridere di quell'imbarazzante gesto, si strinse a lui.
Taehyung pensò che forse, quel gelo che sentiva, non era solamente l'inverno.


“Ho ancora freddo, hyung.”
“Sei un idiota.”
Lo riconosceva di più ora, il suo hyung spiritoso che stava sempre a scherzare. Eppure la nota sempre, quella differenza drastica nel suo carattere, quando è serio e quando è normale. Sempre uno sciocco, per lui; in senso affettuoso però.
“Grazie.” gli disse Jungkook.
Quel freddo che gelava l'aria all'interno dei suoi polmoni si era dissolto almeno in parte. Le parole di Taehyung avevano avuto effetto.
Sorrise.
Forse lui brillava davvero.
Forse.
Il dubbio c'era sempre. Le sue scelte erano quelle giuste? La sua strada era quella gusta?
Taehyung strofinò il naso sul suo collo, quasi come un gatto, prima di posarvi le labbra una, due, tre volte.
Il maknae si lasciò scappare involontariamente un sussultò, simile ad un gemito.
“Scusami.”
“No...No. Tranquillo.” sussurrò imbarazzato spingendosi di più sul petto del compagno e esponendo maggiormente il collo.
Si disse che era il freddo, l'atmosfera o altre mille scusanti, ma dentro di se sapeva che le mille luci della notte illuminavano il viso del maggiore in un modo così affascinante e artistico che il suo cuore batteva immediatamente più forte solo nel lanciargli un'occhiata. Sapeva che aveva sempre trovato Taehyung fin troppo bello per la sua eterosessualità. E sapeva anche che a quell'odore dolce del suo bagnoschiuma non poteva resistere.
E si chiese se quelle cose le aveva sempre pensate, ma al momento le labbra del più grande sulla sua pelle lo distraevano fin troppo per ragionare su simili sciocchezze.
Taehyung fissò le labbra chiare del più piccolo per troppo tempo prima di prendere una decisione e così era stato Jungkook a non reggere quell'attesa. Erano così vicini, che sentiva il suo cuore esplodere, eppure non aveva il coraggio di muovere un solo muscolo. Sarebbe stato giusto appropriarsi di quelle labbra? Cosa sarebbero diventati? Perché lo voleva così disperatamente?
Taehyung chiuse gli occhi, capendo forse i suoi dubbi. Poi sorrise, di uno di quei sorrisi ampi e un po' squadrati, con accenno di risata, roca e bassa. Poi accarezzò il capo dell'altro ragazzo, intrecciando le lunghe dita ai capelli corvini, in completo contrasto con la sua pelle.
“Resterò con te.” gli disse. E quelle parole non sarebbero state una promessa, un dato certo. Jungkook era convinto che il loro scopo fosse solo quello di alleggerire il peso che attanagliava il cuore del più piccolo, e, quasi involontariamente, funzionò.

Taehyung era solito scherzare, sempre, tanto che molte persone non riuscivano a distinguere quando per lui iniziasse il gioco e la vita vera. Aveva un carattere particolare, ed era impossibile capire cosa passasse per la sua mente. I suoi grandi occhi scuri lasciavano passare tutte le sue emozioni, ma queste, agli occhi di molti, erano indecifrabili. Ma non agli occhi di Jungkook. Lui lo conosceva. Nessuno lo conosceva meglio di lui. Sapeva esattamente dove si fermavano le frasi di cortesia, gli battute sciocche, e quello che vi era davvero sotto la maschera di alieno pazzo.
Quasi lo spaventò, quando Taehyung riaprì gli occhi, constatare quanto quelle parole per lui fossero vere.
E non c'era più bisogno di alcuna promessa, e di nessun per sempre.
“Grazie.” sorrise.

Erano fredde, le notti, in Corea. Il bianco della candida neve era illuminato a tratti dalle luci dei giganteschi palazzi di Seoul. Il vento si era calmato, è vero, ma il gelo sembrava essersi intrufolato all'interno delle case. Jungkook odiava il riscaldamento troppo alto di quel luogo, e lo aveva spento. Non se ne pentì quando fu costretto a dormire stretto al suo hyung per non tremare.

 

 

 

__

NDA
Questo era il primo capitolo. L'ho scritto di getto un po' di tempo fa e ho preferito non cambiarlo, lasciandolo esattamente come era stato pensato inizialmente.

Come scritto nell'introduzione questa è una raccolta di One shot. Vorrei chiarire che per il rating ho messo arancione per sicurezza, ma non so se poi cambierà in giallo, o diventerà rosso. In base a come usciranno i capitoli successivi, ma non credo dovrebbe cambiare.

Ringrazio tutti quelli che sono giunti sino a qui, e mi scuso per quelli che hanno trovato questo primo capitolo pesante o noioso.

Spero di ricevere una vostra opinone e sapere se continuare questa mia impresa ehehe.

 

Alla prossima

Bye

Dihanabi

  
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